Cronaca
Rivoli (TO) | Arrestato rapinatore “distratto”: i tatuaggi svelano l’identità
Il 24 settembre, i Carabinieri di Rivoli hanno arrestato un uomo di 56 anni, gravemente indiziato di essere coinvolto in due rapine avvenute a settembre presso farmacie locali. Le indagini sono state avviate a seguito di due episodi, uno a Rivoli e l’altro a Collegno, in cui il malvivente, insieme a un complice non identificato, ha minacciato il personale con un coltello e ha portato via ingenti somme di denaro.
Il modus operandi del rapinatore era piuttosto simile in entrambi i casi: travisato con una calza, ha fatto irruzione nelle farmacie, costringendo i dipendenti a consegnare il denaro. A Rivoli, il bottino ammontava a 280 euro in contante e a due orologi, mentre a Collegno l’importo rubato ha raggiunto i 1540 euro.
Le indagini hanno preso piede grazie a testimonianze e alle immagini delle telecamere di sicurezza, che hanno rivelato dettagli cruciali. L’elemento chiave è stato l’identificazione del rapinatore, resa possibile dai suoi tatuaggi, non coperti durante i colpi. Grazie a questa leggerezza, l’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino.
Cronaca
Cossaro: finto maresciallo truffa un giovane. Denunciato per truffa aggravata un 67enne del posto
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Cossato hanno denunciato un 67enne italiano per truffa aggravata, in seguito a un raggiro ai danni di un giovane residente nel cossatese. La vittima, un uomo di 26 anni, aveva denunciato il caso ai carabinieri, raccontando di essere stato contattato telefonicamente da un uomo che si spacciava per un Maresciallo dei Carabinieri.
Il raggiro è iniziato nel mese di luglio 2024, quando il truffatore ha convinto il giovane di essere in debito con lo Stato per diverse migliaia di euro, a causa di multe non pagate. L’uomo ha minacciato gravi conseguenze legali se non fosse stato pagato immediatamente, facendo credere alla vittima che la somma dovuta sarebbe aumentata in modo esorbitante. Spaventato dalle possibili ripercussioni, il giovane ha deciso di seguire le indicazioni del truffatore e ha versato oltre 6.000 euro tramite due bonifici Western Union.
Le indagini hanno richiesto tempo e approfondimenti, a causa della difficoltà nel risalire ai veri titolari dei conti bancari sui quali erano stati versati i soldi. Questi conti erano infatti intestati a persone che a loro volta erano state truffate in precedenza, e che non erano a conoscenza dell’utilizzo illegale dei loro dati bancari. La svolta nelle indagini è arrivata quando è stato identificato l’uomo che ha prelevato il denaro.
L’inchiesta ha permesso di dimostrare che l’individuo aveva materialmente incassato il denaro, portando così alla denuncia del 67enne per truffa aggravata. Ora, il truffatore dovrà rispondere delle sue azioni davanti alla Procura della Repubblica di Biella.
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Cronaca
Omicidio in Campania: arrestati gli esecutori ricercati dal 1999 – IL VIDEO
TIRANA – Dopo oltre vent’anni di latitanza, i cugini S.A. e S.F., entrambi di nazionalità albanese e rispettivamente di 50 e 47 anni, sono stati arrestati in Albania. I due erano irreperibili dal 1999 e condannati in via definitiva a 15 anni di carcere per omicidio e tentato omicidio.
Il Crimine e la Fuga
Il delitto risale al 1999, quando i due arrestati si resero responsabili dell’omicidio e del ferimento di due connazionali in una piazza di Gricignano d’Aversa. L’agguato, avvenuto in pieno centro cittadino, fu motivato da contrasti legati alla spartizione dei proventi di attività illecite. Le vittime furono brutalmente colpite con bastoni e armi da taglio.
Subito dopo il crimine, i due fuggirono dall’Italia, rendendosi irreperibili e utilizzando false identità per evitare la cattura.
Le Indagini e l’Arresto
Grazie a un’indagine durata circa un anno, la Polizia di Stato italiana, in collaborazione con la Polizia Albanese, è riuscita a ricostruire la rete di spostamenti dei latitanti. Questo ha permesso di estendere a livello internazionale il provvedimento di cattura emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli.
L’operazione che ha portato all’arresto è stata condotta da:
- Servizio Centrale Operativo;
- Squadra Mobile di Caserta;
- Dipartimento di Polizia Criminale Albanese – Forza Operazionale;
- 2^ Divisione e Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale;
- Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato il Segretariato Generale di Interpol per la diffusione delle ricerche.
Operazione “Wanted”: La Lotta alla Criminalità Internazionale
L’arresto dei due latitanti rientra nell’ambito del progetto “Wanted”, un’iniziativa internazionale volta alla localizzazione e cattura di criminali di elevato profilo, con la collaborazione delle autorità di polizia estere.
L’operazione conferma l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata e alla cattura di latitanti pericolosi, garantendo giustizia anche a distanza di oltre vent’anni dai fatti.
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Cronaca
Maxi Sequestro di Armi a Gela: La Polizia Rinviene un Arsenale. Il Video del Ritrovamento
GELA – Importante operazione della Polizia di Stato di Gela che, nel corso di controlli straordinari sul territorio, ha rinvenuto un vero e proprio arsenale di armi. Il blitz, avvenuto il 12 marzo, ha portato al sequestro di sette pistole, due fucili e oltre un migliaio di munizioni di vario calibro. Un uomo di 50 anni è stato arrestato in flagranza di reato.
Il Blitz della Polizia di Stato
L’operazione, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati legati alla detenzione illegale di armi, ha coinvolto gli agenti della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (S.I.S.C.O.) di Caltanissetta. Il sequestro è avvenuto grazie all’impiego di unità cinofile anti-esplosivo, che hanno permesso di individuare le armi occultate all’interno di un locale nella disponibilità del sospettato.
L’arsenale scoperto: armi e munizioni sequestrate
Il ritrovamento ha rivelato un ingente quantitativo di armi, composto da:
- 7 pistole;
- 2 fucili;
- Più di 1.000 munizioni di vario calibro.
Le indagini preliminari hanno evidenziato che alcune delle armi rinvenute risultano essere state rubate, mentre altre presentano la matricola abrasa, configurandosi quindi come clandestine.
L’arresto e le indagini in corso
Dopo il sequestro del materiale bellico, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, il 50enne identificato come A.S. è stato condotto in carcere e indagato per detenzione illegale di armi da fuoco e ricettazione. Gli investigatori stanno ora approfondendo se le armi siano state utilizzate in precedenti episodi criminali verificatisi a Gela e nella provincia di Caltanissetta.
La lotta alla criminalità e il principio di presunzione di innocenza
L’operazione dimostra l’elevata attenzione delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità armata e nella prevenzione di reati connessi al possesso illegale di armi. Tuttavia, è fondamentale ricordare che, nonostante le gravi accuse, l’indagato è presunto innocente fino a sentenza definitiva, come stabilito dal principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
Il maxi sequestro di armi a Gela rappresenta un duro colpo al traffico illegale di armi nella regione. L’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità continua a garantire maggiore sicurezza per la comunità. Le indagini proseguiranno per fare piena luce sull’origine e l’eventuale utilizzo delle armi sequestrate.
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