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Economia

Anno difficile per Stellantis: drastico calo della produzione in Italia

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Il 2024 è stato segnato come un anno particolarmente negativo per Stellantis, con un significativo calo della produzione nei suoi stabilimenti italiani, il più basso dal 1956. Secondo il report della Fim-Cisl, la produzione complessiva di auto e furgoni si è ridotta del 36,8%, passando da 751.384 unità nel 2023 a soli 475.090 nel 2024. La situazione è stata particolarmente grave a Mirafiori con un calo del 69,8%, seguito da Melfi con una riduzione del 63,5%.

Questa riduzione ha avuto impatti diretti anche sulle immatricolazioni che hanno visto un decremento del 9,9% rispetto all’anno precedente, con una conseguente riduzione della quota di mercato del 3%. Le previsioni non sembrano promettenti, con attese di continui cali di produzione anche per il 2025, come confermato dal responsabile europeo del gruppo, Jean Philippe Imparato.

Il sindacato ha messo in luce la necessità urgente di prorogare gli ammortizzatori sociali per mitigare l’impatto sui lavoratori, stimando che circa 25.000 posti di lavoro tra Stellantis e l’indotto sono a rischio. Il calo della produzione è stato accompagnato da numerosi stop produttivi presso vari stabilimenti, con il settore automobilistico che subisce le pressioni della transizione verso l’energia elettrica e la digitalizzazione.

In risposta a questa situazione critica, Stellantis ha promesso investimenti per due miliardi di euro e acquisti per sei miliardi di euro dai fornitori italiani per il 2025. Tuttavia, permangono incertezze riguardo iniziative cruciali come la Gigafactory e il rilancio di Maserati, con il sindacato che richiede un dialogo approfondito sia con l’azienda che con il governo.

A livello europeo, la crisi del settore automobilistico sarà al centro di una manifestazione a Bruxelles il prossimo 5 febbraio, organizzata da IndustriAll Europe, per sollecitare risposte coordinate alla crisi che affligge tutti i produttori di automobili. La Fim-Cisl critica inoltre la decisione del governo di ridurre i fondi destinati al settore auto, sottolineando l’insufficienza delle misure nazionali di fronte a una crisi di portata continentale.

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Economia

A novembre occupati in lieve calo, la disoccupazione scende al 5,7%

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A novembre 2024, rispetto al mese precedente, diminuiscono gli occupati (-13mila unità, sono 24 milioni
65mila) e i disoccupati, mentre cresce il numero di inattivi. Lo rende noto l’Istat. Il calo dell’occupazione (-0,1%, pari a -13mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti a termine e i 15-34enni; l’occupazione è invece in crescita tra le donne, i dipendenti permanenti e chi ha almeno 35 anni di età, rimanendo sostanzialmente stabile tra gli autonomi. Il tasso di occupazione risulta invariato al 62,4%.
Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-1,6%, pari a -24mila unità) per le donne e i 25-49enni, mentre aumenta nelle altre classi di età e, seppur lievemente, anche tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione scende al 5,7% (-0,1 punti), quello giovanile sale al 19,2% (+1,4 punti).
Il numero di inattivi aumenta (+0,2%, pari a +23mila unità) per gli uomini e gli under35, diminuisce nelle altre classi d’età ed è sostanzialmente stabile tra le donne. Il tasso di inattività sale al 33,7% (+0,1 punti).
Confrontando il trimestre settembre-novembre 2024 con quello precedente (giugno-agosto), si registra un incremento nel numero di occupati dello 0,2% (+49mila unità).
La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,9%, pari a +115mila unità).
A novembre 2024, il numero di occupati supera quello di novembre 2023 dell’1,4% (+328mila unità); l’aumento coinvolge gli uomini, le donne e chi ha almeno 35 anni di età, mentre per i 15-34enni si registra una diminuzione. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,5 punti percentuali.
Rispetto a novembre 2023, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-23,9%, pari a -459mila unità) e cresce quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+2,6%, pari a +323mila).
“A novembre 2024, rispetto al mese precedente, il numero di
occupati cala lievemente (-13mila unità), attestandosi a 24 milioni 65mila. La diminuzione coinvolge solamente i dipendenti a termine, che scendono a 2 milioni 652mila; aumentano invece i dipendenti permanenti, che salgono a 16 milioni 264mila, e sono
sostanzialmente stabili gli autonomi, pari a 5 milioni 149mila – è il commento dell’Istituto di statistica -. L’occupazione è in crescita rispetto a novembre 2023 (+328mila occupati) per l’aumento dei dipendenti permanenti (+500mila) e degli autonomi (+108mila), a fronte del calo dei dipendenti a termine
(-280mila). Su base mensile, il tasso di occupazione è stabile al 62,4%, quello di disoccupazione scende al 5,7% e il tasso di inattività sale al 33,7%”.

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Economia

Bonifici istantanei: nuove regole eliminano i costi extra

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A partire dal 9 gennaio, i bonifici istantanei costeranno come quelli ordinari, eliminando i sovrapprezzi finora applicati. Inoltre, diventerà obbligatorio per tutte le banche accettare tali trasferimenti. Questa modifica è il risultato di una revisione delle normative europee sulla direttiva dei pagamenti, voluta per rendere più accessibile questo strumento finanziario, che fino ad ora poteva comportare costi aggiuntivi significativi.

Le nuove regole dell’Unione Europea prevedono un ulteriore aggiornamento il 9 ottobre 2025, che imporrà alle banche non solo di accettare, ma anche di offrire i bonifici istantanei ai loro clienti, per promuoverne un’ulteriore diffusione. Verrà inoltre introdotta la verifica di corrispondenza tra IBAN e nome del beneficiario, aumentando così la sicurezza e la fiducia in questo metodo di pagamento, visto come fondamentale per l’integrazione di un mercato unico dei pagamenti in Europa.

I bonifici istantanei, che si possono effettuare 24 ore su 24 e tutti i giorni dell’anno, si contrappongono ai bonifici ordinari, limitati a certi orari dei giorni feriali. Questa caratteristica li rende particolarmente utili per acquisti immediati e permette alle imprese di avere accesso istantaneo ai fondi, aumentando la loro competitività rispetto ai metodi di pagamento tradizionali come contanti e assegni.

La tendenza all’uso di metodi di pagamento digitali, come carte e app, continua a crescere, anche se a un ritmo più lento rispetto al passato. Secondo un’indagine recente della BCE, nei pagamenti al dettaglio nella zona euro, quasi una volta su due (48%) si utilizza una carta o un’app, percentuale che scende al 38% in Italia. Nonostante la perdita di terreno del contante, una significativa maggioranza di consumatori (62%) ritiene ancora importante avere l’opzione di pagare in contanti.

Infine, il settore del commercio al dettaglio e dei servizi professionali ha adottato in modo significativo i pagamenti digitali, anche a causa della riduzione delle commissioni. Le banche stanno affrontando la crescente concorrenza di nuovi operatori digitali, che attraggono particolarmente il pubblico giovane con servizi a basso costo.

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Economia

Giancarlo Giorgetti nominato Ministro delle Finanze dell’Anno da The Banker

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Giancarlo Giorgetti è stato nominato Ministro delle Finanze dell’anno per il 2025 dalla rivista The Banker, un autorevole mensile sugli affari internazionali del Financial Times. Il riconoscimento è stato attribuito per il suo impegno nel ridurre il crescente deficit italiano e per aver sostenuto gli investimenti pubblici, promuovendo un piano a lungo termine per affrontare l’alto rapporto debito/Pil del Paese. Secondo The Banker, Giorgetti ha ottenuto il rispetto internazionale per il suo approccio pragmatico alle difficoltà economiche dell’Italia, segnate da una crescita lenta, bassa produttività e un elevato onere del debito pubblico.

La rivista sottolinea che l’incarico di Ministro delle Finanze italiano è tradizionalmente difficile e ingrato, considerando la complessità della situazione economica e le sfide strutturali del Paese. Nonostante ciò, Giorgetti, nominato nel 2022, si è distinto come una figura politica di spicco, moderata e pro-europea, all’interno di una coalizione di governo di destra, a cui contribuisce con la sua esperienza politica e la sua abilità nel networking. The Banker lo definisce una “notevole eccezione” rispetto ai tecnocrati che negli ultimi anni hanno ricoperto la carica.

Il riconoscimento è stato accolto positivamente anche dai membri del governo italiano. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso i suoi complimenti, sottolineando la prestigiosità del premio ricevuto dal collega di partito. Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha definito questo premio un “straordinario riconoscimento”, mentre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, ha lodato l’operato di Giorgetti, evidenziando come il riconoscimento aumenti la credibilità internazionale dell’Italia.

Questo premio testimonia il lavoro svolto dal ministro Giorgetti nell’ambito della politica economica del governo Meloni, con l’obiettivo di restituire all’Italia solidità e stabilità economica a livello nazionale e internazionale.

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