Cronaca
Operazione antidroga nel Padovano: arrestato un 20enne per spaccio di stupefacenti
I Carabinieri della Stazione di Montagnana, in collaborazione con il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Este e il Nucleo Cinofili di Torreglia, hanno arrestato in flagranza di reato un giovane italiano di 20 anni, di origine marocchina, residente in un comune della bassa padovana. L’accusa, secondo quanto riportato, è di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata allo spaccio.
L’operazione ha preso avvio nei giorni scorsi, quando i militari, dopo un’attenta attività di osservazione e monitoraggio, hanno richiesto alla Procura della Repubblica di Rovigo un decreto di perquisizione personale e domiciliare a carico del sospettato. Durante la perquisizione, è stato determinante il contributo del cane antidroga “Zico”, che ha permesso di individuare e sequestrare oltre 700 grammi di cocaina purissima, suddivisa in 12 involucri, insieme a 100 grammi di hashish. La droga era abilmente nascosta in una pentola riposta in un mobile del sottotetto dell’abitazione del giovane.
Oltre agli stupefacenti, i Carabinieri hanno rinvenuto un bilancino di precisione, presumibilmente utilizzato per pesare e confezionare le dosi destinate allo spaccio. L’arresto è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Rovigo e il giovane è stato trattenuto nelle camere di sicurezza del Comando Compagnia di Este, in attesa dell’udienza di convalida.
È importante sottolineare che il procedimento è attualmente in fase di indagini preliminari e che, come previsto dal principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza dell’indagato potrà essere eventualmente accertata solo al termine del processo. L’operazione rappresenta un altro significativo risultato nella lotta contro lo spaccio di droga nel territorio padovano.
Cronaca
Parto in auto durante il tragitto verso l’ospedale: nasce Federico a pochi chilometri da Frosinone
Un episodio incredibile si è verificato nel tardo pomeriggio di ieri lungo la Strada Regionale che collega Frosinone a Latina. Giulia, una donna incinta di Patrica, ha dato alla luce il suo secondo figlio, Federico, mentre si trovava in auto con la suocera, diretta verso l’ospedale Spaziani di Frosinone. La situazione, che sembrava sotto controllo all’inizio, ha preso una piega inaspettata quando le contrazioni, improvvise e ravvicinate, hanno reso chiaro che il parto stava per avvenire prima del previsto.
Giulia, che aveva appena rotto le acque, era pronta per dirigersi in ospedale, ma non immaginava che sarebbe diventata protagonista di un parto d’emergenza. Con il supporto della suocera, la donna è salita in auto e ha iniziato il tragitto verso l’ospedale, distante solo pochi chilometri. Nel frattempo, ha chiamato suo marito Leonardo per informarlo e dirgli di raggiungere direttamente il reparto, senza rientrare a casa.
Ma la situazione si è rapidamente aggravata: mentre la macchina procedeva, le contrazioni sono diventate sempre più forti e ravvicinate, e Federico stava ormai per nascere. A questo punto, la suocera ha allertato il 118. I soccorsi non hanno perso tempo e, grazie alla pronta risposta del personale sanitario, un’ambulanza con un’ostetrica si è messa immediatamente in viaggio verso le due donne, andando incontro all’auto.
L’intervento è stato tempestivo, ma nonostante l’impegno dei soccorritori, Federico è nato comunque in macchina, a pochi chilometri da Frosinone. Fortunatamente, sia la mamma che il bambino stanno bene. Per precauzione, sono stati comunque trasportati in ospedale, dove sono stati sottoposti a controllo.
Giulia, titolare di un negozio di biancheria a Patrica, e il marito Leonardo, genitori già di una bambina, sono ormai felici e sereni con l’arrivo del piccolo Federico, che ha deciso di nascere nel giorno della Vigilia di Natale, regalando alla famiglia un’emozione unica e indimenticabile.
Cronaca
Maltempo blocca le ricerche dei due alpinisti dispersi sul Gran Sasso: speranze e difficoltà in attesa di miglioramenti
La situazione riguardante i due alpinisti romagnoli dispersi, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, si sta facendo sempre più critica, a causa delle condizioni meteo estreme che stanno ostacolando le operazioni di soccorso sul Gran Sasso, in Abruzzo. I due amici, di 42 e 48 anni, sono scivolati in un canalone a circa 2100 metri di altitudine e sono stati dati per dispersi da domenica, dopo aver intrapreso un’escursione.
Le ricerche, avviate dal Soccorso Alpino (Cnsas), sono state interrotte temporaneamente a causa di una bufera di neve che ha colpito la zona di Campo Imperatore. Le condizioni meteo, con raffiche di vento fino a 135 km/h e temperature molto basse (-9.5°C), hanno reso impossibile proseguire le operazioni di recupero in sicurezza. L’ostello “Lo Zio”, dove sono stati bloccati 18 soccorritori e altre persone, è diventato un rifugio di emergenza, ma le condizioni non permettono al momento di riattivare la funivia che collega la zona a Fonte Cerreto, creando difficoltà per i soccorritori.
L’allerta per le valanghe nella zona era inizialmente gialla (criticità ordinaria), ma il peggioramento delle condizioni meteo ha costretto i soccorritori a interrompere i tentativi di raggiungere i dispersi. Le famiglie dei due alpinisti sono arrivate in Abruzzo per seguire l’evolversi della situazione, ma purtroppo non ci sono stati aggiornamenti positivi. Il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, ha espresso la solidarietà della comunità, purtroppo con il dolore che accomuna tutti in questa difficile attesa.
Nel frattempo, il bilancio delle tragedie in montagna in Abruzzo quest’anno è drammatico, con dieci morti e due dispersi, a causa di diversi incidenti e malori. Questo tragico episodio sottolinea la pericolosità dell’attività alpinistica in condizioni meteo sfavorevoli, ed evidenzia la necessità di una pianificazione adeguata e prudente nelle escursioni montane.
Le autorità locali e i soccorritori continueranno a monitorare la situazione, sperando che le condizioni migliorino abbastanza da permettere il recupero dei due dispersi.
Cronaca
Bolzano, sciatore ubriaco rimane bloccato sulle piste da sci
Una disavventura curiosa si è verificata nel comprensorio sciistico 3Cime S.p.A., nelle Dolomiti, dove un cittadino croato, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, è rimasto bloccato sulle piste da sci. L’uomo, che non era più in grado di scendere a valle, ha dovuto essere soccorso dal personale specializzato dopo che gli impianti erano già stati chiusi.
Le operazioni di soccorso sono proseguite oltre l’orario di chiusura degli impianti, con il recupero dello sciatore che ha richiesto un intervento per riportarlo a valle in sicurezza. Oltre alle difficoltà causate dallo stato di ubriachezza, l’uomo ha tentato di evitare una multa, dichiarandosi falsamente un poliziotto delle forze speciali del suo Paese. Dopo accertamenti, è emerso che l’affermazione era falsa.
Il cittadino croato, oltre a dover affrontare il pagamento di una sanzione per essersi trovato in stato di ubriachezza sulle piste, dovrà rispondere di false attestazioni a pubblico ufficiale. Un episodio che evidenzia i pericoli legati all’abuso di alcool durante le attività sportive in montagna.
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