Cronaca
Roma | Interpol lancia una nuova campagna per identificare 46 donne non identificate: l’appello alla solidarietà internazionale
L’INTERPOL, insieme a sei paesi europei, ha avviato un’importante campagna chiamata “Identify ME” con l’obiettivo di risolvere 46 casi di donne non identificate i cui resti sono stati rinvenuti in vari luoghi del continente. La maggior parte di queste donne ha perso la vita in circostanze misteriose o violente, alcuni casi risalgono a decenni fa, rendendo la loro identificazione ancora più complessa.
Questa iniziativa segue il successo del primo appello, lanciato nel maggio 2023, che ha portato a identificare 22 donne grazie alle segnalazioni del pubblico. La nuova campagna è stata estesa a casi provenienti da Belgio, Germania, Paesi Bassi, Francia, Italia e Spagna, con l’intento di coinvolgere la comunità internazionale e raccogliere informazioni utili.
L’importanza del coinvolgimento pubblico è sottolineata da diversi ambasciatori, tra cui attori, musicisti e atleti di spicco, che hanno deciso di sostenere l’iniziativa attraverso video e messaggi. Le loro voci hanno come scopo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui casi irrisolti e incoraggiare chiunque possa avere informazioni a farsi avanti.
Sulla piattaforma web di “Identify ME”, l’INTERPOL ha reso disponibili i dettagli di ciascun caso, comprese le ricostruzioni facciali delle vittime e le immagini di oggetti trovati con i loro resti. I dati forniti dai familiari delle persone scomparse sono fondamentali per migliorare le possibilità di identificazione, grazie anche all’utilizzo di tecniche forensi avanzate come la profilazione del DNA e l’analisi isotopica.
Il Segretario generale dell’INTERPOL, Jürgen Stock, ha evidenziato come ogni piccola informazione possa contribuire a risolvere questi casi e fornire risposte alle famiglie in attesa di giustizia. La campagna non solo mira a dare un nome alle vittime, ma si propone anche di garantire che le loro storie vengano ascoltate e onorate.
Chiunque abbia informazioni sui casi può visitare il sito di INTERPOL, dove è possibile trovare dettagli utili per contribuire a questo sforzo collettivo. Le famiglie che temono di avere una persona cara tra le vittime possono anche avvalersi della possibilità di confrontare il proprio DNA con quello dei resti non identificati, sottolineando l’importanza della collaborazione tra i cittadini e le forze dell’ordine.
L’appello dell’INTERPOL rappresenta una significativa opportunità per unire gli sforzi e fare luce su storie di vita interrotte, affinché ogni donna deceduta possa ricevere la giustizia che merita.
Cronaca
Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.
Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.
Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.
Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.
È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Cronaca
Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale
Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.
L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.
La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.
Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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