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Meloni incontra Trump per discutere anche della detenzione di Cecilia Sala in Iran

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NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – La premier Giorgia Meloni è giunta a Mar-a-Lago in Florida sabato sera per far visita al presidente eletto Donald Trump. L’incontro informale si è svolto durante una cena avvenuta tra i due leader pochi giorni prima del viaggio del presidente Joe Biden a Roma per una visita ufficiale in Italia e in Vaticano dal 9 al 12 gennaio. Alla serata hanno partecipato anche il senatore Marco Rubio, nominato da Trump come prossimo Segretario di Stato, e l’imprenditore texano Tilman Fertitta futuro ambasciatore in Italia. Ad accompagnare la Presidente del Consiglio, c’era l’ambasciatrice d’Italia a Washington Mariangela Zappia. La visita di Meloni a Trump, una delle prime di un leader straniero alla tenuta del presidente eletto in Florida dalla sua elezione, conferma la previsione che il primo ministro italiano sarà l’alleato di riferimento di Trump in Europa, soprattutto per le tensioni che si prevedono tra gli altri leader europei e Trump, dopo le minacce di quest’ultimo di scatenare una guerra commerciale con l’UE e di ridurre il sostegno americano alla NATO e all’Ucraina nella guerra con la Russia.
La visita di sabato sera, secondo fonti citate dal New York Times, è stata voluta dal governo italiano anche per discutere della detenzione in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Infatti l’arresto di Sala è avvenuto pochi giorni dopo che l’Italia aveva arrestato, su richiesta degli Stati Uniti, un ingegnere iraniano sospettato di fornire componenti di droni alle Guardie rivoluzionarie iraniane. Sempre secondo una fonte del New York Times, una persona informata dell’incontro con Trump, ha detto che Meloni avrebbe insistito affinchè l’incontro avvenisse proprio per parlare di Cecilia Sala. Come riferito da altre fonti, l’incontro con Trump in Florida di sabato sarebbe stato facilitato da Elon Musk, che è un sostenitore e amico della premier italiana
Da quando è stato eletto, Trump ha accolto a Mar-a-Lago il primo ministro ungherese Viktor Orban, così come il presidente argentino, Javier Milei. Anche il primo ministro canadese Justin Trudeau ha visitato Trump in Florida dopo la minaccia del presidente eletto di imporre tariffe al Canada.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Visita a sorpresa di Mattarella a Caivano, messa nel Parco Verde

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NAPOLI (ITALPRESS) – Visita a sorpresa a Caivano per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: il capo di Stato italiano si è presentato intorno alle 12 nella chiesa del Parco Verde dove don Maurizio Patriciello stava celebrando la santa messa domenicale. Al termine della funzione, Mattarella ha preso brevemente la parola ringraziando proprio il parroco per il suo lavoro al servizio della comunità caivanese. Infine la foto di rito con il sacerdote dinanzi all’altare. Dovrebbe essere questa l’ultima tappa della visita privata del Presidente della Repubblica all’ombra del Vesuvio. Dal 2 gennaio Mattarella, accompagnato da famiglia stretta e qualche amico, è a Napoli dove ha soggiornato nella residenza presidenziale di Villa Rosebery a Posillipo. Ieri il tour tra le bellezze del centro storico e la visita nella basilica di Santa Chiara prima di un passaggio nel quartiere collinare Vomero per contemplare i dipinti e i celebri presepi del Museo di San Martino. Previsto in giornata il rientro a Roma.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Manifestazione del Partito Radicale a sostegno di Cecilia Sala: Appuntamento il 6 gennaio a Roma

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Lunedì 6 gennaio alle ore 11, il Partito Radicale ha convocato una manifestazione a Roma, in via Nomentana 361, per esprimere sostegno alla liberazione di Cecilia Sala. La giornalista italiana è attualmente prigioniera in Iran, e il Partito Radicale si schiera con determinazione a favore della sua liberazione.

Maurizio Turco e Irene Testa, rispettivamente segretario e tesoriere del Partito Radicale, hanno dichiarato: “Dopo aver manifestato per quasi due anni davanti all’ambasciata iraniana contro il regime oppressivo, violento e misogino degli Ayatollah nei confronti del suo popolo, non possiamo rimanere inermi nei confronti di una nostra concittadina ostaggio di pericolosi criminali”. La manifestazione si inserisce in un contesto di continuo sostegno alla diplomazia italiana, con piena fiducia nelle azioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e nella Farnesina, che stanno lavorando alacremente per risolvere la situazione.

L’iniziativa intende quindi ribadire il supporto al governo italiano e al lavoro diplomatico in corso per ottenere la liberazione di Cecilia Sala, una questione che ha coinvolto profondamente l’opinione pubblica. Il Partito Radicale invita la cittadinanza a partecipare a questo importante evento, manifestando la propria solidarietà alla giornalista e al suo ritorno a casa.

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Omicidio Piersanti Mattarella: 45 anni dopo, due indagati per l’esecuzione del delitto

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A 45 anni dall’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana e considerato l’erede politico di Aldo Moro, la Procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati due persone accusate di essere gli esecutori materiali del delitto. L’assassinio di Mattarella, avvenuto il giorno dell’Epifania mentre si stava recando a Messa con la famiglia, si consumò sotto gli occhi della moglie Irma e dei figli, Bernardo e Maria. Il fratello Sergio, attuale presidente della Repubblica, fu tra i primi ad accorrere sulla scena del crimine.

Secondo quanto riportato da Repubblica, ci sarebbe finalmente una svolta nelle indagini. I due indagati sono descritti come «soggetti legati alla mafia» e accusati di aver agito come sicari per conto della Cupola di Cosa Nostra. Fino ad oggi, solo i mandanti dell’omicidio sono stati condannati, ma gli esecutori materiali non erano stati identificati con certezza. L’inchiesta si era infatti concentrata su una pista politico-mafiosa, ipotizzata dal giudice Giovanni Falcone, che aveva indagato a fondo sul delitto.

Nel corso degli anni, Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini erano stati accusati di essere i killer di Mattarella, ma sono stati assolti, suscitando dubbi sulla veridicità di tale ipotesi. Secondo le testimonianze raccolte all’epoca, l’assassino di Mattarella sarebbe stato un uomo giovane, con un aspetto da “bravo ragazzo” e una corporatura robusta, alto circa un metro e settanta. La vedova di Mattarella aveva fornito un identikit che sembrava corrispondere a quello di Fioravanti, capo dei Nar, sollevando ulteriori interrogativi sulla sua possibile implicazione.

Le nuove rivelazioni e riscontri raccolti dalla Procura di Palermo hanno rinforzato l’ipotesi di un coinvolgimento diretto dei due indagati nell’esecuzione del delitto, facendo emergere dettagli che potrebbero finalmente fare luce su una delle pagine più oscure della storia italiana. L’inchiesta è ancora in corso, ma queste nuove scoperte potrebbero avvicinarsi alla verità sulla morte di Piersanti Mattarella, un delitto che ha segnato profondamente la politica italiana.

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