Cronaca
Mantova | Rissa in un bar e aggressione alla polizia: arrestato un cittadino tunisino
Nella notte tra venerdì e sabato, un intervento tempestivo della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un cittadino tunisino di 38 anni con precedenti di polizia, dopo una violenta rissa all’interno di un noto bar del centro città. Gli agenti, allertati dalla segnalazione di una colluttazione, sono giunti rapidamente sul posto e sono riusciti a individuare uno dei partecipanti, che, insieme ad altri, stava tentando di allontanarsi.
Durante il tentativo di identificazione, l’uomo, visibilmente alterato dall’abuso di alcol, ha reagito in modo violento, minacciando di morte gli agenti e aizzando contro di loro il suo cane. Nonostante gli sforzi per calmarlo, il soggetto ha distrutto il proprio telefono cellulare e si è auto-inflitto dei tagli, destando preoccupazione per la sua sicurezza. Gli agenti hanno cercato di fermarlo per evitare danni maggiori, ma l’uomo ha reagito aggredendoli fisicamente. La situazione è degenerata al punto che è stato necessario l’intervento di una seconda volante per immobilizzarlo e portarlo in Questura.
Durante il trasporto, il tunisino ha continuato a dimenarsi, riuscendo persino a staccare il vetro del finestrino dell’auto di servizio con calci. Per questi comportamenti, è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento di cose dello Stato e lesioni aggravate nei confronti degli agenti.
L’arrestato, che si trova ora in attesa di giudizio, potrà definirsi colpevole solo al termine del processo e dopo una sentenza definitiva.
Cronaca
Niscemi (CL) | Furto di cavi di rame: arrestati 2 uomini responsabili dei danni all’illuminazione pubblica
A Niscemi, la Polizia di Stato ha arrestato due uomini, rispettivamente di 38 e 35 anni, sorpresi in flagranza di reato mentre trasportavano cavi di rame sottratti agli impianti di illuminazione pubblica. Gli arresti sono avvenuti nell’ambito di un’indagine avviata a seguito di ripetuti furti registrati nella zona di contrada Piano Mangione, che hanno causato l’interruzione del servizio in interi quartieri, lasciandoli al buio.
Gli agenti, in collaborazione con i tecnici della società responsabile della manutenzione degli impianti, avevano già verificato danni consistenti alle infrastrutture. In particolare, era stata accertata la rimozione di cavi elettrici in diverse aree, tra cui via Italia. Durante uno dei controlli, nella zona di contrada Dirillo, sono state individuate delle fumarole ancora attive: i cavi venivano bruciati per rimuovere le guaine di plastica e isolare il rame, destinato alla vendita illegale.
Il monitoraggio dell’area ha permesso di cogliere uno dei sospetti mentre rimuoveva cavi da un tombino, caricandoli su un’auto guidata dal complice. Fermati poco dopo, i due uomini sono stati trovati in possesso di 60 metri di cavi di rame e attrezzi per il taglio, tra cui una tronchese e un coltello a serramanico.
Il furto avrebbe fruttato ai malviventi circa 400 euro, una somma irrisoria rispetto ai danni causati all’intera comunità, che deve affrontare il costo del ripristino degli impianti e i disagi dovuti all’interruzione del servizio. La combustione delle guaine, inoltre, rappresenta un grave rischio per la salute e l’ambiente, con il rilascio di fumi tossici e altamente inquinanti.
I due uomini, di origine romena, sono stati sottoposti a giudizio direttissimo. Al termine dell’udienza, il giudice ha disposto misure cautelari, tra cui l’obbligo di firma tre volte a settimana presso l’ufficio di Polizia e il divieto di uscire di casa nelle ore serali e notturne.
L’operazione si inserisce in un contesto di intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno dei furti di rame, un’attività criminale che continua a colpire infrastrutture strategiche con gravi ricadute per la collettività.
Cronaca
Viterbo | Operazione antidroga: arrestato spacciatore nella Riserva di Monte Fogliano
Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Viterbo ha portato a termine un’importante operazione contro il traffico di stupefacenti, culminata nell’arresto di un cittadino di origine marocchina sorpreso a gestire un punto di spaccio all’interno della boscaglia di Monte Fogliano, situata nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico.
L’uomo, trovato in possesso di 55 grammi di cocaina e 26 grammi di hashish già pronti per essere smerciati, è stato individuato grazie a mirate attività di sorveglianza. Gli operatori, monitorando i movimenti dei potenziali clienti che si recavano nella zona, hanno circoscritto l’area e agito con un intervento coordinato, impedendo al sospetto di fuggire. Nonostante un breve tentativo di resistenza, il soggetto è stato fermato e tratto in arresto in flagranza di reato.
Durante l’operazione, i militari hanno scoperto un accampamento nascosto nella fitta vegetazione, equipaggiato con sacchi a pelo, coperture, batterie per la ricarica di cellulari e beni di prima necessità. Questo rifugio, adeguatamente mimetizzato, serviva non solo come base per lo spaccio, ma anche per il confezionamento delle dosi.
La morfologia impervia del territorio boschivo, sfruttata dai responsabili per eludere i controlli e nascondersi, ha reso l’operazione particolarmente complessa. Tuttavia, l’attenzione costante delle autorità al fenomeno dello spaccio in zone boschive ha permesso di circoscrivere le attività illecite e restituire sicurezza a un’area frequentata anche da cittadini ignari.
Il soggetto arrestato è stato sottoposto a giudizio per direttissima il 14 dicembre. In conformità con le normative vigenti, si ricorda che, fino a sentenza definitiva, la persona arrestata è da ritenersi presunta innocente.
L’operazione si inserisce in un più ampio impegno delle forze dell’ordine volto a contrastare il crescente utilizzo delle aree boschive come base per attività criminali, proteggendo al contempo la fruibilità di questi spazi naturali per la comunità.
Cronaca
Gallipoli (LE) | Arrestato 51enne per droga, revocata la misura alternativa ai servizi sociali
Nella mattinata del 14 dicembre, la Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 51 anni, residente a Gallipoli, in seguito a un’ordinanza di carcerazione emessa dall’Ufficio di Sorveglianza di Lecce. Il soggetto, già condannato per reati contro la persona risalenti al 2015, stava scontando la pena in affidamento ai servizi sociali, misura che è stata revocata a causa di recenti sviluppi.
Il provvedimento si collega a una perquisizione domiciliare effettuata dagli agenti del Commissariato di Gallipoli il 10 dicembre scorso. Durante l’operazione, all’interno della casa dell’uomo sono stati trovati 55 grammi di hashish in un panetto e 12 grammi di marijuana suddivisi in involucri, oltre a un bilancino di precisione. Questo materiale, ritenuto funzionale ad attività di spaccio, è stato posto sotto sequestro.
L’intervento degli agenti è stato motivato da sospetti legati a un insolito via vai di persone nei pressi dell’abitazione del 51enne. La successiva verifica ha confermato i timori degli investigatori, rivelando l’occultamento di sostanze stupefacenti destinate, con ogni probabilità, al mercato illecito locale.
Alla luce di queste circostanze, l’autorità giudiziaria ha disposto la sospensione del regime di affidamento in prova, con l’immediato trasferimento dell’uomo presso il carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, per scontare la pena residua.
Le indagini e i provvedimenti emessi nel caso, come stabilito dalla normativa, non implicano una responsabilità definitiva del soggetto coinvolto, che rimane da considerarsi innocente fino a una sentenza irrevocabile. L’operazione si inserisce nel costante impegno delle forze dell’ordine per contrastare la diffusione di stupefacenti nel territorio salentino.
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