Cronaca
Rieti | Arrestato un algerino per rapina, coinvolti anche tre tunisini in furto aggravato
Una nottata di intenso lavoro per gli agenti della Polizia di Stato di Rieti, che hanno arrestato un cittadino algerino per una rapina avvenuta presso la stazione ferroviaria locale. L’uomo è accusato di aver sottratto il portafogli di un cittadino turco, contenente circa 400 euro, utilizzando un martello frangivetro per malmenare la vittima durante il tentativo di recupero del maltolto.
L’episodio ha avuto inizio quando gli agenti, impegnati in servizi di controllo del territorio, sono stati allertati per la rapina. Dopo aver prestato soccorso alla vittima, le forze dell’ordine si sono messe immediatamente sulle tracce del rapinatore. Le indagini hanno portato a un furto presso una ricevitoria di scommesse, dove il ladro aveva infranto una vetrina per rubare una cassetta contenente circa 50 euro.
Durante le perquisizioni, gli agenti hanno trovato un martello frangivetro compatibile con quello usato nella rapina alla stazione e, grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza, sono riusciti a identificare il sospetto. L’algerino, insieme a tre tunisini coinvolti nel furto, è stato fermato e riconosciuto dalla vittima.
Inoltre, uno dei tunisini è stato trovato in possesso di oltre 10 grammi di hashish e denunciato per detenzione a fini di spaccio. Tutti i sospetti sono stati messi a disposizione dell’autorità giudiziaria, con la presunzione di innocenza fino a prova contraria, in attesa che venga accertata la loro responsabilità penale.
La banda del tombino colpisce ancora. Questa volta il colpo grosso in una notte è stato fatto in due pasticcerie e una rosticceria di Firenze: la pasticceria Ranieri in via Torcicoda, colpita tre volte in tre mesi, la Rosticceria in via Masaccio e la pasticceria Dolce Morso in via Lanza dove le videocamere di videosorveglianza hanno ripreso il tutto. Le telecamere mostrano i due della banda, con il volto coperto che dopo aver infranto la vetrata con un tombino rovistano tra i cassetti, gli scaffali e mettono a soqquadro il locale. Poi, dopo aver staccato la cassa, scappano con il bottino. “Ci hanno lasciato 15mila euro di danni” raccontano i titolari, che aggiungono: “Saremo costretti a mettere il bandone, non si può lavorare in queste condizioni”.
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Cronaca
Genova, sequestrati 240 kg di cocaina nascosti in container di tonno in scatola
Genova – Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Ufficio delle Dogane ha portato al sequestro di 240 kg di cocaina pura al porto di Genova. La droga, suddivisa in 200 panetti nascosti in cinque borsoni, era occultata all’interno di container carichi di tonno in scatola, provenienti dal porto di Guayaquil, in Ecuador.
L’ispezione dei container, bloccati allo scalo marittimo genovese, ha permesso di individuare il carico illecito, destinato alle piazze di spaccio italiane. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato guadagni tra i 40 e i 50 milioni di euro.
Il sequestro è frutto di un’accurata analisi del rischio condotta grazie ai dati delle banche dati in uso alle autorità. Gli elementi raccolti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Genova per la convalida del sequestro.
L’operazione rientra in una più ampia strategia di contrasto al narcotraffico, con l’obiettivo di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione dagli effetti devastanti della droga. I controlli al porto di Genova sono stati intensificati per intercettare i flussi illeciti e colpire le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico internazionale di stupefacenti.
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Cronaca
Vicenza, frode sui bonus edilizi sequestrati 4,65 milioni di euro
Vicenza – La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 4,65 milioni di euro tra crediti d’imposta, beni e denaro nell’ambito di un’indagine sulle frodi legate ai bonus edilizi. Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Verona, ha colpito tre società riconducibili a due imprenditori veronesi indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa aggravata e autoriciclaggio.
Le indagini, coordinate dalla Procura scaligera, hanno rivelato che tra il 2021 e il 2022 i due imprenditori hanno creato crediti d’imposta fittizi per oltre 4,6 milioni di euro, dichiarando lavori mai eseguiti su immobili nelle province di Vicenza, Verona e Padova. In molti casi, i proprietari non erano nemmeno a conoscenza dei falsi interventi edilizi, mentre in altri i crediti erano stati generati utilizzando indebitamente dati raccolti per semplici preventivi.
Le Fiamme Gialle avevano già bloccato nel 2023 la compensazione di 450.000 euro da parte di una delle società coinvolte. Successive analisi sui flussi finanziari hanno evidenziato che circa 500.000 euro, ottenuti dalla monetizzazione dei crediti falsi, erano stati reinvestiti nelle attività degli indagati.
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