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Lavoro, mismatch costa 44 miliardi. La sfida 5.0 di Yliway per ridurlo

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Nel 2023 il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro per mancanza delle competenze richieste (mismatch) è costato all’Italia 44 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL nazionale, e le difficoltà maggiori a trovare i profili lavorativi giusti sono emerse soprattutto in ambito STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) e nella transizione digitale. Yliway (crasi di Your Lifès Way), startup fondata nel 2021 da Andrea Cinosi, che conta attualmente 205 soci tra professionisti e imprenditori, promette di rivoluzionare il panorama professionale contribuendo a ridurre questo mismatch con la piattaforma Yliway, l’unica al momento, che integra in un solo ambiente digitale social media, formazione, ricerca del lavoro, selezione del personale, networking e sviluppo del business.

Questa piattaforma, appena lanciata in Italia, si configura come un hub digitale di interconnessione innovativo nell’ecosistema professionale. All’inizio del 2025 è previsto lo sbarco in India, dove opera già un nutrito team di ingegneri e sviluppatori, e via via si approderà in altri Paesi del mondo. “Per ridurre il mismatch – afferma Andrea Cinosi, fondatore e CEO di Yliway – è necessario investire nella formazione continua e nello sviluppo delle competenze ed è ancora più importante individuare in maniera dettagliata tutte le cause del mismatch: la divergenza geografica e di settore, regolamentazioni del mercato del lavoro e flessibilità, problemi demografici, barriere alla mobilità e immigrazione.

Il futuro della formazione deve orientarsi verso modelli più ibridi, flessibili e personalizzati, sfruttando tecnologie innovative come il microlearning e le certificazioni agili, per rispondere rapidamente alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Yliway nasce proprio con l’obiettivo di trasformare radicalmente il modo in cui si costruisce una carriera, risolvendo le sfide del mercato del lavoro contemporaneo”. Entro il 2030 a causa dell’automazione a livello globale da un minimo di 75 milioni a un massimo di 375 milioni di lavoratori (il 2,14% e il 10,71% della forza lavoro mondiale), potrebbero dover cambiare occupazione, mentre nuovi lavori legati all’IT avanzato, all’intelligenza artificiale, alla gestione dei dati e ai servizi emergenti dovrebbero crescere ma non saranno sufficienti a colmare il gap dei posti di lavoro persi. Anche il mercato del lavoro italiano risentirà di questa tendenza ma – è stato detto durante la di presentazione di Yliway – nei prossimi cinque anni, a seguito di digitalizzazione, globalizzazione e innovazione tecnologica, serviranno circa 3,1-3,6 milioni di nuovi occupati nei settori chiave della salute, della formazione e delle infrastrutture.

I settori più colpiti dal mismatch sono, nell’ordine, quello turistico (50%), manifatturiero (45%) e agricolo (45%); viceversa, quelli meno colpiti sono l’istruzione (20%), il settore chimico e farmaceutico (25%) e l’ICT (tecnologia e comunicazione, 30%). Nei settori tradizionali quali l’agricoltura (20%), il turismo (25%), il commercio al dettaglio e all’ingrosso (30%) l’introduzione di nuove competenze professionali è stata più lenta rispetto ad ambiti come l’educazione (55%), la finanza e i servizi assicurativi (50%) e i media e l’intrattenimento (50%). “L’investimento dell’Italia – ha spiegato Cinosi – in istruzione e ricerca continua a rimanere più basso della media europea e la differenza più marcata si rileva nei settori dell’educazione (Italia 0,18% vs UE 0,25% del PIL), della tecnologia (Italia 0,12% vs UE 0,18% PIL) e della sanità (Italia 0,15% vs UE 0,20%)”.

In un mercato affollato, Yliway si distingue per i servizi che offre in maniera integrata in una sorta di ecosistema digitale: funzionalità di e-learning, videoconferenza, messaggistica avanzata e strumenti per favorire la crescita professionale, la generazione di contatti e visibilità aziendale. In un unico ambiente digitale si possono incontrare lavoratori, studenti, professionisti, aziende e formatori per soddisfare i loro bisogni. Yliway si configura inoltre come unica “Agorà digitale” in ambito professionale, uno spazio virtuale che stimola il dibattito costruttivo, per identificare problematiche emergenti e fornire soluzioni innovative. Le aziende possono pubblicare annunci di lavoro più mirati, riducendo così tempi e costi di selezione. I candidati possono valutare la loro compatibilità con gli annunci e scegliere sulla piattaforma percorsi formativi per acquisire le competenze richieste e conseguire eventuali certificazioni arricchendo i loro curriculum professionali.

Sul versante opposto gli enti (o singoli soggetti) di formazione, pubblici o privati, raggiungono direttamente il pubblico in target. “Il nostro progetto – spiega Andrea Cinosi che vanta una lunga esperienza nel mondo della formazione, della consulenza sui modelli di business Low Cost – è ambizioso, vuole essere un catalizzatore di cambiamento nel mondo professionale, facilitando l’interazione e la collaborazione tra tutti gli attori coinvolti ossia per l’intero ecosistema. L’integrazione di tante funzionalità, molte di esse già presenti singolarmente sul mercato, oltre a consentire all’utente di utilizzare funzionalità note e già apprezzate, ci ha consentito di svilupparne altre assolutamente inedite perchè frutto dell’integrazione tra funzionalità che mai hanno interagito prima nella stessa piattaforma. L’intelligenza artificiale e una serie di ulteriori funzionalità, renderanno presto Yliway una piattaforma unica a livello mondiale. Ora lavoreremo per popolarla nel più breve tempo possibile ma mi auguro – continua Andrea Cinosi – che la piattaforma possa anche contare, ai fini del passaparola, sull’orgoglio nazionale di noi italiani in quanto potrebbe affermarsi come prima big tech italiana a livello internazionale al pari di Facebook, Instagram, LinkedIn, Youtube, X e TikTok.

– Foto ufficio stampa Yliway –

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Fs, presentate a Innotrans le nuove tecnologie di RFI

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Tecnologia e intelligenza artificiale applicate alla manutenzione, al monitoraggio e alla prevenzione dei rischi naturali. Alla Fiera Internazionale della tecnologia dei trasporti di Berlino, Innotrans, si alza il sipario sulle tecnologie di ultima generazione presentate da RFI, società del Gruppo Fs Italiane. I nuovi sistemi rappresentano un significativo passo avanti per migliorare e potenziare le infrastrutture ferroviarie italiane. Dal Drone terrestre trasportabile al sistema integrato per la protezione automatica dei cantieri, fino ad arrivare al sistema di allertamento nazionale delle frane. “E’ importantissimo essere qui, una grande occasione per far vedere anche quello che stiamo facendo. L’innovazione nel nostro Piano industriale è un nostro obiettivo importante, siamo qui anche con soluzioni innovative per la manutenzione. Grande impegno su questa linea di piano e su questa traiettoria che è già completa, perchè sui nostri progetti nel nostro sito sperimentale di Bologna San Donato già abbiamo alcuni prototipi estremamente innovativi. Ovviamente la fase più interessante sarà quella di industrializzazione”. Afferma l’Ad di RFI, Gianpiero Strisciuglio. Il Drone terrestre trasportabile è un mezzo autonomo per poter monitorare le linee ferroviarie durante un’interruzione per il controllo della libertà della sede ferroviaria a seguito di attività manutentive e/o lavori, prima della riattivazione della circolazione. Un veicolo ferroviario elettrico a quattro ruote dotato di sensori di visione frontale e laterale in grado di rilevare ostacoli in entrambe le direzioni di marcia.
Il Sipac – sistema integrato per la protezione automatica dei cantieri, è un sistema che attua una protezione tecnologica del binario per la sicurezza del personale di manutenzione che opera nelle località di servizio rispetto al movimento di treni, manovre e mezzi d’opera, sul binario oggetto delle lavorazioni e sui binari fisicamente adiacenti. Poi c’è Urv – Unmanned railway vehicle, il primo prototipo di veicolo ferroviario a guida autonoma attrezzato per viaggiare sulle linee Alta Velocità e creato per svolgere attività ispettive in un contesto di sicurezza che consentirà di verificare lo stato delle linee AV in anticipo rispetto al passaggio del primo treno del giorno. SANF-RFI – sistema di allertamento nazionale delle frane, è un sistema di allerta per la previsione di frane pluvio-indotte lungo l’infrastruttura di RFI realizzato in collaborazione con il CNR. SANF-RFI è composto da tre blocchi principali. Il primo consente l’importazione delle misure e delle stime quantitative della precipitazione. Il secondo permette il confronto tra le piogge misurate e/o previste e le soglie pluviometriche di tipo cumulata/durata della pioggia. Il terzo genera e distribuisce mappe di previsione a scala sinottica che mostrano i livelli di criticità in caso di frane pluvioindotte lungo le linee ferroviarie italiane. Infine, Early warning sismico.
Data l’elevata sismicità del territorio nazionale, RFI ha sviluppato negli ultimi anni una serie di strumenti e sistemi innovativi per la gestione post-sismica dell’infrastruttura. Nasce così, in collaborazione con Eucentre, l’applicativo SISMA, attualmente attivo in Sala Operativa, che consente di identificare le porzioni della rete dove applicare restrizioni alla circolazione. In particolare, grazie ad una convenzione con il Dipartimento di Protezione Civile e con INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), RFI riceve al verificarsi di un terremoto di Magnitudo superiore a 4 una comunicazione entro circa 5 minuti dalla fine dell’evento.
-foto ufficio stampa Fs-
(ITALPRESS).

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Ecam, dialogo globale e multilateralismo per un mondo più solidale

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Si è svolto a New York, in occasione della settantanovesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il sesto summit dell’Ecam – European Council for Africa e Middle East -, la piattaforma di dialogo globale creata per favorire la comunicazione, le connessioni economiche, la pace e la stabilità.
Capi di Stato e di Governo, rappresentanti dell’ONU e dell’Unione Europea insieme per confrontarsi sulla sanità come diritto fondamentale, sulla green transition, sull’istruzione, la ricerca e sull’agro-industria.

All’evento, organizzato e coordinato dal Presidente e fondatore dell’Ecam, Kamel Ghribi, sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente del Botswana, Mokgweetsi Masisi; il Primo Ministro dell’Uganda, Robinah Nabbanja; il Direttore Generale dell’OMS, Tedros Ghebreyesus; il Ministro di Stato agli Affari esteri emiratino, Sheikh Shakhbout Nahyan Al Nahyan; il Commissario per gli Affari Internazionali di NYC, Edward Mermelstein; il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Consigliere Speciale per l’Africa, Cristina Duarte; il Segretario Esecutivo della Commissione Economica dell’ONU per l’Africa Claver Gatete; i Ministri di Senegal, Costa d’Avorio e Mauritania; alti rappresentanti delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea e di altre organizzazioni internazionali.

Nel corso del suo discorso introduttivo Kamel Ghribi ha dichiarato: “Oggi è una di quelle giornate in cui si rafforza la mia fiducia nel dialogo globale e nel multilateralismo. Dopo anni dalla fondazione di ECAM e tanto impegno, oggi una nuova conferma: ne è valsa la pena! E’ questa la direzione giusta da seguire, affinchè il mondo possa diventare più sicuro e più equo”.
I lavori, ai quali ha preso parte ed è intervenuto il Presidente del Gruppo San Donato, Angelino Alfano, sono stati conclusi dal Segretario Generale dell’Ecam, l’Ambasciatore Ettore Sequi.
-foto ufficio stampa Ecam-

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Blue Economy, economia circolare e ricerca cruciali per tutelare i mari

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“Risorse acquatiche Sostenibili: Strategie per la Conservazione e la Gestione Ambientale delle Risorse Marine”. E’ il tema del convegno che si è tenuto all’interno dello stand del Dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione a Siracusa, in occasione del G7-Expo Divinazione, organizzato dal Coordinamento regionale della Rete dei GAL della Pesca. Il mar Mediterraneo è in crisi e occorre fare in fretta per evitare la perdita definitiva di specie ittiche che, nei fatti, significherebbe la fine della pesca. Di macro interventi, durante il convegno, ha parlato Gian Matteo Panunzi, docente universitario, componente del Coordinamento Nazionale per la Bioeconomia e la Bioeconomia blue presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente del Dipartimento Nazionale Pesca UN.I.COOP.

Panunzi si è soffermato sulle strategie nazionali a sostegno della blue economy, puntualizzando l’importanza della ricerca e dell’economia circolare per tutelare i mari e la biodiversità. “Bisogna fare rete – ha spiegato -, occorre che il settore ittico si integri con gli altri settori nei territori al fine di creare una governance che deve essere a tre livelli: uno europeo, in cui va discussa la politica comune della pesca in questo momento storico in cui c’è una nuova Commissione; deve esserci, poi, una governance del Mediterraneo che metta tutti i Paesi che ne fanno parte nella stessa condizione; un terzo livello – continua Panunzi – deve essere territoriale, con la creazione di aree marine ecologicamente attrezzate in cui il settore della pesca e dell’acqua cultura non può essere più visto come un settore a parte, ma come un fattore di sviluppo delle tre grandi strategie italiane della bioeconomia, del mare e dell’Africa”.

Favorire la nascita di fattorie marine in collaborazione con i pescatori e investire su dissuasori contro la pesca a strascico possono essere certamente soluzioni idonee da una parte per la tutela della biodiversità e, dall’altra, per garantire ai pescatori nuove prospettive economiche. Occorre ricominciare, allora, dalla sensibilizzazione partendo dai territori che fondano la propria economia sul mare e dalla formazione dei pescatori. Inculcare il rispetto dell’ambiente marino per ridurre l’inquinamento ed evitare conseguenze nefaste per i nostri mari, in questo un ruolo fondamentale può avere il coordinamento regionale dei GALP che ha organizzato l’incontro di oggi e – come spiegato dal direttore del GALP il Sole e l’Azzurro Giovanni Borsellino – protagonista a Siracusa con una serie di iniziative finalizzate a fornire servizi ai territori per lo sviluppo delle comunità. L’obiettivo cardine è quello di rilanciare il comparto ittico siciliano, puntando su una filiera produttiva sostenibile e promuovendo le eccellenze locali a livello internazionale sfruttando le opportunità offerte dalla blue economy.

– foto xe4/Italpress –

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