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Cronaca

Ragusa | Arrestato giovane per possesso di droga dopo inseguimento e colluttazione

A Comiso, nel ragusano, un ragazzo di 22 anni di origine gambiana è stato arrestato dai Carabinieri dopo un’intensa operazione di controllo contro lo spaccio di droga. Durante un normale pattugliamento in una piazza, i militari hanno deciso di fermare il giovane, il quale ha mostrato segni evidenti di nervosismo.

In un primo momento, il ragazzo ha cercato di sottrarsi al controllo, spingendo e colpendo i carabinieri. Durante il tentativo di fuga, i militari hanno notato il giovane disfarsi di un involucro in alluminio, successivamente recuperato. Nonostante le difficoltà, i Carabinieri sono riusciti a raggiungere e fermare il fuggitivo.

Una volta bloccato, il ragazzo è stato perquisito e, oltre a trovare una sostanza stupefacente di tipo marijuana nascosta addosso a lui, è stata rinvenuta anche una somma di circa 100 euro. L’involucro abbandonato, analizzato successivamente, conteneva hashish.

Alla luce di quanto emerso, gli agenti hanno proceduto a sequestrare la droga e il denaro, arrestando il giovane per detenzione illecita di sostanze stupefacenti con intenti di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di droga nella regione.

Cronaca

TREVISO Scoperta una frode fiscale da 7 milioni di euro

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso ha recentemente scoperto una frode fiscale che ha sottratto oltre 7 milioni di euro al Fisco italiano. La denuncia riguarda il legale rappresentante di una società di autotrasporti, che aveva dichiarato falsamente di avere la propria sede principale in Slovenia, mentre in realtà operava in Italia, nel territorio tra Vittorio Veneto e Conegliano. L’indagine, frutto di una verifica fiscale condotta dai militari della Tenenza di Vittorio Veneto, ha permesso di scoprire che la società, pur dichiarandosi estera, stava svolgendo tutta la sua attività economica nel nostro Paese, beneficiando indebitamente di vantaggi fiscali che non le spettavano.

La scoperta è avvenuta grazie a un monitoraggio continuo delle attività aziendali, che ha rivelato la presenza di veicoli con targa estera, ma operanti sul suolo italiano. Attraverso tecniche avanzate di computer forensics, i finanzieri hanno ricostruito l’entità della frode, individuando ricavi non dichiarati e IVA evasa per oltre 1,5 milioni di euro. Inoltre, sono stati trovati dieci lavoratori irregolarmente impiegati, per i quali la società non aveva versato le necessarie ritenute fiscali, accumulando un ulteriore debito di oltre 200 mila euro.

La tecnica utilizzata dalla società è quella nota come “esterovestizione”, un’operazione fraudolenta che consiste nel dichiarare una sede all’estero, in un paese con regimi fiscali più favorevoli, pur operando effettivamente in Italia. Questo tipo di comportamento, oltre a rappresentare una violazione delle normative fiscali, mette a rischio i principi di legalità economica e la concorrenza leale tra le imprese.

Grazie all’intervento delle Fiamme Gialle, è stato possibile non solo far emergere questa frode, ma anche permettere alla società di continuare la propria attività, a condizione che regolarizzi la sua posizione fiscale e giuslavoristica. Questo risultato si inserisce nell’ambito degli sforzi della Guardia di Finanza di Treviso e dell’Autorità Giudiziaria nel combattere l’evasione fiscale, anche in casi che coinvolgono operazioni internazionali. L’impegno delle forze dell’ordine si concentra sul contrasto a pratiche illecite che, attraverso l’abuso dei meccanismi fiscali internazionali, consentono a determinate aziende di ridurre illegittimamente i propri costi di gestione, danneggiando l’equità fiscale e il mercato competitivo.

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Cronaca

Bologna sequestrati 7.000 articoli contraffatti e non sicuri

I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna, nel corso di tre distinte operazioni, hanno sequestrato circa 5.000 capi di abbigliamento riportanti marchi contraffatti o segni distintivi di noti brand della moda, oltre a 2.000 articoli di elettronica e bigiotteria privi dei requisiti di conformità e sicurezza.

Nel dettaglio, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria ha sequestrato circa 1.000 capi di abbigliamento contraffatti riferibili al brand australiano ZIMMERMANN, denunciando il rappresentante legale della società per “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “ricettazione”.

Un altro intervento, condotto dal Nucleo Operativo Metropolitano di Bologna, ha portato al sequestro di foulard e maglie con i marchi falsificati di Louis Vuitton, Dior, Burberry, Disney, Fendi e Chanel, esposti per la vendita in un’attività commerciale del capoluogo. Il titolare, di origine cinese, è stato deferito alla Procura della Repubblica. Complessivamente, il valore della merce contraffatta sequestrata in questi due interventi supera i 240.000 euro.

Parallelamente, la Compagnia di Imola ha sequestrato circa 2.000 articoli di elettronica e bigiotteria varia in un esercizio commerciale gestito da un cittadino cinese a Bologna. I prodotti erano privi delle necessarie informazioni sulla composizione e dell’eventuale presenza di sostanze nocive, oltre a non avere la marcatura CE, simbolo di qualità certificata. Il titolare è stato segnalato alla Camera di Commercio e rischia una sanzione tra 516 e 25.823 euro.

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Cronaca

CATANIA Operazione antimafia 18 arresti per estorsione e traffico di droga

Sin dalle prime ore della mattinata, oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania stanno eseguendo a Randazzo e Milano un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di 18 soggetti. Nell’attuale fase del procedimento, e fermo restando la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, gli indagati sono accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso e finalizzati ad agevolare il sodalizio mafioso di riferimento.

L’indagine, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Randazzo e coordinata dalla D.D.A. di Catania, ha portato alla luce le attività illecite di un’associazione mafiosa legata alla famiglia di Cosa Nostra etnea dei “Mazzei”, individuandone i vertici operanti nei territori di Bronte, Maniace, Maletto e zone limitrofe.

Durante le indagini è emerso un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori locali, un fiorente traffico di stupefacenti e un’attività di controllo del territorio da parte del clan, finalizzata a consolidarne l’influenza criminale. L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata nella zona, confermando l’impegno delle Forze dell’Ordine nel contrasto alla mafia e ai reati connessi.

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