Economia
Confagricoltura lancia Competition Plan “Settore è cuore dell’economia”
“L’agricoltura è il cuore pulsante della nostra economia e della nostra società. Ma più di tutto, è la base della nostra speranza per un futuro migliore”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha concluso il suo discorso all’assemblea invernale di Roma, lanciando un Competition Plan “per guidare il settore agricolo verso una nuova fase di competitività, in cui ogni decisione e ogni azione contribuiscano a creare valore, tutelare il territorio e rafforzare la posizione del nostro Paese nei mercati internazionali”. Si tratta di “un’iniziativa strategica per ridefinire il futuro dell’agricoltura italiana e posizionarla come leader a livello globale”, non solo “una dichiarazione d’intenti, ma un vero e proprio programma d’azione che traduce le idee in risultati concreti”, ha sottolineato. “Per trasformare l’agricoltura in un settore più produttivo, sostenibile e resiliente, dobbiamo adottare politiche, innovazioni e risorse che ci permettano di passare dal pensiero all’azione, dall’analisi alla concretezza. Gli strumenti di cui disponiamo non solo devono essere adeguati, ma devono essere orientati a lungo termine, in grado di affrontare le sfide del presente e di anticipare quelle del futuro”.
Tra le principali leve su cui agire c’è la PAC, che “deve essere riformata per rispondere meglio alle sfide del presente e del futuro”, passando “da un approccio meramente redistributivo a uno realmente strategico, che premi chi investe in sostenibilità, innovazione e competitività”. Per Confagricoltura, “le politiche agricole devono adattarsi alle esigenze specifiche dei territori, riconoscendo le diversità climatiche, economiche e produttive all’interno dell’Unione Europea” e “la PAC deve essere il motore della transizione ecologica, sostenendo pratiche agricole che tutelino il suolo, le risorse idriche e la biodiversità”. Inoltre “il cambiamento climatico e la volatilità dei mercati rendono sempre più urgente la creazione di strumenti di gestione del rischio: non possiamo lasciare i nostri agricoltori soli di fronte a eventi imprevedibili”, servono “fondi mutualistici” che “consentano agli agricoltori di condividere i rischi economici legati a eventi climatici estremi o crisi di mercato”, modelli assicurativi avanzati che “coprano non solo le perdite produttive, ma anche i costi legati al ripristino delle attività” e “interventi pubblici mirati” con “un quadro normativo europeo che sostenga i fondi di emergenza nazionali e garantisca risposte rapide in caso di crisi”.
Bisogna poi “accelerare la digitalizzazione del settore agricolo, garantendo che ogni impresa possa beneficiare delle innovazioni disponibili”, puntando sull’agricoltura di precisione e su “tecnologie innovative che ottimizzano l’uso di risorse come acqua, fertilizzanti e fitofarmaci, garantendo una riduzione dei costi e un minore impatto ambientale”, oltre che sulle “piattaforme digitali per connettere le aziende agricole con le filiere produttive e commerciali, migliorando tracciabilità, efficienza e capacità di pianificazione”, ma anche sulle “tecniche di evoluzione assistita (TEA), per sviluppare colture più resilienti e meglio adattate ai cambiamenti climatici” e sulle nuove frontiere dell’agricoltura come “il vertical farming, che consente di incrementare la produzione sia in termini di qualità che di quantità, richiede strategie mirate e investimenti adeguati per sbloccare il suo pieno potenziale”. E’ necessario “mettere la ricerca al centro delle nostre politiche: solo attraverso l’innovazione possiamo rendere l’agricoltura più efficiente, sostenibile e competitiva”. A livello internazionale, “il commercio è un’opportunità, ma anche una sfida: gli accordi commerciali devono essere strumenti per aprire mercati, non per compromettere il nostro modello produttivo”, sottolinea Giansanti. Bisogna “proteggere il Made in Italy e le altre eccellenze europee da imitazioni e contraffazioni nei mercati globali” e adeguare le infrastrutture “a un settore performante e competitivo, integrato con un sistema di agromercati centralizzati, quale elemento caratterizzante di un sistema distributivo moderno”, e accordi come il Mercosur “devono garantire che i prodotti importati rispettino gli stessi criteri di qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità richiesti agli agricoltori europei”.
Su questo tema, ha ricordato poi il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto, “l’accordo è sottoscritto” ma “abbiamo tutte le condizioni per individuare elementi che possono andare incontro alle domande che provengono dal mondo agricolo, per dare garanzia e certezza su alcuni aspetti”. Col Mercosur, ha sottolineato poi il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, “è ovvio che l’Italia può avere un guadagno complessivo, ma con il sacrificio di alcuni settori che potrebbero essere messi in ginocchio. Devono essere certi che non sono stati sacrificati per altri”. All’assemblea invernale di Confagricoltura è intervenuta anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone, che si dice “pronta a insediare un tavolo permanente in cui mettere come filo conduttore la riforma del lavoro in agricoltura, guardando a un lavoro agricolo che deve diventare non episodico e stagionale ma ci deve consentire di costruire un percorso di valorizzazione delle professionalità e del legame tra le aziende e i lavoratori”.
Economia
BCE: Nuove decisioni sui tassi d’interesse e la divisione interna del Consiglio
La Banca Centrale Europea (BCE) ha intrapreso il quarto taglio consecutivo dei tassi d’interesse, confermando la sua politica espansiva avviata a giugno, con l’intenzione di stimolare ulteriormente l’economia dell’Eurozona. Tuttavia, il Consiglio della BCE ha già iniziato a riflettere sulle decisioni future, mostrando una divisione interna tra le “colombe”, favorevoli a un’ulteriore riduzione rapida del costo del denaro, e i “falchi”, che invitano a un approccio più cauto in un contesto economico incerto.
Il focus della riunione di oggi si concentra su un probabile abbassamento di 25 punti base del tasso sui depositi, che scenderebbe dal 3,25% al 3%. Questo scenario è stato ampiamente previsto dai mercati, anche se una minoranza di analisti ipotizza una riduzione più marcata, pari a mezzo punto percentuale. Il dibattito interno, infatti, ruota attorno alle stime di crescita e inflazione, che la presidente Christine Lagarde presenterà insieme alla decisione sul tasso. Si prevede che le proiezioni economiche, pur migliorando leggermente rispetto alle aspettative precedenti con una crescita del +0,4% nel terzo trimestre, mostrino un quadro complessivo di rallentamento, facendo temere un ulteriore peggioramento nei prossimi anni.
I falchi, in particolare, sollevano preoccupazioni riguardo gli effetti inflattivi di una possibile escalation dei dazi, in particolare alla luce delle politiche protezionistiche annunciate dal presidente americano Donald Trump. Isabel Schnabel, una delle consiglieri esecutivi della BCE, ha ribadito che non saranno i tagli ai tassi a rilanciare gli investimenti in Europa, ma piuttosto riforme strutturali che affrontino le sfide industriali, come quelle che stanno colpendo l’Italia e la Germania. Questi interventi, sostengono, sono più efficaci e sostenibili nel lungo periodo.
Le “colombe”, invece, sostengono che il passo successivo dovrebbe essere un allentamento ulteriore della politica monetaria per stimolare l’economia, soprattutto in un periodo segnato da incertezze politiche e conflitti geopolitici, come le guerre in corso ai confini dell’Europa e il cambio di leadership negli Stati Uniti. A loro avviso, l’attuale situazione economica dell’Eurozona, con un calo dei prestiti alle famiglie e alle imprese, giustifica un intervento deciso.
Un altro tema al centro del dibattito riguarda la possibile fine della politica di tassi “restrittivi”, con Lagarde che potrebbe rivedere la comunicazione precedente, eliminando il riferimento che i tassi rimarranno alti finché necessario. I mercati saranno attenti a questi segnali, cercando di capire quale direzione intende prendere la BCE nei prossimi mesi. Alcuni membri del Consiglio, come il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, si mostrano favorevoli a ridurre il tasso fino a un livello “neutrale” per stimolare la crescita senza rischiare di innescare ulteriori pressioni inflazionistiche.
La BCE si trova, quindi, a un bivio: continuare con una politica monetaria espansiva per supportare l’economia dell’Eurozona o adottare un approccio più cauto, lasciando spazio per future manovre in caso di peggioramento della situazione economica globale. La decisione che prenderà nei prossimi mesi avrà un impatto cruciale per l’economia europea e per la sua capacità di affrontare le sfide interne ed esterne che si profilano all’orizzonte.
Economia
Mercato del lavoro in crescita: record per l’occupazione e disoccupazione ai minimi storici
Nel terzo trimestre dell’anno, l’Italia ha registrato un significativo miglioramento del mercato del lavoro, con il tasso di occupazione che ha raggiunto il 62,4%, segnando un aumento di 0,2 punti rispetto al trimestre precedente. Questo valore rappresenta il livello più alto mai registrato nelle serie storiche trimestrali destagionalizzate a partire dal 2004. Contestualmente, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,1%, con un calo di 0,6 punti, segnando il dato più basso dal secondo trimestre del 2007, quando si era attestato al 6,0%.
I dati provvisori di ottobre 2024 confermano questa tendenza positiva: il tasso di occupazione è salito al 62,5%, mentre la disoccupazione è ulteriormente diminuita, arrivando al 5,8%.
L’occupazione ha visto un aumento di 117.000 unità (+0,5%) rispetto al secondo trimestre, grazie principalmente alla crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+111.000, +0,7%) e degli indipendenti (+43.000, +0,8%). La riduzione dei contratti a termine, che ha visto una diminuzione di 37.000 unità (-1,3%), è stata compensata da questi incrementi. In termini annuali, l’occupazione è cresciuta di 517.000 unità (+2,2%) rispetto al terzo trimestre del 2023, con un aumento significativo dei dipendenti a tempo indeterminato (+3,6%) e degli indipendenti (+2,6%), mentre i dipendenti a termine hanno registrato una diminuzione del 5,9%.
I dati dell’Istat mettono in luce una continua espansione dell’occupazione in Italia, con un forte impulso soprattutto nei contratti più stabili, confermando un trend positivo nel mercato del lavoro che contribuisce al miglioramento delle condizioni economiche generali del paese.
Economia
Uila, un progetto per la sicurezza dei lavoratori dell’agroalimentare
“La tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del settore agroalimentare è strettamente connessa con la tutela dei consumatori, dell’ambiente e della legalità. L’assunto da cui siamo partiti è che non esiste cibo di qualità senza una produzione e un lavoro di qualità”. Lo ha affermato Alice Mocci, segretaria nazionale Uila con delega alla sicurezza, illustrando, oggi a Latina, il progetto “La Campagna dei diritti: salute e sicurezza nell’agroalimentare” alla presenza di numerosi delegati, rappresentanti sindacali e delle organizzazioni agricole locali. Ideato dalla Uila-Uil in collaborazione con l’Ital-Uil, il progetto che partirà a gennaio 2025 e vedrà coinvolto anche il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (DiMeila) dell’Inail, ha l’obiettivo di promuovere e migliorare la tutela della salute e la sicurezza per i lavoratori del settore agroalimentare.
“Il progetto prevede un focus particolare sui lavoratori migranti, che a causa di mancanza di formazione adeguata e di scarse competenze linguistiche, sono più esposti di più ai rischi e agli infortuni”, ha spiegato Mocci, rilanciando l’esigenza di trovare una soluzione per tutti quei lavoratori entrati, in Italia regolarmente con i precedenti decreti flussi, sono rimasti incastrati in un sistema contraddittorio che li ha trasformati da lavoratori necessari a lavoratori fantasma, solo perchè non rientrati nelle quote di conversione dei permessi. “Quella che dobbiamo portare avanti è una battaglia di civiltà perchè è evidente che lì dove non c’è regolarità e non ci sono contratti di lavoro anche la salute e sicurezza sono messe a repentaglio”.
Il progetto si articola in quattro fasi strettamente integrate fra loro: l’ascolto/informazione, la ricerca sul campo, attraverso la rilevazione e misurazione scientifica, con strumenti innovativi, dei rischi legati alle diverse attività lavorative, oltre alla formazione anche dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls). I risultati della ricerca scientifica saranno poi divulgati a luglio con l’obiettivo di offrire una maggiore conoscenza dei rischi professionali e delle malattie che possono derivarne, individuando gli interventi che le aziende possono attivare per prevenirle.
La presentazione, presieduta da Michele Tartaglione, segretario nazionale Uila, è stata arricchita dagli interventi del segretario regionale della Uil del Lazio Alberto Civica e di Giuliano Zignani, presidente Ital-Uil, Giovanna Tranfo, direttore DiMeila Inail ed Elio Munafò, Comitato tecnico scientifico Ital-Uil. Sono, inoltre, intervenuti Guglielmo Loy, presidente Consiglio indirizzo e vigilanza Inail, secondo cui “il salto di qualità deve essere fondato sul riconoscimento del dialogo sociale e della contrattazione sulle materie della sicurezza e salute che impegnano imprese e lavoratori”, Ivana Veronese, segretaria confederale, che ha sottolineato l’importanza del sindacato nel ricercare occasioni concrete di azioni che possano cambiare in meglio la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori; Santo Biondo, segretario confederale, che ha evidenziato l’impegno del sindacato nel migliorare il decreto flussi nel tentativo di superarlo e contrastare una narrazione sbagliata dell’immigrazione. Giorgio Carra e Antonio Biagioli hanno portato la loro esperienza rispetto ai problemi esistenti sui rispettivi territori di Latina e Viterbo con i lavoratori stranieri.
“Con questo progetto vogliamo ribadire che la tutela della buona occupazione, gli investimenti iper la difesa della salute e sicurezza sul lavoro, devono diventare un fattore strategico dell’eticità delle nostre produzioni Made in Italy” ha dichiarato la segretaria generale Enrica Mammucari (nella foto) ricordando che “spesso le parti sociali hanno anticipato attraverso la contrattazione collettiva il legislatore individuando risposte concrete finalizzate alla promozione della cultura della prevenzione, anche grazie alla bilateralità di settore”. “La storia del sindacato in agricoltura è una storia di evoluzione di diritti e miglioramento delle condizioni di vita e lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici ed è per questo che oggi dinanzi a forme di sfruttamento che ricordano scene del ‘900, ancora più incisiva deve essere l’iniziativa di tutte le parti sociali nel chiedere con determinazione alle istituzioni di contrastare l’illegalità lungo tutta la filiera. A questo studio di fattibilità sono interconnessi diversi obiettivi: più informazione e formazione, più sperimentazione di buone prassi, più trasparenza nel mercato del lavoro, più inclusione dei lavoratori migranti. Siamo convinti” ha concluso Mammucari “che per vincere le sfide che abbiamo davanti sia necessario un coinvolgimento delle parti sociali in tema di politiche attive in modo da diventare coprotagonisti di una grande “campagna dei diritti!”.
– foto: Agenzia Fotogramma –
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