Tv e Spettacolo
Audrey Hepburn: Dal buio della guerra al glamour di Hollywood
Audrey Hepburn, una delle attrici più amate e rispettate della storia del cinema, nacque il 4 maggio 1929 a Bruxelles, in Belgio. La sua infanzia fu segnata dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale visse nei Paesi Bassi sotto l’occupazione nazista. La fame e la paura furono una costante, ma Audrey trovò conforto nella danza, un’arte che amava profondamente.
Dopo la guerra, Audrey si trasferì a Londra per inseguire il sogno di diventare una ballerina professionista. Tuttavia, la sua straordinaria bellezza e il suo talento naturale la portarono verso il mondo del cinema. Con il suo primo ruolo da protagonista in Vacanze Romane (1953), conquistò il pubblico e vinse un Oscar, dando inizio a una carriera brillante.
Tra i suoi film più celebri ci sono Colazione da Tiffany, dove interpretò l’indimenticabile Holly Golightly, e My Fair Lady. Hepburn divenne un simbolo di eleganza e stile, grazie anche alla sua collaborazione con lo stilista Hubert de Givenchy, che creò molti dei suoi look iconici. Nonostante il successo, Audrey rimase una persona semplice e umile, sempre attenta alle necessità degli altri.
Negli anni successivi, Hepburn dedicò gran parte della sua vita al lavoro umanitario, diventando ambasciatrice dell’UNICEF. Visitò paesi colpiti dalla povertà e dalla guerra, portando aiuti e speranza ai bambini più vulnerabili. Questo impegno le valse numerosi riconoscimenti e rafforzò la sua immagine di donna di straordinaria grazia e compassione.
Audrey Hepburn morì il 20 gennaio 1993, ma il suo impatto sulla cultura e sulla società rimane indelebile. La sua bellezza, il suo talento e il suo cuore generoso continuano a ispirare milioni di persone in tutto il mondo.
Tv e Spettacolo
“Dove osano le cicogne”, Brizzi “Affronto un tema serio con leggerezza”
Il tema della ricerca della maternità, attraverso quella surrogata, ponendo dei quesiti con leggerezza così come si addice a una commedia. E’ lo spunto da cui prende le mosse il nuovo film di Fausto Brizzi, “Dove osano le cicogne”, nei cinema dal 1° gennaio 2025 e in anteprima dal 31 dicembre.
“Ho preso spunto da un lavoro teatrale di Angelo Pintus, con il quale ho scritto il film, dedicato in maniera autobiografica alla sua ricerca di paternità e di maternità di sua moglie e delle loro tragicomiche avventure. Angelo è abituato a rivoltare in commedia tutte le cose che gli capitano nella vita e che magari quel giorno lo fanno disperare e poi magari trova il lato buono. Quindi le disavventure di una coppia che cerca un figlio”, spiega Brizzi in un’intervista all’Italpress. Il film “è nato da un incontro con Angelo, non ci conoscevamo, un incontro al buio ma ci siamo trovati in sintonia perchè anche lui come me rivendica la libertà di ridere”, aggiunge.
Pintus, di professione comico e noto al pubblico per le sue partecipazioni a programmi come “Colorado”, “Camera Cafè”, “Lol” ma anche con alle spalle un paio di apparizioni in pellicole cinematografiche, oltra a essere il personaggio principale del film ne è stato anche parte in causa scrivendo il copione con Brizzi. “Un “non attore” che in questo film dimostrerà di essere un grande attore e sarà la sorpresa. Abbiamo avuto bisogno di un paio di giorni di rodaggio perchè non era abituato ai ritmi di un set cinematografico. Si è adattato alla macchina cinema e anche la sua recitazione giocando anche un pò di sottrazione”, racconta il regista. “Una cosa rara e preziosissima nel cinema comico è il fatto che il casting è stato fatto prima di scrivere la sceneggiatura. Abbiamo scritto sugli attori sapendo già chi li avrebbero interpretati. Molti sono stati proposti da Angelo stesso e ancora lo ringrazio, perchè mi ha fatto scoprire degli attori che non erano nel giro consueto”.
Brizzi torna sul tema del film sottolineando come si tratta di “un seme gettato, trattare con leggerezza un tema come quello della maternità surrogata che ovviamente fa discutere e ognuno può avere la sua opinione, però credo che sia un dovere della commedia porre dei quesiti con leggerezza che poi si dibattono in altre sedi. Il film tocca la palla e la getta in mezzo al campo. Ognuno poi fa la sua riflessione”.
Quanto ai progetti futuri “la cosa più vicina è un musical”, anticipa Brizzi. “Andrà in teatro scritto con Enrico Vanzina. E’ l’adattamento teatrale e musicale di ‘Sapore di marè. Siamo andati a toccare il suo cult ed è stato molto bello, perchè io faccio questo mestiere per merito o per colpa sua e adesso ci siamo ritrovati a scrivere insieme. Per me lui è un maestro”, chiosa il regista.
-foto Italpress-
Tv e Spettacolo
Nannini, a settembre speciale rock show all’Arena di Verona
Il 21 settembre 2025 la voce di Gianna Nannini e i suoi brani senza tempo risuoneranno all’Arena di Verona per uno speciale rock show.
L’annuncio arriva a pochissimi giorni dalla fine del Sei nell’anima tour – European Leg, il tour indoor partito lo scorso novembre, completamente sold out, che ha segnato ufficialmente il suo ritorno live nei palasport più importanti d’Europa e Italia.
-foto ufficio Stampa Gianna Nannini –
Tv e Spettacolo
Nasce il Festival internazionale del Cinema di Pompei
Dal 3 all’8 giugno 2025, nasce il Festival internazionale del Cinema di Pompei, un evento unico che mira a esplorare e celebrare le diverse identità culturali del nostro pianeta. Un vibrante manifesto dell’importanza della conservazione delle identità culturale, una riflessione profonda sulla cultura e sulle tradizioni che definiscono ciascuna comunità. Sotto l’egida artistica di Enrico Vanzina e la gestione progettuale di Annarita Borelli, il Festival Internazionale del Cinema di Pompei, si annuncia come un evento di rilievo internazionale. Una esperienza immersiva, che unirà il cinema a turismo, moda, comunicazione e arti visive, con l’obiettivo di esaltare e custodire le radici culturali, sia italiane che internazionali.
Un festival per valorizzare il patrimonio culturale mondiale – Pompei, simbolo eterno di bellezza e memoria storica, diventa l’emblema perfetto per un evento che guarda al cinema come una chiave per connettere passato e futuro. Il Festival promette di regalare non solo emozioni ma anche nuova linfa al panorama culturale e cinematografico internazionale, attirando l’attenzione di artisti, cineasti e pubblico da ogni parte del globo.
Il programma: sei giorni di grande cinema e cultura – La manifestazione inizierà il 3 giugno con un’elegante serata di apertura, mentre dal 4 al 7 giugno il cuore pulsante dell’evento sarà animato da proiezioni di film in concorso. Il gran finale, previsto per l’8 giugno, sarà una serata di gala interamente dedicata alla premiazione delle opere più meritevoli.
Tra i protagonisti del festival troviamo lungometraggi internazionali provenienti da tutto il mondo, dalle Americhe all’Asia, passando per Africa ed Europa, capaci di offrire una prospettiva multiculturale unica. I cortometraggi, invece, renderanno omaggio al territorio campano e all’Italia, narrando storie ispirate alle tradizioni locali. Una delle grandi novità sarà la sezione dedicata ai film in formato verticale, molto amati sui social media: un’opportunità per esplorare linguaggi visivi contemporanei. Durante il festival, inoltre, un laboratorio creativo porterà alla realizzazione di un film in tempo reale, coinvolgendo pubblico e professionisti.
In programma anche retrospettive memorabili, sedici proiezioni proposte in rassegna, una immersione nei classici intramontabili del cinema mondiale. Saranno proposte anche pellicole firmate da grandi registi italiani abbinate a quattro incontri imperdibili con gli autori stessi: ogni giornata del festival ospiterà le opere di un regista di spicco, con proiezioni distribuite lungo tutta la giornata.
Una sezione del Festival sarà dedicata a film o docufilm di carattere archeologico. Racconti che mettono in risalto lo stresso rapporto esistente tra ritrovamenti archeologici e territorio. Una ricerca continua dei reperti del passato che servono in maniera decisiva a riportare a galla un passato che ci definisce dal punto di vista identitario. Nessun luogo più di Pompei si presta a questa vetrina culturale della diffusione dei valori archeologici veicolati da immagini filmiche.
Sezioni di studio: cinema e gli intrecci con la società – Come parte integrante della celebrazione, il Festival ospiterà tre approfondimenti tematici: “Cinema e linguaggio”, con la partecipazione di luminari dell’Accademia della Crusca, docenti universitari ed esperti del cinema italiano; “Cinema e turismo”, una riflessione sul dialogo tra arte cinematografica e promozione territoriale, con la partecipazione di ministeri, istituzioni regionali e accademici; “Cinema e costume”, un tributo al rapporto fra cinema e moda italiana, valorizzando l’incontro tra design raffinato e narrazione visiva.
“Pompei rappresenta un luogo carico di memoria e significato, e il Festival mira a utilizzare questa eredità come metafora dell’importanza di custodire le nostre radici. In un mondo sempre più globalizzato, vogliamo riappropriarci del valore dell’identità come elemento insostituibile” ha commentato la Presidente Annarita Borelli. “Il Festival vuole porsi come occasione per riscrivere una narrativa culturale che conservi l’unicità del singolo, evitando la dissoluzione nella massificazione globale”.
“La sfida principale è proprio questa – conclude il direttore artistico Enrico Vanzina – riuscire a bilanciare l’approccio contemporaneo, che abbraccia inevitabilmente una dimensione globale e tecnologica, con la necessità di mantenere un legame profondo con le nostre radici. Vogliamo portare avanti un racconto che non perda di vista da dove veniamo, valorizzando l’unicità delle esperienze locali, storiche e culturali, senza cadere nella trappola della standardizzazione. Questo festival vuole essere uno spazio per riflettere su come l’identità possa evolversi senza dissolversi nella globalizzazione, creando nuove connessioni senza dimenticare le proprie origini”.
– foto ufficio stampa LTM & Partners-
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