Cronaca
Ravenna | Arrestato uomo ricercato in Europa per violenza sessuale
Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato della Questura di Ravenna ha arrestato un cittadino straniero, destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità tedesche. L’arresto è avvenuto nel pomeriggio di uno dei giorni precedenti, durante un controllo di routine effettuato in via Dismano, nell’ambito di un servizio disposto dal Questore di Ravenna, dr. Lucio Pennella.
Gli agenti della Volante dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno fermato l’auto su cui viaggiava l’uomo. Dopo aver effettuato gli accertamenti attraverso la Banca Dati Interforze e Schengen, è emerso che il conducente, un cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia, era ricercato per violenza sessuale. Il mandato di arresto europeo era stato emesso il 25 novembre dalle autorità tedesche.
L’identificazione completa dell’uomo è stata effettuata tramite la comparazione delle impronte digitali, eseguita presso il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Ravenna. Dopo le formalità, il 40enne è stato arrestato e portato in carcere, in attesa della procedura per l’estradizione in Germania, dove dovrà rispondere delle accuse a suo carico.
Cronaca
Omicidio a Pontirolo: Roberto Guerrisi ucciso durante una lite familiare per i maltrattamenti alla figlia
Trenta metri di disperazione, dal momento in cui Roberto Guerrisi fu colpito al volto da un colpo di pistola fino al suo crollo, in pieno giorno, davanti a un parente e a numerosi automobilisti in transito lungo una delle strade più trafficate della provincia di Bergamo. Guerrisi, 42 anni, originario della provincia di Reggio Calabria, era da oltre venti anni residente a Boltiere, un piccolo paese vicino al confine con Pontirolo. Era sposato e padre di tre figlie di 15, 18 e 22 anni.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’omicidio sarebbe stato il tragico epilogo di una lite familiare. Tutto sarebbe nato da un conflitto tra la figlia di Guerrisi e un giovane di un’altra famiglia calabrese, collegata a un’azienda locale, la “Db Car”, che vende e noleggia automobili. La ragazza avrebbe riferito di essere stata maltrattata dal suo fidanzato. Anche se non è ancora chiaro se gli episodi di violenza fossero isolati o ripetuti, Guerrisi ha deciso di affrontare la famiglia del ragazzo e chiedere spiegazioni.
Il 28 dicembre, Guerrisi si è recato alla concessionaria per una prima discussione, promettendo di tornare più tardi e di non essere solo. Nel pomeriggio, intorno alle 14:30, i vicini hanno notato quattro auto ferme e circa sette-otto persone riunite davanti alla concessionaria. La situazione è degenerata velocemente. Secondo uno dei testimoni, la lite tra le due famiglie è diventata violenta e, all’improvviso, sono esplosi due colpi di pistola. Uno dei proiettili ha colpito Guerrisi al volto, penetrando dall’alto e uscendo sotto la scapola destra.
Un altro testimone ha raccontato di aver visto l’uomo, con il volto insanguinato, allontanarsi sorretto da un altro uomo, prima di crollare a terra. Nonostante i tentativi di rianimarlo, Guerrisi è morto poco dopo. La scena del crimine, segnata dalle macchie di sangue, si è estesa lungo il marciapiede e sulla statale.
I carabinieri di Fara Gera d’Adda, Treviglio e Bergamo, insieme alla polizia locale, hanno sbarrato la strada e avviato una serie di interrogatori per identificare il responsabile. Nonostante le difficoltà iniziali nella ricostruzione della dinamica, soprattutto per la mancata ritrovamento dell’arma, le indagini si sono concentrate sul cerchio ristrettissimo di persone coinvolte. La pistola del delitto non è stata trovata, ma i militari hanno ispezionato vari luoghi, inclusi tombini, cassonetti e l’officina dell’azienda, senza però risultati concreti.
La vicenda ha suscitato forti emozioni tra i familiari della vittima, che sono stati portati in caserma per essere ascoltati. Nella serata del 28 dicembre, un fermo sembrava imminente. Il corpo di Roberto Guerrisi è stato trasferito all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, in attesa dell’autopsia, che fornirà ulteriori dettagli sulla sua morte.
Cronaca
Scopre ladri in casa e spara: ferito un vicino durante la sparatoria a Qualiano(NA)
Un episodio di violenza si è verificato nella serata di ieri a Qualiano, in provincia di Napoli, dove un 56enne ha sorpreso dei ladri all’interno della sua abitazione e ha aperto il fuoco. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i malviventi, probabilmente intenti a compiere un furto in due appartamenti, sono stati sorpresi dal proprietario di uno degli immobili. Il 56enne, armato di pistola regolarmente detenuta, ha esploso alcuni colpi, ma uno dei ladri ha risposto al fuoco prima di darsi alla fuga con i complici, a bordo di un’auto di grossa cilindrata.
Durante la sparatoria, un 22enne, che stava rincasando, è stato colpito al piede sinistro da un proiettile vagante. Il giovane è stato trasferito all’ospedale San Giuliano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma non è in pericolo di vita.
I carabinieri, che sono intervenuti sul posto dopo la segnalazione dell’incidente, hanno sequestrato la pistola del proprietario dell’abitazione e lo hanno denunciato per lesioni personali e accensioni ed esplosioni pericolose. Durante il sopralluogo, i militari hanno recuperato 12 bossoli calibro 9×21 e 4 bossoli calibro 7,65, mentre sono in corso indagini per identificare i ladri, basate anche sui filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona.
Cronaca
Furto in un’attività commerciale, denunciata una donna a Priverno (LT)
I Carabinieri della Stazione di Priverno (LT) hanno denunciato una donna di 28 anni, già nota alle forze di polizia per precedenti penali, per il reato di furto aggravato. L’indagine è scaturita da un intervento dei Carabinieri avvenuto lo scorso ottobre, a seguito di una richiesta pervenuta dalla dipendente di un’attività commerciale locale. L’inchiesta ha accertato che la donna aveva sottratto generi alimentari per un valore di circa 50 euro.
L’identificazione dell’autrice del furto è avvenuta grazie all’analisi dei filmati provenienti dal sistema di videosorveglianza presente all’interno del negozio. Il procedimento è attualmente nelle fasi delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, l’indagata deve considerarsi innocente fino a un’eventuale sentenza definitiva.
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