Cronaca
Lucera (FG) | Scoperti ordigni esplosivi in un locale comunale: tre arresti
Un’operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Lucera ha portato all’arresto in flagranza di tre persone, tra cui un dipendente comunale, con l’accusa di detenzione e porto illegale di ordigni esplosivi. L’intervento rientra in un’attività mirata al contrasto della vendita illegale di materiale pirotecnico, fenomeno particolarmente diffuso in prossimità delle festività natalizie.
Grazie a un’attenta attività di osservazione, i militari hanno individuato un locale seminterrato situato all’interno del complesso che ospita gli Uffici del Giudice di Pace. Qui sono stati scoperti circa 100 chilogrammi di artifizi pirotecnici classificati, insieme a otto chili di ordigni esplosivi artigianali di elevata pericolosità. Il ritrovamento ha richiesto l’intervento del Nucleo Carabinieri Artificieri, che ha messo in sicurezza l’area per evitare rischi legati alla manipolazione del materiale.
I tre uomini coinvolti sono stati arrestati e trasferiti presso la Casa Circondariale di Foggia su disposizione della Procura della Repubblica. Le indagini, attualmente nella fase preliminare, sono orientate a chiarire il ruolo di ciascun indagato e le circostanze legate alla presenza degli ordigni nel locale comunale. La posizione degli arrestati è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, e si ricorda che, fino a eventuale condanna definitiva, vige la presunzione di innocenza.
L’operazione sottolinea l’importanza della prevenzione in un periodo dell’anno in cui l’uso improprio di materiale pirotecnico rappresenta un serio rischio per la sicurezza pubblica. L’impegno delle forze dell’ordine mira a reprimere il commercio illegale di botti e petardi, tutelando l’incolumità della cittadinanza.
L’attività dei Carabinieri proseguirà nelle prossime settimane con controlli intensificati per contrastare ulteriori episodi di illegalità connessi alla detenzione e vendita di esplosivi.
Cronaca
Mantova | Rissa in un bar e aggressione alla polizia: arrestato un cittadino tunisino
Nella notte tra venerdì e sabato, un intervento tempestivo della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un cittadino tunisino di 38 anni con precedenti di polizia, dopo una violenta rissa all’interno di un noto bar del centro città. Gli agenti, allertati dalla segnalazione di una colluttazione, sono giunti rapidamente sul posto e sono riusciti a individuare uno dei partecipanti, che, insieme ad altri, stava tentando di allontanarsi.
Durante il tentativo di identificazione, l’uomo, visibilmente alterato dall’abuso di alcol, ha reagito in modo violento, minacciando di morte gli agenti e aizzando contro di loro il suo cane. Nonostante gli sforzi per calmarlo, il soggetto ha distrutto il proprio telefono cellulare e si è auto-inflitto dei tagli, destando preoccupazione per la sua sicurezza. Gli agenti hanno cercato di fermarlo per evitare danni maggiori, ma l’uomo ha reagito aggredendoli fisicamente. La situazione è degenerata al punto che è stato necessario l’intervento di una seconda volante per immobilizzarlo e portarlo in Questura.
Durante il trasporto, il tunisino ha continuato a dimenarsi, riuscendo persino a staccare il vetro del finestrino dell’auto di servizio con calci. Per questi comportamenti, è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento di cose dello Stato e lesioni aggravate nei confronti degli agenti.
L’arrestato, che si trova ora in attesa di giudizio, potrà definirsi colpevole solo al termine del processo e dopo una sentenza definitiva.
Cronaca
Mazara del Vallo (TP) | Operazione contro la mafia: 18 arresti e perquisizioni
Nelle prime ore di questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’importante operazione antimafia, eseguendo un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo. L’operazione, condotta su richiesta della Procura DDA, ha portato all’arresto di 18 persone, di cui 7 in carcere, 10 agli arresti domiciliari e una con l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Contestualmente, sono state eseguite perquisizioni nelle abitazioni e nei luoghi di interesse degli indagati, che rispondono a accuse di associazione mafiosa, estorsione, rapina, favoreggiamento e altri gravi reati.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, hanno rivelato i retroscena delle operazioni illecite della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo (TP), evidenziando i legami tra gli affiliati e la struttura verticistica del clan. Tra i principali elementi emersi, è stata ricostruita l’ascesa di un individuo attivo nel settore dell’allevamento di ovini, il quale, come braccio operativo del capo mandamento (attualmente detenuto), è divenuto il punto di riferimento per varie attività criminose, tra cui il recupero di crediti, la risoluzione di controversie e il traffico di stupefacenti.
L’indagine ha inoltre rivelato un forte controllo economico da parte del clan sul territorio, esercitato mediante la gestione mafiosa delle aree di pascolo e delle aste fallimentari. Un altro aspetto rilevante è stato l’infiltramento di Cosa Nostra in ambito imprenditoriale, con la creazione di una rete di supermercati in provincia di Trapani, guidata da un noto imprenditore mazarese, che ha potuto espandere il proprio impero commerciale grazie ai legami con il vertice mafioso. In cambio del sostegno ricevuto, l’imprenditore ha assicurato occupazione a membri del clan, finanziamenti per nuove attività e l’acquisto di beni confiscati per farli rientrare sotto il controllo mafioso.
L’operazione, che ha visto l’impiego di oltre 150 finanzieri, sottolinea l’impegno continuo della Guardia di Finanza nella lotta contro l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale, mirando a tutelare la concorrenza e le regole del mercato. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, proseguono, ma si ricorda che, fino a sentenza definitiva, gli indagati sono considerati innocenti ai sensi della legge.
Cronaca
Terracina (LT) | Arrestato 19enne per resistenza e danneggiamento, coinvolti altri due giovani
I Carabinieri della Compagnia di Terracina, con il supporto delle stazioni di Fondi e Formia, hanno arrestato un 19enne di Fondi per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato di arredi urbani. L’arresto è avvenuto al termine di un’operazione che ha visto il coinvolgimento anche di due coetanei, denunciati per reati correlati.
Tutto è iniziato durante un posto di controllo, dove i militari hanno intimato l’alt a un’autovettura. Il conducente, però, ha accelerato improvvisamente, rischiando di investire i Carabinieri. I militari sono riusciti a schivare il veicolo e a darne subito l’allarme. Nonostante il tentativo di fuga, l’automobile è stata ritrovata poco dopo, parcheggiata in una zona vicina a un bar a Salto di Fondi.
I Carabinieri hanno ispezionato i presenti nel bar ma non sono riusciti a individuare il proprietario del veicolo. Solo successivamente, tre giovani, fra cui il conducente, sono risaliti sull’Audi A3 e hanno ripreso la marcia a forte velocità sulla S.S. Flacca. Dopo circa 5 chilometri, l’automobile ha perso il controllo, danneggiando gravemente due aiuole pubbliche e un palo della rete Telecom, richiedendo l’intervento dei Vigili del Fuoco.
Nel corso del controllo dei tre giovani, uno dei quali era già noto alle forze dell’ordine, il conducente è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico, sequestrato dalle forze dell’ordine. I tre ragazzi, per le lievi lesioni riportate nell’incidente, sono stati trasportati agli ospedali di Terracina e Formia, dove sono stati dimessi con una prognosi di pochi giorni.
Il veicolo è stato sequestrato e affidato a una depositeria giudiziaria. Il 19enne arrestato è stato posto agli arresti domiciliari in attesa delle successive decisioni da parte dell’Autorità Giudiziaria. I tre giovani sono stati anche sottoposti a un foglio di via obbligatorio, con divieto di ritorno nel comune di Terracina per i prossimi tre anni.
Le indagini sono ancora in corso, ma per l’indagato rimane valido il principio di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva.
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