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La fine di un’era: lo smembramento dello stabilimento Saab di Trollhättan

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Il marchio Saab, simbolo della tradizione automobilistica svedese, segna la fine di un’era con la definitiva chiusura dello stabilimento di Trollhättan, luogo che per decenni ha prodotto automobili innovative e di qualità. Dopo anni di difficoltà finanziarie, tentativi di rilancio e passaggi di proprietà, il sito produttivo che ha visto nascere modelli iconici come la Saab 9-3 sta ora per essere smembrato, con i macchinari e le attrezzature trasferite alla Surplex, una società tedesca specializzata nella vendita di impianti e beni aziendali provenienti dalla chiusura di fabbriche e fallimenti.

La storia recente di Saab è stata segnata da una serie di eventi sfortunati. Acquisita dalla General Motors (GM) nel 2000, la casa automobilistica svedese ha visto la produzione interrotta nel 2011, quando la GM ha deciso di dismettere il marchio. I successivi tentativi di rilancio da parte di Spyker e della National Electric Vehicle Sweden (NEVS) non sono riusciti a salvare la società, che ha visto il marchio tornare nelle mani dell’originario produttore di aerei lo scorso aprile.

Lo smembramento dell’impianto di Trollhättan segna un capitolo doloroso per i fan e gli appassionati di Saab, con la vendita dei macchinari, delle presse giganti e delle linee di montaggio. Sebbene alcuni esperti abbiano ipotizzato che, con i giusti diritti industriali, sarebbe stato possibile riprendere la produzione della Saab 9-3, questa sembra ormai un’ipotesi lontana. L’impianto, una volta uno dei centri nevralgici della produzione automobilistica svedese, è stato completamente svuotato, e con ogni probabilità la sua demolizione è imminente.

Nel 2023, l’impianto di Trollhättan era stato ceduto dalla NEVS alla società svedese Stenhaga Invest, che inizialmente aveva manifestato l’intenzione di vendere o affittare la fabbrica a un altro costruttore di automobili. Tuttavia, le circostanze sembrano essere cambiate, e ora l’area potrebbe essere destinata a diventare un investimento immobiliare, trasformando quello che un tempo era un simbolo della produzione automobilistica svedese in una zona ad alta redditività.

La triste sorte di Saab è spesso descritta come una delle storie più emblematiche di cattiva gestione nel settore automobilistico, come sottolineato dall’analista Tim Urquhart nel 2010. Nonostante i tentativi di risollevare il marchio e la sua lunga e importante tradizione, la mancanza di visione a lungo termine e la cattiva gestione hanno portato alla fine di un’azienda che, a suo tempo, rappresentava un fiore all’occhiello dell’industria automobilistica mondiale.

La chiusura definitiva dello stabilimento di Trollhättan e la fine di Saab segnano la chiusura di un capitolo importante nella storia dell’automobile, che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli appassionati di auto e dei nostalgici di un’epoca in cui il marchio svedese era sinonimo di innovazione, sicurezza e stile.

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Il settore Automotive europeo al centro del dialogo tra Italia e Commissione UE

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Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha recentemente avuto un confronto telefonico con il commissario europeo per i Trasporti sostenibili e il Turismo, Apostolos Tzitzikostas, riguardo alle proposte di revisione del settore automotive europeo. Queste proposte sono contenute nel cosiddetto non paper italiano, frutto della collaborazione tra Italia e Repubblica Ceca, presentato durante il Consiglio Competitività del 28 novembre.

Il non paper ha già ottenuto il sostegno di numerosi paesi membri dell’Unione Europea. L’obiettivo centrale di questo documento è rivedere le modalità con cui l’industria automobilistica europea dovrà affrontare gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2035. Si punta a garantire che tali obiettivi siano non solo ambiziosi, ma anche sostenibili e realisticamente raggiungibili, attraverso una tempestiva revisione del regolamento. Al centro di questa riflessione c’è la competitività dell’industria automobilistica europea, che deve essere preservata in un contesto di crescente transizione verso la sostenibilità.

Durante il colloquio, Tzitzikostas ha confermato la sua disponibilità a collaborare con i governi e le parti industriali per trovare soluzioni comuni e concrete. La disponibilità al dialogo rappresenta un segnale importante per un settore che sta attraversando una fase di profondo cambiamento, con il passaggio dalle auto a motore a combustione a quelle elettriche e ibride.

Il ministro Urso e il commissario europeo hanno deciso di incontrarsi nuovamente il 21 gennaio a Strasburgo, in occasione della riunione plenaria del Parlamento europeo. Questo incontro sarà un ulteriore passo nel confronto continuo tra le istituzioni europee e i paesi membri, per promuovere politiche industriali che possano coniugare gli obiettivi ambientali con le esigenze di competitività e innovazione del settore automotive.

Il dialogo con la Commissione Europea rientra in una serie di incontri strategici da parte dell’Italia per influenzare la politica industriale europea. Pochi giorni prima, Urso aveva incontrato anche Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione UE per la Prosperità e la Strategia Industriale, per discutere della politica industriale europea e del sostegno necessario per il settore automobilistico europeo.

Questo intenso dialogo tra Italia e istituzioni europee evidenzia l’importanza del settore automotive per l’economia europea e la determinazione dell’Italia nel garantire che le politiche per la transizione energetica siano compatibili con le esigenze di crescita e innovazione industriale. Il futuro del settore dipende dalla capacità di integrare la sostenibilità ambientale con la competitività economica, una sfida che l’Unione Europea dovrà affrontare con soluzioni concrete e pragmatiche.

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Il piano industriale Stellantis: investimenti e novità per l’Italia

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Stellantis ha presentato il suo ambizioso piano industriale per l’Italia, che prevede ingenti investimenti e l’introduzione di nuove piattaforme e modelli produttivi. Tra le novità più significative, la produzione della piattaforma Stla-Small a Pomigliano, a partire dal 2028, destinata a ospitare due nuovi modelli compatti. Un passo importante per il rilancio dello stabilimento campano, che vedrà anche il prolungamento della produzione della Panda fino al 2030, per poi passare alla nuova generazione di questo storico modello.

Altri stabilimenti italiani saranno coinvolti in questa trasformazione. A Melfi, la piattaforma Stla-Medium darà vita alla nuova Jeep Compass, nelle versioni elettrica e ibrida, e alla nuova Lancia Gamma, insieme a nuovi modelli DS. L’introduzione di questi veicoli ibridi contribuirà a triplicare i volumi di produzione, rafforzando ulteriormente il ruolo di Stellantis sul mercato europeo.

Per lo stabilimento di Cassino, è previsto l’arrivo della piattaforma Stla-Large, sulla quale saranno realizzati modelli come la nuova Alfa Romeo Stelvio a partire dal 2025 e la Giulia dal 2026. Stellantis ha anche annunciato la possibilità di produrre versioni ibride di questi modelli, insieme a una futura top di gamma.

Atessa, invece, diventerà un punto di riferimento per la produzione di veicoli elettrici, con l’introduzione dal 2027 di una nuova versione di veicoli commerciali Large Van.

A Mirafiori, Stellantis proseguirà con la produzione della 500 ibrida e della nuova 500 BeV elettrica, che rappresentano l’evoluzione di un simbolo dell’auto italiana. Inoltre, Torino, a partire dal 2025, diventerà il quartier generale della regione Europa per Stellantis, oltre a ospitare importanti centri di ricerca e sviluppo, come il Battery Technology Center e il centro SUSTAINera, focalizzato sulla sperimentazione e riciclo delle batterie.

Modena assumerà un ruolo chiave come polo dell’alta gamma, con un progetto che coinvolgerà l’intero ecosistema della Motor Valley per sviluppare insieme alle filiere locali veicoli ad alte prestazioni, tra design, pre-industrializzazione e componentistica innovativa.

Investimenti per il Futuro

Stellantis ha confermato l’impegno di continuare a investire in Italia, con una previsione di circa 2 miliardi di euro destinati agli stabilimenti nel 2025, a cui si aggiungono 6 miliardi di euro per gli acquisti da fornitori italiani. Con 10 miliardi di euro previsti per il periodo 2021-2025, Stellantis resta uno dei maggiori investitori nel settore automotive in Italia, confermando il suo impegno per l’occupazione e la crescita industriale.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato l’importanza di questi investimenti per il rilancio dell’industria auto in Italia, soprattutto in vista della transizione tecnologica ed ecologica. Urso ha anche ribadito la necessità di un piano industriale europeo che tuteli la competitività del settore e che possa coniugare le esigenze di sostenibilità con quelle produttive e sociali.

Un Piano Strategico per il Settore Automobilistico

Il piano industriale di Stellantis è un passo fondamentale per rafforzare la posizione dell’Italia nel panorama automotive globale. Il governo italiano ha già messo in campo misure di supporto per il settore, con oltre un miliardo di euro nel 2025 destinato a sostenere le imprese nella transizione tecnologica. La politica industriale di Stellantis si concentra, dunque, sulla valorizzazione del Made in Italy, sull’innovazione e sulla creazione di occupazione qualificata, con un forte impegno in ricerca e sviluppo.

Il futuro del settore automotive italiano dipende dalla capacità di affrontare la sfida della transizione energetica, ma anche dalla salvaguardia della produzione e dell’occupazione, per mantenere l’Italia come uno dei principali attori dell’industria automobilistica in Europa e nel mondo.

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Il USPS Lancia i Nuovi Furgoni Elettrici per le Consegne: Un Passo Verso la Sostenibilità e l’Efficienza

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Sulle strade degli Stati Uniti stanno facendo la loro apparizione dei nuovi veicoli che hanno attirato l’attenzione per il loro aspetto particolare, definito da molti con un “look da papera” per il muso che si estende in avanti. Questi sono i Next Generation Delivery Vehicles (NGDV), i nuovi furgoni commissionati dal US Postal Service (USPS) al colosso dei veicoli speciali e per la difesa Oshkosh, dopo una gara da diversi miliardi di dollari. Questi veicoli sono parte di un ambizioso programma lanciato nel 2020, che prevede la fornitura di 106.000 nuovi veicoli per il servizio postale, tra cui 66.000 furgoni elettrici, destinati a modernizzare e rendere più efficienti le consegne postali ‘porta a porta’, anche nelle zone più remote degli Stati Uniti.

Nel 2023 è stato avviato il primo lotto del programma, che comprende 9.250 veicoli elettrici e oltre 14.000 punti di ricarica dedicati. L’investimento complessivo da parte dell’USPS per la modernizzazione della sua flotta ammonta a 9,6 miliardi di dollari, e la distribuzione dei veicoli si estenderà nel corso dei prossimi cinque anni. Questi nuovi furgoni non solo miglioreranno la sicurezza dei dipendenti, ma aumenteranno anche l’efficienza operativa, permettendo una riduzione dei viaggi necessari grazie alla maggiore capacità di carico, che consente il trasporto di più pacchi per ogni viaggio.

Dal punto di vista del design, i veicoli sono stati progettati con particolare attenzione alla sicurezza e al comfort dei postini. Dispositivi come sedili ergonomici, aria condizionata e una maggiore altezza interna per permettere ai conducenti di muoversi comodamente sono stati integrati per garantire un ambiente di lavoro più salutare. Inoltre, questi furgoni sono dotati di una guida a destra, una caratteristica tradizionale dei veicoli del USPS, che consente ai postini di avvicinarsi facilmente alle cassette postali fuori dalle aree urbane e di lasciare corrispondenza e pacchi senza doversi spostare dal posto di guida.

In generale, il programma dei Next Generation Delivery Vehicles segna una svolta significativa per il US Postal Service, che cerca di abbracciare la sostenibilità e l’efficienza operativa con l’adozione dei veicoli elettrici, un passo importante verso la riduzione dell’impatto ambientale del servizio postale.

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