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Attualità

Al via la convenzione Federalberghi-UniCredit

UniCredit e Federalberghi hanno stipulato una convenzione che prevede per gli alberghi aderenti un’offerta commerciale dedicata, con l’obiettivo di supportare le imprese associate, affiancandole nel loro percorso di crescita.
Il sostegno di UniCredit per il Turismo risponde alle esigenze tipiche delle imprese alberghiere, extralberghiere e termali, con un particolare focus su: finanziamento di specifiche strategie di investimento, quali innovazione tecnologica, riqualificazione alberghiera e supporto al circolante anche tramite forme di ammortamento flessibili, che tengono conto della stagionalità degli incassi; la definizione di condizioni ad hoc per l’accettazione dei pagamenti con carte di credito e di debito; un’ampia offerta di soluzioni finanziarie destinate a supportare investimenti con finalità “green” per stimolare e valorizzare il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità; il programma “Made4Italy”, volto alla promozione di progetti che valorizzano le specificità locali, attraverso lo sviluppo di un’offerta congiunta tra aziende del turismo e dell’agroalimentare. Con la seconda edizione di Made4Italy nel triennio 2022-2024 UniCredit ha erogato €6,6 mld di nuova finanza; consulenza specialistica e supporto nell’accesso alle misure agevolative previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Federalberghi, principale organizzazione di rappresentanza degli oltre 32.000 alberghi italiani, insieme alle sue 127 associazioni presenti su tutto il territorio nazionale, accompagnerà l’incontro tra le imprese associate e le circa 2.000 filiali che compongono la rete commerciale di UniCredit.
“Il turismo, per l’economia italiana, è un settore strategico che svolge un ruolo importante nella promozione della nostra cultura e nel mantenimento delle tradizioni locali – commenta Remo Taricani, Deputy Head of Italy di UniCredit (nella foto) -. UniCredit, banca paneuropea ma con un modello fortemente territoriale, sostiene le imprese del comparto attraverso prodotti e servizi dedicati. In particolare, riteniamo che la convenzione sottoscritta oggi con Federalberghi rafforzi la collaborazione reciproca e permetta alle imprese del settore turistico di cogliere tutte le opportunità sul territorio”. “Quando le esigenze e le difficoltà delle nostre imprese trovano risposta nel sostegno del sistema bancario, è segno che l’obiettivo di sviluppo e crescita diventa materia comune – sottolinea Alessandro Nucara, direttore generale Federalberghi -. Questa è a mio avviso la cifra della convenzione stipulata con UniCredit, che saprà guidare le nostre aziende sia in ambito  di strategie di investimento, sia nel valorizzare e realizzare  interventi in tema di sostenibilità e, ancora, nel consentire di orientarsi al meglio riguardo quelle misure di interesse per il settore previste dal PNRR. Si procederà assieme, nella consapevolezza che, come da sempre sosteniamo, fare bene al Turismo significa anche fare bene all’Italia”.

– foto ufficio stampa UniCredit –

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Dazi, Lollobrigida “Errato chiudere mercati ad alleato strategico”

Il rilancio del comparto in Europa, con l’Italia nuovamente al centro, è solo il primo passo verso un futuro che si prospetta di alto livello: adesso per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’Agenzia Italpress, l’obiettivo fondamentale è tenere alte le sinergie con le istituzioni sia continentali sia soprattutto extracontinentali, con una preoccupazione che non manca sul fronte dei dazi americani.

“I risultati che stiamo raggiungendo spero possano essere eguagliati o superati da chi verrà dopo di me – sottolinea Lollobrigida, – Oggi l’agricoltura italiana è tornata al primo posto come valore aggiunto in Europa, abbiamo superato Francia e Germania e non accadeva da anni: parliamo di un ambito che è leader tra i settori strategici e principale traino dell’economia del paese. Il reddito degli agricoltori cresce in termini assoluti più che in ogni altra parte d’Europa eccetto il Portogallo”.

Alcuni settori, aggiunge il ministro, “stanno raggiungendo record mai visti finora: oggi il vino tocca cifre mai raggiunte e lo stesso vale per l’olio, su cui siamo l’unico paese europeo dove il valore cresce anzichè calare. L’inversione di tendenza per la centralità del settore primario non è ancora pienamente compiuta: ancora dobbiamo compiere una transizione corretta, che metta i ragazzi appassionati di quest’attività in condizione di poterla svolgere. In più il reddito degli agricoltori è ancora troppo basso per diventare attrattivo, ma ci sono esperienze molto positive che dimostrano che la strada intrapresa è quella giusta”.

Lollobrigida si sofferma poi su “Agricoltura è”, il forum che andrà in scena a Roma dal 24 al 26 marzo: “Sarà un grande momento di confronto. Con il commissario europeo Kadis abbiamo innestato un nuovo modo di trattare sulla pesca, con zero tagli nel 2025: negli ultimi decenni, con il decremento della possibilità di pescare, si stava arrivando alla desertificazione di alcuni porti. Alla pesca sono collegati tanti fenomeni, come gli indotti del turismo e del mare: a Kadis dimostreremo ciò che l’Italia sa fare in questo settore, per portare avanti il confronto e rimettere al centro la politica rispetto alle burocrazie”.

Il ministro parla anche del rapporto con Hansen, neo commissario europeo all’Agricoltura, con il quale “abbiamo trovato tanti punti in comune con quelli sostenuti dall’Italia in due anni e mezzo. Timmermans aveva messo l’agricoltura in contrasto con l’ambiente, mentre ora l’Europa è un luogo verso cui i cittadini possono guardare con maggiore fiducia, a patto che si dimostri all’altezza. La Cee metteva l’agricoltura al centro in termini di sicurezza alimentare, noi la riportiamo a Roma con un villaggio che per tre giorni vedrà tutte le più autorevoli figure istituzionali europee”.

Per Lollobrigida l’Europa deve adottare un principio di “semplicità nell’occuparsi di grandi temi, su cui finora è stata quasi assente e ha solo ingrossato la propria burocrazia, che per sopravvivere è diventata autoreferenziale: si è arrivati al paradosso di mettere l’agricoltore in contrasto con la terra, ma questa follia con il governo Meloni è cambiata. Ora l’Europa guarda al Green Deal con più attenzione e un meccanismo di praticità. L’Italia è in concorrenza con chi non rispetta i diritti dei lavoratori e dell’ambiente: in alcune aree, in cui le regole europee vengono disattese, i prezzi sono più bassi dei nostri e si rischia di desertificare l’ambiente produttivo. Per aiutare i nostri imprenditori dobbiamo metterli in condizione di essere garantiti nelle loro attività. I costi di produzione in alcune nazioni sono talmente bassi che senza tariffe aggiuntive si rischia di devastare il mercato: i nostri agricoltori, ad esempio, non reggono le produzioni cinesi”.

Sul fronte dei dazi voluti da Trump, afferma il ministro, “a nostro avviso le tariffe sui prodotti italiani potrebbero indebolire quello che lui vuole fare. Auspichiamo che da questo punto di vista ci siano approfondimenti, ma l’Italia sta contribuendo a far comprendere che la chiusura dei mercati nei confronti di un alleato strategico sarebbe un indebolimento: conto comunque che l’impatto dei dazi sia minore di quello che viene diffuso in maniera allarmistica. Il problema più grande non è legato alle tariffe, ma al fatto che l’Europa criminalizza alcuni prodotti cardine del nostro sistema produttivo, mentre i nostri produttori vanno messi in condizione di lavorare al meglio: le nostre produzioni hanno un costo più alto perchè imponiamo più regole, l’Europa balla da sola e deve essere messa in condizione di difendere se stessa soprattutto quando deve trattare con altri”.

Infine, nel manifestare il proprio apprezzamento per i complimenti da parte della rivista Politico, Lollobrigida ribadisce come “la vera differenza con il passato è che io in Europa non salto una riunione sull’agricoltura, difendo gli interessi del mio paese e rappresento la nazione più forte in questo settore. I nostri colleghi dei governi precedenti dimenticavano che l’Europa non va da nessuna parte senza l’Italia: in due anni e mezzo abbiamo capovolto la concezione dell’agricoltura che Timmermans aveva imposto per cinque anni devastando il sistema. L’obiettivo per i prossimi sei mesi è garantire i fondi europei per l’agricoltura senza sovrapporli ad altri investimenti, mentre a livello nazionale ci sono leggi da rivedere e sanzioni da aumentare e irrigidire per chi imbroglia; infine voglio mettere in campo un sistema di risorse di cui a vedere i risultati non siamo noi, ma i nostri figli tra 20-30 anni”.

IL VIDEO CON LE SUE PAROLE

-foto Italpress-

(ITALPRESS).

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Per le donne italiane il parrucchiere è il vero influencer

4 donne italiane su 10 vanno regolarmente dal parrucchiere e 1 su 10 almeno ogni due settimane. Ci vanno per necessità pratiche oppure per prepararsi a eventi speciali. Nel 2024, la frequenza con cui si sono recate in salone è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al passato, ma tra coloro che dichiarano di averla aumentata (11% del campione), una su due lo fa perchè desidera prendersi maggior cura di sè. Il 33% delle italiane invece si reca molto di rado dal parrucchiere, solo un paio di volte all’anno o anche meno. Il 15% del campione che dichiara di aver diminuito le visite in salone lo fa per motivi economici, ma emergono altri fenomeni interessanti, come un trend in crescita della cura dei capelli a casa (citata dal 46% delle intervistate, e non correlata a ragioni economiche). Chi non va o va pochissimo in salone afferma di “non sentirne l’esigenza”. Tra queste, anche le più giovani.
Sono alcuni dati che emergono da una ricerca Key-Stone, condotta a febbraio 2025 su un campione di quasi 1.000 intervistate, con l’obiettivo di fotografare nel dettaglio la relazione tra le donne italiane e i saloni di parrucchieri.
La spesa media di una donna per una visita dal parrucchiere è di 51 euro con picchi di oltre 70 euro nel 20% del campione. Sono soprattutto donne tra i 30 e i 39 anni, per lo più residenti nel Nord Italia, che magari vanno dal parrucchiere con una frequenza inferiore alla media (per mancanza di tempo) ma con uno scontrino medio più alto e ottima disponibilità economica generale.
Certo è che, indipendentemente da età, fasce di reddito o appartenenza geografica, il parrucchiere emerge come un solido punto di riferimento, il principale nelle scelte di stile delle donne. I dati rivelano infatti che il 39% delle donne, soprattutto quelle di età matura, lo considera la principale fonte di ispirazione per il proprio look. Mentre i social network sono citati dal 20% delle intervistate, in particolar modo donne tra i 20 e i 39 anni, come fonte di ispirazione per tagli e look. Molto meno gli influencer, che incidono sulle scelte solo nel 6% dei casi (in particolare le giovanissime). A sorpresa, le riviste cartacee e online giocano invece ancora un forte ascendente per la scelta del look, citate come fonte di ispirazione dal 18% delle intervistate.
Una volta uscite dal salone, tre quarti delle intervistate si specchia appena può e dove riesce, anche nelle vetrine. I selfie per i social sono scattati solo nel 3% dei casi.
Il parrucchiere emerge dalla ricerca come un professionista affidabile e un vero “influencer” per le proprie clienti. Questa fiducia è da ricercarsi, con ogni probabilità, nell’alto livello di soddisfazione che le donne italiane esprimono nei confronti del parrucchiere: a 3 donne su 4 non è mai (o raramente) capitato di uscire dal parrucchiere insoddisfatte.
Il sondaggio è stato realizzato con metodologia CAWI nel mese di febbraio su un campione di 996 donne italiane. Il documento completo riguardante il sondaggio è disponibile sul sito www.agcom.it

– foto ufficio stampa Master Communication –
(ITALPRESS).

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Buonfiglio “Obiettivo sei finali e tre medaglie ai Mondiali”

“Siamo partiti quattro anni fa a preparare l’evento, con una candidatura che ha battuto rivali formidabili come Parigi, Berlino e Sydney perchè quando la federazione canoa approccia un appuntamento cerca di farlo nel migliore dei modi”. Non c’è dubbio: l’appuntamento clou per la canoa azzurra in questo 2025 sono i Mondiali all’Idroscalo di Milano, in programma dal 20 al 24 agosto. Ottanta nazioni partecipanti, duemila atleti in acqua, un indotto stimato è di circa settemila presenze al giorno. Dati che non spaventano certo il presidente della Federazione Italiana Canoa e Kayak, Luciano Buonfiglio, certo che la rassegna iridata sarà un successo, sotto ogni punto di vista. “Abbiamo ottenuto la condivisione delle istituzioni, del Coni e di Sport e Salute perchè siamo convinti che solo con una squadra ben coesa sul territorio si possa fare bella figura – spiega Buonfiglio in un’intervista nella sede romana dell’Italpress – E organizzare un evento non è solamente un momento agonistico, ma un’occasione per dare corpo all’immagine del nostro Paese, dare una mano al territorio e al turismo e naturalmente valorizzare i nostri atlete e atleti”. All’Idroscalo andranno in scena i primi Mondiali di canoa sostenibili dal punto di vista ambientale ed una rassegna che vedrà gareggiare, nello stesso evento, atleti normodotati e paralimpici. E, in acqua, è lecito attendersi dai canoisti azzurri risultati importanti: “Siamo appena tornati dalle Olimpiadi, dove abbiamo vinto una medaglia d’argento con Tacchini e Casadei, e siamo ripartiti ristrutturando la direzione tecnica con la partecipazione molto più ampia dei tecnici societari. Abbiamo messo al centro di tutte le nostre attività le società sportive e i loro tecnici per costruire una base più ampia e ripartire all’inizio del quadriennio olimpico con una squadra più giovane di quella che ha compiuto l’impresa alle Olimpiadi, ma al tempo stesso che abbia veramente la preparazione per arrivare al risultato. Stiamo lavorando in sinergia con il Coni e l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport per mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni, il nostro obiettivo sono sei finali e tre medaglie”, svela il dirigente campano. Inoltre, ricorda il numero uno della Fick, “sarà un Mondiale inclusivo perchè sosterremo con il nostro budget trenta atleti di paesi in condizioni economiche non adeguate a partecipare e, negli intervalli delle manifestazioni, l’attività dell’associazione Pink Lady, le donne operate al seno. E produrremo la sintesi di alcuni nostri progetti di sostenibilità, innanzitutto con la scuola Sant’Anna di Pisa, che abbiamo sviluppato con la federazione internazionale. Insomma, facciamo tante cose perchè vogliamo essere protagonisti, non solo nell’agonismo”. Buonfiglio è stato il primo a candidarsi alla presidenza del Coni mentre in molti auspicherebbero un prosieguo dell’attuale numero uno Giovanni Malagò almeno fino alle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina, superando così il limite fisiologico dei tre mandati. “Sono una persona che quando dice una cosa la mantiene. Da sempre sono il primo tifoso di Giovanni Malagò, per la sua leadership e per quanto fatto in questi anni, non solo per le medaglie olimpiche. Certo, in questo momento il tempo corre veloce, e poichè credo che lo sport abbia bisogno di certezze, mi sono messo a disposizione dello sport. Mi piace mantenere ferma la parola data: finchè ci sarà la possibilità per il presidente Malagò sarò fermo, quando non ci sarà più saremo pronti. Dico saremo perchè non sono il solo a pensarla così”. Canoisti forse si nasce, ma di sicuro si diventa: per questo la Fick lavora alacremente per avvicinare ulteriormente i giovani a questa disciplina: “Il futuro si costruisce sempre prima, noi abbiamo sviluppato sul territorio oltre 320 società e più di ventimila tesserati, stiamo cercando con dei progetti mirati di entrare in maniera solida nelle scuole. Stiamo sviluppando tutte le attività, non solo la velocità e lo slalom, ma anche la canoa da mare, la discesa, il turismo. Insomma, la canoa per tutti, perchè sia una strumento di divertimento: oggi contiamo circa 180mila appassionati e dobbiamo essere sempre più attrattivi perchè le nostre coste, laghi e fiumi sono presidiati dalle nostre società – conclude Buonfiglio – e contiamo di essere sempre più presenti per lo sport italiano e per l’immagine del nostro meraviglioso Paese”.
– Foto Italpress –

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