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Cronaca

Vergato (BO) | 47enne muore intossicata dal monossido della stufa difettosa

Gabriela Birgaoanu, una donna rumena di 47 anni, è deceduta nella notte tra lunedì e martedì nella sua abitazione a Borgo Capanne, frazione di Granaglione nel comune di Alto Reno Terme. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri, dal personale del 118 e dai vigili del fuoco intervenuti sul luogo, la causa del decesso è stata l’intossicazione da monossido di carbonio sprigionato da una stufa a legna. La donna aveva concesso la sua stanza a dei parenti in visita per alcuni giorni e dormiva in un’altra stanza priva di impianto di riscaldamento. È probabile che la stufa, non utilizzata da un po’ di tempo, abbia rilasciato la sostanza tossica che l’ha uccisa. Questo tragico evento non è l’unico caso di intossicazione da monossido di carbonio registrato di recente.

Gabriela viveva nell’Appennino bolognese da diversi anni, insieme alla sua figlia maggiore. La notte del suo decesso, alcuni parenti erano in visita per celebrare la Pasqua ortodossa. Per fortuna, nessuno di loro è rimasto intossicato. È stata la famiglia di Gabriela a dare l’allarme lunedì mattina, ma purtroppo per la donna non c’era più nulla da fare. Dopo le dovute indagini, la salma è stata restituita alla famiglia dalle autorità giudiziarie per consentire loro di organizzare i funerali.

Cronaca

Tragedia a Roma: anziana trovata senza vita in un appartamento in fiamme

Incendio in un appartamento nel pomeriggio di oggi, alle 15, al IV piano di un palazzo in Via dei Colli Portuensi. I vigili del fuoco sono intervenuti prontamente, riuscendo a salvare una donna, che è stata immediatamente soccorsa e trasportata in sicurezza.

Purtroppo, nel corso delle operazioni di spegnimento, è stato rinvenuto il corpo senza vita di un’anziana donna all’interno dell’abitazione. Le cause del rogo sono ancora in fase di accertamento, mentre i soccorritori continuano le operazioni di messa in sicurezza dell’edificio.

Le autorità stanno lavorando per chiarire le dinamiche dell’incendio e monitorare eventuali rischi nelle vicinanze.

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Cronaca

APRILIA (LT): ARRESTATO UN CITTADINO ALBANESE CON OLTRE 100 KG DI COCAINA NEL BAGAGLIAIO

APRILIA – Un’importante operazione antidroga è stata portata a termine dalla Polizia di Stato di Latina con l’arresto di un cittadino albanese, trovato in possesso di oltre 100 kg di cocaina. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un intensificato controllo del territorio, in risposta ai recenti gravi episodi di criminalità verificatisi ad Aprilia.

Gli investigatori della Squadra Mobile di Latina, durante i consueti servizi di controllo, hanno fermato un’autovettura che stava procedendo con un’andatura sospetta. Alla guida dell’auto si trovava un uomo di origini albanesi, classe 1983, incensurato, che ha mostrato un comportamento particolarmente nervoso durante gli accertamenti. Questo atteggiamento ha insospettito ulteriormente gli agenti, che hanno deciso di estendere la perquisizione, includendo anche il veicolo.

Nel vano bagagliaio dell’auto, gli agenti hanno rinvenuto tre borsoni contenenti numerosi panetti incellofanati. I successivi test effettuati dalla Polizia Scientifica hanno confermato che si trattava di cocaina, per un totale di 105 kg di stupefacente.

Il sequestro di questa ingente quantità di droga rappresenta uno dei maggiori colpi inflitti al traffico di stupefacenti in provincia di Latina negli ultimi anni. La cocaina sequestrata sarebbe stata destinata a rifornire il mercato illecito di Aprilia e delle zone limitrofe.

L’uomo, accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio, è stato arrestato e condotto presso il carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. L’attività investigativa è stata coordinata dal Procuratore della Repubblica facente funzioni di Latina, la dottoressa Luigia Spinelli.

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Cronaca

ROMA E FIRENZE: SEQUESTRATI OLTRE 71 MILIONI DI EURO IN FRODE FISCALE NELL’IMPORTAZIONE DI PRODOTTI DALLA CINA

Un’importante operazione contro la frode fiscale è stata condotta dalla Guardia di Finanza su delega della Procura Europea di Roma, con il sequestro di beni per oltre 71 milioni di euro. L’operazione ha interessato 17 persone, di cui 13 di origine cinese e 4 italiane, accusate di essere coinvolte in un ampio schema criminoso finalizzato a evadere l’imposta sul valore aggiunto (IVA) attraverso l’importazione di prodotti dalla Cina.

Il sequestro, disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Firenze, riguarda i beni dei sospetti indagati, tra cui numerosi imprenditori cinesi ben integrati nel tessuto economico italiano. La frode fiscale si è estesa su un’ampia rete di società, localizzate principalmente nelle province di Firenze, Prato e Roma, utilizzate per importare illegalmente prodotti come abbigliamento, calzature, borse e accessori, provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese.

La modalità di frode utilizzata si basa sull’abuso del cosiddetto “regime doganale 42”, che permette l’immissione in libera pratica di beni in uno Stato membro dell’Unione Europea, senza il pagamento di dazi doganali e IVA. Tuttavia, i prodotti venivano “sdoganati” principalmente in Paesi come Bulgaria, Ungheria e Grecia, e successivamente trasferiti in Italia per essere immessi nel mercato. Le operazioni venivano mascherate da cessioni intracomunitarie tra società fittizie, supportate da fatture per operazioni inesistenti, per occultare il reale flusso della merce.

Il meccanismo prevedeva che le società coinvolte terminassero il loro ciclo di vita in un breve periodo (circa due anni), per poi essere sostituite da nuove entità giuridiche, create appositamente per perpetuare la frode. Questa dinamica ha permesso al sodalizio criminale di evadere l’IVA su una grande quantità di beni importati.

Oltre a questa attività fraudolenta, le indagini hanno rivelato che l’associazione criminale offriva anche servizi finanziari occulti alla comunità cinese stabilmente residente in Italia. In particolare, venivano effettuati trasferimenti di denaro verso la Cina, dietro pagamento di una commissione sulle somme trasferite, eludendo così i canali bancari ufficiali e le normative fiscali.

L’operazione è stata condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma e dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano di Firenze, e ha portato a un significativo colpo al sistema di frode fiscale internazionale, con un recupero di oltre 71 milioni di euro in beni sequestrati. L’indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica facente funzioni di Roma, ha messo in luce la pervasività di questa rete criminale, che ha operato a livello transnazionale, con la cooperazione di 9 Stati membri dell’Unione Europea.

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