La Polizia di Stato di Trieste ha arrestato un giovane egiziano di 18 anni, senza fissa dimora, per rapina pluriaggravata in concorso, resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi od oggetti atti ad offendere. L’arresto è avvenuto la sera del 2 gennaio, dopo una rapina ai danni di due ragazzi minorenni, italiani, che si erano rivolti alla polizia per denunciare l’incidente.

I due giovani, di 16 e 15 anni, hanno raccontato agli agenti di essere stati rapinati da un gruppo di cinque uomini stranieri, armati con coltelli a serramanico, mentre si trovavano in Largo della Barriera Vecchia. I rapinatori avevano sottratto uno smartphone e una somma di denaro contante. Dopo aver ricevuto la segnalazione, le pattuglie della Squadra Volante della Questura di Trieste hanno avviato le indagini e, seguendo le descrizioni fornite dalle vittime, hanno individuato un sospetto che corrispondeva al profilo dei rapinatori.

Il giovane egiziano, visibilmente nervoso e insofferente al controllo delle forze dell’ordine, ha tentato di fuggire ma è stato immediatamente bloccato. Durante la perquisizione, gli agenti hanno rinvenuto il coltello a serramanico e lo smartphone rubato, che è stato restituito al legittimo proprietario.

Il ragazzo, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e portato alla Casa Circondariale “Ernesto Mari” di Trieste, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La rapina è stata quindi risolta con tempestività, grazie anche alla professionalità e all’efficacia degli agenti intervenuti. Il padre di una delle vittime ha espressamente ringraziato la polizia per l’intervento che ha permesso di restituire la refurtiva e identificare rapidamente il responsabile.

Il procedimento è ancora in fase di indagini preliminari e, come sempre, vige la presunzione di innocenza fino a una sentenza definitiva.

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Nella serata di sabato, la Polizia di Stato di Padova ha arrestato tre uomini di origine albanese, sorpresi mentre stavano commettendo un furto in un appartamento in via Bernardi. L’operazione, che ha visto la collaborazione tra Polizia e Carabinieri, è stata il risultato di un’attenta segnalazione da parte di un cittadino che ha notato un individuo intento a forzare una finestra al primo piano di un palazzo.

Il residente, preoccupato per quanto stava accadendo, ha subito contattato il 113. La centrale operativa ha prontamente inviato sul posto tutte le volanti disponibili, mentre un equipaggio dei Carabinieri, già in zona, si è unito alle operazioni. Al loro arrivo, gli agenti hanno prima bloccato l’individuo all’esterno dell’edificio, mentre due complici, ancora all’interno, stavano cercando di fuggire.

Nel tentativo di allontanarsi, i due ladri sono stati intercettati e, dopo un breve inseguimento a piedi, sono stati arrestati. I poliziotti hanno recuperato diversi oggetti rubati, tra cui monili in oro e una somma in contante di 250 euro. Inoltre, sono stati sequestrati strumenti utilizzati per forzare la finestra, come cacciaviti.

Gli arrestati sono un 21enne, considerato il “palo” della banda, e due uomini di 22 e 28 anni, che risiedono a Padova. Il 21enne aveva un precedente per furto, mentre gli altri due sono incensurati. Uno di loro aveva una chiave di auto, utilizzata per la fuga. Le indagini successive hanno portato alla perquisizione delle abitazioni dei due maggiorenni a Padova e Vigonza, dove sono stati rinvenuti altri oggetti rubati, tra cui orologi e bigiotteria, che potrebbero essere collegati ad altri furti commessi dalla banda.

I tre uomini sono stati arrestati e trasferiti in carcere in attesa della convalida del fermo. La refurtiva è stata restituita alla legittima proprietaria, che ha fatto ritorno a casa quella stessa sera. Questo intervento rappresenta il terzo colpo messo a segno dalla Polizia di Padova contro bande di ladri albanesi dedite ai furti in abitazione. Recentemente, le forze dell’ordine hanno smantellato altre bande operanti nella città, segnando un importante passo avanti nella lotta contro il crimine.

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Un uomo di 58 anni, originario di Lecco e con precedenti penali, è stato denunciato e sanzionato dalle forze dell’ordine per aver insultato un medico del pronto soccorso e per un furto commesso all’interno dell’ospedale S. Anna di San Fermo della Battaglia.

L’incidente è avvenuto ieri mattina, quando il personale sanitario del pronto soccorso ha allertato la Polizia di Stato in merito a un uomo che stava causando disturbo. Il 58enne, in evidente stato di agitazione, aveva iniziato a insultare pesantemente un medico, causando turbamento all’interno della struttura. Gli agenti del Posto Fisso di Polizia dell’ospedale sono intervenuti prontamente, identificando l’individuo e applicando la sanzione prevista dalla Legge 113 del 2020, che tutela il personale sanitario da atti di violenza o molestie. In questo caso, gli insulti rivolti al medico hanno comportato una multa che può variare da 1.000 a 5.000 euro, a seconda della gravità dell’offesa.

Pochi minuti dopo, la situazione si è ulteriormente complicata. Un dipendente dell’ospedale ha denunciato il furto di un casco da bici, avvenuto il 5 gennaio all’interno dei locali dell’ospedale. Grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza, gli agenti hanno subito riconosciuto il 58enne come il responsabile del furto. L’uomo era stato ripreso mentre rovistava nelle borse laterali di una bici e si impossessava del casco, nascondendolo nel suo zaino.

Poiché l’uomo era ancora presente in ospedale, è stato immediatamente condotto presso gli uffici di polizia, dove è stato denunciato per il furto e per i disordini causati. La sua posizione è ora al vaglio della Divisione Anticrimine di Como, che sta preparando una relazione per il Questore, al fine di valutare eventuali ulteriori provvedimenti amministrativi.

Questo intervento si inserisce nell’ambito della sensibilizzazione promossa dal Questore di Como, Marco Calì, riguardo alla sicurezza negli ospedali e al rispetto delle regole all’interno delle strutture sanitarie. Le forze dell’ordine sono impegnate a garantire la tranquillità del personale medico e dei pazienti, prevenendo atti di violenza o disturbo che potrebbero compromettere il normale svolgimento delle attività ospedaliere.

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