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Palermo | Inaugurata dal Ministro Urso la Casa del Made in Italy

A Palermo, è stata inaugurata ieri la Casa del Made in Italy, un’importante iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La struttura, situata in via Alcide De Gasperi 103, rappresenta il secondo presidio territoriale in Sicilia, dopo quello di Catania. Questo progetto si inserisce nel quadro della Legge quadro del Made in Italy, approvata recentemente.

Il ministro Adolfo Urso, presente all’evento, ha sottolineato il ruolo cruciale della nuova casa nel fornire informazioni e supporto alle imprese locali. “Questa struttura avrà una funzione decisiva per informare le imprese e per sostenere il sistema produttivo attraverso il confronto con le camere di commercio e il miglioramento del contesto legislativo”, ha dichiarato Urso.

La Casa del Made in Italy non solo fungerà da punto di riferimento per le istituzioni locali, ma offrirà anche assistenza diretta al sistema produttivo regionale. L’inaugurazione di Palermo segna un passo importante nella strategia del governo per rafforzare la rete di supporto alle imprese italiane, con l’intento di migliorare le condizioni legislative e promuovere il made in Italy.

All’evento hanno partecipato anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e il prefetto Massimo Mariani, che hanno accolto con favore l’apertura della nuova struttura e il suo impatto positivo per l’economia locale.

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Clima, Lo Palo “Da Trump approccio pragmatico, Ue sia meno ideologica”

“Fino ad ora ho visto occuparsi dell’ambiente in maniera molto ideologica: siamo passati dall’essere noncuranti, vent’anni fa, a un modo di inserire cose che sono assolutamente dannose e non portano nulla di positivo. Trump? Lo vedo come un personaggio potenzialmente positivo, mi sembra pragmatico. Spero che non si ritorni al carbone e che invece si possa trovare una giusta via di mezzo. E’ certo però che l’Europa deve affrontare una questione così importante come la gestione ambientale sicuramente con più pragmatismo”. Lo ha detto Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia, intervistata da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “Sono gli States che spostano l’ago della bilancia della politica europea, purtroppo l’Europa non ha tutta questa autonomia. Il plauso al risultato delle elezioni di Trump è arrivato da quella parte politica che voleva proprio un cambio di paradigma in questo senso. Spero che possa servire soprattutto per renderci un pò più autonomi dal punto di vista energetico, perchè le nostre bollette non possono oscillare in funzione delle situazioni geopolitiche”, ma anche dal punto di vista delle scelte da prendere, come quelle “che sta facendo il nostro governo sul nucleare, che io condivido” e sull’elettrico, che “dipendeva molto dalla Cina per le batterie: magari adesso” questo cambio di paradigma “ci consentirà di avere più autonomia e meno ideologia, anche perchè la macchina elettrica in sè non cambia nel paradigma dell’inquinamento. E’ vero che non ha le emissioni – e comunque il problema lo avevamo risolto di molto con il filtro antiparticolato – ma il suo peso procura maggiore erosione dello pneumatico e contribuisce all’inquinamento”. Un anno fa, Lo Palo venne travolta dalle polemiche a causa di un’affermazione per la quale venne etichettata come “negazionista”. “Dissi che l’uomo non era centrale nella partecipazione al cambiamento climatico”, ha ricordato. Le opposizioni in Regione Lombardia ne chiesero le dimissioni. “E’ stata un’esperienza che non definisco negativa: al di là delle polemiche politiche che mi hanno investito, ho continuato a fare il mio lavoro e a seguire l’indirizzo che mi ero data, cioè di ‘aprirè Arpa, che veniva percepita come un’agenzia punitiva”. Per il futuro, “la sfida di Arpa è essere vicina alle imprese per trasformarle nel modo migliore e più virtuoso” ed essere “vicina alla collettività per raccontare, rassicurare e per far vedere quello che realmente accade”. Lo Palo ha puntato anche sulle donne: nell’ultimo anno, in Arpa si registra un aumento delle promozioni delle figure femminile. “Abbiamo voluto incrementare di più la presenza femminile all’apice della dirigenza”, ha confermato. Inoltre “sono conduttrice su Giornale Radio del programma ‘Green Pop’, in cui intervistiamo personaggi della politica e dell’impresa per divulgare quello che sta succedendo nel mondo dell’ambiente e quali sono i cambiamenti importanti. Cerchiamo di affrontare un argomento così serio in maniera un pò più leggera, proprio per renderlo comprensibile”. Soprattutto dai giovani, il tema dell’ambiente “è molto sentito. Bisogna sapere raccontare questa crisi climatica”, ha sottolineato. Dati alla mano, spiega, a Milano e in Lombardia “la qualità dell’aria è molto migliorata: c’è sempre tanto da fare perchè essendo una regione così produttiva è comunque una sfida quotidiana. Certo, l’Europa ci chiede di raggiungere un obiettivo che non saremmo in grado di raggiungere nemmeno se tutta la regione ‘spegnessè l’industria, però stiamo lavorando per poter raggiungere obiettivi ottimali”, tenendo presente che ci sono “problematiche legate anche al meteo”. Sicuramente “il problema non è il cambiamento climatico in sè – che oggettivamente esiste – ma è la gestione dell’ambiente” da parte delle amministrazioni. Le alluvioni, le frane, il dissesto idrogeologico possono essere gestiti “sapientemente dagli addetti ai lavori che sanno come operare. Se si parlasse di gestione dell’ambiente anzichè parlare di cambiamento climatico, forse avremmo meno problematiche”.

Foto: Italpress

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Auto sulla folla a Mannheim, 2 vittime e 25 i feriti

E’ stato arrestato il conducente dell’auto che si è schiantata contro la folla a Mannheim. Lo riferisce il quotidiano “Bild”, precisando che tutti gli snodi stradali che portano fuori città sono controllati dalle forze dell’ordine. Secondo le prime informazioni rilanciate dai media tedeschi, un Suv nero ha percorso a forte velocità la strada pedonale che conduce alla Paradeplatz, investendo i passanti.

Sarebbero almeno due le vittime e 25 i feriti causate dall’auto che si è lanciata sulla folla a Mannheim. Lo apprende ancora la “Bild”, precisando che 15 dei 25 feriti si troverebbero in gravi condizioni. Le forze dell’ordine hanno vietato ai passanti di avvicinarsi all’area dell’incidente, che si trova nella zona pedonale che conduce a Paradeplatz. Il guidatore
del suv nero lanciato sulla folla è stato arrestato, sempre secondo quanto riferito dalla polizia locale.

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Oscar, trionfa “Anora” con cinque statuette

ROMA (ITALPRESS) – E’ “Anora” il trionfatore della 97esima edizione degli Oscar: già premiato con la Palma d’Oro al Festival di Cannes, il film che racconta la storia di una giovane spogliarellista che sposa il figlio di un oligarca russo ha vinto anche per la migliore regia, sceneggiatura originale, attrice protagonista e montaggio. Il regista Sean Baker – che in una sola serata ha vinto quattro premi, equiparando Walt Disney (che li vinse per quattro film diversi) – ha ricordato l’importanza delle sale cinematografiche e ha ringraziato le sex workers che “hanno condiviso con me le loro storie, la loro esperienza di vita per anni. A loro va il mio più profondo rispetto”. Alla protagonista, Mikey Madison, è andata la statuetta per la migliore attrice: beffata Demi Moore, candidata per “The Substance” e favorita della vigilia per il suo primo Oscar.
Flop per “Emilia Perez”: dopo il boom di nomination, ben 13, la pellicola di Jacques Audiard, grande favorita fino a poche settimane fa, è stata aspramente criticata dalla comunità messicana, per essere poi travolta dalle polemiche per alcuni vecchi tweet razzisti della protagonista, l’attrice trans spagnola Karla Sofia Gascon, presente alla cerimonia (dopo aver saltato il red carpet) ma seduta lontano dal cast. Nonostante le quotazioni del film in picchiata, Zoe Saldana ha ottenuto la statuetta come miglior attrice non protagonista, categoria in cui era candidata anche Isabella Rossellini per “Conclave”, il film sull’elezione del Papa che si è portato a casa il premio per la miglior sceneggiatura non originale a Peter Straughan, sul palco con una spilla con i colori dell’Ucraina (l’altro omaggio della serata è stato lo ‘Slava Ukrainè pronunciato da Daryl Hannah prima di annunciare la vittoria di Sean Baker per il miglior montaggio di “Anora”).
A mani vuote “A Complete Unknown”, il biopic sulla vita di Bob Dylan, interpretato da Timothèe Chalamet, che era candidato a miglior attore, premio andato invece ad Adrien Brody per “The Brutalist”, dopo l’Oscar vinto nel 2003 per “Il Pianista”. Quello per il miglior attore non protagonista è andato a Kieran Culkin (“A Real Pain”), che dal palco ha ringraziato la moglie, ricordandole che gli aveva promesso quattro figli se avesse vinto la prestigiosa statuetta. L’Oscar per il miglior documentario è andato a “No Other Land” diretto, prodotto, scritto e montato da un collettivo israelo-palestinese, mentre il premio per il miglior film straniero è stato vinto da “Io sono ancora qui” di Walter Salles: è la prima volta nella storia che un film brasiliano viene premiato dall’Academy. Una prima volta importante anche per la Lettonia, con la statuetta per il miglior film di animazione a “Flow” di Gints Zilbalodis, Matiss Kaza, Ron Dyens e Gregory Zalcman. E’ “In the Shadow of the Cypress” il miglior corto d’animazione, mentre l’Oscar per la migliore scenografia è andato a Nathan Crowley e Lee Sandales per “Wicked”, che trionfa anche per i migliori costumi, con Paul Tazewell che ha ricordato dal palco di essere il “primo uomo nero a vincere questo premio”. Quello per il miglior trucco va a Pierre-Olivier Persin, Stèphanie Guillon e Marilyne Scarselli per “The Substance”, mentre la statuetta alla miglior fotografia, consegnata da Alba Rohrwacher, va a Lol Crawley per “The Brutalist”.
-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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