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Cronaca

Cesano Maderno (MB) | Giovane di 16 anni aggredisce imprenditore

Un episodio di violenza ha scosso la comunità di Cesano Maderno, dove un ragazzo di 16 anni ha attaccato brutalmente un vicino di casa, un imprenditore di 60 anni. L’aggressione, avvenuta una settimana fa, ha visto il giovane colpire la vittima con una mazza da baseball, infliggendo ben 19 colpi alla testa e causando gravi ferite.

Dopo il fatto, i familiari del ragazzo hanno allertato le forze dell’ordine, insospettiti dalla presenza di sangue sui vestiti del giovane. Le indagini hanno portato all’arresto del 16enne, accusato di tentato omicidio. In fase di interrogatorio, il ragazzo ha dichiarato di non avere un motivo specifico per l’atto violento, affermando che sarebbe stato indifferente chi fosse stata la vittima, suggerendo una mancanza di premeditazione.

Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla violenza giovanile e sulla sicurezza nella comunità, lasciando molti a chiedersi come sia possibile che un gesto così estremo possa derivare da motivazioni così oscure. Le autorità continuano a indagare per comprendere meglio le circostanze che hanno portato a questo atto di violenza inspiegabile.

Cronaca

La banda del tombino colpisce ancora. Questa volta il colpo grosso in una notte è stato fatto in due pasticcerie e una rosticceria di Firenze: la pasticceria Ranieri in via Torcicoda, colpita tre volte in tre mesi, la Rosticceria in via Masaccio e la pasticceria Dolce Morso in via Lanza dove le videocamere di videosorveglianza hanno ripreso il tutto. Le telecamere mostrano i due della banda, con il volto coperto che dopo aver infranto la vetrata con un tombino rovistano tra i cassetti, gli scaffali e mettono a soqquadro il locale. Poi, dopo aver staccato la cassa, scappano con il bottino. “Ci hanno lasciato 15mila euro di danni” raccontano i titolari, che aggiungono: “Saremo costretti a mettere il bandone, non si può lavorare in queste condizioni”.

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Cronaca

Genova, sequestrati 240 kg di cocaina nascosti in container di tonno in scatola

Genova – Un’operazione congiunta della Guardia di Finanza e dell’Ufficio delle Dogane ha portato al sequestro di 240 kg di cocaina pura al porto di Genova. La droga, suddivisa in 200 panetti nascosti in cinque borsoni, era occultata all’interno di container carichi di tonno in scatola, provenienti dal porto di Guayaquil, in Ecuador.

L’ispezione dei container, bloccati allo scalo marittimo genovese, ha permesso di individuare il carico illecito, destinato alle piazze di spaccio italiane. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato guadagni tra i 40 e i 50 milioni di euro.

Il sequestro è frutto di un’accurata analisi del rischio condotta grazie ai dati delle banche dati in uso alle autorità. Gli elementi raccolti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Genova per la convalida del sequestro.

L’operazione rientra in una più ampia strategia di contrasto al narcotraffico, con l’obiettivo di proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione dagli effetti devastanti della droga. I controlli al porto di Genova sono stati intensificati per intercettare i flussi illeciti e colpire le organizzazioni criminali coinvolte nel traffico internazionale di stupefacenti.

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Cronaca

Vicenza, frode sui bonus edilizi sequestrati 4,65 milioni di euro

Vicenza – La Guardia di Finanza ha eseguito un sequestro preventivo di 4,65 milioni di euro tra crediti d’imposta, beni e denaro nell’ambito di un’indagine sulle frodi legate ai bonus edilizi. Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Verona, ha colpito tre società riconducibili a due imprenditori veronesi indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa aggravata e autoriciclaggio.

Le indagini, coordinate dalla Procura scaligera, hanno rivelato che tra il 2021 e il 2022 i due imprenditori hanno creato crediti d’imposta fittizi per oltre 4,6 milioni di euro, dichiarando lavori mai eseguiti su immobili nelle province di Vicenza, Verona e Padova. In molti casi, i proprietari non erano nemmeno a conoscenza dei falsi interventi edilizi, mentre in altri i crediti erano stati generati utilizzando indebitamente dati raccolti per semplici preventivi.

Le Fiamme Gialle avevano già bloccato nel 2023 la compensazione di 450.000 euro da parte di una delle società coinvolte. Successive analisi sui flussi finanziari hanno evidenziato che circa 500.000 euro, ottenuti dalla monetizzazione dei crediti falsi, erano stati reinvestiti nelle attività degli indagati.

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