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Federalimentare guarda al futuro, transizione tecnologica tema chiave

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Creare nuove opportunità strategiche per la catena del valore agroalimentare del Made in Italy attraverso investimenti nella transizione tecnologica che stimolino un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione. E’ questo l’obiettivo del convegno promosso al Senato in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione da Federalimentare, Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.ITE, dal titolo “Federalimentare guarda al futuro. La transizione tecnologica dell’agroalimentare Made in Italy”. Il tema chiave è la transizione tecnologica dell’agroalimentare, un processo ineludibile e non procrastinabile per mantenere la global leadership del nostro Paese, potenziando al contempo sostenibilità e competitività delle imprese italiane.

Secondo i dati più recenti del Rapporto Federalimentare-Censis, il settore agroalimentare aggregato, che comprende agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione, con i settori di beni e servizi interdipendenti in una logica B2B (business-to-business), genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del PIL, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati, con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, +6,6% dell’export).
Inoltre, la catena del valore dell’agroalimentare italiano non è solo rappresentata dall’eccellenza dei prodotti alimentari e dai suoi marchi Doc, Igp e Docg, ma anche dalla tecnologia manifatturiera (primo comparto del manifatturiero italiano), dalla leadership nella produzione di impianti di trasformazione e di packaging, dalla capacità logistica e, non ultimo, da brevetti e innovazioni esportati in tutto il mondo.

Al recente “G7 – Agricoltura e Pesca” è stata, ancora una volta, sottolineata la necessità di investire responsabilmente in agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro, e di qualità per tutti, riducendo le perdite e gli sprechi alimentari, dalla produzione al consumo. La filiera globale del cibo, infatti, produce circa il 32% dei gas serra totali (fonte FAO 2024), non può quindi esserci una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. In questo scenario, il documento finale del G7 ribadisce il contributo che la scienza e l’innovazione possono dare per mitigare il cambiamento climatico e per rispondere alla domanda di cibo sicuro a livello globale. Il ruolo dell’innovazione tecnologica nell’accompagnare la transizione dell’agroalimentare, insomma, è una indiscussa priorità per mantenere la leadership globale della filiera del cibo italiano.
A fronte di queste enormi opportunità, l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (Fonte: AGfunder), significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al 4° posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo al 10° per capitali raccolti.

La partnership tra Federalimentare, il fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr e il Centro di Ricerca Luiss X.ITE nasce quindi con l’obiettivo di creare un legame virtuoso tra imprese ed ecosistema delle startup e dell’innovazione, al fine di stimolare crescita dell’innovazione e scala economica della nuova imprenditorialità tecnologica. Il tutto, col fine ultimo di accelerare l’adozione di nuove tecnologie e sviluppare un ecosistema che sostenga lo sforzo innovativo che tutte le imprese italiane stanno affrontando. Uno sforzo che dovrà essere gestito con ancora maggiore vigore a partire da una maggiore consapevolezza dell’ecosistema delle startup e delle tecnologie per la trasformazione dell’agroalimentare Made in Italy. Ragione per cui Federalimentare promuove con il Centro di Ricerca Luiss X.ITE e il contributo del fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr un “Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy”.

Per il Presidente di Federalimentare Paolo Mascarino ‘siamo consapevoli che la strada per continuare a essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile. La competitività e la concorrenza a livello globale sono le sfide che ci attendono, e l’industria alimentare italiana deve sostenere e far crescere il suo vantaggio competitivo. Il “Rapporto Draghi” sulla competitività europea ha richiamato la responsabilità degli Stati membri a promuovere sforzi collettivi per colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. Questo messaggio non deve rimanere inascoltato, ma attuato. E per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo – continua – Federalimentare ha deciso di avviare e sostenere l’Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare Made in Italy, in collaborazione con il Centro Ricerche X.ITE dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare. Queste attività, unite alle altre iniziative in corso con il Cluster CLAN Agrifood, saranno fondamentali per le imprese del nostro settore, per continuare a innovare e restare competitivi sui mercati internazionalì.

Secondo Nicola Riello, Founder e Presidente di Riello Investimenti Sgr, ‘il settore agroalimentare ricopre un ruolo di primo piano per l’economia italiana e anche nei nostri investimenti è trasversalmente presente in tutte le asset class che gestiamo. In questo momento storico, in cui assumono particolare rilevanza le transizioni tecnologica e ambientale, riteniamo che sia particolarmente importante investire sul tema delle tecnologie nell’agroalimentare ed è su questo presupposto che abbiamo deciso di ampliare la gamma dei fondi gestiti con il fondo Linfa, estendendo così il nostro intervento a realtà più giovani, dinamiche e in forte crescita. Siamo onorati della collaborazione con Federalimentare – continua -. Insieme riusciremo a raggiungere due importanti obiettivi comuni: lo sviluppo e la crescita dell’ecosistema dell’Agrifoodtech in Italia e la mappatura dei progressi attraverso un Osservatorio appositamente formato presso l’università Luiss di Roma. Ciò ci consentirà di contribuire ulteriormente allo sviluppo del Sistema Paese Italia e di offrire ai nostri investitori sempre nuove opportunità di investimento di grande qualità’.

Per Marco Gaiani, Founder & Partner del Fondo Linfa gestito da Riello Investimenti Sgr, ‘in Italia ci sono tutte le condizioni per la creazione di un ecosistema innovativo nel food di livello europeo: talenti, imprenditorialità diffusa, tradizione e cultura del cibo, know how industriale e Università di ottimo livello. Questa sfida è ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo che l’innovazione può giocare per la transizione della filiera agroalimentare italiana verso modelli più sostenibili di produzione e distribuzione. Come Team di Linfa – primo fondo italiano focalizzato sull’Agrifoodtech a impatto ambientale – intendiamo dare il nostro contributo di competenze e capitali per andare in questa direzione. La partnership con Federalimentare è un tassello fondamentale di questa strategià.
Michele Costabile, Università Luiss “Guido Carli” di Roma, Direttore del Centro di Ricerca Luiss X.ITE su tecnologie e comportamenti di mercato, ha affermato: “Siamo onorati di essere ancora una volta al fianco di Federalimentare nell’esplorare una delle più importanti transizioni tecnologiche per il nostro Paese. Intendiamo, infatti, servire le migliaia di imprese dell’agroalimentare Made in Italy, fornendo periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull’ecosistema dell’innovazione. E riteniamo che, anche grazie alla partnership con il team del fondo Linfa, potremo produrre risultati connotati da rigore metodologico e rilevanza per il business. L’Osservatorio sostenuto da Federalimentare adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori in agrifoodtech. Il tutto – evidenzia – rafforzando attraverso conoscenze condivise e momenti di confronto periodico quelle connessioni che servono a rendere l’Agridoodtech made in Italy un ecosistema di valore globalè.

Gian Marco Centinaio, Vicepresidente del Senato, ha inviato una lettera al Presidente di Federalimentare Mascarino, rilevando che “Federalimentare guarda al futuro” “non è un titolo programmatico, è già una realtà. L’iniziativa è un passo in più nella giusta direzione, perchè mette insieme il mondo delle imprese, quello della finanza e quello della ricerca. In Italia abbiamo eccellenze in tutti e tre i campi. Il quarto soggetto in questo confronto devono essere le Istituzioni. In Parlamento siamo riusciti a dare il via libera alle TEA, abbiamo tutelato la qualità dei nostri prodotti, riconosciuto il principio che l’agricoltore è il primo custode del territorio, allontanato lo spettro della sugar tax. Sono esempi concreti, che dimostrano come sia importante che pubblico e privato continuino a lavorare insieme per valorizzare la filiera agroalimentare made in Italy. Sono certo che Federalimentare saprà mantenere quello sguardo rivolto al futuro, che ha sempre caratterizzato la sua azionè.

Per Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Coordinamento della Politica Economica e di Programmazione degli Investimenti Pubblici): “Il settore agroalimentare italiano rappresenta una delle eccellenze mondiali e ha la possibilità di guidare una vera rivoluzione produttiva grazie alle nuove tecnologie. Le potenzialità sono immense: l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. E’ essenziale investire in formazione e ricerca, collaborando con università, centri di innovazione e imprese private, affinchè le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno. Questa transizione tecnologica, tuttavia, deve avvenire all’insegna della sostenibilità che sappia coniugare i costi economici con quelli sociali. Non possiamo più permetterci un modello produttivo che ignora l’impatto ambientale e che non vada di pari passo con la tutela del lavoro.

Oggi – aggiunge – le tecnologie ci offrono strumenti che permettono di conciliare produttività e rispetto per l’ambiente per cui la transizione verso un settore agroalimentare più tecnologico, sostenibile e competitivo è un percorso che dobbiamo affrontare con visione strategica e spirito di collaborazione. La sinergia tra pubblico e privato, sostenuta da politiche istituzionali lungimiranti, è la chiave per garantire che il nostro agroalimentare non solo continui a rappresentare un’eccellenza a livello globale, ma diventi un modello di innovazione e sostenibilità per tutto il mondò.
Secondo Massimo Bitonci, Sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ‘l’agroalimentare è un settore estremamente importante in termini di fatturato per il Made in Italy, comprensivo di tutte le aziende che operano nella produzione e nella trasformazione, ambiti nei quali l’Italia è tra i maggiori Paesi europei e non solo. L’innovazione è uno dei principali fattori di sviluppo delle imprese e l’agroindustria, senza dubbio, rappresenta una delle nostre eccellenze. Il settore purtroppo è colpito da quello che viene chiamato “italian sounding’, cioè il tentativo di copiare i prodotti italiani. Le politiche messe in campo dal Governo vanno nella direzione di contrastare tali pratiche e proteggere le nostre imprese”.
Tra gli altri, ha preso parte all’evento Alessio Conforti, Head of Institutional Relationships Southern Europe del Fondo Europeo per gli Investimenti.

– foto ufficio stampa ItalCommunications –

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Black Friday 2024: boom di acquisti in Italia, cresce la spesa e il numero di acquirenti

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Quest’anno il Black Friday in Italia registra un notevole incremento di acquirenti, con il 67,2% degli italiani pronti a fare shopping, un aumento significativo rispetto al 60% del 2023. L’indagine di Confcommercio evidenzia che la crescita è soprattutto tra donne e adulti sotto i 50 anni, con un picco nelle regioni del Nord Italia.

Un dato interessante riguarda il fatto che quasi 2 italiani su 3 approfittano di questa occasione per acquistare i regali di Natale in anticipo, sfruttando gli sconti del Black Friday per fare acquisti a prezzi più vantaggiosi.

Tra i prodotti più ricercati, l’abbigliamento resta in testa, sebbene con una leggera flessione rispetto allo scorso anno, passando dal 57% al 53%. Cresce invece l’interesse per l’elettronica, che registra un balzo dal 44,7% al 52,2%, seguita dai prodotti per la cura della personagioiellilibri e articoli per bambini, che continuano a suscitare l’interesse degli acquirenti.

Un altro trend positivo riguarda la spesa media: quest’anno gli italiani sono disposti a spendere 261 euro, un incremento rispetto ai 236 euro del 2023. Questo aumento del budget riflette un’attitudine generale di maggiore fiducia nei consumi e nell’economia, nonostante il contesto incerto.

In sintesi, il Black Friday 2024 si conferma come un’occasione imperdibile per milioni di italiani, che non solo approfittano degli sconti per anticipare gli acquisti natalizi, ma aumentano anche la spesa media rispetto agli anni passati.

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Netanyahu, Tajani a Salvini “Unica linea quella mia e di Giorgia Meloni”

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MILANO (ITALPRESS) – “La politica estera si deve fare in maniera costruttiva. E’ una cosa seria. Ogni parola va pesata, ponderata, calibrata. C’è di mezzo un Paese. E quindi la linea viene espressa dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri”. Lo dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Repubblica, commentando le dichiarazioni del leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini su Netanyahu. “Poi un leader di partito parla di quello che vuole – aggiunge -, ma restano opinioni politiche di leader di partito, che però non diventano automaticamente la linea dell’esecutivo. Io tendo a evitare di rispondere a nome del governo su questioni legate alle competenze degli altri ministri”. “Vogliamo prima leggere le carte, capire le motivazioni della sentenza, ragionare su cosa sostiene la Corte. Noi riconosciamo e sosteniamo la Corte penale. Ma lo facciamo ricordando che deve avere sempre una visione giuridica e non politica. Nel pieno di una guerra di questa violenza il primo obiettivo degli Stati, e della Repubblica italiana, è quello di trovare alleanze politiche per fermare le morti a Gaza e in Libano, per ritornare a un percorso diplomatico. Noi dobbiamo portare la pace a Gaza, non dobbiamo credere che portare qualcuno in carcere aiuti la pace” dice ancora il numero uno di Forza Italia e vicepremier. “Stiamo dicendo, il presidente del Consiglio ed io, che una sentenza di questa portata ha un effetto politico profondo sulla gestione non di un confitto, ma della sua conclusione. Non è possibile equiparare e mettere sullo stesso piano il premier democraticamente eletto di Israele e un capo terrorista. Una cosa è sottolineare la sproporzione della risposta di Israele nella Striscia, su cui siamo tutti d’accordo. Altro è un mandato di cattura. Non ci sono tre posizioni. Ce n’è soltanto una: quella del presidente del Consiglio, concordata con il ministro degli Esteri” conclude Tajani.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Sicilia, Schifani “Quasi ripianati i conti della Regione, un record”

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MILANO (ITALPRESS) – Aveva promesso un cambio di passo per l’Isola e quasi a metà legislatura, l’obiettivo sembra essere compiuto. E’ quanto riconosce il quotidiano Milano Finanza al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Lo certificano, secondo l’articolo, i dati del consuntivo del 2023 presentato dall’amministrazione, ma anche i numeri della Banca d’Italia, che vedono il pil crescere dell’1%, e di Unioncamere, che confermano la crescita di valore aggiunto prodotto dai territori e le agenzie internazionali hanno messo la Sicilia sotto una luce nuova: BBB con outlook stabile per Fitch, lo stesso di Standard & Poor’s, mentre Moody’s ad aprile lo ha alzato da Ba1 a Baa3. Alla base di ciò, dice l’ultimo aggiornamento della Banca di Italia di metà novembre, ci sono un settore delle costruzioni che riesce a crescere nonostante la fine del Superbonus, un’espansione del turismo e dell’occupazione in generale, anche se la manifattura segna il passo. Il disavanzo regionale da ripianare, inoltre, è stato pertanto ridotto dai 7,3 miliardi del 2018 agli attuali 897 milioni di euro. “Si tratta di un record – commenta Schifani a Milano Finanza – che ci pone a un passo dal conseguimento di un risultato storico: il risanamento dei conti della Regione. Grazie alla crescita e alle prudenziali politiche di bilancio volute dal mio governo, e di questo va dato merito al precedente assessore all’Economia Marco Falcone, abbiamo ripianato il disavanzo riducendo di più di 3 miliardi le passività. Al contempo con il via libera sblocchiamo le risorse per la firma del rinnovo contrattuale dei regionali, che confidiamo avvenga nei prossimi giorni. Un altro impegno che abbiamo mantenuto”.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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