Cronaca
Ubriaco e a piedi: lascia l’auto per non guidare, ma viene multato lo stesso
Un giovane della riviera ligure ha vissuto una situazione surreale dopo aver preso una decisione che inizialmente sembrava prudente. Uscito da un locale notturno nella notte, il ragazzo, visibilmente alticcio, ha scelto di non mettersi al volante della sua auto, ma di tornare a casa a piedi per evitare di incorrere nelle sanzioni severe del nuovo codice della strada per guida in stato di ebbrezza. Nonostante questa precauzione, il giovane si è comunque trovato a fronteggiare una multa, ma per un altro motivo: lo stato di ubriachezza manifesta in un luogo pubblico.
Intorno alle 2:30 del mattino, mentre camminava sul marciapiede tra Cavi di Lavagna e Chiavari, l’uomo è stato notato da una pattuglia dei carabinieri. Secondo quanto riportato dai militari, il giovane aveva gli occhi rossi, difficoltà a camminare e il linguaggio sconnesso, segni inequivocabili di un forte stato di ebbrezza. Nonostante stesse cercando di evitare la guida, il suo comportamento in strada non è passato inosservato. I carabinieri hanno quindi deciso di intervenire e, in base all’articolo 688 del codice penale, lo hanno multato per ubriachezza manifesta in luogo pubblico, che prevede una sanzione pecuniaria che va da un minimo di 51 euro a un massimo di 309 euro.
Il giovane, contrariato dalla situazione, ha cercato di protestare rifiutandosi di firmare il verbale. Tuttavia, la sua protesta non ha avuto effetto: la multa dovrà comunque essere saldata. In questo caso, nonostante l’intenzione del ragazzo di agire in modo responsabile, la legge ha previsto una sanzione per il suo comportamento, mettendo in evidenza come la sicurezza stradale e il benessere pubblico vengano tutelati anche in situazioni non direttamente legate alla guida di veicoli.
Questo episodio dimostra come, oltre alle sanzioni per la guida in stato di ebbrezza, il comportamento da ubriaco in pubblico possa portare a delle conseguenze legali, anche se il giovane non stava guidando. Un richiamo alla responsabilità e alla consapevolezza dei rischi derivanti dall’abuso di alcol, che non si limita solo alla guida, ma si estende anche alla propria condotta nei luoghi pubblici.
Cronaca
Brescia | Omicidio a Capodanno, Roberto Comelli Ucciso perchè voleva entrare ad una festa
La notte di Capodanno si è trasformata in tragedia a Provaglio d’Iseo, nel Bresciano, dove Roberto Comelli, 42 anni, è stato ucciso con un fendente al petto. L’uomo, conosciuto in paese, è stato trovato senza vita davanti a una palestra affittata per una festa privata, dopo essere stato respinto all’ingresso e coinvolto in una rissa culminata nel dramma.
La Dinamica dei Fatti
Secondo le prime ricostruzioni, Comelli si sarebbe presentato alla festa organizzata da un gruppo di ragazzi, ma non gli sarebbe stato concesso l’ingresso. A seguito del rifiuto, sarebbe scoppiata una lite durante la quale è spuntato un coltello. Il 42enne è stato colpito al petto con un’unica coltellata, risultata fatale.
I Soccorsi e l’Indagine
La segnalazione ai soccorsi è arrivata poco prima delle 4:30 del mattino, quando alcuni passanti hanno notato il corpo dell’uomo riverso sull’asfalto in una pozza di sangue. I sanitari del 118, giunti rapidamente sul posto, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. L’arma del delitto, un coltello da cucina lungo 30 centimetri, è stata rinvenuta poco distante dalla scena del crimine.
I carabinieri stanno lavorando per identificare l’autore del delitto, che al momento risulta irreperibile. Parallelamente, sono in corso interrogatori per risalire a tutti i partecipanti alla festa e ricostruire con precisione la catena degli eventi che ha portato alla tragedia.
Una Comunità Sotto Shock
L’omicidio di Roberto Comelli ha scosso profondamente la comunità di Provaglio d’Iseo. Gli abitanti del paese, ancora increduli, ricordano l’uomo come una persona conosciuta da tutti. L’accaduto solleva interrogativi sulla sicurezza e la gestione delle feste private, soprattutto in contesti che possono degenerare in situazioni di violenza.
La Caccia al Responsabile
Le indagini proseguono senza sosta per assicurare alla giustizia il responsabile di questo tragico episodio. L’attenzione delle autorità è ora concentrata sull’identificazione degli ospiti della festa, che potrebbero fornire dettagli utili a far luce su questa tragica vicenda.
Cronaca
Vietnam | Coppia di fidanzati trovata morta in 2 camere separate di un resort di lusso
Un tragico destino ha colpito Greta Marie Otteson, 33 anni, e Els Arno Quinton, 36 anni, una coppia di fidanzati che si preparava a iniziare una nuova vita insieme. I due, che avevano recentemente annunciato il loro fidanzamento su YouTube, sono stati trovati senza vita il 26 dicembre nella villa di vacanza Hoi An Silverbell, nella città vietnamita di Hoi An. Le circostanze della loro morte, avvenuta durante il periodo natalizio, restano avvolte nel mistero.
La Scoperta dei Corpi
I corpi di Greta e Arno sono stati rinvenuti in stanze separate dal personale del resort, che aveva fatto irruzione per le pulizie. Greta è stata trovata distesa nel letto della stanza 101, mentre Arno giaceva senza vita in una camera chiusa a chiave. La polizia locale ha confermato che non vi erano segni di lotta, né traumi fisici sui corpi. Gli effetti personali della coppia, inclusi i telefoni, erano intatti, escludendo al momento ipotesi di furto.
Un Mistero da Risolvere
Tra gli elementi analizzati dalle autorità ci sono diverse bottiglie di vino trovate vuote nella stanza, che potrebbero offrire indizi sulle cause della tragedia. Nonostante l’assenza di segni evidenti di violenza, le circostanze della loro morte sono ancora oggetto di approfondite indagini.
Una Storia Interrotta
Greta, originaria del Galles, e Arno, sudafricano, erano una coppia affiatata che viveva insieme in Vietnam dal luglio scorso. Greta era una stratega digitale e imprenditrice, mentre Arno lavorava come barista, musicista e streamer. Il loro recente video su YouTube, in cui annunciavano il fidanzamento passeggiando mano nella mano a Hoi An, trasmetteva gioia e speranza per il futuro. Quel video è ora un doloroso ricordo di un sogno infranto.
Cordoglio e Commemorazioni
Amici e conoscenti hanno espresso il loro dolore sui social media. La Red Eye Studios, che aveva prodotto il video del loro fidanzamento, ha condiviso un messaggio toccante: “Ci mancherete, grandi anime.” La comunità internazionale dei viaggiatori e creativi, di cui Greta e Arno facevano parte, è rimasta sconvolta dalla loro improvvisa e inspiegabile scomparsa.
Indagini in Corso
Le autorità vietnamite continuano a lavorare per chiarire le circostanze della tragedia. Le autopsie e le analisi tossicologiche potrebbero fornire risposte decisive, mentre gli amici e le famiglie della coppia attendono con il cuore spezzato di capire cosa abbia spezzato così bruscamente le vite di Greta e Arno.
Cronaca
Omicidio in Centro a Bergamo: “Sembrava di essere in un film dell’orrore”
Un grave fatto di cronaca ha scosso il cuore di Bergamo nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio, quando un uomo è stato brutalmente assassinato a colpi di coltello in via Tiraboschi, nei pressi del Comune. La vittima, Mamadi Tunkara, un addetto alla sicurezza di 36 anni originario del Gambia, ha perso la vita in un episodio che ha lasciato attoniti i presenti e sollevato interrogativi sul livello di sicurezza nella città.
La Sequenza dell’Attacco
Secondo le prime ricostruzioni, la tragedia si è consumata intorno alle 15.20, in un momento che sembrava essere l’apice di una lite violenta. Tunkara, che lavorava come vigilante presso un supermercato Carrefour, è stato colpito ripetutamente da un uomo di origine centroafricana. Il drammatico episodio ha avuto luogo all’imbocco del Passaggio Pierantonio Cividini, dove la vittima è stata spinta contro una vetrina prima di essere raggiunta da diversi fendenti. Nonostante l’arrivo immediato dei soccorsi, per lui non c’è stato nulla da fare.
Testimoni e Racconti
La scena, descritta come surreale e spaventosa, ha lasciato un segno indelebile su chi vi ha assistito. “Sembrava di essere in un film dell’orrore”, ha dichiarato il titolare di un negozio, riferendo che l’aggressore brandiva un coltello lungo circa 30 centimetri e colpiva la vittima con forza dall’alto verso il basso. Dopo aver sferrato quattro o cinque colpi mortali, l’assassino si è dato alla fuga, lasciando dietro di sé sgomento e paura.
Indagini in Corso
Le autorità locali, inclusi gli agenti della questura di Bergamo e il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota, sono intervenute rapidamente sul luogo del delitto per avviare le indagini. Al momento, i dettagli sulla motivazione del gesto rimangono incerti, e le autorità stanno lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e identificare il responsabile.
Questo episodio rappresenta un duro colpo per la comunità bergamasca, che si trova a fare i conti con un delitto tanto violento quanto inspiegabile. Mentre le indagini proseguono, il pensiero va alla vittima e alla sua famiglia, in un momento di dolore e riflessione per tutta la città.
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