Tecnologia
Elon Musk ammette: “L’algoritmo di X spinge troppa negatività, stiamo lavorando a una revisione”
Dopo aver promosso un post che incitava l’estrema destra tedesca su X, Elon Musk sembra essersi reso conto delle ripercussioni negative che il suo social network sta avendo. Il proprietario della piattaforma ha ammesso che l’algoritmo di X sta spingendo troppo sulla negatività, creando un ambiente inospitale per molti utenti.
In un post su X, Musk ha riconosciuto che la piattaforma è diventata “negativa” a causa di come l’algoritmo seleziona i contenuti. Ha spiegato che la revisione dell’algoritmo è in arrivo, con l’intento di privilegiare contenuti che possano intrattenere e informare positivamente gli utenti, evitando di spingere la negatività che, seppur aumentando il tempo trascorso sulla piattaforma, non favorisce un’esperienza soddisfacente a lungo termine.
Il CEO di Tesla e SpaceX ha chiarito che l’algoritmo attuale, che spinge i contenuti negativi, aumenta il tempo che gli utenti trascorrono su X, ma senza garantire che gli stessi si sentano soddisfatti di aver passato quel tempo. Questo tipo di contenuti divisivi può portare gli utenti a passare più tempo sulla piattaforma per commentare o rispondere, ma a lungo andare potrebbe portare a un abbandono.
Musk ha inoltre annunciato che X sta lavorando per implementare una funzionalità che permetterà agli utenti di aggiornare facilmente il proprio feed, così da ottenere contenuti in linea con i loro desideri in qualsiasi momento. La mossa arriva in risposta alla crescente migrazione degli utenti verso altre piattaforme social come Bluesky, Threads di Meta e Mastodon, che stanno guadagnando terreno.
L’ammissione di Musk e la futura revisione dell’algoritmo sembrano essere un tentativo di recuperare la fiducia degli utenti e migliorare l’esperienza complessiva sulla piattaforma.
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Tecnologia
Chirurgia d’urgenza sempre più tecnologica, spazio anche all’IA
La chirurgia d’urgenza è uno dei settori più cruciali della medicina, perchè si occupa di interventi che richiedono un’azione immediata per salvare la vita del paziente o prevenire gravi complicanze. In situazioni critiche, il tempo è un fattore determinante: ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte, rendendo essenziale una risposta rapida e coordinata da parte di equipe altamente specializzate. L’aggiornamento continuo del personale, l’adozione di tecniche chirurgiche avanzate e l’uso di tecnologie diagnostiche immediate sono fondamentali per garantire il successo degli interventi. Sono questi alcuni dei temi trattati da Hayato Kurihara, direttore della chirurgia d’urgenza del Policlinico di Milano e vicepresidente della European Society for Trauma and Emergency Surgery, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il diabete viene sempre considerato la malattia con la maggiore incidenza nei paesi occidentali. Ebbene, se prendessimo tutte le situazioni che hanno bisogno di una procedura chirurgica urgente, l’incidenza è di un terzo superiore al diabete e il doppio di una qualsiasi diagnosi di tumore – ha esordito – In Italia abbiamo 30 milioni di accessi in pronto soccorso, buona parte di questi accessi richiede una valutazione chirurgica d’urgenza”.
La chirurgia d’urgenza è dunque fondamentale per il sistema sanitario: “Gli interventi da chirurgia d’urgenza sono quelli in caso di gravi infezioni, di peritoniti, di occlusioni, o ancora appendiciti, ischemie, poi ci sono quelli legati a una patologia d’urgenza traumatica, come possono essere multi traumi o ferite da taglio e quant’altro – ha spiegato Kurihara – Gli interventi più frequenti in chirurgia d’urgenza sono quelli per le peritoniti e le occlusioni intestinali, ma quel che conta per il chirurgo è riuscire a mantenere le sue skill operando anche in situazioni più tranquille e non sempre d’urgenza, altrimenti avremo dei pessimi chirurghi d’urgenza”.
“La chirurgia mininvasiva e laparoscopica ha cambiato radicalmente l’approccio agli interventi di chirurgia d’urgenza, e si comincia già a parlare di intelligenza artificiale – ha ribadito – Le sale operatorie moderne ormai sembrano astronavi, ci stiamo spingendo veramente all’estremo, anche sulla chirurgia d’urgenza, non dimenticando però che dobbiamo sempre saper fare un intervento tradizionale”. Il Policlinico di Milano è tra i fiori all’occhiello in questo settore: “Credo sia stata la prima chirurgia d’urgenza al mondo. Il livello è altissimo, con una squadra giovane motivata, tra le mille difficoltà in virtù dell’enorme volume di pazienti – ha sottolineato il professore, prima di parlare di alcuni progetti portati avanti nel campo della formazione – L’Emergency Surgery Course è uno dei due progetti che stiamo portando avanti, è dedicato alla formazione di chirurghi generali che vogliono focalizzare la loro cultura e la loro leadership sulle patologie chirurgiche spontanee e non traumatiche. Viceversa, c’è un altro corso, il Definitive Surgery Trauma Care, messo a punto dalla International Association for Trauma Surgery and Intensive Care, che è dedicato proprio a quei chirurghi che hanno una bassa esposizione al trauma violento, per portarli fuori dalla loro zona di comfort, per insegnargli manovre che capitano raramente, ma che possono salvare la vita ai pazienti”.
C’è però una crescente difficoltà legata al ricambio generazionale: “Non è sufficiente la gratificazione nel gestire il paziente, la medicina d’urgenza va ristrutturata – ha rivendicato Kurihara – Anche perchè, consuma il medico: provate a immaginare fare tanti turni di notte, i ritmi circadiani vanno a farsi benedire. Bisogna cercare di attirare i nuovi medici. C’è un grande interesse altrove, in Spagna sta esplodendo la chirurgia d’urgenza e metà del nuovo personale è donna”. Infine, sulla gestione dello stress per un medico impegnato nella chirurgia d’urgenza: “Come gestire lo stress? Semplice, non lo gestisco. Alla fine, la maggiore difficoltà nel team è quella comunicativa – ha concluso – Se c’è un posto in cui il chirurgo è tranquillo e sereno è proprio la sala operatoria”.
– foto tratta da video Medicina Top –
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Tecnologia
Meta riduce la moderazione dei contenuti: addio al fact-checking negli Stati Uniti
Meta, il colosso dei social media, ha annunciato un cambiamento radicale nella gestione dei contenuti sulla sua piattaforma, segnando la fine del programma di fact-checking di terze parti negli Stati Uniti. Il fondatore e CEO Mark Zuckerberg ha comunicato la decisione tramite un post, sottolineando che il nuovo approccio sarà orientato verso l’adozione di “note della comunità”, un sistema simile a quello utilizzato da X (precedentemente Twitter).
Questa mossa è stata interpretata da molti osservatori come un possibile segnale di allineamento con la nuova amministrazione Trump. Il recente cambio di leadership all’interno di Meta, con la nomina di Joel Kaplan a capo degli affari globali, ha ulteriormente alimentato queste speculazioni. Kaplan, che ha ricoperto il ruolo di vice capo di gabinetto sotto l’amministrazione di George W. Bush, è noto per i suoi solidi legami con i repubblicani. Sostituisce Nick Clegg, ex vicepremier del Regno Unito e leader dei Liberal Democratici britannici, segnando una svolta verso una gestione più in sintonia con il panorama politico conservatore.
Con questo cambiamento, Meta intende rivoluzionare il modo in cui vengono affrontate le informazioni false o fuorvianti sulla piattaforma, affidandosi maggiormente alla comunità degli utenti per segnalare e contestualizzare i contenuti.
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Tecnologia
I 10 trend fondamentali per il futuro della sicurezza informatica
La sicurezza informatica sta diventando sempre più cruciale man mano che le minacce si evolvono e diventano più sofisticate. L’adozione di tecnologie avanzate è essenziale per proteggere i dati sensibili e mantenere la sicurezza sia a livello individuale che aziendale. Ecco i principali trend che guideranno il futuro della cybersecurity:
1. Potenziare il controllo degli accessi
Un controllo degli accessi forte è uno degli aspetti più critici della sicurezza informatica. Le aziende stanno adottando modelli di sicurezza basati sull’identità, utilizzando tecnologie avanzate come l’autenticazione biometrica. Un buon controllo può prevenire oltre il 90% delle violazioni non autorizzate, proteggendo così dati sensibili e risorse aziendali.
2. Rinforzare la cyber resilienza
Con un numero crescente di attacchi informatici, la cyber resilienza sta diventando essenziale. Le aziende devono essere in grado di rispondere rapidamente e garantire la continuità operativa in caso di incidenti informatici. La crescita degli attacchi in Italia, con un aumento del 40% nei primi sei mesi del 2023, sottolinea l’urgenza di investire in misure di resilienza.
3. Investire nell’ethical hacking e nei bug bounty
L’ethical hacking sta guadagnando terreno come metodo proattivo per individuare vulnerabilità prima che vengano sfruttate dai criminali informatici. I programmi di bug bounty permettono di premiare i ricercatori di sicurezza che trovano e segnalano i difetti, un mercato che si prevede raggiunga i 5 miliardi di sterline entro il 2024.
4. Programmare strategie sicure di migrazione verso il cloud
Poiché sempre più aziende si affidano al cloud, la sicurezza durante la migrazione è fondamentale. Circa il 70% delle aziende investe in strategie avanzate di migrazione per garantire la protezione dei dati e la loro conformità durante il passaggio alle piattaforme cloud.
5. Mettere a punto un Disaster Recovery Plan
Solo il 50% delle aziende ha un Disaster Recovery Plan completamente documentato, ma una buona pianificazione per il recupero rapido dell’infrastruttura IT è cruciale per minimizzare l’impatto di un attacco informatico. Questo trend diventerà sempre più importante nel 2024.
6. Prevenire le minacce con la threat intelligence
La threat intelligence (intelligence sulle minacce) aiuta a raccogliere e analizzare proattivamente i dati sulle minacce informatiche, migliorando il tempo di rilevamento e risposta alle minacce. Secondo una ricerca di Crowdstrike, l’utilizzo della threat intelligence può migliorare i tempi di risposta del +60%.
7. Investire in operazioni di Security Operations Center (SOC) efficaci
Un Security Operations Center (SOC) ben strutturato è essenziale per la gestione delle minacce e degli incidenti informatici. Con operazioni SOC efficaci, le aziende possono ridurre i costi degli incidenti informatici fino al 50%, migliorando significativamente la capacità di rispondere agli attacchi.
8. Prevedere dei Vulnerability Disclosure Program (VDP)
I Vulnerability Disclosure Program (VDP) sono un altro strumento fondamentale per la sicurezza, permettendo alle aziende di identificare e mitigare le vulnerabilità prima che vengano sfruttate da attaccanti. Le aziende che adottano questi programmi hanno registrato una riduzione del 30% negli incidenti di sicurezza.
9. Adottare una comunicazione efficace in risposta agli incidenti informatici
Una comunicazione chiara e tempestiva durante un incidente informatico può ridurre significativamente il tempo necessario per risolvere il problema. Stabilire procedure di comunicazione ben documentate è essenziale per ridurre al minimo l’impatto degli incidenti.
10. Automatizzare la risposta agli incidenti
L’automazione nella gestione della risposta agli incidenti è in forte crescita. Utilizzare strumenti automatizzati per rilevare e rispondere a minacce informatiche riduce il tempo di reazione e consente alle aziende di affrontare rapidamente gli attacchi senza intervento manuale, aumentando l’efficacia delle difese.
Conclusioni
I trend descritti indicano che la sicurezza informatica nel 2024 e oltre sarà fortemente caratterizzata dalla proattività, automazione e intelligenza artificiale. Investire in queste aree è fondamentale per le aziende che vogliono proteggere se stesse e i propri clienti dalle minacce informatiche, creando al contempo un ambiente di lavoro più sicuro e resiliente.
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