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Notte di raid israeliani a Beirut, nel mirino i vertici di Hezbollah

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I caccia israeliani hanno condotto nella notte un attacco che ha preso di mira il bunker di Beirut che ospitava i vertici Hezbollah. L’attacco israeliano nella periferia meridionale di Beirut ha preso di mira un incontro a cui Hashem Safieddine stava partecipando con altri importanti leader di Hezbollah in un bunker sotterraneo, secondo quanto riportato dal New York Times, citando tre funzionari israeliani anonimi. Non è ancora chiaro se Safieddine sia stato ferito nell’attacco israeliano, che è stato segnalato come uno dei più pesanti dell’anno scorso. Il ministero della Salute libanese ha dichiarato venerdì mattina che 37 persone sono state uccise negli attacchi israeliani su Hezbollah il giorno precedente. “Gli attacchi nemici israeliani nelle ultime 24 ore… hanno ucciso 37 persone e ne hanno ferite 151”, ha affermato il ministero della Salute dì Beirut.

Le Forze di difesa israeliane affermano che circa 20 razzi sono stati lanciati dal Libano verso l’area di Haifa nell’ultima ora. L’esercito sostiene che la maggior parte dei proiettili è stata intercettata mentre altri hanno colpito terreno aperto. Inoltre, altri razzi sono stati lanciati pochi minuti dopo verso l’area della Galilea. Anche quelli sono stati intercettati o hanno colpito aree non popolate.
Intanto, fa sapere la Farnesina, è atterrato la scorsa notte, all’Aeroporto Internazionale “Leonardo Da Vinci” di Roma Fiumicino, il primo volo charter organizzato dal Governo italiano, su impulso del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, per favorire il rientro dei connazionali dal Libano.

“Abbiamo invitato tutti gli italiani a lasciare il Libano con voli commerciali, e ci siamo impegnati per incrementarne il numero attraverso voli charter”, ha affermato il Ministro, spiegando come il Governo abbia lavorato con le compagnie aeree per risolvere il problema della saturazione dei voli di linea. “Continuiamo a monitorare la situazione degli italiani in Libano tramite la nostra Ambasciata a Beirut e l’Unità di Crisi”, ha aggiunto il Vice Presidente Tajani, sottolineando che “siamo pronti ad assumere ogni iniziativa per garantire la sicurezza dei nostri connazionali, ma per il momento escludiamo l’ipotesi di un’evacuazione”.

– foto: Ipa Agency –

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Ancona | La GdF si prepara per la 2° edizione del Trofeo “Legality Run” e la “Fiamme Gialle Marathon Kids”

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Domenica 20 ottobre 2024, Ancona sarà il centro di una grande giornata di sport con la tradizionale gara podistica “La 10K di Ancona”, che attirerà atleti di fama nazionale. Quest’anno l’evento ospiterà anche la seconda edizione del Trofeo “Legality Run” e la “Fiamme Gialle Marathon Kids”, promossi dal Comando Regionale Marche della Guardia di Finanza, in collaborazione con il Comune di Ancona e altre istituzioni locali.

Il Trofeo “Legality Run” comprenderà una gara di 10 km, aperta a partecipanti competitivi e non, mentre la “Fiamme Gialle Marathon Kids” coinvolgerà i più giovani con una corsa di 5 km dedicata agli studenti delle scuole locali. L’obiettivo è diffondere i valori di legalità, rispetto e solidarietà attraverso lo sport, unendoli ai festeggiamenti per il 250° anniversario della Guardia di Finanza.

Alla manifestazione parteciperanno atleti di spicco del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, come Sveva Fascetti e Matteo Guelfo, insieme a ex campioni italiani come Lucia Morico e Daniele Caimmi, che renderanno l’evento ancora più speciale.

Un’occasione unica per celebrare non solo lo sport, ma anche i valori civili che lo sport stesso può trasmettere.

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Rama “Su migranti non si può replicare accordo come quello con l’Italia”

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“Se si va in questa direzione – ha risposto Rama – secondo me si rischia di sfiorare il ridicolo. Non si tratta di replicare bilateralmente questo progetto con altri Paesi, si tratta di replicare cosa c’è di potenzialmente positivo in questo meccanismo e capire se e come si può allargare su una scala diversa tra l’Unione Europea e i Balcani occidentali che sono circondati dalle frontiere dell’UE ma non sono nella giurisdizione dell’UE”.

Così ìl Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, ospite a ‘Ping pong’ su Radio1 Rai, parlando del’arrivo dei primi migranti dall’Italia e sulla possibilità che sia un modello replicabile anche con altri Paesi europei. “L’Albania – ha chiarito il Primo Ministro albanese – ha fatto questo accordo con l’Italia e lo farebbe sempre, perchè Italia e Albania come io dico sono una ‘coppia di fattò in Europa ma non è che l’Albania può essere il luogo dove tutti si attivano per creare i loro centri. E poi c’è anche una questione geografica, perchè una cosa è portare queste persone dal varco di Lampedusa verso Shèngjin e un conto sarebbe portarli via terra da altri Stati”.

foto: Agenzia Fotogramma

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Libano, Crosetto “Sì ad aumento contingente Unifil se Israele si ritira”

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Un aumento numerico del contingente Unifil in Libano? “Se può salvare dalla guerra, sì. Adesso ci sono 40 nazioni, circa 10mila persone. Penso ci sarebbe una disponibilità internazionale a un aumento del contingente se in cambio ci fosse la pace e ci fosse, da parte di Israele, il ritiro delle truppe”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a “Cinque Minuti” in onda questa sera su Raiuno.

“Lo dico da un anno e mezzo, da prima che iniziasse questa guerra: le regole di ingaggio non consentivano all’Unifil e ai nostri militari di arrivare a una soluzione che non avrebbe fatto partire la guerra”, ha spiegato Crosetto.
Il cambiamento delle regole di ingaggio “è una richiesta che abbiamo fatto come paese europeo alle Nazioni Unite ed è una richiesta che noi facciamo andare contestualmente al cessate il fuoco da parte israeliana”. Il messaggio che “vogliamo mandare a Israele è: se voi fermate il vostro esercito, l’ONU può anche fare in modo di cambiare l’approccio che ha avuto in quella parte del Libano, in modo tale da arrivare in modo pacifico a quello che state cercando di ottenere attaccando le basi di Hezbollah – ha sottolineato il ministro -. E’ un’alternativa a quello che sta succedendo, ma deve partire da un cambiamento che deve essere fatto in sede Onu e dalla decisione di Israele di fermare l’attacco”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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