Cronaca
Operazione interforze “ad Alto Impatto” a Carrara: intensificati i controlli per contrastare i furti
Nell’ambito delle attività di controllo del territorio a Carrara, la scorsa settimana si è svolta un’operazione straordinaria interforze coordinata dalla Polizia di Stato per garantire la sicurezza dei cittadini. L’operazione, che ha avuto luogo a seguito di un incremento dei furti ai danni di esercizi commerciali nella zona di Avenza, è stata decisa durante il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dal Prefetto Guido Aprea, e organizzata dal Questore Santi Allegra.
L’intervento ha coinvolto le Volanti del Commissariato di Carrara, unità dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale di Carrara, e il supporto degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato di Firenze. L’operazione ha incluso posti di blocco, pattugliamenti mirati, e verifiche su persone e veicoli in zone considerate più sensibili, con l’obiettivo di prevenire reati predatori e azioni delittuose.
Le aree interessate dall’operazione, con particolare attenzione a Piazza Menconi, Piazza Ingolstad, Fossone, Bonascola, e la stazione ferroviaria, sono state oggetto di controlli per scoraggiare attività criminali come furti in abitazioni, micro-spaccio di sostanze stupefacenti, e verifiche sull’immigrazione irregolare.
Durante l’operazione, sono state identificate 114 persone, di cui 14 con precedenti penali, e sono stati controllati 69 veicoli. Inoltre, è stato effettuato un controllo presso una sala slot per monitorare eventuali attività illecite.
Questa iniziativa rientra in un piano più ampio di prevenzione e repressione delle attività illegali, volto a garantire una maggiore sicurezza ai cittadini di Carrara, migliorando la percezione di tranquillità e contrastando efficacemente l’illegalità diffusa.
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Cronaca
Omicidio a Messina: Caterina Pappalardo uccisa dal figlio con 30 Coltellate
Tragedia a Messina, dove un brutale omicidio si è consumato in un’abitazione di via Cesare Battisti, nei pressi della caserma Zuccarello. Giosuè Fogliani, 26 anni, ha ucciso la madre Caterina Pappalardo, 62 anni, infliggendole oltre 30 coltellate al culmine di un violento diverbio. L’omicida è stato arrestato dai poliziotti delle Volanti intervenuti sul posto dopo una chiamata dei vicini, allarmati dalle urla provenienti dall’appartamento.
Secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe prima stordito la madre con uno spray al peperoncino, per poi accanirsi su di lei con un coltello militare dalla lama di 18 centimetri. La donna è stata trovata in una pozza di sangue nel corridoio della casa, che ormai non condivideva più con il figlio da qualche tempo. Caterina Pappalardo si recava spesso a far visita al figlio, come avvenuto anche questa mattina.
I vicini, già a conoscenza di precedenti litigi tra i due, hanno contattato la polizia dopo aver udito le urla. All’arrivo degli agenti, il corpo della donna giaceva a terra in condizioni disperate, con il sangue che fuoriusciva dal portoncino d’ingresso. Giosuè Fogliani non ha opposto resistenza e ha immediatamente ammesso l’omicidio. Il giovane è stato condotto presso la caserma Calipari, mentre il corpo della vittima è stato trasferito all’obitorio, in attesa di ulteriori accertamenti da parte dell’Autorità giudiziaria.
Caterina Pappalardo era rimasta vedova alcuni anni fa e lascia anche una figlia, sorella di Giosuè, che vive fuori Messina. Sui social, molti hanno espresso dolore e sgomento per la tragica scomparsa della donna, descritta come una persona gentile e disponibile dai commercianti della zona che spesso la vedevano.
L’episodio ha scosso profondamente la comunità di Messina, che ora attende di capire meglio le dinamiche e i motivi che hanno condotto a questa drammatica vicenda.
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Cronaca
Ex dipendente comunale denunciato per accesso abusivo alle banche dati e falso ideologico a Trento
Un’importante indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Cles ha portato alla denuncia di un ex dipendente del Comune dell’alta Val di Sole per i reati di accesso abusivo a banche dati e falso ideologico. L’indagine, parte di un controllo volto a garantire la legalità economico-finanziaria, ha rivelato una serie di irregolarità commesse dal funzionario, che lavorava nel settore Edilizia Pubblica.
Nel corso delle indagini, è emerso che il dipendente comunale frequentava regolarmente lo studio di un ingegnere della zona, intraprendendo una collaborazione non autorizzata dalla Pubblica Amministrazione. A suscitare sospetti è stato soprattutto il ruolo privilegiato che l’indagato ricopriva nell’ufficio comunale, che avrebbe potuto favorire l’assegnazione di incarichi pubblici al professionista, creando così un potenziale conflitto d’interesse.
L’analisi delle pratiche edilizie e dei dati relativi all’amministrazione comunale ha portato alla scoperta di numerosi accessi non autorizzati. In particolare, il dipendente aveva effettuato oltre 350 accessi abusivi al portale OPENKAT, che consente l’accesso a informazioni catastali e fondiarie, generando 1.315 visure non legittime. Questi accessi sono risultati essere una grave violazione della normativa sulla protezione dei dati personali e sull’uso dei sistemi informatici pubblici.
Oltre a questi illeciti informatici, l’indagine ha fatto luce su due episodi di falsità ideologica. Il dipendente, infatti, aveva dichiarato l’assenza di conflitti d’interesse riguardo l’assegnazione di incarichi al professionista con cui aveva collaborato, dichiarazione che è risultata infondata, in quanto i due avevano condiviso precedenti attività professionali.
Le indagini, che hanno visto un intenso lavoro di documentazione e analisi, sottolineano l’importanza della trasparenza e della legalità all’interno della Pubblica Amministrazione, e rappresentano una garanzia per la corretta gestione dei dati e degli incarichi pubblici. La Guardia di Finanza ha svolto un’azione fondamentale per garantire che i professionisti operino nel rispetto delle leggi e per tutelare l’interesse pubblico.
Secondo la normativa vigente, la presunzione di innocenza rimane fino alla pronuncia di una sentenza definitiva di condanna. Il comunicato è stato reso pubblico a seguito dell’autorizzazione della Procura della Repubblica di Trento, nel rispetto delle disposizioni di legge.
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Cronaca
Arrestata una donna per spaccio di droga a Cagliari: trovato ingente quantitativo di sostanze stupefacenti
Un’importante operazione della Polizia di Stato di Cagliari ha portato all’arresto di una donna di 36 anni, accusata di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’arresto è avvenuto nel pomeriggio di domenica durante un controllo di routine da parte degli agenti della Squadra Volante, che stavano effettuando i consueti servizi di pattugliamento in città.
La donna, di origine bielorussa, si trovava a bordo di un veicolo insieme a un uomo. Il suo comportamento sospetto ha destato l’attenzione degli agenti, che hanno deciso di approfondire il controllo. Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato numerosi involucri di sostanze stupefacenti, tra cui marijuana, hashish e cocaina, nascosti all’interno della borsa della donna. Inoltre, sono stati sequestrati un coltello a scatto e una somma di 165 euro in contante.
L’ispezione si è estesa anche all’abitazione della coppia, dove sono stati rinvenuti ulteriori quantitativi di droga, tra cui 485 grammi di cannabis, 25 grammi di cocaina e 1 grammo di ecstasy. Oltre alla droga, gli agenti hanno trovato due bilancini di precisione e altro materiale utile al confezionamento delle sostanze stupefacenti.
La donna è stata arrestata per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio e successivamente portata davanti al Giudice per l’Udienza di convalida. Il G.I.P. ha convalidato l’arresto e ha concesso i termini a difesa. L’indagine è ancora in corso, e le forze dell’ordine stanno procedendo con ulteriori accertamenti.
Le operazioni di controllo del territorio continuano a garantire sicurezza e contrastare il traffico di droga, con la Polizia di Stato sempre impegnata a tutelare la comunità cagliaritana e a perseguire i reati legati agli stupefacenti. La donna, pur essendo indagata, gode della presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.
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