Cronaca
Brescia: Sequestrate opere d’arte per oltre 1,6 milioni di euro per “sproporzione”
I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, su disposizione del Tribunale di Brescia, hanno sequestrato opere d’arte e reperti di ingente valore nell’ambito di un’indagine per ricettazione e riciclaggio. Il sequestro, eseguito nei confronti di due indagati della provincia di Brescia, ha riguardato 578 oggetti, tra cui 26 opere risultate rubate e 5 falsi d’arte moderna. Il valore complessivo supera 1,6 milioni di euro.
L’indagine è partita nel 2020 con l’individuazione online di un dipinto del XVII secolo, raffigurante Santa Caterina da Siena, risultato modificato per nasconderne la provenienza illecita. Successive perquisizioni hanno svelato un’abitazione colma di opere d’arte, molte delle quali prive di documentazione che ne attestasse la lecita provenienza.
Tra i beni sequestrati figurano 23 opere rubate tra il 1971 e il 2009, oltre a numerosi oggetti di pregio come statue, orologi antichi, mobili e stemmi araldici. Cinque dipinti, tra cui lavori attribuiti a Michele Cascella, Mario Sironi e Renato Guttuso, sono stati dichiarati contraffatti, con il destino previsto di distruzione.
Le indagini hanno evidenziato una sproporzione tra il tenore di vita degli indagati e la ricchezza posseduta, in assenza di redditi compatibili con il valore delle opere. Questo ha permesso di applicare la confisca per sproporzione, introdotta dal codice penale per tutelare i beni culturali.
In totale, sono stati sequestrati 127 dipinti, sculture e altri oggetti di antiquariato, tra cui 3 beni rubati in Veneto e Piemonte. I materiali sono stati catalogati e posti sotto custodia in attesa delle fasi processuali. Le responsabilità degli indagati saranno accertate in sede giudiziaria.
Cronaca
Caltanissetta | Arrestati due minorenni per spaccio di droga a Corso Vittorio Emanuele
Mercoledì sera, due minorenni sono stati arrestati dalla Polizia per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’operazione è scattata quando gli agenti della Sezione Volanti, durante un pattugliamento in Corso Vittorio Emanuele, hanno notato i ragazzi tentare di nascondere un involucro vicino a una recinzione. I poliziotti, che avevano già notato il gesto sospetto, hanno prontamente fermato i giovani per un controllo.
Durante l’ispezione, gli agenti hanno recuperato l’involucro, che conteneva circa 50 grammi di hashish. Nel corso dell’identificazione, è emerso che uno dei due ragazzi aveva fornito false generalità e risultava essere fuggito da una comunità minorile, un ulteriore elemento che ha aggravato la sua posizione. Entrambi i minorenni, già noti alle forze dell’ordine per precedenti reati, sono stati arrestati e, dopo gli accertamenti, sono stati condotti all’Istituto Penale Minorile, dove sono stati posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (G.I.P.) del Tribunale per i Minorenni di Caltanissetta ha convalidato gli arresti durante l’udienza e, su richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto il collocamento in una comunità per uno dei due minorenni. Per l’altro, invece, la misura è stata rigettata per motivi di infermità. L’inchiesta prosegue, mentre la Polizia continua a monitorare il territorio per contrastare fenomeni di spaccio, specialmente tra i giovani.
Cronaca
Catanzaro | Sequestro fuochi d’artificio illegali a Satriano: denunciato imprenditore
Le autorità del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno portato a termine un’importante operazione di contrasto alla detenzione e commercializzazione illecita di artifizi pirotecnici. Nell’ambito dei controlli intensificati in vista delle festività natalizie e di fine anno, i finanzieri hanno sequestrato circa 330 mila fuochi d’artificio, per un peso complessivo di sei quintali, individuati in un deposito gestito da un imprenditore locale.
L’operazione, condotta dalla Compagnia di Soverato, ha avuto origine da verifiche su un punto vendita situato a Satriano. L’ispezione, successivamente estesa a magazzini collegati alla stessa attività commerciale, ha permesso di individuare diversi siti di stoccaggio nelle vicinanze, tra cui un deposito dove il materiale pirotecnico era conservato in condizioni estremamente pericolose. Gli artifici erano accatastati in maniera disordinata, spesso in pacchi aperti, e posizionati vicino a materiali facilmente infiammabili, come capi di abbigliamento.
L’intervento è stato seguito da accertamenti tecnici eseguiti dal Nucleo Artificieri Regionale della Questura di Catanzaro, che ha confermato l’elevato rischio connesso alla gestione impropria di questi materiali. Il rappresentante legale dell’azienda è stato denunciato per detenzione illegale di materiale esplosivo e violazione delle norme sulla sicurezza.
L’operazione sottolinea l’importanza di controlli rigorosi per prevenire incidenti legati all’uso e alla distribuzione di fuochi d’artificio non autorizzati. Le forze dell’ordine rinnovano l’appello alla cittadinanza a utilizzare esclusivamente prodotti certificati e a segnalare eventuali situazioni sospette per garantire la sicurezza durante le festività.
Cronaca
Sant’Agata di Militello (ME) | Arrestato gestore di palestra per gravi accuse
Nelle prime ore di oggi, le autorità di S. Agata di Militello hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un uomo di 65 anni, gestore di una palestra locale, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di una giovane frequentatrice della struttura. L’uomo è stato inoltre indagato per l’esercizio abusivo della professione di massaggiatore fisioterapista.
L’episodio, risalente al mese scorso, ha avuto inizio quando la vittima, una donna di 21 anni, ha denunciato comportamenti inappropriati subiti durante una seduta di massaggi all’interno della palestra. Secondo il racconto della giovane, il sospettato avrebbe approfittato della situazione per compiere atti non richiesti e inappropriati, cogliendola di sorpresa e sfruttando il suo stato di vulnerabilità.
Le indagini, condotte dal Commissariato di Polizia locale, hanno incluso testimonianze, registrazioni audio e altri riscontri investigativi. Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto sussistenti gli indizi per disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico. Inoltre, è stato accertato che l’uomo svolgeva l’attività di massaggiatore senza avere le qualifiche richieste, ricevendo compensi per prestazioni non autorizzate.
Le autorità invitano chiunque abbia informazioni su casi simili a collaborare con le forze dell’ordine, sottolineando l’importanza delle denunce per prevenire ulteriori episodi di questo genere. Il caso resta aperto e soggetto a ulteriori sviluppi, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza fino a eventuale sentenza definitiva.
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