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Cinque modelli Mazda per i neopatentati

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RDopo l’entrata in vigore del Nuovo Codice della Strada 2024, che prevede una serie di norme volte ad aumentare la sicurezza alla guida aumentano i modelli Mazda per i neopatentati. In tale contesto il marchio giapponese rafforza la sua presenza in questo segmento aggiungendo alla Mazda2, ora disponibile nella motorizzazione termica da 75 CV e quella Mild Hybrid da 90 CV, anche la nuova Mazda2 Hybrid. Inoltre, si aggiungono le nuove Mazda3 e CX-30 con il rinnovato motore da 140 CV e il crossover MX-30, in versione elettrica e R-EV.
Tra i modelli disponibili per i nuovi conducenti spiccano le nuove Mazda3 2025 e CX-30 2025, migliorate in termini di prestazioni, connettività e comfort rispetto ai precedenti modelli. Entrambe le vetture sono ora dotate di un nuovo motore e-Skyactiv G 2.5L da 140 CV più, efficiente e prestazionale. Inoltre, includono l’integrazione dell’assistente vocale Alexa e un sistema di navigazione evoluto e ora connesso. Altra novità è la Mazda2 Hybrid, compatta e perfetta per la città, rinnovata nel 2024 in termini di sicurezza e nel suo line-up. Infine, troviamo la Mazda MX-30 sia in versione EV 100% elettrica che in versione R-EV con l’esclusivo generatore di energia Wankel.

Con il Nuovo Codice della Strada 2024 sono stati cambiati i parametri per classificare i veicoli che possono essere guidati dai neopatentati. In particolare, un neopatentato potrà guidare auto con una potenza specifica, riferita alla tara, fino ai 75 kW/t. Per le auto elettriche o plug-in, il limite riguardante la potenza specifica sarà stabilito in 65 kW/t batteria compresa. In ogni caso, per tutte le autovetture, la potenza massima consentita sarà di 105 kW, ovvero 142 CV. I limiti per i neopatentati saranno validi per un periodo di tre anni dalla data di conseguimento della patente di guida anzichè un anno. I nuovi limiti non sono retroattivi e pertanto si applicano ai titolari di patenti di guida conseguite a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge.

Grazie a questi parametri, i nuovi conducenti avranno a disposizione nella gamma Mazda un’ampia scelta di vetture, in diverse versioni, capaci di adattarsi a qualsiasi esigenza e stile di vita. La costruzione umanocentrica, marchio di fabbrica di ogni Mazda, nonchè la perfetta posizione di guida, permettono al conducente di entrare in sintonia con l’auto sin dal primo momento, così che possa sentire di avere il pieno controllo su di essa anche in condizioni difficili; caratteristica preziosa e imprescindibile per la sicurezza dei neopatentati. Inoltre, la tecnologia intuitiva e la struttura del telaio, unita a una ragionata e studiata erogazione della potenza, sembrano trasformare l’auto in una estensione del proprio corpo, regalando delle reazioni sempre prevedibili e facilmente controllabili. Infine, le tecnologie innovative dei materiali conferiscono leggerezza alle auto Mazda, permettendo un coinvolgimento di guida unico che favorisce una facile e intuitiva manovrabilità anche in situazioni di emergenza.

foto: ufficio stampa Mazda Motor Italia

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Osservatorio Luiss “L’automobile sapiens piace agli italiani”

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L’automobile sapiens piace agli italiani: sarà la regina del mercato. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School “Dall’automobile sapiens all’automobilista sapiens. Reazioni, aspettative e timori nei confronti dell’auto della nuova specie e analisi della sua diffusione sul mercato”. La ricerca analizza la percezione dell’intelligenza
nel settore automobilistico, concentrandosi sui fattori che influenzano l’accettazione e l’intenzione di utilizzo di sistemi IA integrati nei veicoli e osserva analiticamente la diffusione del fenomeno automobile sapiens sul mercato resa evidente dal numero di veicoli definiti da software in arrivo nei prossimi anni. “La situazione che stiamo vivendo in Europa, in Italia, nel mondo, per quanto riguarda l’automotive, è molto delicata, fa parte della transizione energetica, quindi era qualcosa di assolutamente prevedibile” ha detto Michele Crisci, presidente Unrae, Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.

“Quello che noi oggi cerchiamo di chiarire sono i passi fatti fino ad adesso e i passi necessari da fare in futuro per garantire non solamente uno sviluppo dell’automotive nel senso corretto che le norme stanno definendo, quindi andare verso la decarbonizzazione in maniera molto chiara e molto netta ma anche farlo in maniera sostenibile economicamente e socialmente cercando di ritornare come Italia ad un paese importante dell’automotive”. I risultati dello studio evidenziano una caratterizzazione numerica ben riconoscibile: più della metà di potenziali utilizzatori si vede già pronta ad entrare nell’era dell’automobile sapiens. Secondo i dati della ricerca l’intenzione di utilizzo è manifestata da parte del 55,2% degli intervistati, mentre il 67,9% ha espresso un livello di familiarità medio alto e otto su dieci, il 75,8%, hanno definito la tecnologia come altamente innovativa.

Questo, per un prodotto identificato chiaramente come rivoluzionario e ancora non disponibile nella sua interezza sul mercato, rappresenta indubbiamente un punto di partenza molto avanzato. Le resistenze sono legate al possibile alto costo di manutenzione e aggiornamento in caso di problemi tecnici o vulnerabilità informatiche con l’83,2% dell’intervistati che ha espresso preoccupazioni significative riguardo alla delega totale, dal punto di vista decisionale solo il 28% degli interpellati si è detto favorevole.
Lo studio delinea ostacoli e opportunità per integrare sistemi di intelligenza artificiale anche in altri settori ponendo al centro il ruolo attivo e consapevole dell’utilizzatore.
“La ricerca parte da una scoperta quella che stava nascendo un nuovo tipo di prodotto: l’automobile sapiens, con l’intelligenza artificiale a bordo” ha spiegato Fabio Orecchini, direttore scientifico dell’Osservatorio Auto e Mobilità Luiss Business School e Università Guglielmo Marconi.

“in questa ricerca siamo andati a capire se l’utilizzatore può essere interessato a salire a bordo di questa auto e quante ne stanno arrivando sul mercato veramente. Gli utilizzatori si sono mostrati molto più pronti di quanto pensassimo”. La crescita dell’intelligenza artificiale sta, inoltre, portando nuovi concetti e nuovi approcci nello sviluppo dei sistemi di sicurezza a bordo dell’automobile Sapiens: si prevede che il giro d’affari per i sistemi di Incabin Sensing crescerà dagli attuali 2,5 miliardi di dollari a 6-8 miliardi entro il 2030, anche sotto la spinta di standardi omologazione sempre più severi. Il World Economic Forum (WEF) afferma che la capacità di calcolo destinata all’IA a livello globale sta raddoppiando ogni cento giorni. La Semiconductor Industry Association segnala, nel suo rapporto 2024, che l’automotive è salita dal 14% al 17% del mercato dei semiconduttori negli USA ed è l’unico settore a presentare un aumento (+15% sull’anno precedente). Tutto questo con un mercato mondiale dei semiconduttori valutato in 611 miliardi di dollari, 92 miliardi dei quali riguardano i chip AI by design, ovvero il 15%.

In questo scenario altamente espansivo per l’IA, sono già undici le piattaforme lanciate sul mercato in Europa, progettate per essere alla base di modelli appartenenti alla famiglia degli SDV (Software defined vehicle – Veicoli definiti da software). Nei prossimi due anni se ne aggiungeranno almeno altre diciotto, numero destinato con ogni probabilità a crescere man mano che arriveranno ulteriori rivelazioni da parte dei marchi auto, visto che ben dodici di quelle già note sono programmate per l’arrivo su strada a brevissimo termine, entro il 2025.
Le chatbot, cioè i software in grado di dialogare in forma scritta e parlata con l’utilizzatore, sono l’espressione attualmente più riuscita, semplice e diffusa dell’Intelligenza Artificiale all’interno di tutti i processi dell’industria automotive. Sono stati analizzati trentotto marchi auto e tutti propongono un assistente vocale proprietario a bordo e permettono di utilizzare in vettura Google Assistant e Siri. Ben tredici permettono ad Alexa di accedere e comandare funzioni di bordo all’interno della stessa vettura, sei marchi utilizzano (o possono utilizzare) Alexa built-in (incorporato e delegato dal sistema), cinque Google Assistant built-in. Sono quattro le case che associano ai loro assistenti vocali un avatar e quattordici quelle che già incorporano ChatGPT.

foto: xc3/Italpress

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La fine di un’era: lo smembramento dello stabilimento Saab di Trollhättan

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Il marchio Saab, simbolo della tradizione automobilistica svedese, segna la fine di un’era con la definitiva chiusura dello stabilimento di Trollhättan, luogo che per decenni ha prodotto automobili innovative e di qualità. Dopo anni di difficoltà finanziarie, tentativi di rilancio e passaggi di proprietà, il sito produttivo che ha visto nascere modelli iconici come la Saab 9-3 sta ora per essere smembrato, con i macchinari e le attrezzature trasferite alla Surplex, una società tedesca specializzata nella vendita di impianti e beni aziendali provenienti dalla chiusura di fabbriche e fallimenti.

La storia recente di Saab è stata segnata da una serie di eventi sfortunati. Acquisita dalla General Motors (GM) nel 2000, la casa automobilistica svedese ha visto la produzione interrotta nel 2011, quando la GM ha deciso di dismettere il marchio. I successivi tentativi di rilancio da parte di Spyker e della National Electric Vehicle Sweden (NEVS) non sono riusciti a salvare la società, che ha visto il marchio tornare nelle mani dell’originario produttore di aerei lo scorso aprile.

Lo smembramento dell’impianto di Trollhättan segna un capitolo doloroso per i fan e gli appassionati di Saab, con la vendita dei macchinari, delle presse giganti e delle linee di montaggio. Sebbene alcuni esperti abbiano ipotizzato che, con i giusti diritti industriali, sarebbe stato possibile riprendere la produzione della Saab 9-3, questa sembra ormai un’ipotesi lontana. L’impianto, una volta uno dei centri nevralgici della produzione automobilistica svedese, è stato completamente svuotato, e con ogni probabilità la sua demolizione è imminente.

Nel 2023, l’impianto di Trollhättan era stato ceduto dalla NEVS alla società svedese Stenhaga Invest, che inizialmente aveva manifestato l’intenzione di vendere o affittare la fabbrica a un altro costruttore di automobili. Tuttavia, le circostanze sembrano essere cambiate, e ora l’area potrebbe essere destinata a diventare un investimento immobiliare, trasformando quello che un tempo era un simbolo della produzione automobilistica svedese in una zona ad alta redditività.

La triste sorte di Saab è spesso descritta come una delle storie più emblematiche di cattiva gestione nel settore automobilistico, come sottolineato dall’analista Tim Urquhart nel 2010. Nonostante i tentativi di risollevare il marchio e la sua lunga e importante tradizione, la mancanza di visione a lungo termine e la cattiva gestione hanno portato alla fine di un’azienda che, a suo tempo, rappresentava un fiore all’occhiello dell’industria automobilistica mondiale.

La chiusura definitiva dello stabilimento di Trollhättan e la fine di Saab segnano la chiusura di un capitolo importante nella storia dell’automobile, che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli appassionati di auto e dei nostalgici di un’epoca in cui il marchio svedese era sinonimo di innovazione, sicurezza e stile.

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Il settore Automotive europeo al centro del dialogo tra Italia e Commissione UE

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha recentemente avuto un confronto telefonico con il commissario europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, riguardo alle proposte di revisione del settore automotive europeo. Queste proposte sono contenute nel cosiddetto non paper italiano, frutto della collaborazione tra Italia e Repubblica Ceca, presentato durante il Consiglio Competitività del 28 novembre.

Il non paper ha già ottenuto il sostegno di numerosi paesi membri dell’Unione Europea. L’obiettivo centrale di questo documento è rivedere le modalità con cui l’industria automobilistica europea dovrà affrontare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2035. Si punta a garantire che tali obiettivi siano non solo ambiziosi, ma anche sostenibili e realisticamente raggiungibili, attraverso una tempestiva revisione del regolamento. Al centro di questa riflessione c’è la competitività dell’industria automobilistica europea, che deve essere preservata in un contesto di crescente transizione verso la sostenibilità.

Durante il colloquio, Tzitzikostas ha confermato la sua disponibilità a collaborare con i governi e le parti industriali per trovare soluzioni comuni e concrete. La disponibilità al dialogo rappresenta un segnale importante per un settore che sta attraversando una fase di profondo cambiamento, con il passaggio dalle auto a motore a combustione a quelle elettriche e ibride.

Il ministro Urso e il commissario europeo hanno deciso di incontrarsi nuovamente il 21 gennaio a Strasburgo, in occasione della riunione plenaria del Parlamento europeo. Questo incontro sarà un ulteriore passo nel confronto continuo tra le istituzioni europee e i paesi membri, per promuovere politiche industriali che possano coniugare gli obiettivi ambientali con le esigenze di competitività e innovazione del settore automotive.

Il dialogo con la Commissione Europea rientra in una serie di incontri strategici da parte dell’Italia per influenzare la politica industriale europea. Pochi giorni prima, Urso aveva incontrato anche Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione UE per la Prosperità e la Strategia Industriale, per discutere della politica industriale europea e del sostegno necessario per il settore automobilistico europeo.

Questo intenso dialogo tra Italia e istituzioni europee evidenzia l’importanza del settore automotive per l’economia europea e la determinazione dell’Italia nel garantire che le politiche per la transizione energetica siano compatibili con le esigenze di crescita e innovazione industriale. Il futuro del settore dipende dalla capacità di integrare la sostenibilità ambientale con la competitività economica, una sfida che l’Unione Europea dovrà affrontare con soluzioni concrete e pragmatiche.

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