Cronaca
Tensione a Bologna: Scontri tra Polizia e Manifestanti durante il Corteo per l’Inaugurazione dell’Anno Accademico
Tensione a Bologna nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico. Nella mattina di oggi, 1 marzo, è avvenuto uno scontro tra manifestanti e polizia: i primi avevano organizzato un corteo di protesta contro quella che definiscono “l’università del precariato”. Le prime informazioni indicano che, mentre stava per iniziare l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Alma Mater in via Castiglione – alla presenza del ministro Anna Maria Bernini – i collettivi si sono concentrati al Portico dei Servi, in strada Maggiore, per dare il via a un corteo di protesta lungo le vie del centro.
L’obiettivo dei manifestanti era quello di avvicinarsi al luogo dell’inaugurazione e cercare di entrare all’interno dell’università durante la cerimonia. Tuttavia, la polizia ha impedito loro l’accesso. La situazione è rapidamente degenerata in uno scontro tra le forze dell’ordine e i manifestanti: in un video che circola sui social, si vede la polizia caricare i manifestanti mentre questi spruzzano qualcosa e cercano di difendersi con ombrelli. Le immagini mostrano come la polizia, servendosi degli scudi, abbia fatto indietreggiare i manifestanti con forza. Tra le persone coinvolte negli scontri, c’era anche un giornalista che ha dovuto gridare di non essere un manifestante per cercare di evitare di essere travolto dalla situazione.
Le cause precise della tensione tra manifestanti e polizia sono ancora da chiarire, e sono in corso gli accertamenti del caso. Dopo qualche minuto, la situazione si è allentata: una delegazione di studenti e ricercatori è stata fatta passare e ha potuto entrare all’interno dell’università per partecipare alla cerimonia di inaugurazione.
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Cronaca
Catania: Operazione Saracena, 18 arresti per estorsioni e traffico di droga
Catania – Su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania, nei confronti di 18 persone. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare il clan Mazzei di Catania.
L’indagine e il sodalizio criminale
L’operazione, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Randazzo e coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica, ha preso il via alla fine del 2020. Le indagini hanno permesso di ricostruire la struttura del gruppo criminale, individuando come presunto vertice Montagna Bozzone Francesco. Il sodalizio operava principalmente nei territori di Bronte, Maniace e Maletto, esercitando un controllo capillare attraverso estorsioni, traffico di droga e intimidazioni sistematiche.
Secondo le evidenze investigative, Spitaleri Eugenio avrebbe assunto la direzione dell’organizzazione su Bronte e Maletto, mentre Galati Rando Mario, noto come “Balilla”, avrebbe gestito le attività criminali a Maniace. Inoltre, il gruppo Lo Cicero, legato ai Mazzei, sarebbe stato attivo tra Adrano e Bronte, sotto la guida di Lo Cicero Cristian.
L’assenza di Catania Salvatore, arrestato nel 2020 e condannato a nove anni di reclusione per estorsione, avrebbe favorito l’ascesa di Spitaleri Eugenio, che avrebbe intensificato le attività estorsive e il traffico di stupefacenti, collaborando strettamente con Galati Rando Mario.
Metodi operativi e reati contestati
Gli indagati avrebbero adottato cautele particolari per eludere le indagini, tra cui l’uso di nomi in codice, telefoni occasionali e SIM intestate a terzi estranei al clan. L’organizzazione operava tramite una fitta rete di corrieri e spacciatori incaricati di distribuire droga sul territorio.
Un ulteriore gruppo criminale, attivo prevalentemente a Maniace, sarebbe stato diretto da Conti Taguali Carmelo, detto “Carbuni”, con il compito di garantire rifornimenti anche da Fiumefreddo di Sicilia. Questo gruppo si sarebbe occupato dello spaccio attraverso giovani pusher, inizialmente riforniti da Galati Rando Mario e successivamente da Parisi Gabriele.
Le indagini hanno evidenziato episodi di intimidazione ai danni di spacciatori rivali, estorsioni sistematiche a imprenditori locali e un fiorente traffico di cocaina e marijuana. Il controllo del territorio sarebbe stato esercitato in modo capillare, con affiliati che raccoglievano informazioni sui movimenti delle Forze dell’Ordine per prevenire interventi repressivi.
Risultati dell’operazione
Nel corso delle indagini, i Carabinieri hanno eseguito sette arresti in flagranza e un deferimento in stato di libertà per traffico e spaccio di droga. Sono stati sequestrati 1 kg di marijuana, 200 grammi di cocaina e 3.500 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita.
Uno degli episodi più significativi riguarda Spitaleri Eugenio, che avrebbe imposto la “protezione” a un’importante azienda attiva nel commercio delle fragole di Maletto, tentando di estendere il racket ad altri imprenditori del settore.
Gli arrestati
Di seguito, l’elenco degli arrestati nell’ambito dell’operazione:
- Augusta Renato (Bronte, 1991)
- Bontempo Calogero (Bronte, 1973)
- Catalano Matteo (Bronte, 1998)
- Conti Taguali Carmelo (Bronte, 2000)
- Di Lorenzo Pasquale Alberto (Nicosia, 1991)
- Galati Rando Mario (Bronte, 1973)
- Galati Rando Sebastiano (Bronte, 1992)
- Incognito Giuseppe (Bronte, 1976)
- Lo Cicero Agatino (Germania, 1982)
- Lo Cicero Cristian (Adrano, 1986)
- Lo Cicero Salvatore (Biancavilla, 1983)
- Lombardo Pontillo Stefano (Bronte, 2001)
- Longhitano Biagio (Bronte, 1973)
- Montagna Bozzone Sebastiano (Bronte, 2001)
- Riolo Tonino (Catania, 1994)
- Scaduto Andrea (Germania, 1988)
- Scalisi Domenico (Adrano, 1963)
- Spitaleri Eugenio (Bronte, 1970)
Fase processuale
A seguito dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare, si aprirà il contraddittorio procedimentale, durante il quale gli indagati potranno fornire la propria versione dei fatti e presentare prove a loro difesa. Inoltre, altri 15 soggetti riceveranno l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
L’operazione rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata nel territorio catanese, confermando l’impegno delle Forze dell’Ordine e della Magistratura nella lotta alle organizzazioni mafiose e alle loro attività illecite.
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Cronaca
Irsina (Matera): Arrestato 50enne per detenzione di droga
I Carabinieri della Stazione di Irsina hanno arrestato in flagranza di reato un 50enne ospite di una comunità terapeutica del luogo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione è scaturita da una segnalazione di un operatore della struttura, che ha allertato i militari sulla possibile presenza di sostanze illecite. Durante l’intervento, i Carabinieri hanno rinvenuto due buste contenenti circa 1,43 kg di marijuana.
L’uomo è stato immediatamente arrestato e trasferito, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, presso la casa circondariale di Matera in attesa di giudizio. La sostanza stupefacente è stata sequestrata e saranno effettuate analisi per determinarne qualità e provenienza.
Le indagini proseguiranno per accertare eventuali responsabilità e collegamenti con altri soggetti. Si precisa che gli accertamenti sono ancora nella fase preliminare e necessitano di verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.
L’operazione rientra nelle attività di controllo e prevenzione condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Matera, finalizzate al contrasto dell’illegalità, inclusi il traffico e il consumo di droga anche nelle aree meno densamente popolate.
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Cronaca
Naufragio Costa Concordia: Schettino potrebbe tornare alla semilibertà. Domani la sentenza
Potrebbe essere domani il giorno in cui Francesco Schettino riassaporerà la semilibertà. L’ex comandante della Costa Concordia recluso nel carcere di Rebibbia dal 13 maggio 2017 e condannato a 16 anni per la tragedia del Giglio del 12 gennaio 2013, in cui durante il consueto “inchino” di fronte la costa toscana, persero la vita 32 persone, si presenterà domani 4 marzo davanti al tribunale di Sorveglianza di Roma che dovrebbe prendere una decisione rispetto alla richiesta avanzata dal legale dopo aver maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative al carcere.
Il comandante Schettino era stato arrestato e recluso qualche giorno dopo la tragedia, esattamente il 16 gennaio. Successivamente la Cassazione aveva concesso i domiciliari, revocati il 5 luglio. Rimase per il comandante soltanto l’obbligo di dimora a Meta di Sorrento. Sul finire dell’anno, il 20 dicembre, si chiusero le indagini: 8 gli indagati, compreso Schettino stesso, accusato di omicidio plurimo colposo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave e omessa comunicazione dell’incidente alle autorità marittime. Il 15 febbraio 2015 arrivò la condanna a 16 anni, confermata poi anche dalla corte d’appello di Firenze. La sentenza divenne definitiva il 12 maggio 2017 in Cassazione.
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