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Addio all’ex presidente degli Usa Jimmy Carter, aveva 100 anni

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ADN24

È morto all’età di 100 anni l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter. Lo riporta il Washington Post.
Carter è stato il 39º presidente degli Usa, dal 1977 al 1981.
Nel 1982 ha costituito il Carter Center, una fondazione per i diritti umani e per la promozione della democrazia, un’opera per la quale nel 2002 è stato insignito del premio Nobel per la pace.

James Earl Carter Jr, detto Jimmy, era nato a Plains, in Georgia, l’1 ottobre del 1924.
Dal 1971 al 1975 è stato Governatore della Georgia, ha quindi vinto la nomination democratica per le elezioni presidenziali del 1976, dove da outsider ha sconfitto il presidente repubblicano in carica, Gerald Ford.
Nel suo secondo giorno di mandato, Carter ha graziato tutti i renitenti alla leva della guerra del Vietnam.

In politica estera, Carter ha promosso gli accordi di Camp David, i trattati del Canale di Panama e il secondo Strategic Arms Limitation Talks (SALT II). Sul fronte economico, ha dovuto affrontare una persistente stagflazione, ovvero una combinazione di alta inflazione, alta disoccupazione e crescita lenta. La fine del suo mandato presidenziale fu segnata dalla crisi degli ostaggi in Iran del 1979-1981, dalla crisi energetica del 1979, dall’incidente nucleare di Three Mile Island, dalla guerra civile di El Salvador e dall’invasione sovietica dell’Afghanistan.

Nel 1980 venne riconfermato come candidato presidente in vista delle elezioni generali imponendosi alle primarie democratiche sul senatore Ted Kennedy, ma alle elezioni venne sconfitto dal candidato repubblicano Ronald Reagan.
In seguito alla morte di George H.W. Bush, avvenuta il 30 novembre 2018, Carter era il più anziano ex presidente in vita.

– Foto IPA Agency –

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Mike Johnson Rieletto Speaker della Camera USA con l’Aiuto di Trump

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Mike Johnson è stato rieletto Speaker della Camera degli Stati Uniti al primo turno di votazione, un evento che segna un importante successo per il presidente eletto Donald Trump e per il Partito Repubblicano. La rielezione di Johnson è avvenuta dopo un inaspettato colpo di scena: due repubblicani che inizialmente non lo avevano sostenuto hanno cambiato il loro voto, apparentemente influenzati da una telefonata di Trump.

Il risultato finale ha visto Johnson ottenere 218 voti, contro i 215 voti ricevuti dal candidato democratico Hakeem Jeffries, con un voto registrato come “altro”. L’evento segna un importante inizio per il 119mo Congresso, che vede i repubblicani mantenere il controllo della Camera insieme alla Casa Bianca.

Johnson, che aveva già ottenuto l’endorsement di Trump, si era detto fiducioso di riuscire a vincere già al primo scrutinio. Durante il giorno della votazione, Trump lo ha pubblicamente supportato attraverso un post su Truth, descrivendo Johnson come un uomo di grande capacità e vicino al sostegno totale all’interno del partito.

Nonostante il pieno sostegno di figure di spicco come Elon Musk e il controllo della maggioranza da parte dei repubblicani, la strada verso la riconferma non è stata semplice, data la maggioranza risicata che i repubblicani detengono – la più stretta da quasi un secolo. La situazione è stata complicata ulteriormente dalla perdita di un seggio e dall’incertezza su come avrebbero votato i membri più intransigenti del partito.

Questo voto è stato un test cruciale per la capacità di Trump di unire le varie fazioni del partito in una maggioranza fragile. Il successo in questa occasione potrebbe tuttavia non garantire una navigazione tranquilla per il resto della legislatura, data la necessità di affrontare una serie di sfide politiche imminenti, inclusa la necessità di collaborare temporaneamente con i democratici per passare alcuni provvedimenti legislativi, mentre si attendono le elezioni suppletive necessarie a colmare i seggi vacanti.

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L’Udinese non sfonda, arriva il primo pari per il Verona

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VERONA (ITALPRESS) – Arriva proprio nell’ultima giornata del girone d’andata il primo pareggio stagionale dell’Hellas Verona. Gli scaligeri, in dieci dal 71′, fermano sullo 0-0 un’Udinese troppo arruffona nella manovra offensiva. Runjaic lancia subito tra i titolari il neoacquisto invernale Solet in difesa e gli assegna anche compiti offensivi: l’ex Salisburgo, da braccetto, sarà il migliore in campo. Di fronte il tridente scaligero: c’è Suslov alle spalle di Tengstedt e Sarr nel 3-4-1-2. Spinge in avvio l’Hellas coi suoi giocatori offensivi, ma i friulani resistono e rischiano di colpire in mischia: è proprio Solet a sfiorare la rete. Col passare dei minuti torna davanti l’Hellas che, seppur col 40% di possesso palla, fa più movimento e più pressing dei rivali. Thauvin prova a colpire il Verona in ripartenza in un finale dal grande nervosismo, ma Montipò c’è: è 0-0 al riposo. La ripresa si apre con un’immediata chance per il Verona, che colpisce con Tengstedt e trova la risposta della difesa rivale. Lovric reclama un rigore e l’Udinese, dal 60′ in poi, domina nella zona offensiva. Montipò salva sullo sloveno e su Lucca, Verona poco preciso e capace di farsi del male da solo. Ne sa qualcosa Tengstedt che, di fatto, sventa un gol fatto da Mosquera. L’Hellas regge il colpo ma, al 71′, ecco la potenziale svolta: Suat Serdar, già ammonito, si fa espellere per doppia ammonizione. Zanetti corre ai ripari inserendo Belahyane per Tengstedt, ma i suoi ballano: l’Udinese sfiora due volte la rete. Entra anche Sanchez e Runjaic passa al tridente, con una clamorosa doppia chance all’86’: sassata di Atta che colpisce la traversa, poi Ekkelenkamp manca il tap-in a due passi da Montipò. Nel finale gli scaligeri si limitano a difendersi, con Mosquera unico baluardo offensivo e una granitica difesa a cinque con Magnani-Daniliuc esterni. Una mossa che funziona, visto che nel recupero l’Hellas non rischia nulla. Punto d’oro per Zanetti che, nei giorni che precederanno il closing con Presidio Investors (nuova proprietaria in pectore del club per 120-130 mln), sale a 19 punti e +5 sulla zona rossa. Nono posto a quota 25, invece, per un’Udinese che sta faticando maggiormente rispetto alle prime giornate. – foto Image – (ITALPRESS).

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Il Napoli vince a Firenze 3-0 e vola solo in vetta

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FIRENZE (ITALPRESS) – Il Napoli batte a domicilio la Fiorentina 3-0 e, aspettando i recuperi di Atalanta e Inter, si gode la vetta solitaria della classifica. Vittoria meritata per Di Lorenzo e compagni anche se il punteggio finale è un pò bugiardo per i viola che per larghi tratti se la sono giocata alla pari e avrebbero potuto segnare almeno la rete della bandiera. Troppo superiori gli azzurri al cospetto di una formazione, quella toscana, apparsa troppo timorosa nella prima fase, e quantomeno sbadata nella seconda parte. L’inizio partita è di marca ospite con Conte che nel tridente offensivo presenta Spinazzola a sinistra, con Olivera a coprirgli le spalle. Proprio quest’ultimo segna già al 15′ ma la rete viene correttamente annullata per un doppio fuorigioco. I partenopei dominano a centrocampo anche se De Gea compie l’unica vera parata su un destro di Spinazzola. Il modulo scelto da Palladino, il 3-4-2-1, con Dodò e Parisi esterni a centrocampo, in realtà vede i due costantemente arretrare sulla linea difensiva per limitare le folate dei rivali, ma quando Neres al 29′ accelera non c’è nulla da fare e il brasiliano segna una rete stupenda. La Fiorentina a quel punto si sveglia e reagisce subito ma la rete segnata da Kean su assist di Sottil viene annullata per fallo di mano del centravanti gigliato. A inizio ripresa il Napoli raddoppia con Lukaku che dal dischetto spiazza De Gea dopo un netto fallo commetto in area da un ingenuo Moreno su Anguissa. Poco prima dell’ora di gioco Palladino torna al 4-3-3, sostituendo contemporaneamente Parisi e Moreno e inserendo Gosens e Colpani. A questo punto protagonista diventa Meret che prima nega a Mandragora e poi a Beltran l’1-2 viola. McTominay chiude definitivamente la partita al 68′ sfruttando l’unico errore in tutta la partita di Comuzzo. Nei venti minuti finali i viola provano fino in fondo a segnare almeno una rete ma senza riuscirci. Al triplice fischio finale è festa grande sotto il settore ospiti anche se l’infortunio di Olivera quasi nel recupero non lascia Conte pienamente sereno.
– foto Image –
(ITALPRESS).

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