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Cronaca

Arrestato un uomo di 80 anni per spaccio di droga a Gambettola

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Un provvedimento giudiziario che ha suscitato curiosità ha portato all’arresto di un uomo di 80 anni a Gambettola, in provincia di Forlì-Cesena. I carabinieri hanno eseguito un ordine di condanna definitiva emesso dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica di Forlì. L’anziano dovrà scontare una pena di tre anni e sei mesi di reclusione, oltre a pagare una multa di 15mila euro.

I fatti contestati risalgono al 2012, quando l’80enne fu coinvolto in un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti in vari comuni della provincia. Dopo una lunga vicenda giudiziaria, la condanna è diventata definitiva, portando all’arresto dell’uomo da parte dei militari della stazione di Gambettola.

Una volta rintracciato, l’anziano è stato arrestato e, dopo le formalità di rito, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. Rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria per il proseguimento della vicenda legale.

Cronaca

Gran Sasso, il dolore del papà di Luca Perazzini: ‘Il suo telefonino squilla ancora, è devastante’

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Due giorni dopo il ritrovamento dei corpi senza vita di Cristian Gualdi e Luca Perazzini, i due alpinisti romagnoli dispersi sul Gran Sasso a causa di una caduta domenica 22 dicembre, si è svolta una fiaccolata in loro ricordo. Più di 300 persone si sono riunite sabato 28 dicembre nella frazione di Santarcangelo di Romagna, San Vito, per onorare i due giovani scomparsi. La fiaccolata ha avuto luogo al Ponte Romano di San Vito, dove vivevano i due alpinisti. I partecipanti, con le candele in mano, hanno camminato in silenzio, condividendo il dolore per la tragedia che ha colpito le famiglie delle vittime.

Giancarlo Perazzini, padre di Luca, ha parlato con profonda commozione durante l’evento: «Luca era la nostra ancora, andava sempre a cento all’ora. Il suo telefonino squilla ancora, è una cosa devastante». Queste parole esprimono l’immenso dolore di un padre che ha perso il figlio in un modo tragico e prematuro. Giancarlo ha anche ricordato come Luca fosse sempre molto attivo e pieno di vita, un ragazzo che amava affrontare nuove sfide. «Luca c’era già stato un anno fa su quella cima», ha continuato il padre, spiegando che i due amici alpinisti avevano previsto di salire e scendere in sicurezza dal Gran Sasso, ma le condizioni meteo improvvise e violentissime hanno cambiato il corso degli eventi. «C’erano venti a 140 km orari, il nevischio. Li hanno scaraventati come due foglie giù per quel canalone», ha aggiunto, descrivendo la furia del tempo che ha causato la tragedia.

Nonostante il dolore, Giancarlo ha espresso la sua gratitudine per i soccorritori che, nonostante le difficoltà, hanno fatto di tutto per cercare i dispersi. «I soccorritori non si vedevano nemmeno la punta delle scarpe, sono stati incredibili, eppure hanno fatto tutto il possibile in condizioni terribili. Quel meteo è cambiato con ore di anticipo rispetto alle previsioni», ha dichiarato il padre. Le operazioni di recupero sono state difficili, e Luca è stato trovato sotto due metri di neve. Giancarlo ha poi aggiunto: «Il suo telefonino suona ancora, chissà quando ritroveranno il suo zaino».

Luca Perazzini e Cristian Gualdi sono stati descritti come due ragazzi pieni di vita, sempre pronti ad affrontare nuove avventure. Giancarlo ricorda che Luca, ogni volta che affrontava una sfida, pensava già alla prossima, e non avrebbe mai immaginato che quella montagna sarebbe stata l’ultima. I funerali dei due alpinisti si terranno il 2 gennaio a Santarcangelo di Romagna. Le cerimonie funebri si svolgeranno in due chiese distinte: alla Collegiata di Santarcangelo e nella parrocchia di San Vito. In loro memoria, i cittadini sono invitati a partecipare a un momento di raccoglimento collettivo. Lunedì 2 gennaio, le vie del centro si riempiranno di candele accese, una simbolica luce che unisce la comunità in questo doloroso momento di addio. I negozi del centro e i cittadini sono stati invitati a partecipare accendendo luci alle loro vetrine e finestre.

La fiaccolata e la cerimonia di raccoglimento rappresentano il tentativo di una comunità di stringersi attorno alle famiglie in lutto, unendo il dolore e la memoria di due giovani vite spezzate troppo presto.

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Cronaca

Indagato dirigente del Comune per la morte di Francesca Ianni: albero pericoloso non rilevato in tempo

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Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo ha iscritto un dirigente del Comune di Roma nel registro degli indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Francesca Ianni, la 45enne travolta e uccisa da un albero il 23 dicembre scorso. Il dirigente, che lavora presso il Servizio Giardini del Campidoglio, è accusato di non aver garantito la sicurezza degli alberi pubblici. Questo episodio ha suscitato preoccupazioni in merito alla manutenzione e al controllo degli spazi verdi della capitale.

La vicenda è emersa mentre i carabinieri forestali hanno acquisito documenti relativi alla manutenzione del verde urbano, compresa la documentazione riguardante l’ispezione visiva del pioppo cipressino che ha causato la tragedia. L’albero era stato controllato a settembre, ma evidentemente, il controllo non aveva evidenziato rischi imminenti. Tuttavia, si è poi scoperto che le radici dell’albero erano marce, probabilmente compromesse da lavori sul manto stradale, e il terreno su cui cresceva era instabile, con una pendenza che lo rendeva pericoloso, soprattutto in un’area frequentata da famiglie e bambini.

La domanda che gli inquirenti si pongono ora riguarda la sicurezza degli alberi pubblici e le modalità di controllo: da quanto tempo il pioppo non era stato sottoposto a prove di trazione, un esame che avrebbe potuto rilevare i suoi problemi strutturali? Questo episodio solleva dubbi sul sistema di manutenzione e la gestione degli spazi verdi in una delle principali città italiane.

Nel frattempo, oggi si sono svolti i funerali laici di Francesca Ianni al cimitero del Verano, mentre l’area del parco Livio Labor, dove è avvenuta la tragedia, resta sequestrata per ulteriori rilievi.

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Cronaca

Prete ingerisce liquido urticante durante la messa: trasportato d’urgenza in ospedale

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Un prete di 83 anni, Don Mario Perinetti, è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dopo aver ingerito un liquido urticante, probabilmente un acido, durante la messa che stava officiando. L’incidente è avvenuto nella chiesa di Sant’Andrea a Valgiuncata, nel comune di Zignago, in provincia di La Spezia.

Durante la celebrazione, Don Mario ha avvertito immediatamente un intenso bruciore alla bocca e al viso, che si è esteso rapidamente anche allo stomaco. Preoccupato per la sua salute, il sacerdote ha interrotto la messa e i fedeli presenti hanno subito allertato i soccorsi. I volontari della Pubblica assistenza di Zignago, insieme a un medico e un infermiere dell’automedica Delta 3, sono arrivati rapidamente sul posto e hanno trasportato il prete in ospedale.

I carabinieri sono intervenuti per avviare le indagini e cercare di stabilire se la presenza del liquido urticante nel calice sacerdotale sia stata causata da un errore o da un atto intenzionale. L’incidente ha suscitato grande preoccupazione nella comunità locale, ma fortunatamente, le condizioni di salute del sacerdote non sembrano essere gravi.

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