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Cronaca

Frosinone | Operazione interforze contro reati predatori e spaccio di droga

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ADN24

Nell’ambito di un’intensa attività di controllo del territorio, il Questore di Frosinone ha coordinato un’operazione straordinaria finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati predatori e legati al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione, svolta nel pomeriggio di ieri, ha visto l’impegno di numerosi reparti della Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza.

In particolare, il dispositivo interforze ha coinvolto il personale della Questura, gli agenti del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, i Cinofili, la Polizia Stradale di Frosinone, e il Posto Polfer, con il supporto dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. L’operazione ha interessato le zone di Frosinone ritenute a maggior rischio criminalità, tra cui Piazza Pertini, la zona intorno all’Agenzia delle Entrate, lo scalo ferroviario, Viale Parigi, C.so Francia, C.so Lazio, Viale Madrid, il “Casermone” (un edificio di edilizia popolare) e il centro storico, recentemente teatro di episodi di “mala-movida”.

L’intervento ha portato a risultati significativi, con il rinvenimento e il sequestro di circa 220 grammi di hashish e 8 grammi di cocaina, suddivisi in 19 monodosi pronte per la cessione, grazie all’ausilio dell’unità cinofila della Polizia di Stato. Una persona è stata inoltre denunciata per uso personale di sostanza stupefacente.

Durante i controlli, sono state identificate 222 persone, di cui 58 con precedenti di polizia, e sono stati verificati 95 veicoli, con 11 sanzioni amministrative contestate per violazioni al Codice della Strada. Inoltre, sono state ispezionate 8 attività commerciali, 4 delle quali sono state sanzionate per irregolarità amministrative.

Questa operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza pubblica, monitorando costantemente le aree più sensibili e cercando di contrastare con decisione fenomeni di criminalità e degrado urbano.

Cronaca

Incidente aereo in Kazakistan: oltre 30 vittime e mistero sulle cause

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Un volo passeggeri della Azerbaijan Airlines, partito da Baku in Azerbaijan e diretto a Grozny in Cecenia, è precipitato vicino all’aeroporto di Aktau, in Kazakistan. A bordo dell’Embraer 190 c’erano 62 passeggeri e 5 membri dell’equipaggio. Al momento, il bilancio delle vittime è incerto, ma il vice primo ministro kazako ha confermato che 38 persone hanno perso la vita, mentre 29 sono sopravvissute. I soccorritori hanno recuperato 4 corpi e la scatola nera dell’aereo.

Tra i passeggeri si trovavano cittadini di vari paesi, tra cui 16 russi, 37 azerbaigiani, 6 kazaki e 3 kirghizi. I feriti, ricoverati in ospedale, sono stati descritti in condizioni varie, con 11 persone in gravi condizioni. L’incidente ha scatenato un’imponente operazione di salvataggio, con 150 vigili del fuoco impegnati a spegnere l’incendio derivante dallo schianto.

Le cause dell’incidente sono ancora oggetto di indagine. Inizialmente, la compagnia aerea aveva parlato di una collisione con uno stormo di uccelli, ma successivamente ha smentito questa versione, sostenendo che si trattava di un atterraggio di emergenza. Il Ministero della Sanità kazako ha invece parlato di un’esplosione di pallone a bordo, senza entrare nei dettagli. Tuttavia, alcune teorie alternative stanno prendendo piede: tra i passeggeri sopravvissuti, infatti, qualcuno ha riferito di aver sentito colpi contro la fusoliera, e le immagini della carlinga sembrano mostrare fori che potrebbero essere stati causati da un missile.

Secondo alcuni esperti e fonti ucraine, il velivolo potrebbe essere stato abbattuto da un sistema di difesa aerea russo. La presenza di fori nella parte posteriore della carlinga ha alimentato tali sospetti, alimentando la speculazione che il velivolo sia stato colpito da un missile terra-aria. In risposta, il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, ha ordinato un’indagine approfondita sull’accaduto.

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Cronaca

Parto in auto durante il tragitto verso l’ospedale: nasce Federico a pochi chilometri da Frosinone

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Un episodio incredibile si è verificato nel tardo pomeriggio di ieri lungo la Strada Regionale che collega Frosinone a Latina. Giulia, una donna incinta di Patrica, ha dato alla luce il suo secondo figlio, Federico, mentre si trovava in auto con la suocera, diretta verso l’ospedale Spaziani di Frosinone. La situazione, che sembrava sotto controllo all’inizio, ha preso una piega inaspettata quando le contrazioni, improvvise e ravvicinate, hanno reso chiaro che il parto stava per avvenire prima del previsto.

Giulia, che aveva appena rotto le acque, era pronta per dirigersi in ospedale, ma non immaginava che sarebbe diventata protagonista di un parto d’emergenza. Con il supporto della suocera, la donna è salita in auto e ha iniziato il tragitto verso l’ospedale, distante solo pochi chilometri. Nel frattempo, ha chiamato suo marito Leonardo per informarlo e dirgli di raggiungere direttamente il reparto, senza rientrare a casa.

Ma la situazione si è rapidamente aggravata: mentre la macchina procedeva, le contrazioni sono diventate sempre più forti e ravvicinate, e Federico stava ormai per nascere. A questo punto, la suocera ha allertato il 118. I soccorsi non hanno perso tempo e, grazie alla pronta risposta del personale sanitario, un’ambulanza con un’ostetrica si è messa immediatamente in viaggio verso le due donne, andando incontro all’auto.

L’intervento è stato tempestivo, ma nonostante l’impegno dei soccorritori, Federico è nato comunque in macchina, a pochi chilometri da Frosinone. Fortunatamente, sia la mamma che il bambino stanno bene. Per precauzione, sono stati comunque trasportati in ospedale, dove sono stati sottoposti a controllo.

Giulia, titolare di un negozio di biancheria a Patrica, e il marito Leonardo, genitori già di una bambina, sono ormai felici e sereni con l’arrivo del piccolo Federico, che ha deciso di nascere nel giorno della Vigilia di Natale, regalando alla famiglia un’emozione unica e indimenticabile.

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Cronaca

Maltempo blocca le ricerche dei due alpinisti dispersi sul Gran Sasso: speranze e difficoltà in attesa di miglioramenti

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La situazione riguardante i due alpinisti romagnoli dispersi, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, si sta facendo sempre più critica, a causa delle condizioni meteo estreme che stanno ostacolando le operazioni di soccorso sul Gran Sasso, in Abruzzo. I due amici, di 42 e 48 anni, sono scivolati in un canalone a circa 2100 metri di altitudine e sono stati dati per dispersi da domenica, dopo aver intrapreso un’escursione.

Le ricerche, avviate dal Soccorso Alpino (Cnsas), sono state interrotte temporaneamente a causa di una bufera di neve che ha colpito la zona di Campo Imperatore. Le condizioni meteo, con raffiche di vento fino a 135 km/h e temperature molto basse (-9.5°C), hanno reso impossibile proseguire le operazioni di recupero in sicurezza. L’ostello “Lo Zio”, dove sono stati bloccati 18 soccorritori e altre persone, è diventato un rifugio di emergenza, ma le condizioni non permettono al momento di riattivare la funivia che collega la zona a Fonte Cerreto, creando difficoltà per i soccorritori.

L’allerta per le valanghe nella zona era inizialmente gialla (criticità ordinaria), ma il peggioramento delle condizioni meteo ha costretto i soccorritori a interrompere i tentativi di raggiungere i dispersi. Le famiglie dei due alpinisti sono arrivate in Abruzzo per seguire l’evolversi della situazione, ma purtroppo non ci sono stati aggiornamenti positivi. Il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti, ha espresso la solidarietà della comunità, purtroppo con il dolore che accomuna tutti in questa difficile attesa.

Nel frattempo, il bilancio delle tragedie in montagna in Abruzzo quest’anno è drammatico, con dieci morti e due dispersi, a causa di diversi incidenti e malori. Questo tragico episodio sottolinea la pericolosità dell’attività alpinistica in condizioni meteo sfavorevoli, ed evidenzia la necessità di una pianificazione adeguata e prudente nelle escursioni montane.

Le autorità locali e i soccorritori continueranno a monitorare la situazione, sperando che le condizioni migliorino abbastanza da permettere il recupero dei due dispersi.

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