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Cronaca

Palermo| Sequestrati 28 kg di Hashish, due arresti

La Guardia di Finanza di Palermo ha effettuato un importante sequestro di droga, intercettando 28 kg di hashish nascosti in un’auto durante un controllo stradale a Villabate. L’operazione, condotta nella tarda serata del 19 settembre, si inserisce nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio lungo le principali vie d’accesso alla città.

Il nervosismo e le contraddizioni nei racconti dei due occupanti, un uomo e una donna di nazionalità italiana, hanno insospettito i finanzieri, che hanno deciso di approfondire l’ispezione del veicolo. Grazie all’intervento di un’unità cinofila, è stato scoperto un doppiofondo nel bagagliaio contenente 21 pacchi di hashish dal peso complessivo di 28 kg. La droga, una volta venduta, avrebbe generato profitti per circa 300.000 euro.

I due corrieri sono stati arrestati e condotti in carcere, con successiva disposizione degli arresti domiciliari per uno dei coinvolti. L’operazione sottolinea l’impegno costante della Guardia di Finanza nella lotta contro il traffico di droga, una delle principali fonti di reddito per le organizzazioni criminali. I sospettati restano sotto la presunzione di innocenza fino al giudizio definitivo.

Cronaca

Omicidio in Campania: arrestati gli esecutori ricercati dal 1999 – IL VIDEO

TIRANA – Dopo oltre vent’anni di latitanza, i cugini S.A. e S.F., entrambi di nazionalità albanese e rispettivamente di 50 e 47 anni, sono stati arrestati in Albania. I due erano irreperibili dal 1999 e condannati in via definitiva a 15 anni di carcere per omicidio e tentato omicidio.

Il Crimine e la Fuga

Il delitto risale al 1999, quando i due arrestati si resero responsabili dell’omicidio e del ferimento di due connazionali in una piazza di Gricignano d’Aversa. L’agguato, avvenuto in pieno centro cittadino, fu motivato da contrasti legati alla spartizione dei proventi di attività illecite. Le vittime furono brutalmente colpite con bastoni e armi da taglio.

Subito dopo il crimine, i due fuggirono dall’Italia, rendendosi irreperibili e utilizzando false identità per evitare la cattura.

Le Indagini e l’Arresto

Grazie a un’indagine durata circa un anno, la Polizia di Stato italiana, in collaborazione con la Polizia Albanese, è riuscita a ricostruire la rete di spostamenti dei latitanti. Questo ha permesso di estendere a livello internazionale il provvedimento di cattura emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Napoli.

L’operazione che ha portato all’arresto è stata condotta da:

  • Servizio Centrale Operativo;
  • Squadra Mobile di Caserta;
  • Dipartimento di Polizia Criminale Albanese – Forza Operazionale;
  • 2^ Divisione e Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza in Albania della Direzione Centrale della Polizia Criminale;
  • Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato il Segretariato Generale di Interpol per la diffusione delle ricerche.

Operazione “Wanted”: La Lotta alla Criminalità Internazionale

L’arresto dei due latitanti rientra nell’ambito del progetto “Wanted”, un’iniziativa internazionale volta alla localizzazione e cattura di criminali di elevato profilo, con la collaborazione delle autorità di polizia estere.

L’operazione conferma l’impegno costante delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata e alla cattura di latitanti pericolosi, garantendo giustizia anche a distanza di oltre vent’anni dai fatti.

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Cronaca

Maxi Sequestro di Armi a Gela: La Polizia Rinviene un Arsenale. Il Video del Ritrovamento

GELA – Importante operazione della Polizia di Stato di Gela che, nel corso di controlli straordinari sul territorio, ha rinvenuto un vero e proprio arsenale di armi. Il blitz, avvenuto il 12 marzo, ha portato al sequestro di sette pistole, due fucili e oltre un migliaio di munizioni di vario calibro. Un uomo di 50 anni è stato arrestato in flagranza di reato.

Il Blitz della Polizia di Stato

L’operazione, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati legati alla detenzione illegale di armi, ha coinvolto gli agenti della Squadra Mobile e della Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (S.I.S.C.O.) di Caltanissetta. Il sequestro è avvenuto grazie all’impiego di unità cinofile anti-esplosivo, che hanno permesso di individuare le armi occultate all’interno di un locale nella disponibilità del sospettato.

L’arsenale scoperto: armi e munizioni sequestrate

Il ritrovamento ha rivelato un ingente quantitativo di armi, composto da:

  • 7 pistole;
  • 2 fucili;
  • Più di 1.000 munizioni di vario calibro.

Le indagini preliminari hanno evidenziato che alcune delle armi rinvenute risultano essere state rubate, mentre altre presentano la matricola abrasa, configurandosi quindi come clandestine.

L’arresto e le indagini in corso

Dopo il sequestro del materiale bellico, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela, il 50enne identificato come A.S. è stato condotto in carcere e indagato per detenzione illegale di armi da fuoco e ricettazione. Gli investigatori stanno ora approfondendo se le armi siano state utilizzate in precedenti episodi criminali verificatisi a Gela e nella provincia di Caltanissetta.

La lotta alla criminalità e il principio di presunzione di innocenza

L’operazione dimostra l’elevata attenzione delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità armata e nella prevenzione di reati connessi al possesso illegale di armi. Tuttavia, è fondamentale ricordare che, nonostante le gravi accuse, l’indagato è presunto innocente fino a sentenza definitiva, come stabilito dal principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.

Il maxi sequestro di armi a Gela rappresenta un duro colpo al traffico illegale di armi nella regione. L’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità continua a garantire maggiore sicurezza per la comunità. Le indagini proseguiranno per fare piena luce sull’origine e l’eventuale utilizzo delle armi sequestrate.

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Cronaca

Estradizione in Italia di Antonio Delli Paoli: ergastolano del clan Piccolo riportato in carcere

Roma, 15 marzo 2025 – Antonio Delli Paoli, storico esponente del clan Piccolo di Marcianise, è stato estradato dalla Francia e riconsegnato oggi alle autorità italiane presso l’aeroporto di Fiumicino. L’operazione è stata eseguita dalla Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile di Caserta, dalla Compagnia dei Carabinieri di Marcianise e dall’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea dello scalo romano. Dopo le formalità di rito, Delli Paoli è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Viterbo.

Il Mandato di Arresto Europeo e l’evasione dal carcere di Carinola

L’estradizione è avvenuta in esecuzione del Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, in seguito alla clamorosa evasione dal carcere di Carinola (CE) avvenuta il 30 dicembre 2024. Delli Paoli, detenuto dal 1994 e condannato all’ergastolo per omicidio aggravato dal metodo mafioso, non aveva fatto rientro in carcere dopo un permesso premio concesso dal Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere.

L’arresto in Francia e il ruolo delle autorità investigative

Dopo un’intensa attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno ottenuto informazioni dalle autorità francesi, che hanno portato alla localizzazione e all’arresto di Delli Paoli il 15 gennaio scorso a Strasburgo. Il latitante si era reso protagonista di una manifestazione di protesta davanti al Parlamento Europeo, circostanza che ha facilitato la sua identificazione e successiva cattura.

Un passato criminale legato alla faida tra clan rivali

Antonio Delli Paoli, noto anche come “Pullastriello”, è stato un elemento di spicco del clan Piccolo, conosciuto come i “Quaqquaroni”, affiliato alla storica organizzazione camorristica dei Casalesi. Tra il 1986 e il 2007, il suo gruppo è stato protagonista di una sanguinosa guerra di camorra contro il clan Belforte, alias “Mazzacane”, legato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Questo conflitto ha generato decine di omicidi nel tentativo di ottenere il predominio sul territorio di Marcianise (CE).

Uno degli episodi più gravi a lui attribuiti è l’omicidio di Salvatore Ruocchio, avvenuto ad Ardea (Roma) il 27 giugno 1990. Per questo reato, Delli Paoli è stato condannato all’ergastolo con sentenza definitiva della Corte di Assise di Appello di Roma nel 1993.

Conclusione

Con il rientro in Italia e la reclusione presso la Casa Circondariale di Viterbo, si chiude una delle pagine più recenti della lotta alla criminalità organizzata. Le autorità italiane continuano le indagini per individuare eventuali complici che abbiano favorito la latitanza di Delli Paoli e per contrastare ulteriormente le attività dei clan camorristici operanti nel territorio campano.

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