Tecnologia
Italia terza in Europa per numero di influencer e con un giro d’affari da 4,06 miliardi di euro
L’Italia si posiziona come la terza nazione in Europa per numero di influencer, con 37.700 content creator, secondo il Rapporto I-Com 2024 sul comparto della creator economy. Il settore ha generato un giro d’affari pari a 4,06 miliardi di euro. L’indagine, presentata durante un evento organizzato dall’Associazione Italiana Content & Digital Creators, con la collaborazione di INPS e Assoinfluencer, rivela anche alcuni aspetti importanti sull’economia legata agli influencer.
Piattaforme dominanti e ricavi:
- Instagram è al primo posto tra le piattaforme digitali per volume di ricavi, con 3,3 miliardi di euro generati.
- TikTok segue con 446,88 milioni di euro.
- YouTube completa il podio con 279,65 milioni di euro.
Entrate e occupazione:
I creatori di contenuti digitali guadagnano mediamente 84.028 euro l’anno, e il settore ha generato 18.110 posti di lavoro a tempo pieno, cifra che sale a 51.382 considerando l’occupazione indiretta.
Crescita dell’influencer marketing:
La spesa per l’influencer marketing in Italia è aumentata del 33% dal 2020 al 2023, con una previsione per il 2023 che indica un valore di 323 milioni di euro.
Con 82 influencer ogni 100.000 abitanti, l’Italia si colloca dopo Spagna e Regno Unito nel panorama europeo, confermando la sua rilevanza nel settore della creator economy.
Tecnologia
Blackfrost: The Long Dark 2 svelato ai The Game Awards 2024
In occasione dei The Game Awards 2024, è stato presentato Blackfrost: The Long Dark 2, il sequel del celebre gioco survival di Hinterland Studio, che ha catturato l’attenzione di milioni di giocatori per la sua narrazione immersiva e la sua sfida di sopravvivenza. Il trailer di gameplay ha rivelato una serie di nuove caratteristiche, tra cui l’introduzione della modalità cooperativa, un’evoluzione significativa rispetto al titolo originale.
Il contesto del gioco è ancora una volta caratterizzato da un’ambientazione ostile e spietata, ambientata nella città industriale di Harmont, circondata da un vasto e inospitale paesaggio naturale. Un anno dopo l’apparizione dell’Aurora, un fenomeno che ha quasi estinto l’umanità, i sopravvissuti si trovano ad affrontare una lotta senza quartiere per la sopravvivenza. In questo scenario, la tecnologia è diventata inutile, e l’interazione tra i giocatori si concentra sulla cooperazione o sulla competizione in un ambiente che continua a evolversi.
L’approccio degli sviluppatori con l’accesso anticipato su Steam, previsto per il 2025, riflette un impegno crescente verso il feedback della community. Hinterland ha scelto di aprire progressivamente il gioco, consentendo agli sviluppatori di adattarsi dinamicamente alle richieste della base di giocatori, e di rilasciare aggiornamenti periodici con nuove funzionalità e contenuti. Questo modello non solo permette una costante evoluzione del gameplay, ma anche una partecipazione attiva dei giocatori, che influenzano lo sviluppo del titolo con le loro esperienze e opinioni.
In termini di evoluzione del gameplay, la possibilità di giocare in modalità cooperativa introduce nuove dinamiche di interazione tra i sopravvissuti. I giocatori non saranno più soli a fronteggiare l’ambiente ostile, ma dovranno decidere se collaborare per superare le difficoltà o se competere per le risorse scarse. Questo cambiamento ampliato, in cui le scelte dei giocatori avranno un impatto diretto sul corso della sopravvivenza, pone nuove sfide strategiche, accentuando l’elemento psicologico del gioco.
Il titolo si posiziona come un’evoluzione naturale di The Long Dark, espandendo il concetto di sopravvivenza in ambienti estremi e aumentando il livello di interazione tra i giocatori. La decisione di Hinterland di rimanere fedeli all’approccio della community-driven development, supportata dall’accesso anticipato, suggerisce un continuo impegno nell’innovare il genere survival, rispettando al contempo le aspettative e i desideri dei fan.
Tecnologia
Meta AI supera i 600 milioni di utenti mensili
Meta AI, l’assistente basato sull’intelligenza artificiale di Meta, continua a crescere rapidamente. Mark Zuckerberg ha annunciato su Threads che il chatbot ha raggiunto quasi 600 milioni di utenti mensili, superando i 500 milioni appena ad ottobre. Tuttavia, Meta AI non è ancora disponibile nell’Unione Europea.
Questa notizia arriva insieme al lancio di Llama 3.3 70b, l’ultima versione del modello linguistico di Meta. Il nuovo modello offre performance simili a Llama 3.1 405b, ma a un costo inferiore. Ahmad Al-Dahle, vicepresidente dell’unità ‘Generative AI’ di Meta, ha anche condiviso un grafico su X che mostra come Llama 3.3 superi sia il Gemini Pro 1.5 di Google che il GPT-4 di OpenAI.
Zuckerberg ha anticipato anche l’arrivo di Llama 4, definendo Llama 3.3 come “l’ultimo grande aggiornamento IA dell’anno”. Sebbene il CEO di Meta non abbia fornito dettagli precisi, ha rivelato che il modello è in fase di addestramento con l’uso di 100.000 schede grafiche Nvidia H100 e che una versione “più piccola” dovrebbe essere rilasciata all’inizio del prossimo anno.
Tecnologia
I social media hanno cambiato il linguaggio: più brevi, poveri e pieni di neologismi
I social media non solo hanno trasformato la vita quotidiana di miliardi di persone, ma hanno anche modificato il linguaggio, riducendo la lunghezza dei testi, impoverendo il vocabolario e introducendo nuovi termini. Questo è quanto emerge da uno studio italiano condotto dal Centro di Data Science and Complexity for Society dell’Università La Sapienza di Roma, pubblicato sulla rivista PNAS.
Lo studio, intitolato Patterns of Linguistic Simplification on Social Media Platforms Over Time, analizza 34 anni di interazioni linguistiche sui social, esaminando circa 300 milioni di commenti in inglese su otto piattaforme (Facebook, Twitter-X, Gab, Reddit, Telegram, Usenet, Voast e YouTube). I dati coprono un arco temporale che va dagli anni ’90 fino ad oggi.
Gli autori hanno raccolto commenti su temi specifici per ogni piattaforma: per esempio, su Facebook si parlava di vaccini e Brexit, su Telegram di teorie cospirazioniste, e su Twitter-X dei cambiamenti climatici. La ricerca si è concentrata sulla ricchezza del vocabolario degli utenti e sulla loro attività online.
Il risultato principale dello studio è che sui social media c’è una semplificazione del linguaggio, che si manifesta in un vocabolario meno ricco e in commenti più brevi. La maggior parte degli utenti utilizza meno di 10 parole uniche, indicando un linguaggio limitato.
Tuttavia, nonostante questa semplificazione, i ricercatori hanno notato anche una costante introduzione di neologismi. Ciò dimostra che, sebbene il vocabolario si riduca, il linguaggio rimane dinamico e in continua evoluzione.
Secondo gli autori dello studio, l’evoluzione del linguaggio sui social non dipende solo da queste piattaforme. L’uso crescente di abbreviazioni, hashtag ed emoticon è un fenomeno che rispecchia un cambiamento più ampio, accelerato dalla digitalizzazione globale. Questo processo di semplificazione linguistica è simile a quello avvenuto nelle lingue romanze che si sono evolute dal latino.
“Comprendere l’impatto delle piattaforme digitali sul comportamento degli utenti presenta sfide, inclusi problemi come la polarizzazione e la disinformazione. Le analisi comparative tra piattaforme e nel tempo possono fornire importanti spunti su questi fenomeni”, spiegano i ricercatori.
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