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Economia

Cosa succederà alle criptovalute nel 2025: previsioni e scenari futuri

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L’adozione globale delle criptovalute continua a crescere, con gli Stati Uniti e l’Europa come principali attori in questa espansione. Secondo il rapporto di Chainalysis, l’Europa si distingue come la seconda economia di criptovalute al mondo, con un contributo del 21,7% del volume complessivo delle transazioni. Tra i Paesi europei, il Regno Unito guida la classifica per valore di criptovalute ricevute, seguito dalla Germania, mentre l’Italia si posiziona al sesto posto, con oltre 50 miliardi di dollari in transazioni on-chain. Secondo Gracy Chen, CEO di Bitget e esperta di criptovalute, il 2024 rappresenta un anno fondamentale per il settore, grazie a progressi normativi e un crescente interesse istituzionale. L’approvazione degli ETF spot su Bitcoin ed Ethereum ha segnato una pietra miliare, aprendo la porta a investimenti su larga scala e contribuendo a legittimare il mercato agli occhi della finanza tradizionale. Chen prevede che il 2025 vedrà un ulteriore consolidamento del mercato, con un’evoluzione continua della regolamentazione e una maggiore stabilità. “Ci aspettiamo che il mercato delle criptovalute nel 2025 rifletta l’influenza degli eventi recenti, continuando a crescere e stabilizzarsi ulteriormente grazie all’evoluzione della regolamentazione”, ha dichiarato. Le previsioni per il 2025 suggeriscono nuovi record per le principali criptovalute. Bitcoin, attualmente dominante, potrebbe raggiungere valori tra 130.000 e 150.000 dollari, consolidando ulteriormente la sua posizione di leader del mercato. Anche Ethereum, pilastro della finanza decentralizzata (DeFi) e degli smart contract, è destinato a crescere, con stime che lo collocano tra 6.000 e 7.000 dollari. Tra le criptovalute emergenti, Solana (SOL) si distingue come una delle più promettenti, con previsioni di valore tra 500 e 750 dollari, grazie alle sue elevate prestazioni e al crescente utilizzo nel settore della DeFi e degli NFT. Un elemento cruciale per il futuro delle criptovalute è l’evoluzione normativa. Negli Stati Uniti, l’amministrazione potrebbe rafforzare il ruolo della Commodity Futures Trading Commission (CFTC), semplificando l’approccio alle criptovalute considerate commodity. In Europa, il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) sta offrendo un quadro chiaro e inclusivo, progettato per sostenere l’innovazione nel settore. L’approvazione degli ETF spot ha contribuito significativamente a legittimare il mercato, stimolando l’interesse degli investitori istituzionali e aumentando la domanda di criptovalute. Le criptovalute saranno anche influenzate da fattori macroeconomici, come le politiche delle banche centrali, i tassi di inflazione e la stabilità economica globale. Questi fattori potrebbero determinare se le criptovalute continueranno a essere percepite come asset rifugio o se rimarranno strumenti speculativi. Secondo Gracy Chen, il 2025 potrebbe segnare il raggiungimento di un equilibrio tra l’integrazione delle criptovalute nella finanza tradizionale e la loro storica volatilità. Bitcoin continuerà a guidare il settore, ma anche le altcoin troveranno spazi di crescita, alimentando un panorama sempre più diversificato.

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Le Famiglie Italiane Spendono 25 Miliardi per il Natale e le Feste: Un Record per il 2024

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Le festività natalizie sono un periodo di grande fermento, ma anche di spese ingenti per le famiglie italiane. Secondo le stime più recenti, le famiglie italiane spenderanno quest’anno circa 25 miliardi di euro per celebrare il Natale e le festività correlate, una cifra che segna un nuovo record e un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.

Questa cifra comprende una vasta gamma di spese, dalla preparazione dei pranzi e cenoni natalizi, ai regali, dalle decorazioni alle esperienze di viaggio. In particolare, le famiglie italiane si stanno preparando ad acquistare regali per i propri cari, con una spesa media che si aggira intorno ai 220-250 euro per persona. Non solo acquisti fisici, ma anche esperienze come concerti, eventi e viaggi stanno vedendo un’impennata, testimoniando come le festività siano diventate un’opportunità per vivere momenti speciali al di là delle tradizionali celebrazioni domestiche.

Oltre ai regali, un altro capitolo importante delle spese natalizie riguarda la tavola. I pranzi e le cene festive, composti da piatti tipici della tradizione italiana, rappresentano una voce significativa del budget familiare. Le famiglie investono in prodotti di alta qualità, come dolci artigianali, vino pregiato e carni selezionate, con una crescita dell’interesse per le specialità locali e sostenibili.

Un’altra tendenza che emerge è il crescente utilizzo della tecnologia per gli acquisti. Il commercio elettronico continua a crescere, con molti italiani che scelgono di fare shopping online per evitare le lunghe code nei negozi fisici. Le piattaforme digitali offrono sconti e promozioni speciali che attraggono sempre più consumatori, soprattutto per i regali e gli acquisti last minute.

Nonostante la crisi economica e le sfide globali, il Natale resta un’occasione di riflessione e di unione per le famiglie italiane. La spesa record di quest’anno è vista come un segnale di resilienza, con molte persone pronte a investire per rendere queste festività indimenticabili. La fiducia nelle tradizioni e il desiderio di rendere il Natale speciale sono più forti che mai, nonostante le difficoltà economiche.

Le spese natalizie contribuiscono anche al motore economico del Paese, con il settore della grande distribuzione, dei piccoli commercianti e dell’artigianato che beneficiano in modo significativo di questo periodo dell’anno. Tuttavia, gli esperti mettono in guardia sul fatto che le famiglie devono prestare attenzione alla gestione del proprio budget, evitando eccessi che possano compromettere la stabilità economica a lungo termine.

In conclusione, il Natale 2024 si prospetta come una festa ricca di emozioni, ma anche di spese, con 25 miliardi di euro pronti a stimolare l’economia e a dare un respiro alle attività commerciali, in un momento di grande incertezza economica e sociale.

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Manovra 2025: nuovi bonus per famiglie, lavoratori e giovani

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La manovra economica 2025 in Italia, attualmente in discussione alla Camera e destinata a essere approvata a breve, introduce una serie di bonus destinati a famiglie, giovani, donne e lavoratori, con l’obiettivo di stimolare la natalità, supportare l’occupazione e sostenere la crescita economica.

Un’importante novità riguarda il bonus bebè: si prevede una Carta per i nuovi nati, un bonus bebè una tantum da 1.000 euro per i genitori con un reddito ISEE inferiore ai 40.000 euro. Inoltre, il bonus asilo nido diventa strutturale e arriva fino a 3.600 euro all’anno per i genitori di bambini nati nel 2024, con ISEE inferiore ai 40.000 euro e un altro figlio sotto i 10 anni. Anche il congedo parentale viene potenziato, con la retribuzione aumentata all’80% anche nel secondo mese (prima era al 60%) e l’aggiunta di un terzo mese sempre con la stessa retribuzione.

Per le mamme lavoratrici, viene confermato il bonus mamme, esteso anche alle lavoratrici autonome con almeno due figli e un reddito fino a 40.000 euro (escluse quelle a regime forfettario). Inoltre, viene introdotto il bonus attività extra scolastiche, destinato a genitori con ISEE sotto i 15.000 euro, con figli dai 6 ai 14 anni. Il contributo di 30 milioni di euro sarà destinato a corsi di sport e lingue.

Per i lavoratori, si confermano i fringe benefits, con importi più alti per i neo assunti che si trasferiscono a più di 100 km dalla propria residenza. Viene anche introdotta la detassazione dei premi (aliquota ridotta dal 10% al 5%) e confermato il bonus assunzioni per giovani e donne, con decontribuzioni nelle zone economiche speciali (Zes). Inoltre, la flat taxper le partite IVA viene estesa, con l’aumento della soglia massima di reddito da 30.000 a 35.000 euro.

Per il benessere psicologico, è previsto un bonus psicologo con un incremento dei fondi. Quanto ai bonus per la casa, scompaiono il bonus caldaie e il bonus verde, ma rimangono il Superbonus, l’ecobonus e il bonus ristrutturazioni, seppur con requisiti più stringenti e detrazioni più basse. Non vengono riconfermati i bonus mobilielettrodomestici e decoder/tv. Scompare anche il bonus colonnine di ricarica per auto elettriche.

La manovra, che include queste e altre misure, dovrà essere approvata definitivamente dal Senato, ma si prevede che l’ok possa arrivare dopo il Natale. Nel frattempo, il governo ha già posto la fiducia sulla legge alla Camera.

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Le differenze salariali tra Nord e Sud Italia: al Nord si guadagna il 50% in più

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Le disuguaglianze salariali in Italia continuano a essere evidenti, con una netta separazione tra i salari al Nord e quelli al Sud del paese. Secondo un’analisi del Centro Studi della Cgia di Mestre, i lavoratori del Nord guadagnano mediamente circa il 50% in più rispetto a quelli del Sud. Mentre al Settentrione la retribuzione mensile lorda si aggira intorno ai 2.000 euro, al Sud il salario medio scende a circa 1.350 euro.

Questa differenza si riflette non solo nelle retribuzioni mensili, ma anche nella tredicesima, che quest’anno, come segnalato dalla Cgia, rischia di essere erosa da rate, mutui, bollette e tasse. Il caro-vita, la produttività e la presenza di grandi aziende al Nord sono le principali cause di questa disparità. Le grandi imprese, multinazionali e istituti bancari/finanziari/assicurativi che si concentrano nelle aree urbane del Nord pagano stipendi più elevati, ma non sono distribuiti uniformemente sul territorio nazionale.

Nel 2023, il monte salari lordo erogato ai 17,3 milioni di lavoratori dipendenti privati in Italia ha raggiunto i 411,3 miliardi di euro, con una retribuzione media mensile lorda di 1.820 euro, in aumento rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’inflazione è cresciuta a un tasso superiore, pari al 5,7%, riducendo il potere d’acquisto dei lavoratori. Oltre il 60% delle retribuzioni complessive è stato pagato ai lavoratori del Nord, confermando la disparità tra le due aree del paese.

Le province con i salari più alti si trovano al Nord, con Milano che guida la classifica con una retribuzione mensile media di 2.642 euro, seguita da Monza-Brianza e dalle province lungo la via Emilia. Al contrario, le province del Sud, come Trapani, Cosenza e Nuoro, si trovano tra quelle con i salari più bassi, con Vibo Valentia che detiene il primato negativo con uno stipendio medio di soli 1.030 euro.

In sintesi, le disuguaglianze salariali in Italia sono accentuate dal divario geografico, che penalizza soprattutto le regioni meridionali, rendendo ancora più difficili le prospettive di crescita economica e di benessere per i lavoratori del Sud.

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