Cronaca
Torino | Arrestati due giovani per furto: strappano collanina a una donna
A Torino, due giovani cittadini marocchini di venti e ventiquattro anni sono stati arrestati dalla Polizia di Stato con l’accusa di furto con strappo. L’episodio è avvenuto in Corso Regina Margherita, durante un’operazione di controllo del territorio da parte degli agenti del Commissariato di P.S. Dora Vanchiglia.
Gli agenti, mentre svolgevano il loro servizio, hanno notato due ragazzi sospetti che si avvicinavano a una donna intenta a parlare al telefono. I giovani, dopo averla osservata per qualche istante, hanno deciso di agire: uno di loro ha interrotto la donna chiedendole informazioni stradali, mentre l’altro ha colto l’occasione per strappare la collanina dal suo collo.
Immediato è stato l’intervento della Polizia, che ha bloccato il ladro sul posto, mentre l’altro complice ha tentato di nascondersi all’interno di un bagno di un condominio nelle vicinanze. Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto la collanina rubata e 1200 euro in contante, la cui provenienza non è stata in grado di giustificare.
I due giovani sono stati quindi arrestati e trasferiti in carcere, dove affronteranno un procedimento penale attualmente in fase di indagini preliminari. Fino a una sentenza definitiva, vige la presunzione di non colpevolezza.
La banda del tombino colpisce ancora. Questa volta il colpo grosso in una notte è stato fatto in due pasticcerie e una rosticceria di Firenze: la pasticceria Ranieri in via Torcicoda, colpita tre volte in tre mesi, la Rosticceria in via Masaccio e la pasticceria Dolce Morso in via Lanza dove le videocamere di videosorveglianza hanno ripreso il tutto. Le telecamere mostrano i due della banda, con il volto coperto che dopo aver infranto la vetrata con un tombino rovistano tra i cassetti, gli scaffali e mettono a soqquadro il locale. Poi, dopo aver staccato la cassa, scappano con il bottino. “Ci hanno lasciato 15mila euro di danni” raccontano i titolari, che aggiungono: “Saremo costretti a mettere il bandone, non si può lavorare in queste condizioni”.
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Cronaca
Genova, sequestrati 240 kg di cocaina nascosti in container di tonno in scatola
Genova – Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Ufficio delle Dogane ha portato al sequestro di 240 kg di cocaina pura al porto di Genova. La droga, suddivisa in 200 panetti nascosti in cinque borsoni, era occultata all’interno di container carichi di tonno in scatola, provenienti dal porto di Guayaquil, in Ecuador.
L’ispezione dei container, bloccati allo scalo marittimo genovese, ha permesso di individuare il carico illecito, destinato alle piazze di spaccio italiane. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato guadagni tra i 40 e i 50 milioni di euro.
Il sequestro è frutto di un’accurata analisi del rischio condotta grazie ai dati delle banche dati in uso alle autorità. Gli elementi raccolti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Genova per la convalida del sequestro.
L’operazione rientra in una più ampia strategia di contrasto al narcotraffico, con l’obiettivo di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione dagli effetti devastanti della droga. I controlli al porto di Genova sono stati intensificati per intercettare i flussi illeciti e colpire le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico internazionale di stupefacenti.
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Cronaca
Vicenza, frode sui bonus edilizi sequestrati 4,65 milioni di euro
Vicenza – La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 4,65 milioni di euro tra crediti d’imposta, beni e denaro nell’ambito di un’indagine sulle frodi legate ai bonus edilizi. Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Verona, ha colpito tre società riconducibili a due imprenditori veronesi indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa aggravata e autoriciclaggio.
Le indagini, coordinate dalla Procura scaligera, hanno rivelato che tra il 2021 e il 2022 i due imprenditori hanno creato crediti d’imposta fittizi per oltre 4,6 milioni di euro, dichiarando lavori mai eseguiti su immobili nelle province di Vicenza, Verona e Padova. In molti casi, i proprietari non erano nemmeno a conoscenza dei falsi interventi edilizi, mentre in altri i crediti erano stati generati utilizzando indebitamente dati raccolti per semplici preventivi.
Le Fiamme Gialle avevano già bloccato nel 2023 la compensazione di 450.000 euro da parte di una delle società coinvolte. Successive analisi sui flussi finanziari hanno evidenziato che circa 500.000 euro, ottenuti dalla monetizzazione dei crediti falsi, erano stati reinvestiti nelle attività degli indagati.
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