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Cronaca

Operazione contro truffe e autoriciclaggio: 14 arresti e sequestri per oltre 8 milioni di euro

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Le autorità di Monza Brianza, con il supporto della Guardia di Finanza, hanno avviato una vasta operazione contro una rete criminale accusata di truffa e autoriciclaggio. Quattordici persone sono state arrestate e sottoposte a misure cautelari, tra cui sei finiti in carcere, sei agli arresti domiciliari e due con l’obbligo di firma. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Monza, ha portato anche al sequestro di beni per un valore superiore agli 8 milioni di euro, corrispondenti ai guadagni illeciti derivanti dalle attività fraudolente.

Le indagini hanno preso piede grazie a un’attenta analisi delle operazioni di sei autosaloni situati tra la Brianza e il bergamasco, che si ritiene fossero coinvolti in un sistema truffaldino rivolto a società finanziarie. I membri dell’associazione criminale, guidati da imprenditori brianzoli nel settore automobilistico, utilizzavano prestanome, spesso di etnia “sinti”, per stipulare contratti di finanziamento per l’acquisto di auto. Questi contratti, intenzionalmente non onorati, venivano finalizzati con documenti falsificati che attestavano situazioni reddituali non veritiere.

I finanziamenti venivano concessi a circa 110 persone, tutte prive di beni, le quali non pagavano mai le rate, permettendo così ai truffatori di intascare i proventi. Le auto acquistate tramite questi contratti venivano poi trasferite agli autosaloni, dove venivano rivendute a prezzi molto inferiori rispetto al mercato, alimentando ulteriormente il giro di denaro illecito.

In seguito al sequestro, le forze dell’ordine, con il supporto di unità cinofile specializzate nella ricerca di denaro, hanno impedito la dispersione dei fondi illegittimi accumulati. L’indagine ha permesso di smantellare un’organizzazione ben strutturata, facendo emergere pratiche fraudolente e la gestione di guadagni ottenuti in maniera illecita.

Questa operazione si inserisce nel costante impegno della Guardia di Finanza per contrastare fenomeni di criminalità economico-finanziaria e colpire direttamente i patrimoni ottenuti tramite illeciti. Tuttavia, in linea con il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza degli indagati sarà confermata solo al termine dell’iter giudiziario, se dovesse intervenire una sentenza di condanna definitiva.

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Cronaca

Omicidio a Messina: Caterina Pappalardo uccisa dal figlio con 30 Coltellate

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Tragedia a Messina, dove un brutale omicidio si è consumato in un’abitazione di via Cesare Battisti, nei pressi della caserma Zuccarello. Giosuè Fogliani, 26 anni, ha ucciso la madre Caterina Pappalardo, 62 anni, infliggendole oltre 30 coltellate al culmine di un violento diverbio. L’omicida è stato arrestato dai poliziotti delle Volanti intervenuti sul posto dopo una chiamata dei vicini, allarmati dalle urla provenienti dall’appartamento.

Secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe prima stordito la madre con uno spray al peperoncino, per poi accanirsi su di lei con un coltello militare dalla lama di 18 centimetri. La donna è stata trovata in una pozza di sangue nel corridoio della casa, che ormai non condivideva più con il figlio da qualche tempo. Caterina Pappalardo si recava spesso a far visita al figlio, come avvenuto anche questa mattina.

I vicini, già a conoscenza di precedenti litigi tra i due, hanno contattato la polizia dopo aver udito le urla. All’arrivo degli agenti, il corpo della donna giaceva a terra in condizioni disperate, con il sangue che fuoriusciva dal portoncino d’ingresso. Giosuè Fogliani non ha opposto resistenza e ha immediatamente ammesso l’omicidio. Il giovane è stato condotto presso la caserma Calipari, mentre il corpo della vittima è stato trasferito all’obitorio, in attesa di ulteriori accertamenti da parte dell’Autorità giudiziaria.

Caterina Pappalardo era rimasta vedova alcuni anni fa e lascia anche una figlia, sorella di Giosuè, che vive fuori Messina. Sui social, molti hanno espresso dolore e sgomento per la tragica scomparsa della donna, descritta come una persona gentile e disponibile dai commercianti della zona che spesso la vedevano.

L’episodio ha scosso profondamente la comunità di Messina, che ora attende di capire meglio le dinamiche e i motivi che hanno condotto a questa drammatica vicenda.

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Cronaca

Ex dipendente comunale denunciato per accesso abusivo alle banche dati e falso ideologico a Trento

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Un’importante indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Cles ha portato alla denuncia di un ex dipendente del Comune dell’alta Val di Sole per i reati di accesso abusivo a banche dati e falso ideologico. L’indagine, parte di un controllo volto a garantire la legalità economico-finanziaria, ha rivelato una serie di irregolarità commesse dal funzionario, che lavorava nel settore Edilizia Pubblica.

Nel corso delle indagini, è emerso che il dipendente comunale frequentava regolarmente lo studio di un ingegnere della zona, intraprendendo una collaborazione non autorizzata dalla Pubblica Amministrazione. A suscitare sospetti è stato soprattutto il ruolo privilegiato che l’indagato ricopriva nell’ufficio comunale, che avrebbe potuto favorire l’assegnazione di incarichi pubblici al professionista, creando così un potenziale conflitto d’interesse.

L’analisi delle pratiche edilizie e dei dati relativi all’amministrazione comunale ha portato alla scoperta di numerosi accessi non autorizzati. In particolare, il dipendente aveva effettuato oltre 350 accessi abusivi al portale OPENKAT, che consente l’accesso a informazioni catastali e fondiarie, generando 1.315 visure non legittime. Questi accessi sono risultati essere una grave violazione della normativa sulla protezione dei dati personali e sull’uso dei sistemi informatici pubblici.

Oltre a questi illeciti informatici, l’indagine ha fatto luce su due episodi di falsità ideologica. Il dipendente, infatti, aveva dichiarato l’assenza di conflitti d’interesse riguardo l’assegnazione di incarichi al professionista con cui aveva collaborato, dichiarazione che è risultata infondata, in quanto i due avevano condiviso precedenti attività professionali.

Le indagini, che hanno visto un intenso lavoro di documentazione e analisi, sottolineano l’importanza della trasparenza e della legalità all’interno della Pubblica Amministrazione, e rappresentano una garanzia per la corretta gestione dei dati e degli incarichi pubblici. La Guardia di Finanza ha svolto un’azione fondamentale per garantire che i professionisti operino nel rispetto delle leggi e per tutelare l’interesse pubblico.

Secondo la normativa vigente, la presunzione di innocenza rimane fino alla pronuncia di una sentenza definitiva di condanna. Il comunicato è stato reso pubblico a seguito dell’autorizzazione della Procura della Repubblica di Trento, nel rispetto delle disposizioni di legge.

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Cronaca

Arrestata una donna per spaccio di droga a Cagliari: trovato ingente quantitativo di sostanze stupefacenti

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Un’importante operazione della Polizia di Stato di Cagliari ha portato all’arresto di una donna di 36 anni, accusata di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’arresto è avvenuto nel pomeriggio di domenica durante un controllo di routine da parte degli agenti della Squadra Volante, che stavano effettuando i consueti servizi di pattugliamento in città.

La donna, di origine bielorussa, si trovava a bordo di un veicolo insieme a un uomo. Il suo comportamento sospetto ha destato l’attenzione degli agenti, che hanno deciso di approfondire il controllo. Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato numerosi involucri di sostanze stupefacenti, tra cui marijuana, hashish e cocaina, nascosti all’interno della borsa della donna. Inoltre, sono stati sequestrati un coltello a scatto e una somma di 165 euro in contante.

L’ispezione si è estesa anche all’abitazione della coppia, dove sono stati rinvenuti ulteriori quantitativi di droga, tra cui 485 grammi di cannabis, 25 grammi di cocaina e 1 grammo di ecstasy. Oltre alla droga, gli agenti hanno trovato due bilancini di precisione e altro materiale utile al confezionamento delle sostanze stupefacenti.

La donna è stata arrestata per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio e successivamente portata davanti al Giudice per l’Udienza di convalida. Il G.I.P. ha convalidato l’arresto e ha concesso i termini a difesa. L’indagine è ancora in corso, e le forze dell’ordine stanno procedendo con ulteriori accertamenti.

Le operazioni di controllo del territorio continuano a garantire sicurezza e contrastare il traffico di droga, con la Polizia di Stato sempre impegnata a tutelare la comunità cagliaritana e a perseguire i reati legati agli stupefacenti. La donna, pur essendo indagata, gode della presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.

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