Cronaca
Incidente stradale a Levico Terme: soccorso notturno e ricerca nella foresta
Nella notte tra sabato e domenica, poco dopo le 3:45, il Soccorso Alpino e Speleologico Trentino è stato chiamato a intervenire a Levico Terme, per un grave incidente stradale lungo la strada che da Località Compet porta verso il centro del paese. Un’auto, uscita di strada, ha impattato violentemente contro un muro. La segnalazione è arrivata al Numero Unico per le Emergenze 112 da due amici che stavano seguendo il veicolo e hanno assistito al tragico schianto.
Quando i soccorritori sono giunti sul posto, erano già presenti i Vigili del Fuoco e i Carabinieri di Levico Terme, insieme al personale sanitario che ha immediatamente soccorso il giovane che si trovava a bordo dell’auto, nel ruolo di passeggero. Il ragazzo è stato trasportato in autoambulanza all’ospedale Santa Chiara di Trento.
Le informazioni degli amici che seguivano il veicolo indicavano la presenza di un quarto uomo, presumibilmente alla guida del veicolo al momento dell’incidente. Dopo l’impatto, quest’ultimo sarebbe fuggito nei boschi circostanti, suscitando la necessità di una ricerca. Così, la Stazione di Levico Terme del Soccorso Alpino è intervenuta insieme ai Vigili del Fuoco, battendo sentieri e strade forestali nella zona.
La ricerca è durata circa tre ore, con l’ausilio di termocamere a infrarossi per una bonifica del territorio. L’operazione, terminata intorno alle 6:15, ha escluso la presenza di una quarta persona. Pertanto, il presunto fuggitivo non è mai stato rintracciato.
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Cronaca
Grosseto, 5 denunciati per truffa e falso ai danni di cittadini stranieri: falsificati certificati per permessi di soggiorno
La Polizia di Stato di Grosseto ha denunciato cinque persone, di cui tre italiani e due stranieri regolari, per truffa, falsità in certificati o autorizzazioni amministrative e falso materiale commesso dal privato. Le indagini, condotte dalla Digos della Questura di Grosseto, hanno permesso di fare luce su un’operazione illecita ai danni di cittadini stranieri, che venivano indotti a pagare somme di denaro per ottenere falsi documenti necessari per il rilascio del permesso di soggiorno.
L’inchiesta è partita dai periodici accertamenti effettuati dall’Ufficio Immigrazione della Questura riguardo le documentazioni relative alle richieste di permesso di soggiorno. Gli indagati avevano convinto numerosi stranieri della necessità di ottenere un certificato di residenza o una dichiarazione di cessione di fabbricato per ottenere il permesso di soggiorno. Tuttavia, questi documenti erano falsificati e, nella maggior parte dei casi, inutilizzabili.
L’analisi ha rivelato oltre 1000 casi di contraffazione documentale, tra cui certificati di residenza e dichiarazioni di cessione di fabbricato con false informazioni. I cittadini stranieri coinvolti, convinti dagli indagati della necessità di tali documenti, venivano indotti a pagare cifre che variavano dai 150 ai 750 euro per ottenerli.
Le indagini della Digos hanno permesso di identificare il modus operandi degli indagati, che si svolgeva principalmente nei pressi della Stazione Ferroviaria di Grosseto e del Palazzo delle Poste. I falsi documenti, in particolare i certificati di residenza, riportavano errori evidenti come indirizzi inesistenti, errori di battitura e addirittura indirizzi e-mail non corrispondenti a quelli dei Comuni che li rilasciavano. In alcuni casi, gli stranieri venivano inseriti nello stato di famiglia degli indagati.
Un aspetto rilevante è che la quasi totalità degli stranieri coinvolti soggiornava in Italia per motivi di protezione internazionale, per cui non avrebbero avuto bisogno di documentazione aggiuntiva per ottenere il permesso di soggiorno. Tuttavia, venivano ingannati e costretti a pagare ingenti somme per documenti falsi che non erano necessari.
Dopo due anni di indagini, la Procura di Grosseto ha richiesto il rinvio a giudizio degli indagati, che sono da considerarsi presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.
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Cronaca
Carabinieri di Civitavecchia arrestano 23enne per minacce e maltrattamenti in famiglia
I Carabinieri della Stazione di Civitavecchia hanno eseguito un provvedimento di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare nei confronti di un 23enne, gravemente indiziato di minaccia grave e maltrattamenti in famiglia ai danni del padre. L’intervento è scattato dopo la segnalazione di un 55enne italiano, che ha denunciato di subire minacce da parte del figlio, un comportamento che si protraeva ormai da circa due anni e che è continuato anche alla presenza dei militari giunti sul posto.
L’episodio culminante si è verificato poco prima dell’arrivo dei Carabinieri, quando il 23enne è stato sorpreso nei pressi dell’abitazione del padre, intento a forzare la porta d’ingresso per fare irruzione. A seguito della denuncia e dei gravi indizi raccolti, d’intesa con la Procura della Repubblica di Civitavecchia, i Carabinieri hanno arrestato il giovane e lo hanno condotto presso la casa circondariale Nuovo Complesso Borgata Aurelia.
L’intervento tempestivo e coordinato dei Carabinieri ha evitato il concretizzarsi di ulteriori atti di violenza, garantendo la protezione della vittima. Si precisa che, in base alla normativa vigente e considerando che siamo ancora nella fase delle indagini preliminari, l’indagato deve ritenersi innocente fino a un eventuale accertamento di colpevolezza con sentenza definitiva.
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Cronaca
Controllo igienico-sanitario a Penne: irregolarità riscontrate in un ristorante, scattano sanzioni e segnalazioni
Nella serata di venerdì 28 febbraio 2025, i Carabinieri del Comando Stazione di Penne, supportati dal Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Pescara, hanno effettuato un’ispezione presso un noto ristorante di Penne nell’ambito di un’operazione finalizzata al controllo amministrativo e sanitario degli esercizi commerciali dell’area vestina. Durante il controllo congiunto, sono emerse numerose irregolarità riguardanti sia le norme igieniche che la corretta conservazione dei cibi destinati alla ristorazione.
Le ispezioni hanno rilevato vari problemi, tra cui alimenti non adeguatamente protetti dal rischio di contaminazione, preparazioni non correttamente etichettate e in cattivo stato di conservazione. Alcuni cibi non rispettavano nemmeno la normativa sulla tracciabilità, elemento fondamentale per garantire la sicurezza alimentare. Inoltre, è stata riscontrata la mancanza di un adeguato sistema di autocontrollo, un requisito essenziale per il monitoraggio della qualità igienico-sanitaria dei prodotti alimentari.
Un altro elemento critico è stato l’ambiente stesso del ristorante: nelle zone dedicate alla cucina e al magazzino sono state individuate esfoliazioni delle pareti e la presenza di muffa in ampie aree. Inoltre, diversi ripiani degli scaffali nell’area deposito presentavano ossidazioni e ruggine, evidenti segnali di scarsa manutenzione e potenziale rischio per la salute pubblica.
A seguito di queste violazioni, i Carabinieri hanno irrogato una sanzione amministrativa di 3000 euro e, come previsto dalle normative sanitarie, è stata effettuata una segnalazione all’autorità sanitaria competente. Quest’ultima avvierà le necessarie verifiche e determinerà eventuali provvedimenti successivi, che potrebbero comportare ulteriori sanzioni o provvedimenti restrittivi.
Questo controllo sottolinea l’importanza di mantenere elevati standard igienico-sanitari nelle strutture ristorative, a tutela della salute dei consumatori e della qualità dei servizi offerti.
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