Attualità
Conceicao “Serve fame, ai giocatori devono brillare gli occhi”
CARNAGO (ITALPRESS) – Il Milan va di fretta, in tutti i sensi. Così, se domenica si era passati nel giro di poche ore dalla posizione a rischio di Fonseca al suo esonero, poco prima della partenza per Riad ecco la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore Sergio Conceicao. Di fretta, perchè c’era un aereo da prendere e poco tempo a disposizione, questa almeno la spiegazione dell’ufficio stampa in merito al fatto di non fare domande a Zlatan Ibrahimovic, seduto accanto al portoghese. Lo svedese, però, qualcosa ha detto nel pistolotto introduttivo, in cui ha spiegato i motivi dell’esonero e ammesso il grave errore di comunicazione di domenica sera: “Fonseca non è riuscito ad avere continuità con i risultati e quando sei il Milan i risultati sono fondamentali – ha spiegato -. La decisione dell’esonero l’abbiamo presa dopo la partita e abbiamo fatto un errore a mandarlo in conferenza: chiedo scusa a Paulo e ai tifosi. Capiamo i tifosi e abbiamo rispetto, siamo i primi a non essere soddisfatti e non lo saremo finchè non raggiungeremo i nostri obiettivi. La Supercoppa è uno di quelli. La responsabilità non è solo dell’allenatore, ma è condivisa con tutti, dobbiamo prendercela”.
Ibra ha poi spiegato i motivi che hanno portato alla scelta di Conceicao (“Una persona molto diretta, porta carattere, è un vincente. Ha avuto esperienza nel subentrare a metà campionato e ha fatto molto bene. Ha fatto grandi risultati al Porto. Ieri è arrivato e ha voluto subito la squadra in campo a lavorare”), lasciando poi spazio al portoghese e, per quello che si è visto, il cambio di registro è stato evidente. Perchè è tanta la differenza tra un portoghese e l’altro, con la calma di Fonseca sostituita dalla durezza di Conceicao, che non ci è andato troppo per il sottile, mettendo subito in chiaro le cose: “Se sono qua non è un buon segno, significa che qualcosa non è andato bene – ha detto -. Ho detto ai ragazzi che si può anche cambiare il sistema di gioco, ma non è quello il punto. Perchè poi ci sono lo spirito e la mentalità, che non sono negoziabili. Serve fame, arrivare alla fine delle partite sapendo di avere dato tutto. Sapete quante volte sono stato espulso in carriera, no? E’ perchè la vivo intensamente, voglio la stessa mentalità dai miei, ai giocatori devono brillare gli occhi quando entrano in campo e devono spingere fino al loro limite. Con questa mentalità, ognuno nel suo ruolo, saremo una squadra forte”.
L’occasione è di quelle importanti (“Sono orgoglioso, è un piacere per me venire a lavorare in una squadra così importante, un passo in avanti nella mia carriera”) e da adesso avrà sei mesi di tempo per tenersi il Milan anche l’anno prossimo, visto che a giugno la società si è riservata la clausola di rescindere con un anno di anticipo. Se si arrivasse a tanto sarebbe la certificazione di una stagione interamente da cestinare, ma almeno adesso Conceicao non ci pensa. Meglio concentrarsi sull’imminente impegno in Supercoppa contro il figlio Francisco (“A livello professionale sarà un avversario, a casa è mio figlio”), ma soprattutto sulla gestione di uno spogliatoio che con Fonseca ha più volte manifestato anarchia e scollamento: “Più bastone o più carota? Dipende dalle situazioni, io non posso cambiare a 50 anni, i giocatori sanno che hanno davanti una persona diretta. Ci saranno sempre undici contenti e gli altri meno. La gestione del gruppo è questo, occhi negli occhi con i giocatori, allenamenti al massimo, la pressione fa parte del calcio, soprattutto in un grande club. Se arriveranno brutti momenti si passerà poi a un momento migliore”.
“Siamo fiduciosi di fare un buon lavoro. Ai giocatori ho detto che si può parlare molto, ma poi contano i fatti. I giocatori per me sono uguali per come gestisco lo spogliatoio, non faccio la differenza se uno ha 17 anni o 37, dipende da cosa fa in allenamento. Devono fare il massimo, che magari non è il massimo secondo loro. Ci sono altri limiti”, ha aggiunto Conceicao. Niente calcio dominante come sognava il suo predecessore (“Per me il calcio è semplice, molto semplice: c’è una porta dove fare gol e un’altra dove non prenderli. Per me il tiki taka è metterla dentro”), niente fronzoli nè troppe domande. C’è un aereo da prendere e una coppa da provare a vincere. Poi ci sarà una Champions da giocare adesso e un’altra da raggiungere l’anno prossimo. Di tempo al Milan ne hanno già perso troppo.
– Foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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Scuola, Valditara “Guardare indietro per costruire un futuro solido”
MILANO (ITALPRESS) – “Il segreto è guardare indietro per andare verso il futuro: e se non abbiamo la consapevolezza di chi siamo, da dove veniamo, quali sono i valori elaborati dalla civiltà occidentale non potremo costruirci un futuro solido, rischiamo il porto delle nebbie. Noi abbiamo investito risorse importanti nella digitalizzazione, nell’intelligenza artificiale, nel 2023 abbiamo approvato le nuove linee guida sulle materie Stem. Ma in una società dove l’intelligenza artificiale sta diventando così centrale, se non si ha la consapevolezza dei grandi valori dell’umanesimo rischiamo l’anonimizzazione: non sarà certo il robot a ispirare le grandi scelte strategiche e la convivenza tra le persone”. Così il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ai microfoni di Radio Libertà, parlando delle recenti indicazioni sui programmi scolastici.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
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Morto a 78 anni David Lynch, regista visionario
ROMA (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 78 anni il regista e sceneggiatore David Lynch. La notizia è riportata dalla rivista Variety che cita un post Facebook della famiglia: “”C’è un grande buco nel mondo ora che non è più con noi. Ma, come diceva lui, ‘Tieni d’occhio la ciambella e non il bucò”. Lynch rivelò nel 2024 che gli era stato diagnosticato un enfisema dopo una vita passata a fumare, e che probabilmente non sarebbe più stato in grado di uscire di casa per dirigere.
Nato a Missoula, nel Montana, il 20 gennaio del 1946, David Keith Lynch è stato uno dei registi tra i più acclamati, importanti e influenti del suo tempo. Con il suo stile visionario, Lynch aveva rivoluzionato il linguaggio del cinema e della televisione. Nei suoi lavori si fondono elementi di horror, film noir, giallo e surrealismo tessendo racconti non dissimili da quelli di Luis Buñuel, che procedevano con una logica impenetrabile. Nato come pittore, le sue opere sono esposte in musei e gallerie d’arte come il Museum of Modern Art di New York e la Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Filadelfia. Successivamente entra nel mondo del cinema divenendo regista, sceneggiatore e produttore, spesso anche nel ruolo di montatore, scenografo, progettista del suono e attore nei suoi stessi film. Tra le pellicole più famose “The Elephant Man”, “Velluto blu” e “Mulholland Drive”, per le quali ricevette la nomination al Premio Oscar per la regia, e “Cuore selvaggio”. Lynch ha anche ricevutio il Leone d’oro alla carriera durante la 63ma Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, per “Inland Empire – L’impero della mente” nella sezione fuori concorso. Nei primi anni Novanta fu la principale mente creativa della serie “I segreti di Twin Peaks”, divenuto un fenomeno culturale dall’enorme impatto mediatico. Nell’ottobre del 2019 venne premiato con l’Oscar alla carriera. Lynch è stato sposato quattro volte: con Peggy Lentz, da cui ha avuto una figlia, con Mary Fisk, dalla quale ha avuto un figlio, con Mary Sweeney, anche con lei ha avuto un figlio, e con Emily Stofle con la quale ha avuto una figlia.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
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Sicurezza, Piantedosi “Preoccupa aggressività dei manifestanti”
ROMA (ITALPRESS) – “La preoccupazione dev’essere uno dei principali fondamenti del lavoro che faccio. Devo dire che si fonda anche, non solo adesso, su questa vicenda della tragedia che ha riguardato il giovane Ramy, ma anche tutte le altre rivendicazioni che avevano preceduto un pò le manifestazioni di piazza degli scorsi mesi, dove al variare delle motivazioni si era registrato comunque una tendenza dei manifestanti a essere molto aggressivi soprattutto nei confronti delle forze di polizia. Quindi questo è sicuramente un elemento di preoccupazione”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ospite di “Dritto e Rovescio” su Retequattro.
I 273 agenti feriti nelle manifestazioni del 2024, per il ministro “sono numeri di un certo significato, soprattutto se messi in relazione al numero che riguarda la crescita complessiva di circa il 10% delle manifestazioni che si sono svolte nel 2024. Mi piace e mi consente di sottolineare che questo è un dato che contraddice anche alcune cose che si erano dette in passato, che questo Governo fosse in qualche modo portato a comprimere la libertà di manifestazione del pensiero. Noi segnaliamo invece una decrescita del numero in percentuale delle manifestazioni che fanno rilevare una certa criticità – ha concluso Piantedosi – Quindi vuol dire che a minore criticità si è registrato un aumento in percentuale di casi in cui si è visto le forze dell’ordine come obiettivo prioritario dei manifestanti”.
(ITALPRESS).
-Foto: Agenzia Fotogramma-
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