Cronaca
Controlli straordinari dei Carabinieri nei quartieri Pigneto, Malatesta e Torpignattara
I Carabinieri della Stazione Roma Torpignattara, in collaborazione con quelli della Compagnia Roma Casilina, hanno recentemente svolto un servizio straordinario di controllo del territorio nei quartieri Pigneto, Malatesta e Torpignattara, volto alla prevenzione e repressione della criminalità diffusa nelle aree urbane di periferia. L’iniziativa, in linea con le direttive del Prefetto di Roma Lamberto Giannini e del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha mirato a incrementare la sicurezza reale e percepita dai cittadini.
Durante l’operazione, i Carabinieri hanno denunciato 8 persone – due cittadini della Guinea, tre cittadini del Bangladesh e tre cittadini italiani, tutti senza fissa dimora e già noti alle forze dell’ordine – per occupazione abusiva dell’area conosciuta come “Borghetto degli Artigiani”. Questo terreno, in stato di abbandono, è stato precedentemente confiscato e assegnato a Roma Capitale.
Nel corso dei controlli, i militari hanno identificato 80 persone, ispezionato 36 veicoli e condotto verifiche presso 5 attività commerciali della zona. L’operazione rientra in un ampio sforzo delle forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza e il rispetto delle normative nella capitale.
Cronaca
Algeria | Uomo brucia vivi 4 figli, arrestato
Un uomo ha bruciato vivi quattro figli dopo averli cosparsi di benzina nel sud dell’Algeria come riportano vari media citando una conferenza stampa della magistratura. Secondo il quotidiano Echorouk, la Procura indica come movente solo il fatto che l’uomo “soffriva di depressione”. Il plurimo infanticidio è avvenuto 600 km a sud di Algeri: le vittime sono due gemelli di 11 anni, un bimbo di cinque e un altro di quattro.
L’uomo ha confessato di aver preso in auto i piccoli avuti da una delle sue due mogli, di averli portati in un’area disabitata e poi cosparsi di benzina. Dopo averli bruciati, è tornato ad Hraoua dove è stato arrestato. Ad allertare la Gendarmeria era stata l’altra moglie a cui l’uomo il giorno dopo aveva confidato il proprio crimine.
Cronaca
Danilo Iervolino condannato per corruzione: 4 anni di reclusione e divieto di contrattare con la pubblica amministrazione
Il gup di Napoli, Enrico Campoli, ha condannato Danilo Iervolino, imprenditore e proprietario della Salernitana, per corruzione al termine di un processo celebrato con rito abbreviato. Iervolino, ex proprietario del settimanale L’Espresso e già patron dell’università Pegaso, è stato condannato a 4 anni di reclusione, oltre al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per quattro anni. La condanna è arrivata come richiesto dal pubblico ministero Henry John Woodcock, al termine di un’inchiesta sulla corruzione di alti dirigenti del Ministero del Lavoro.
Il processo ha coinvolto anche altri soggetti. Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal, è stato condannato a 5 anni di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per cinque anni. Mario Rosario Miele, collaboratore di Iervolino, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione.
Francesco Fimmanò, direttore scientifico dell’università Pegaso, è stato invece assolto dal reato di corruzione. La sua posizione è stata derubricata al reato di traffico di influenze illecite, ma la Corte di Cassazione ha dichiarato inutilizzabili le intercettazioni acquisite dalla procura di Catanzaro, che hanno giocato un ruolo determinante nell’indagine.
L’indagine ha riguardato la concessione di un parere favorevole da parte di alti dirigenti del Ministero del Lavoro sulla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal. Secondo l’accusa, Cavallaro avrebbe chiesto a Iervolino l’assunzione del figlio di Concetta Ferrari, segretario generale del Ministero del Lavoro, presso l’università Pegaso, in cambio del parere favorevole.
Due pubblici ufficiali, Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea, sono stati rinviati a giudizio e il processo nei loro confronti è attualmente in corso davanti al Tribunale di Napoli.
Cronaca
Sequestro di droga al carcere minorile di Nisida: intervengono i cani antidroga della polizia penitenziaria
Nuovo successo per la Polizia Penitenziaria, che grazie all’intervento dei suoi cani antidroga, Spike e A-Iron, ha portato a termine un’importante operazione di sequestro all’interno dell’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida. Durante i controlli sui familiari in visita ai detenuti, Spike, uno dei pastori tedeschi del distaccamento cinofili antidroga di Avellino, ha segnalato una giovane donna, madre di un detenuto minorenne, che cercava di introdurre sostanze stupefacenti nel carcere.
Dopo il suo fermo, i controlli hanno rivelato che la donna aveva nascosto delle dosi di hashish addosso. Non contenti, gli agenti hanno esteso la perquisizione sull’autovettura della donna, scoprendo ulteriori dosi della stessa sostanza stupefacente in un borsello nascosto in un cassetto dell’abitacolo, grazie al fiuto infallibile di A-Iron, l’altro cane antidroga in servizio.
Nel corso della stessa giornata, all’interno della sezione detentiva dell’istituto minorile, sono stati trovati e sequestrati anche due telefoni cellulari, destinati probabilmente ai detenuti. La Procura di Napoli è stata prontamente informata degli sviluppi dell’operazione, che ha permesso di prevenire l’introduzione di droga e dispositivi mobili, due fenomeni sempre più frequenti nelle carceri.
L’Uspp (Unione Sindacale di Polizia Penitenziaria) ha espresso grande soddisfazione per il risultato, lodando il lavoro svolto dal personale di Polizia Penitenziaria e dai cani antidroga. “Spike e A-Iron sono diventati un incubo per gli spacciatori”, ha dichiarato il presidente Giuseppe Moretti, con il segretario regionale Ciro Auricchio che ha aggiunto: “Nonostante la carenza di organico, la Polizia Penitenziaria di Nisida riesce a garantire l’ordine e la sicurezza interna, contrastando efficacemente l’introduzione di sostanze stupefacenti e telefoni in carcere, anche quando questi vengono veicolati dai familiari”.
L’operazione è un altro esempio del costante impegno della Polizia Penitenziaria nella lotta contro il traffico di droga e la criminalità all’interno delle strutture carcerarie, una battaglia che continua a richiedere l’impiego di risorse e competenze specifiche per garantire la sicurezza e l’ordine nelle carceri italiane.
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