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Perché la batteria si scarica in inverno e cosa fare per evitare che accada

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L’inverno è una stagione critica per la batteria di un’automobile, perché le temperature rigide rischiano di peggiorare rapidamente le condizioni della batteria e di compromettere le prestazioni di tutto il veicolo. Per tale motivo, è importante conoscere i sintomi di una batteria scarica, come prevenirne il malfunzionamento e cosa fare in caso di emergenza.

A volte può tuttavia capitare di avere una piccola disattenzione ed essere perciò costretti a un cambio batteria auto. In questi casi è possibile rivolgersi a una delle oltre 350 sedi di Euromaster, punto di riferimento in Italia per tutto ciò che riguarda la manutenzione auto, grazie alla competenza di tecnici certificati, pronti a intervenire su ogni tipologia di veicolo.

Batteria scarica? Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione

La batteria scarica in inverno è un problema molto frequente, dal momento che le basse temperature rallentano le reazioni chimiche che avvengono al suo interno, riducendo la capacità di accumulare e fornire energia. Durante i mesi invernali inoltre, il frequente utilizzo del sistema di riscaldamento e dei fari, pone la batteria sotto ulteriore stress, accelerandone l’usura.

Per capire se è bene fare un controllo, è bene fare attenzione a questi sintomi di una batteria scarica molto facili da riconoscere:

  • Avviamento lento dell’auto;
  • Luci deboli;
  • Dispositivi elettrici intermittenti.

Come prevenire una batteria scarica in inverno

Per fortuna, basta mettere in atto alcuni semplici accorgimenti, per ridurre drasticamente le chances che la batteria dell’auto si scarichi completamente.

Una buona idea, specialmente se il veicolo resta fermo per lunghi periodi, potrebbe essere quella di utilizzare un mantenitore di carica, così da tenere la batteria al livello ottimale senza sovraccaricarla. Allo stesso modo, isolarla con un copribatteria termico riduce l’esposizione al freddo, mantenendo più stabile la temperatura anche nelle giornate più rigide.

Per scongiurare il cambio batteria si consiglia anche di cambiare alcune abitudini di utilizzo del veicolo. Ad esempio, per quanto possibile, sarebbe opportuno evitare tragitti troppo brevi e parcheggiare in luoghi riparati. Avviare l’auto e spegnerla dopo pochi minuti non dà infatti alla batteria il tempo di ricaricarsi adeguatamente, mentre tenerla parcheggiata al freddo per troppo tempo ne accelera l’usura. È inoltre opportuno accendere l’auto almeno una volta al giorno, così da mantenere la batteria attiva e carica.

Anche spegnere i dispositivi elettrici superflui può allungare la vita della batteria in inverno. L’utilizzo di radio, luci interne o di altri device che consumano energia favorisce l’aumento dei consumi e per questo potrebbero compromettere una batteria quasi scarica.

Cosa fare se la batteria si scarica improvvisamente

Nonostante tutte le precauzioni, può capitare di scordare le luci accese e di trovare la batteria scarica. Per farla ripartire, si possono valutare due alternative:

  1. Avviare l’auto con i cavi: collegando tua batteria a quella di un altro veicolo funzionante usando cavi di emergenza si può fare ripartire l’auto e ricaricare la batteria percorrendo un tragitto senza spegnere il mezzo;
  2. Utilizzare un booster portatile: in questo caso si può avviare l’auto senza bisogno di collegarla alla batteria di un altro veicolo.

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La nascita del panettone

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Una delle tradizioni più amate di Milano è senza dubbio il panettone, il dolce natalizio che oggi è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ma sai che la sua origine è avvolta nel mistero e nella leggenda? Una delle storie più raccontate narra che il panettone sia nato per caso durante il periodo rinascimentale, grazie a un giovane cuoco di nome Toni. Secondo la leggenda, Toni lavorava in una pasticceria a Milano e, un giorno, mentre il forno stava cuocendo una torta speciale per il banchetto di Natale, si accorse che la torta stava bruciando. Per rimediare, il giovane cuoco aggiunse ingredienti come burro, uvetta, canditi e lievito, creando un dolce che si rivelò un successo straordinario. La ricetta venne poi chiamata “Pan de Toni” (Pane di Toni), che nel tempo divenne il “panettone” che conosciamo oggi.

Questo dolce, simbolo del Natale milanese, ha avuto una grande evoluzione nei secoli, fino a diventare uno dei prodotti più rappresentativi della pasticceria italiana e a conquistare anche il mercato internazionale.

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Caravaggio e il suo uso come modello: una curiosità sull’arte del genio barocco

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Una curiosità interessante su Caravaggio riguarda la sua abitudine di utilizzare se stesso come modello per molti dei suoi dipinti, spesso in pose drammatiche e contorte. Il pittore, infatti, non era solo un genio dell’arte, ma anche un uomo tormentato dalla sua vita turbolenta. Per esempio, nella celebre opera “Giuditta che decapita Oloferne”, Caravaggio si dipinse nel volto di Oloferne, il generale assiro che viene ucciso da Giuditta. Questa scelta non solo evidenziava il suo talento per il realismo, ma anche un aspetto psicologico profondo, mostrando una sorta di auto-riflessione nella brutalità delle sue scene. Caravaggio non esitava a rappresentare se stesso in situazioni di violenza o disperazione, forse per esplorare le sue stesse emozioni e conflitti interiori.

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La Nascita della Bandiera Italiana: Dalla Monarchia alla Repubblica

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Una curiosità interessante riguardante il Regno d’Italia è la nascita della prima “bandiera italiana” che ha preceduto quella che oggi conosciamo. Quando nel 1861 il Regno d’Italia venne proclamato sotto il re Vittorio Emanuele II, la bandiera inizialmente utilizzata non era ancora quella verde, bianca e rossa con lo stemma al centro. La versione originale della bandiera italiana, infatti, aveva lo stemma della casa Savoia al posto dell’attuale simbolo della Repubblica. Solo con l’introduzione della Repubblica Italiana nel 1946, dopo la fine della monarchia, venne definitivamente adottata la bandiera tricolore che tutti conosciamo oggi, senza lo stemma, simbolo di unità nazionale e di un’Italia repubblicana.

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