Politica
La crisi politica in Francia: governo Barnier sfiduciato dopo soli tre mesi
Il governo di Michel Barnier, che aveva preso le redini della Francia solo tre mesi fa, è stato rovesciato il 4 dicembre con una mozione di sfiducia votata dalla sinistra e dall’estrema destra. La mozione, che ha ottenuto 331 voti favorevoli (superando la maggioranza di 289), è stata proposta dal “Nuovo Fronte Popolare di Sinistra” e sostenuta anche dal Rassemblement National di Marine Le Pen, insieme ad altri gruppi politici, tra cui alcuni membri dei Républicains di Eric Ciotti.
Questo evento segna un momento senza precedenti nella Quinta Repubblica Francese, poiché è solo la seconda volta che un governo viene abbattuto da una mozione di sfiducia, l’ultima risalente al 1962, con il governo di Georges Pompidou. A seguito della caduta dell’esecutivo, il presidente Emmanuel Macron, appena rientrato da una visita ufficiale in Arabia Saudita, è chiamato a nominare rapidamente un nuovo primo ministro, secondo fonti dell’Eliseo.
La causa principale di questa crisi politica è stata la manovra finanziaria del governo Barnier, che ha proposto un bilancio per il 2025 caratterizzato da tagli e misure impopolari, ma insufficienti per convincere l’elettorato. La Francia si trova ora senza un primo ministro e senza una legge di bilancio, in una situazione che prevede nuove difficoltà per il governo di Macron, che non può indire nuove elezioni prima di luglio 2025.
Il risultato di questa crisi è una situazione di incertezza politica, mentre il paese affronta anche il nodo del deficit pubblico, che rimane troppo elevato. La Francia dovrà affrontare la sfida di riprendere la manovra dello scorso anno, che, purtroppo, confermerebbe il suo deficit sotto i parametri di Bruxelles.
Politica
Archiviato Grillo si guarda al futuro del M5S
Il Movimento 5 Stelle archivia per sempre la stagione di Beppe Grillo. Dopo la ripetizione del voto sulle modifiche allo statuto, così come era stato richiesto dallo stesso fondatore e garante, una maggioranza ancora più larga rispetto alla prima votazione ha confermato la scelta di abolire il suo ruolo con l’80,56% dei voti a favore, rispetto al 63,24% della prima votazione nel corso dell’assemblea nazionale Nova. L’appello di Grillo a disertare il voto, per far mancare il quorum del 50% più uno degli aventi diritto, è stato de tutto disatteso dalla comunità pentastellata e, anzi, la partecipazione è stata più numerose della precedente tornata di consultazione. Per i quesiti relativi alle modiche dello statuto, infatti, hanno votato 58.029 iscritti, pari al 64,90% degli aventi diritto, circa 4mila iscritti in più. Confermati anche gli delle altre votazioni statutarie ripetute.
“Questa – ha commentato Conte sui social – è l’onda dirompente di una Comunità che non conosce limiti e ostacoli, in cui tutti contano davvero. Ora si volta pagina. Il Movimento si rifonda sulle indicazioni arrivate con Nova dagli iscritti. Andiamo avanti con grande forza, con l’orgoglio di quel che abbiamo fatto, ma lo sguardo fisso nel futuro. Abbiamo una passione immensa e tante battaglie da fare tutti insieme per cambiare il Paese”. Il presidente del M5S ha dato poi appuntamento a oggi pomeriggio ale 16 agli iscritti per una diretta social, per nuove comunicazioni e rispondere alle loro domande. Da parte sua Grillo ha commentato in nottata sui social “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte”. La frase, così come la foto a corredo in cui “l’Elevato” è raffigurato in cielo, in cima a delle scale, con le braccia aperte e una porta spalancata alle sue spalle, richiama al film “The Truman Show”. Ora resta aperta la strada del contenzioso legale sul simbolo e quella di una scissione, ipotesi che però Conte ha detto di sentirsi di smentire.
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Politica
Crosetto “Con nuovo contesto più potere a Erdogan, quadro peggiora”
Con la caduta di Assad “si apre una transizione difficile e piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall’altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini: Libano, Iraq, Israele, Arabia Saudita, che non è confinante ma vicina e Turchia”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un’intervista a La Stampa, per il quale “questo contesto regala potere a Erdogan. Un pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità Ue per puntare all’ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l’industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull’industria Ue”. Per quanto riguarda il Libano, dopo il collasso siriano, secondo Crosetto “è in condizioni disperate da tempo.
Col collasso della Siria e la crisi di Hezbollah, innescata dalla guerra di Israele il quadro peggiora. E noi dobbiamo difendere, senza mollare di un punto, la tregua a Sud o rischiamo scenari apocalittici”. Ecco perchè il ministro chiede di cambiare le regole d’ingaggio: “Non ci deve essere una sola arma di Hezbollah nella zona blu, o lo garantisce la coalizione Onu o Israele coi carri armati. Lo dico, inascoltato, da mesi, ma ora nessuno può più far finta di non vedere”. Infine, sulle polemiche legate al 2% del Pil per le spese militari, Crosetto chiosa: “L’Italia deve affrontare seriamente il tema e non nascondersi dietro presunti ‘obblighi’ perché lo chiede la Nato o Trump. Noi dobbiamo difendere l’Italia, preparati ad affrontare crisi anche dure”.
-Foto: Agenzia Fotogramma-
Politica
Per Musumeci seconda laurea in Scienze politiche
“Aderendo alle continue richieste di colleghi, si conferma la notizia che il senatore Nello Musumeci, attuale ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, ha conseguito il secondo Diploma di laurea. La tesi, in storia contemporanea, è stata discussa presso l’Aula magna del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Catania e ha ottenuto la votazione di 110/110 e lode.
Per Musumeci è l’epilogo di una antica passione per la storia, affidata negli anni ad alcuni saggi legati alla Sicilia del Novecento”. Lo dichiara il portavoce del ministro Musumeci.
– foto ufficio stampa Musumeci –
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