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Tv e Spettacolo

Spagna | Polemica sullo sketch di Capodanno: scontro tra libertà di espressione e sensibilità religiosa

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ADN24

Un episodio trasmesso durante lo spettacolo di Capodanno sulla rete televisiva pubblica spagnola RTVE ha suscitato un acceso dibattito nel Paese. Lo sketch, che presentava un’immagine satirica in cui una figura religiosa tradizionale era sostituita da una mucca simbolo di un noto programma televisivo, ha scatenato reazioni contrastanti, dividendo l’opinione pubblica.

L’associazione cattolica Hazte Oír ha denunciato i conduttori dello show, LalaChus e David Broncano, insieme al presidente di RTVE, José Pablo López. Secondo il gruppo, il contenuto dello sketch rappresenta un’offesa grave per la comunità cristiana e un mancato rispetto dei valori fondamentali che una televisione pubblica dovrebbe promuovere. La vicenda è stata definita dall’associazione come l’ennesimo attacco ai sentimenti religiosi, aggravato dall’uso di fondi pubblici.

Sul fronte opposto, il ministro della Giustizia Félix Bolaños ha respinto la denuncia, etichettandola come un tentativo di intimidazione da parte delle frange più conservatrici. Bolaños ha colto l’occasione per sottolineare l’impegno del governo guidato da Pedro Sánchez a favore della libertà di espressione, annunciando una possibile riforma della legislazione sull’offesa ai sentimenti religiosi.

La questione, che intreccia temi di libertà artistica e sensibilità religiosa, ha acceso un acceso dibattito pubblico. Da un lato, chi difende il diritto alla satira come espressione democratica; dall’altro, chi ritiene necessario porre limiti per garantire il rispetto delle tradizioni e delle convinzioni religiose.

La controversia sembra destinata a perdurare, con implicazioni che potrebbero estendersi oltre l’ambito mediatico, sollevando interrogativi su cosa significhi oggi bilanciare rispetto e libertà in una società pluralista.

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Addio ad Antonio Sancassani, storico proprietario del cinema Mexico di Milano

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Antonio Sancassani, iconico proprietario del cinema Mexico di Milano, si è spento all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. Fondatore del Mexico nel 1980, Sancassani era una figura di spicco nel panorama culturale milanese e internazionale, noto per aver mantenuto in programmazione per oltre quarant’anni il cult musicale “The Rocky Horror Picture Show”, trasformando ogni proiezione in un evento festoso e partecipativo.

Un uomo e il suo cinema

Nel 2011 Sancassani aveva ricevuto l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza del Comune di Milano, in riconoscimento del suo contributo alla cultura cittadina. Il cinema Mexico, sotto la sua guida, è diventato un punto di riferimento per gli amanti del cinema indipendente e per chi cercava un’esperienza cinematografica unica.

Cordoglio sui social

La notizia della sua scomparsa ha suscitato numerosi messaggi di affetto e cordoglio sui social. “È morto Antonio Sancassani, favoloso combattente del cinema Mexico di Milano”, scrive un’utente su X (ex Twitter), aggiungendo poeticamente: “Per un momento nel mondo tutti i proiettori hanno smesso di funzionare”.

Cinema Mexico chiuso per lutto

Oggi il cinema Mexico ha chiuso le sue porte in segno di lutto, con un cartellone esposto all’ingresso e un messaggio registrato sulla segreteria telefonica per annunciare la perdita del suo storico fondatore.

Antonio Sancassani lascia un’eredità indelebile nel mondo del cinema e nella memoria collettiva di Milano, dove il suo impegno e la sua passione hanno dato vita a un luogo di cultura e comunità amato da generazioni.

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Morto il regista Jeff Baena, marito di Aubrey Plaza

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Jeff Baena, noto regista e scrittore, è stato trovato morto il 3 gennaio all’età di 47 anni. Era il marito dell’attrice Aubrey Plaza. Baena, famoso per film come Life After Beth e The Little Hours, è stato trovato senza vita in una casa nella zona di Los Angeles. A darne notizia sono stati i media statunitensi, che citano fonti delle forze dell’ordine.

Secondo le informazioni fornite dalle autorità, Baena è stato trovato da un assistente che ha chiamato la polizia intorno alle 10:30 del mattino (ora locale). Le prime indagini suggeriscono che potrebbe trattarsi di un suicidio.

La notizia della sua morte ha sconvolto il mondo del cinema e i fan, con molti che hanno espresso le loro condoglianze sui social media. La tragica scomparsa di Baena lascia un vuoto nella comunità cinematografica, e in particolare nel cuore della sua famiglia e dei suoi cari.

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Kieran Culkin esplora ferite intime e storiche in “A Real Pain”

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(di Lucia Magi) Kieran Culkin, conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Roman Roy in Succession, torna sul grande schermo con “A Real Pain”, un dramedy scritto e diretto da Jesse Eisenberg. Culkin, che ha conquistato la critica con la sua interpretazione nella serie HBO, si è immedesimato istantaneamente nel personaggio di Benji Kaplan, un quarantenne brillante ma profondamente vulnerabile, capace di passare da eccessi emotivi a momenti di inquietudine.

Un progetto irresistibile

“Il film era scritto in modo splendido”, racconta Culkin, che ha accettato il ruolo senza esitazioni dopo aver letto il copione. Tuttavia, gli impegni con l’ultima stagione di Succession e il desiderio di passare più tempo con la famiglia hanno rischiato di fargli rinunciare al progetto, che prevedeva 25 giorni di riprese in Polonia. “Per fortuna non ho potuto dire di no”, confessa.

Una trama tra lutti personali e storici

“A Real Pain” esplora il dolore personale e quello storico. La storia ruota attorno a due cugini, Benji (Culkin) e David (interpretato dallo stesso Eisenberg), che si ritrovano a fare un viaggio in Polonia nei luoghi della memoria della loro nonna, sopravvissuta all’Olocausto. L’eredità lasciata dalla donna li porta a visitare i luoghi della sua infanzia e il campo di concentramento dove fu prigioniera, costringendoli a confrontarsi con il loro passato e le loro differenze.

Benji è carismatico e imprevedibile, ma profondamente irrisolto, mentre David è un imprenditore digitale nevrotico e controllato. La tensione tra i due personaggi si riflette sullo schermo, alimentata anche dalle differenze di approccio tra Culkin e Eisenberg durante le riprese. “Lui era sempre nervoso e preparatissimo; io preferivo improvvisare. Questa dinamica ha arricchito i nostri personaggi”, spiega Culkin.

Un rapporto complesso dietro e davanti alla telecamera

Per Culkin, lavorare con Eisenberg, che dirigeva e recitava al contempo, ha rappresentato una sfida unica. “Era strano rispondere a indicazioni da qualcuno che era nella scena con te. Mi veniva da mandarlo a quel paese, ma poi ricordavo: è il regista e il copione è suo. E ha fatto un lavoro eccezionale”.

Successo al Sundance e l’eco di un dramma universale

Con una sceneggiatura “semplice e perfetta”, Eisenberg ha conquistato il Sundance 2024, grazie alla capacità di intrecciare dolore personale e memoria storica in un racconto profondamente umano. Per Culkin, che ha affrontato il ruolo senza prove e con un approccio spontaneo, “A Real Pain” rappresenta un’altra pietra miliare nella sua carriera, consolidando la sua capacità di esplorare personaggi complessi e fragili.

Il film promette di essere un’esperienza emozionante, capace di toccare corde universali e di offrire una riflessione sulla memoria e sulla resilienza.

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