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Cronaca

Smantellata piattaforma di comunicazione criptata Ghost: un duro colpo per il crimine organizzato globale

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In una delle operazioni più significative nella lotta contro il crimine organizzato, Europol ed Eurojust, in collaborazione con forze dell’ordine e autorità giudiziarie di tutto il mondo, hanno smantellato una piattaforma di comunicazione criptata utilizzata per facilitare attività criminali su scala globale. La piattaforma, conosciuta come Ghost, era diventata un vero e proprio strumento di coordinamento per reti criminali coinvolte in traffici di droga, riciclaggio di denaro, episodi di violenza estrema e altri crimini gravi.

La portata dell’operazione

L’operazione, che ha coinvolto forze di polizia e giudiziarie di nove paesi, ha rappresentato un trionfo nella lotta al crimine organizzato, portando all’arresto di 51 sospetti e alla confisca di oltre 1 milione di euro in contanti, armi e droga. Tra gli arrestati vi è anche un membro della Sacra Corona Unita in Italia. La piattaforma Ghost era nota per le sue avanzate caratteristiche di sicurezza, che permettevano agli utenti di inviare messaggi criptati e di autodistruggerli, evitando così il rilevamento da parte delle forze dell’ordine.

Catherine De Bolle, Direttrice Esecutiva di Europol, ha commentato: “Abbiamo dimostrato che nessuna rete criminale, per quanto ben nascosta, può sfuggire al nostro impegno collettivo. Questa operazione rappresenta l’essenza di Europol: trasformare la collaborazione in risultati concreti.”

L’ecosistema di Ghost: uno strumento sicuro per i criminali

Ghost era progettata per garantire l’anonimato totale degli utenti, grazie all’uso di tre livelli di crittografia e alla possibilità di autodistruzione dei messaggi, una funzionalità che la rendeva estremamente popolare tra i gruppi criminali. Diverse migliaia di persone in tutto il mondo utilizzavano la piattaforma, scambiando circa mille messaggi al giornoattraverso una rete di rivenditori attivi in vari paesi.

La rete era supportata da un’infrastruttura globale con server situati in Francia e Islanda, mentre i proprietari della piattaforma risiedevano in Australia e i flussi finanziari collegati alle sue operazioni passavano dagli Stati Uniti.

Un’operazione globale coordinata

Lo smantellamento di Ghost è stato il risultato di un’operazione multinazionale estremamente complessa, resa possibile dalla cooperazione tra forze dell’ordine di Australia, Canada, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. La creazione di una Taskforce Operativa (OTF) presso Europol nel 2022 ha permesso di monitorare l’infrastruttura tecnica della piattaforma e identificare utenti e fornitori chiave.

Inoltre, un Joint Investigation Team (JIT) è stato istituito tra le autorità francesi e statunitensi all’inizio del 2024, con il supporto di Eurojust ed Europol, per gestire gli aspetti legali e tecnici dell’indagine. Durante i giorni di azione, un Centro Operativo Congiunto è stato costituito presso la sede di Europol, facilitando il coordinamento di operazioni simultanee in tutto il mondo.

La sfida delle comunicazioni criptate

Negli ultimi anni, il panorama delle comunicazioni criptate utilizzate dai criminali è diventato sempre più frammentato. Dopo lo smantellamento di diverse piattaforme, molti gruppi criminali si sono rivolti a nuovi strumenti di comunicazione meno consolidati o costruiti su misura, per diversificare i propri metodi e ridurre il rischio di intercettazione. Questa dinamica rappresenta una sfida costante per le forze dell’ordine, che devono affrontare un settore in continua evoluzione.

Un equilibrio tra sicurezza e privacy

Europol e i suoi partner internazionali continuano a lavorare per garantire che le piattaforme di comunicazione non diventino rifugi sicuri per i criminali. Allo stesso tempo, le forze dell’ordine si impegnano a mantenere un equilibrio tra l’accesso legittimo ai dati e la protezione della privacy degli utenti, rispettando i diritti fondamentali.

Le aziende private che forniscono questi servizi hanno un ruolo cruciale nel garantire che i loro strumenti non siano utilizzati a fini illeciti, collaborando con le autorità per garantire l’accesso ai dati nel rispetto delle norme legali.

Una collaborazione senza precedenti

Le autorità di vari paesi hanno svolto un ruolo cruciale nello smantellamento della piattaforma Ghost, tra cui la Polizia Federale Australiana, la Polizia Montata Canadese, la Gendarmeria Nazionale Francese, la Polizia Metropolitana di Reykjavik, l’An Garda Síochána irlandese, la Polizia di Stato italiana, e l’FBI statunitense.

L’operazione è stata sostenuta anche dal Fondo per la Sicurezza Interna dell’Unione Europea, che ha finanziato lo sviluppo di tecnologie chiave necessarie per l’indagine, attraverso il Progetto Overclock.

L’operazione Ghost rappresenta un chiaro messaggio: anche le reti criminali più sofisticate non possono sfuggire alla giustizia quando le forze dell’ordine collaborano a livello internazionale con determinazione e competenza.

Cronaca

Operazione dei Carabinieri a Molfetta: due arresti per detenzione e porto d’armi con aggravanti mafiose

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I Carabinieri della Compagnia di Molfetta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di due persone, accusate di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dall’utilizzo di metodi mafiosi. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Bari, si inserisce nell’ambito delle indagini relative all’omicidio di Antonia Lopez e ai tentati omicidi di quattro giovani avvenuti nella discoteca “Bahia Beach” di Molfetta, nella notte del 22 settembre 2024.

Secondo le ricostruzioni, l’episodio di sangue si è verificato a seguito di un violento confronto tra due gruppi di giovani, entrambi originari di Bari, con vecchie ruggini alle spalle. La situazione è degenerata rapidamente, culminando con l’estrazione di un’arma da parte di Michele Lavopa, già in custodia cautelare per il crimine, che ha aperto il fuoco nella discoteca gremita. Tra le vittime colpite, Antonia Lopez ha perso la vita, mentre gli altri quattro giovani hanno riportato gravi ferite.

Le indagini hanno rivelato che anche Eugenio Palermiti, una delle persone presenti nella discoteca e bersaglio degli spari, fosse armato quella notte. Dopo la sparatoria, l’arma di Palermiti è stata occultata e non è stata recuperata, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere il suo coinvolgimento nella detenzione di altre armi da fuoco. Un’arma era stata introdotta diversi mesi prima in un altro locale notturno, il “Divinae Follie” di Bisceglie, con l’aiuto di complici e la compiacenza di alcuni addetti alla sicurezza.

Questo episodio è sintomatico di una preoccupante consuetudine tra alcuni giovani frequentatori di locali notturni nell’area barese, spesso legati a famiglie coinvolte in contesti criminali, di portare armi per affermare il proprio status e intimidire. Inoltre, desta allarme la facilità con cui le armi riescono a entrare in tali luoghi, eludendo controlli di sicurezza.

È importante ricordare che il procedimento è nella fase preliminare delle indagini e che la colpevolezza degli indagati sarà determinata nel corso del processo, dove potranno difendersi dalle accuse.

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Cronaca

Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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Nella notte, la Polizia di Stato di Parma ha arrestato un 34enne, cittadino svizzero domiciliato in città, per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio si è verificato presso l’Ospedale Maggiore, dove l’uomo ha dato in escandescenze, aggredendo il personale medico e tentando di sottrarre l’arma a una guardia giurata.

L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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Arrestato 34enne a Parma per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale

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L’intervento è stato richiesto dal personale sanitario, che si è trovato a fronteggiare un individuo violento. Al loro arrivo, gli agenti delle volanti hanno constatato che il 34enne aveva già aggredito la guardia giurata con un calcio nel tentativo di impossessarsi della sua pistola di ordinanza. Durante il tentativo di contenimento, l’uomo ha continuato a opporre resistenza, cercando di sottrarre l’arma anche a uno degli agenti intervenuti.

La situazione è stata monitorata in tempo reale dalla sala operativa della Questura grazie alle telecamere installate nel pronto soccorso, consentendo un intervento tempestivo di un secondo equipaggio. Dopo essere stato accompagnato in pronto soccorso a seguito di un malore, l’uomo ha nuovamente tentato di aggredire il personale medico.

Una volta riportata la calma, il 34enne, che risulta avere precedenti per danneggiamento, è stato arrestato e condotto presso le camere di sicurezza della Questura. Rimarrà lì in attesa del rito direttissimo, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

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