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Vertice di governo per Cecilia Sala, impegno per la liberazione immediata

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ADN24

ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Chigi una riunione convocata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in relazione al trattenimento in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Alla riunione hanno preso parte il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio. E’ quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi.
All’esito dell’incontro, il Governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana.
Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il Governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali.
Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al COPASIR già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento.
Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni.

“Questo incontro mi ha aiutato. Avevo bisogno di guardarci negli occhi anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato: aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò. Sicuramente loro stanno facendo il loro”. Così Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala incontrando i giornalisti all’uscita da Palazzo Chigi. Le telefonate con Cecilia “non sono frequenti” ha aggiunto. “Quella di ieri è stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che l’avevano arrestata. Poi c’è stato l’incontro con l’ambasciatrice. Ieri è stato proprio un regalo. Arrivano così inaspettate, quando vogliono loro. Quindi io sono lì ad aspettare la telefonata” afferma. “Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto mi ha risposto che non ha un cuscino su cui appoggiare la testa, nè un materasso”.
Sull’incontro con Giorgia Meloni ha detto che “la premier ha fatto un salto di qualità sulle rassicurazioni: è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo. Sono soddisfatta dell’incontro” afferma Elisabetta Vernoni che è preoccupata per le le condizioni di vita carcerarria della figlia. “Si è parlato di cella singola, ma non esistono, ci sono solo le celle di detenzione comuni e poi ci sono quelle di punizione, Cecilia è in una di queste” spiega, poi parla di due punti importanti. “La prima cosa per me sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi le decisioni importanti di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia. Io non piango e non chiedo tempi” aggiunge. “Importante è che le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha commesso nulla non siano quelle che la segnano per tutta a vita”.

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Biden consegna la medaglia della libertà. Tra i premiati Bono, Messi e Denzel Washington

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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha conferito alla Casa Bianca la medaglia presidenziale della libertà a coloro che hanno contribuito in modo significativo ai valori della sicurezza degli Stati Uniti con iniziative pubbliche e private che hanno contribuito alla diffusione di valori importanti come la pace del mondo e la prosperità. La premiazione ha coinvolto 19 esponenti della politica, della musica, dello sport e del cinema.

“Per l’ultima volta come Presidente ho l’onore di conferire la medaglia della libertà a persone veramente straordinarie – ha affermato Biden durante la cerimonia -. Siamo qui per onorare il loro sacro sforzo per modellare la cultura e per difendere la causa dell’America. Per questa ragione voglio ringraziarvi personalmente per quello che avete fatto per questo Paese”.

Tra i vincitori che hanno ricevuto il premio troviamo Bono, frontman della leggendaria band degli U2 e attivista contro l’AIDS e la povertà, che in questi anni è stato in grado di riunire democratici e repubblicani per la creazione per organizzare delle importanti campagne nella lotta alla malattia. Premiata anche Hilary Clinton, prima First Lady eletta al Senato degli Stati Uniti, Earvin “Magic” Johnson, leggenda del basket che ha guidato i Los Angeles Lakers alla vittoria di cinque campionati NBA. Fuori dal campo, è un imprenditore e filantropo di successo che sostiene le comunità svantaggiate attraverso la sua Magic Johnson Foundation.
Premiato anche lo stilista Ralph Lauren, che nel corso degli anni è stato in grado di ridefinire il mondo della moda con un marchio che incarna l’eleganza e la tradizione americana, riuscendo ad influenzare la cultura, gli affari e la filantropia, in particolare nella lotta contro il cancro. A ricevere il riconoscimento anche l’attore, regista e produttore Denzel Washington, vincitore di due premi Oscar, José Andrés, rinomato innovatore culinario che ha reso popolari le tapas negli Stati Uniti. La sua World Central Kitchen fornisce aiuti su larga scala alle comunità colpite da disastri naturali e conflitti in tutto il mondo. Riconoscimento anche per l’attore Michael J. Fox, per l’educatore scientifico William Sanford-Nye, l’imprenditore Tim Jill, l’ambientalista Jane Goodall, gli imprenditori David Rubenstein e George Soros, lo scrittore George Stevens, Jr. e la rinomata icona della moda Anna Wintour. Presente nella lista
dei premiati anche la stella del calcio Lionel Messi, che però non ha potuto ritirare personalmente il premio.
Numerosi anche i riconoscimenti post mortem, tra cui figurano il 25° Segretario della Difesa Ash Carter, l’attivista Fannie Lou Hamer, il procuratore generale Robert Francis Kennedy e l’uomo d’affari George Romney.
-foto xp6-
(ITALPRESS).

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Mike Johnson Rieletto Speaker della Camera USA con l’Aiuto di Trump

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Mike Johnson è stato rieletto Speaker della Camera degli Stati Uniti al primo turno di votazione, un evento che segna un importante successo per il presidente eletto Donald Trump e per il Partito Repubblicano. La rielezione di Johnson è avvenuta dopo un inaspettato colpo di scena: due repubblicani che inizialmente non lo avevano sostenuto hanno cambiato il loro voto, apparentemente influenzati da una telefonata di Trump.

Il risultato finale ha visto Johnson ottenere 218 voti, contro i 215 voti ricevuti dal candidato democratico Hakeem Jeffries, con un voto registrato come “altro”. L’evento segna un importante inizio per il 119mo Congresso, che vede i repubblicani mantenere il controllo della Camera insieme alla Casa Bianca.

Johnson, che aveva già ottenuto l’endorsement di Trump, si era detto fiducioso di riuscire a vincere già al primo scrutinio. Durante il giorno della votazione, Trump lo ha pubblicamente supportato attraverso un post su Truth, descrivendo Johnson come un uomo di grande capacità e vicino al sostegno totale all’interno del partito.

Nonostante il pieno sostegno di figure di spicco come Elon Musk e il controllo della maggioranza da parte dei repubblicani, la strada verso la riconferma non è stata semplice, data la maggioranza risicata che i repubblicani detengono – la più stretta da quasi un secolo. La situazione è stata complicata ulteriormente dalla perdita di un seggio e dall’incertezza su come avrebbero votato i membri più intransigenti del partito.

Questo voto è stato un test cruciale per la capacità di Trump di unire le varie fazioni del partito in una maggioranza fragile. Il successo in questa occasione potrebbe tuttavia non garantire una navigazione tranquilla per il resto della legislatura, data la necessità di affrontare una serie di sfide politiche imminenti, inclusa la necessità di collaborare temporaneamente con i democratici per passare alcuni provvedimenti legislativi, mentre si attendono le elezioni suppletive necessarie a colmare i seggi vacanti.

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L’Udinese non sfonda, arriva il primo pari per il Verona

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VERONA (ITALPRESS) – Arriva proprio nell’ultima giornata del girone d’andata il primo pareggio stagionale dell’Hellas Verona. Gli scaligeri, in dieci dal 71′, fermano sullo 0-0 un’Udinese troppo arruffona nella manovra offensiva. Runjaic lancia subito tra i titolari il neoacquisto invernale Solet in difesa e gli assegna anche compiti offensivi: l’ex Salisburgo, da braccetto, sarà il migliore in campo. Di fronte il tridente scaligero: c’è Suslov alle spalle di Tengstedt e Sarr nel 3-4-1-2. Spinge in avvio l’Hellas coi suoi giocatori offensivi, ma i friulani resistono e rischiano di colpire in mischia: è proprio Solet a sfiorare la rete. Col passare dei minuti torna davanti l’Hellas che, seppur col 40% di possesso palla, fa più movimento e più pressing dei rivali. Thauvin prova a colpire il Verona in ripartenza in un finale dal grande nervosismo, ma Montipò c’è: è 0-0 al riposo. La ripresa si apre con un’immediata chance per il Verona, che colpisce con Tengstedt e trova la risposta della difesa rivale. Lovric reclama un rigore e l’Udinese, dal 60′ in poi, domina nella zona offensiva. Montipò salva sullo sloveno e su Lucca, Verona poco preciso e capace di farsi del male da solo. Ne sa qualcosa Tengstedt che, di fatto, sventa un gol fatto da Mosquera. L’Hellas regge il colpo ma, al 71′, ecco la potenziale svolta: Suat Serdar, già ammonito, si fa espellere per doppia ammonizione. Zanetti corre ai ripari inserendo Belahyane per Tengstedt, ma i suoi ballano: l’Udinese sfiora due volte la rete. Entra anche Sanchez e Runjaic passa al tridente, con una clamorosa doppia chance all’86’: sassata di Atta che colpisce la traversa, poi Ekkelenkamp manca il tap-in a due passi da Montipò. Nel finale gli scaligeri si limitano a difendersi, con Mosquera unico baluardo offensivo e una granitica difesa a cinque con Magnani-Daniliuc esterni. Una mossa che funziona, visto che nel recupero l’Hellas non rischia nulla. Punto d’oro per Zanetti che, nei giorni che precederanno il closing con Presidio Investors (nuova proprietaria in pectore del club per 120-130 mln), sale a 19 punti e +5 sulla zona rossa. Nono posto a quota 25, invece, per un’Udinese che sta faticando maggiormente rispetto alle prime giornate. – foto Image – (ITALPRESS).

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