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Cronaca

Savona | Rapina aggravata e violenza, tre arresti e una denuncia dopo un’incidente in piazza

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A Savona, la Polizia di Stato ha arrestato tre uomini, di età compresa tra i 24 e i 30 anni, con l’accusa di rapina aggravata in concorso, dopo un episodio di violenza avvenuto in Piazza del Popolo. Un altro uomo, poco più che trentenne, è stato invece denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento dell’auto di servizio.

L’incidente è stato segnalato dai cittadini che hanno notato una violenta lite tra quattro persone. All’arrivo delle forze dell’ordine, un uomo con il volto insanguinato si è avvicinato, riferendo di essere stato appena aggredito e rapinato da tre individui. Dopo aver soccorso la vittima e trasportata al Pronto Soccorso, gli agenti hanno avviato le ricerche degli aggressori.

I tre sospetti sono stati rintracciati poco dopo in un appartamento nel centro cittadino, dove le indagini hanno confermato il loro coinvolgimento nell’aggressione. Dopo aver ricostruito i fatti, i tre sono stati arrestati e trasferiti in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Nel frattempo, la vittima, che nel corso dell’incidente aveva anche danneggiato l’auto della Polizia, è stata denunciata per resistenza e danneggiamento. Le indagini proseguono per fare chiarezza su tutti gli aspetti dell’aggressione e delle violenze.

Cronaca

Frosinone | Smantellato un sistema di frode ai danni dell’INPS: due professionisti indagati

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Un’operazione congiunta tra la Guardia di Finanza di Frosinone e l’INPS ha portato alla luce un sofisticato meccanismo di frode ai danni dell’ente previdenziale, finalizzato a ottenere indebitamente l’indennità di disoccupazione (NASPI) attraverso assunzioni fittizie. L’inchiesta, denominata “Naspi for Anyone”, ha coinvolto due professionisti – un consulente del lavoro e un ingegnere – che operavano nella provincia di Frosinone. I due indagati sono accusati di aver messo in piedi una rete fraudolenta che ha causato danni economici significativi all’INPS.

L’indagine, che ha visto l’impiego di perquisizioni mirate, interviste e analisi dei dispositivi informatici sequestrati, ha rivelato un sistema ben strutturato in cui oltre 240 posizioni lavorative fittizie sono state inserite negli elenchi di 15 aziende in difficoltà finanziaria. I lavoratori, assunti retroattivamente, venivano licenziati poco dopo aver maturato i presupposti per richiedere la NASPI. La domanda veniva quindi presentata, e i fondi pubblici venivano erogati, ma una parte considerevole veniva successivamente restituita in contante agli indagati.

Questo schema fraudolento ha causato un danno immediato alle casse dell’INPS di circa 930.000 euro e ha anche falsificato periodi lavorativi utili per la pensione dei falsi lavoratori. Il rinvio a giudizio dei due professionisti è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Frosinone sulla base delle prove raccolte durante l’indagine.

Le autorità ribadiscono l’importanza di contrastare le frodi in ambito previdenziale e assistenziale, con l’obiettivo di garantire che i fondi pubblici siano destinati solo a chi ne ha realmente diritto, soprattutto nelle fasce più vulnerabili della popolazione. Il Corpo della Guardia di Finanza prosegue il suo impegno nel tutelare il sistema previdenziale e nel garantire la giustizia sociale.

Infine, come previsto dalla legge, le persone sottoposte a indagini preliminari godono della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva.

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Cronaca

Treviso | Furto e uso fraudolento di carta Bancomat: denunciata una donna

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La Polizia di Stato di Treviso ha concluso un’indagine che ha portato alla denuncia di una donna, classe 1981, accusata di furto pluriaggravato e indebito utilizzo di carta Bancomat. La presunta responsabile avrebbe compiuto una serie di crimini ai danni di un’anziana di 84 anni, sfruttando la sua fiducia per rubarle denaro e beni.

Tutto è iniziato con la denuncia di furto da parte della vittima, che, dopo aver creduto di aver smarrito il proprio bancomat, aveva ottenuto un nuovo dispositivo per effettuare i prelievi. Tuttavia, la signora non riusciva a utilizzarlo correttamente, il che l’aveva spinta a contattare la sua banca. Scoprendo con grande dispiacere che il vecchio bancomat era stato utilizzato per prelievi e acquisti per un totale di oltre 5.000 euro, la donna ha inizialmente sospettato della sua collaboratrice domestica, che lavorava presso di lei da circa due anni, anche in relazione alla sparizione di alcuni gioielli.

Le indagini della Squadra Mobile, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Treviso, hanno confermato i sospetti, rivelando che la donna delle pulizie aveva sottratto il bancomat e, avendo familiarità con il PIN della vittima, lo aveva utilizzato più volte per prelevare denaro e fare acquisti in vari punti della provincia. Il totale dei prelievi e acquisti illeciti ha superato i 5.500 euro.

Inoltre, la donna è stata trovata responsabile della vendita di alcuni gioielli rubati presso un negozio di “compro oro” in città. A seguito delle prove raccolte, è stato emesso un avviso di conclusione indagini nei suoi confronti per furto pluriaggravato, indebito utilizzo di carte di pagamento e auto-riciclaggio.

L’indagine della Polizia di Stato ha permesso di fare luce su un crimine che ha colpito un’anziana, approfittando della sua vulnerabilità e fiducia nei confronti di una persona che aveva scelto per l’assistenza quotidiana. Le autorità competenti continueranno a seguire il caso, e la donna dovrà rispondere delle accuse davanti all’Autorità Giudiziaria.

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Cronaca

Reggio Emilia | Frode fiscale e sequestro preventivo: operazione “Titano” della GdF e Polizia di Stato

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L’operazione “Titano”, condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, ha portato all’esecuzione di un’importante serie di perquisizioni e sequestri preventivi, a seguito di un’indagine su una vasta frode fiscale. L’inchiesta, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, dott. Calogero Gaetano Paci, e dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia, dott. Luca Ramponi, ha coinvolto un totale di 37 società e 41 tra amministratori e rappresentanti legali, accusati di aver beneficiato di oltre 12 milioni di euro di profitto illecito.

Questa operazione fa seguito a un primo intervento avvenuto a giugno, quando erano stati sequestrati circa 6 milioni di euro e effettuate 80 perquisizioni in tutta Italia, coinvolgendo 50 indagati. L’attività investigativa ha messo in luce una rete di società “cartiere” che, dal 2018 al 2022, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti per un valore complessivo di circa 62 milioni di euro, a favore di numerose aziende, le quali a loro volta hanno utilizzato queste fatture false per ottenere vantaggi fiscali illeciti.

L’indagine ha coinvolto aziende operanti in vari settori economici, tra cui edilizia, commercio all’ingrosso, abbigliamento, e tecnologia, con particolare attenzione a alcune società gestite da imprenditori cinesi nella zona di Milano. Le società coinvolte avevano dichiarato fatture per operazioni inesistenti, riducendo così il loro carico fiscale e aumentando i loro profitti in modo illecito. Le indagini hanno dimostrato che circa 37 aziende hanno beneficiato di questo sistema per un totale di 37 milioni di euro, utilizzando fatture false per dichiarazioni fiscali IVA e imposte dirette.

Oltre a queste operazioni fiscali illegali, l’operazione ha portato anche al rinvenimento di un impianto di coltivazione di marijuana a Gualtieri, dove sono state trovate circa 70 piante di cannabis. Il proprietario della serra è stato arrestato in flagranza di reato.

Nel complesso, l’operazione “Titano” ha visto coinvolte 50 persone fisiche e 44 società su tutto il territorio nazionale. Le forze dell’ordine, grazie all’analisi di banche dati e ad altre attività investigative, hanno potuto individuare i soggetti e le aziende più coinvolti in questa frode fiscale su larga scala.

L’operazione testimonia l’impegno continuo delle autorità italiane nella lotta contro le frodi fiscali e il traffico illecito di beni, con l’obiettivo di proteggere l’economia legale e assicurare che le risorse siano destinate ai servizi pubblici e alle necessità dei cittadini. I responsabili, seppur presunti, saranno sottoposti a procedimenti legali e, secondo il principio della presunzione di innocenza, la loro colpevolezza sarà accertata solo dopo una sentenza irrevocabile di condanna.

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