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Ponte sullo Stretto: la pietra tombale del progetto è all’interno del progetto stesso

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Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina rivela una serie di ostacoli apparentemente insormontabili. Uno di questi è la necessità di testare la resistenza dei cavi che supporteranno i piloni del ponte, un’operazione cruciale per garantire la sicurezza dell’opera. Tuttavia, il progettista stesso ammette che non esiste attualmente un macchinario adeguato per eseguire tali test su una struttura di così vasta scala.

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Il professore universitario Antonino Risitano ha evidenziato che la realizzazione di un dispositivo adatto richiederebbe dimensioni colossali e anni di progettazione. Inoltre, i dati forniti indicano che tale macchinario dovrebbe essere enormemente complesso, con componenti meccaniche e idrauliche senza precedenti.

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Impossibile testare la resistenza dei cavi portanti

La sfida è ulteriormente complicata dal fatto che i cavi del Ponte sullo Stretto, di dimensioni impressionanti, richiederebbero test di resistenza particolarmente rigorosi. Questo aspetto mette in discussione la fattibilità del progetto stesso, soprattutto considerando che i coefficienti di sicurezza proposti sono inferiori a quelli adottati per strutture simili in tutto il mondo.

La Stretto di Messina S.p.A., l’ente preposto alla costruzione del ponte, non ha ancora fornito chiarimenti su come intenda affrontare questa sfida tecnica. Tuttavia, Risitano suggerisce che potrebbe essere necessario adattare i test utilizzando standard più severi, come quelli impiegati per i cavi delle funivie, al fine di garantire la massima sicurezza.

Senza la macchina per i test, il ponte sullo Stretto non si può fare

L’assenza di una macchina adeguata per eseguire i test mette in dubbio la realizzabilità del Ponte sullo Stretto di Messina. Risitano stima che la creazione di un tale dispositivo richiederebbe anni di lavoro e risorse considerevoli. Inoltre, la mancanza di risposte concrete da parte degli enti preposti solleva interrogativi sulla tempistica del progetto, che già ha subito ritardi significativi.

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In conclusione, mentre il desiderio di realizzare il Ponte sullo Stretto è forte, le sfide tecniche evidenziate dal progetto definitivo sollevano dubbi sulla sua fattibilità. La costruzione di un’opera di tale portata richiederebbe non solo risorse finanziarie considerevoli, ma anche un approccio tecnologico innovativo e un impegno a lungo termine per superare gli ostacoli tecnici.

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Economia | Esenzione bollo auto storiche 2024, il veicolo deve avere almeno 20 anni

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Chi possiede un’auto con almeno vent’anni di età potrebbe avere diritto a significativi vantaggi fiscali, come la riduzione o l’esenzione dal pagamento del bollo auto, a condizione che il veicolo sia riconosciuto come di interesse storico o collezionistico. Questi benefici sono regolati da norme specifiche che stabiliscono requisiti chiari per la classificazione di un’auto come storica.

Perché un’auto sia considerata storica, deve avere almeno 20 anni e risultare iscritta in uno dei registri storici previsti dall’articolo 60 del Codice della Strada. Tra questi vi sono l’ASI (Automotoclub Storico Italiano), il Registro Storico Fiat, Lancia e Alfa Romeo, oltre allo Storico FMI (per le moto). L’iscrizione certifica che l’auto ha mantenuto le sue caratteristiche originali, senza modifiche rilevanti, e che è in ottimo stato di conservazione. Solo così si apre la strada ai benefici fiscali.

Le auto storiche vengono suddivise in due categorie: auto d’epoca e veicoli di interesse storico. Le prime sono vetture che non possono più circolare normalmente poiché cancellate dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA), e possono essere utilizzate solo per partecipare a manifestazioni o eventi speciali. Le auto di interesse storico, invece, possono ancora circolare regolarmente e sono soggette a revisione periodica.

Per le auto immatricolate da almeno 30 anni, l’esenzione dal pagamento del bollo auto è automatica, indipendentemente dall’iscrizione in un registro storico. Tuttavia, se l’auto viene usata regolarmente, è prevista una tassa di circolazione ridotta, che varia da regione a regione, con un costo medio di circa 30 euro. Per le auto che hanno tra 20 e 29 anni, è possibile ottenere una riduzione del 50% sul bollo, a patto che il veicolo sia iscritto in un registro storico e che il Certificato di Rilevanza Storica (CRS) sia riportato sul libretto di circolazione.

Il CRS attesta che un veicolo ha mantenuto le sue caratteristiche originali. Questo certificato è fondamentale per accedere agli sconti sulla tassa automobilistica per le auto che hanno tra 20 e 29 anni. Inoltre, il CRS può anche dare accesso a condizioni assicurative più favorevoli, con premi ridotti.

Per il 2024, le auto con oltre 30 anni di vita continueranno a beneficiare dell’esenzione dal bollo, mentre quelle con un’età compresa tra 20 e 29 anni potranno ottenere una riduzione del 50% sulla tassa, a patto di soddisfare i requisiti necessari. In alcune regioni, come la Lombardia, l’esenzione dal bollo è estesa anche ai veicoli con meno di 30 anni, purché iscritti al Registro ACI Storico.

In sintesi, il possesso di un’auto storica offre non solo vantaggi economici, ma anche la possibilità di preservare un pezzo di storia dell’automobilismo, mantenendo viva la tradizione e il valore culturale dei veicoli d’epoca.

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Il Vaticano riconosce il culto di Medjugorje, ma chiarisce il ruolo dei veggenti

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Il Vaticano ha recentemente espresso il suo riconoscimento per il culto associato a Medjugorje, confermando che l’esperienza spirituale offerta dal luogo è considerata positiva. Questo via libera è stato concesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvato dal Papa stesso.

Tuttavia, è importante sottolineare che questo riconoscimento non implica una conferma degli eventi soprannaturali attribuiti ai veggenti di Medjugorje. L’attenzione del Vaticano è rivolta ai frutti spirituali e ai benefici che i fedeli possono trarre da questa esperienza.

Il messaggio centrale è chiaro: i pellegrinaggi a Medjugorje devono essere orientati verso un incontro con Maria, Regina della Pace, e con Cristo, piuttosto che focalizzarsi sui veggenti e le loro presunte visioni. In altre parole, il valore di Medjugorje risiede nella sua capacità di promuovere una profonda esperienza di fede, piuttosto che nella verifica delle apparizioni che hanno avuto luogo dal 1981 ad oggi.

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Chieti | Divieto di accesso per tifosi violenti dopo gli scontri nell’Autostrada A-14

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Il Questore di Chieti ha adottato cinque provvedimenti di divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive (Da.Spo.) nei confronti di tifosi ultras coinvolti in episodi di violenza. I provvedimenti seguono gli scontri avvenuti il 25 agosto scorso sull’autostrada A-14, in prossimità dell’uscita Val di Sangro, tra tifosi delle squadre calcistiche del Giulianova e del Teramo.

Nel pomeriggio di quella domenica, diverse segnalazioni alla Questura di Chieti hanno indicato episodi di violenza tra gruppi di tifosi che stavano bloccando il traffico sull’autostrada. I partecipanti, molti dei quali travisati, erano armati di bastoni, cinture e fumogeni, e avevano causato anche un principio di incendio nella zona adiacente alla corsia di decelerazione.

L’intervento della Polizia Stradale non ha permesso di rintracciare immediatamente i responsabili, che si erano allontanati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Tuttavia, sono stati trovati resti di bastoni in plastica, cinture di cuoio, residui di fumogeni e cocci di bottiglie di vetro. I vigili del fuoco hanno prontamente spento l’incendio scaturito dai fumogeni.

Le indagini condotte dalla DIGOS di Chieti, in collaborazione con l’omonima divisione di Teramo, hanno permesso di ricostruire i fatti grazie all’analisi di un video amatoriale e delle immagini di videosorveglianza. Questo ha portato all’identificazione di cinque tifosi ultras teramani coinvolti nei disordini. Questi soggetti sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per vari reati, tra cui rissa e attentato alla sicurezza dei trasporti.

I cinque provvedimenti Da.Spo. adottati hanno una durata variabile: due di tre anni e tre di durata maggiore (5, 6 e 8 anni) per coloro che avevano già ricevuto precedenti divieti. Questi provvedimenti mirano a prevenire futuri episodi di violenza e a garantire la sicurezza nelle manifestazioni sportive.

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