Motori
Crescita dei costi di gestione auto: nel 2024 mantenere un veicolo costa quasi 4.300 euro
Nel 2024 il costo per mantenere un’automobile è diventato sempre più salato, con un impatto significativo sul bilancio degli automobilisti italiani. Secondo un’analisi condotta da Federcarrozzieri, l’associazione delle autocarrozzerie italiane, la spesa media annuale per mantenere un’auto è aumentata a quasi 4.300 euro, un dato che preoccupa chi deve fare i conti con l’aumento dei prezzi e la crescente difficoltà economica.
Se da un lato i carburanti sono diminuiti, i costi legati all’assicurazione RC auto, alle riparazioni e ai listini delle vetture sono aumentati in modo considerevole. Il prezzo medio di acquisto di un’auto nuova è salito, infatti, da 28.800 euro nel 2023 a circa 29.300 euro nel 2024, con un incremento dell’1,7%. Tuttavia, se paragonato al prezzo medio di 21.000 euro di un’auto nel 2019, prima della crisi energetica, della pandemia e della guerra in Ucraina, il rincaro è del 40%, un aumento che ha creato difficoltà per molti automobilisti.
L’industria automobilistica sta affrontando un periodo complesso, con l’introduzione di regole sempre più rigide sulle emissioni, l’adozione di tecnologie avanzate, dispositivi di sicurezza e elettronica costosa, tutti fattori che incidono pesantemente sui costi di produzione. «A pesare sono le normative sempre più stringenti sulle emissioni, la tecnologia di bordo e la crisi della logistica», ha dichiarato Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri.
Anche l’assicurazione RC auto sta diventando più costosa: la polizza media è aumentata del 7,7% rispetto al 2023, arrivando a 415 euro a fine anno. A ciò si aggiungono i costi per la manutenzione e le riparazioni, che sono cresciuti mediamente del 3,3%, portando la spesa annua per la manutenzione a 463 euro. Anche i costi per ricambi e lubrificanti sono aumentati del 2,5%, con una spesa aggiuntiva di circa 280 euro.
Non solo le spese per l’acquisto e la manutenzione delle vetture sono aumentate, ma anche i costi legati ai lavaggi, che, ipotizzando un lavaggio al mese, superano i 121 euro annui. I pedaggi e i parcheggi sono anch’essi in aumento, con un incremento medio del 2%. Di contro, nel 2024 si è registrato un leggero risparmio sui carburanti: con un’auto a benzina e una media di 2,5 rifornimenti al mese, la spesa annuale per il carburante è scesa dell’1,7%, attestandosi a 2.749 euro.
Il quadro che emerge è quello di un settore in crescita ma anche caratterizzato da forti aumenti. «Per gli automobilisti italiani, il bicchiere rimane mezzo vuoto», ha commentato Galli, evidenziando come i rincari nel 2024 si aggiungano a quelli che si sono verificati nell’ultimo biennio, impattando non solo sui costi di acquisto e manutenzione ma anche sulle riparazioni, i pezzi di ricambio, i materiali e la manodopera. L’aumento dei prezzi ha reso le riparazioni delle vetture più costose e i tempi di attesa per gli interventi sempre più lunghi.
Notizie preoccupanti giungono anche dalla Germania, dove le case automobilistiche tedesche, tra cui Volkswagen, Mercedes-Benz e BMW, hanno registrato un forte calo degli utili nel terzo trimestre del 2024. Il loro utile operativo è sceso di quasi la metà rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, con un calo del fatturato del 6%. Questo rallentamento nel settore è dovuto a una combinazione di fattori, tra cui la diminuzione della domanda, l’aumento dei costi di produzione e le difficoltà nel settore della logistica.
Nonostante questi aumenti, il settore automobilistico sta vivendo una fase di transizione, con l’introduzione di nuove tecnologie, la transizione verso i veicoli elettrici e l’adozione di nuove normative ambientali che, pur causando un aumento dei costi nel breve termine, potrebbero avere un impatto positivo sul lungo periodo. Tuttavia, per gli automobilisti italiani, la sfida rimane quella di conciliare le esigenze quotidiane con l’aumento delle spese legate alla gestione del veicolo.
Motori
BMW Motorrad R 12 S 2025: Un tributo alla leggendaria R 90 S
BMW Motorrad arricchisce la sua gamma Heritage con la nuova R 12 S, un modello che rende omaggio alla leggendaria R 90 S, icona della sportività della casa bavarese. Con il lancio del modello 2025, BMW celebra la storia e l’evoluzione delle sue moto, portando sul mercato una nuova versione della R 12 che incarna lo spirito sportivo e l’heritage del marchio.
La BMW R 90 S, lanciata nel 1973, fu una moto che segnò un’epoca, diventando la prima moto di serie al mondo con una carenatura aerodinamica sul manubrio. Con una potenza di 67 CV, raggiungeva i 200 km/h, conquistando il cuore degli appassionati di motori. La sua fama crebbe ulteriormente grazie ai successi nelle competizioni: nel 1976 vinse la classe al Production TT sull’Isola di Man e trionfò alla celebre 200 Miglia di Daytona con Steve McLaughlin al manubrio. Lo stesso anno, Reg Pridmore portò la R 90 S alla vittoria nel campionato AMA Superbike, cementando ulteriormente la sua leggenda.
La nuova R 12 S è un tributo alla storica R 90 S, ma con un tocco di modernità che la rende un’autentica sportiva retrò. Basata sulla R 12 nineT, la R 12 S si distingue per una serie di dettagli estetici e funzionali. Tra le caratteristiche salienti ci sono le ruote Option 719 Classic II, realizzate in alluminio anodizzato lucido, e i coperchi delle bobine di accensione Billet pack Shadow e Shadow II. Questi dettagli, insieme al manubrio e ai foderi della forcella neri, conferiscono alla moto un look sportivo e raffinato.
La R 12 S è anche equipaggiata con una serie di tecnologie moderne, come il pacchetto Comfort, che include il controllo della partenza in salita, il cambio Pro, manopole riscaldabili, cruise control e luci adattive Headlight Pro. Questi equipaggiamenti la rendono non solo bella, ma anche pratica e sicura su strada.
Dal punto di vista tecnico, la BMW R 12 S 2025 mantiene le caratteristiche della R 12 nineT, ma con una serie di aggiornamenti che la rendono ancora più performante. Monta un motore bicilindrico boxer a 4 tempi da 1.170 cc, raffreddato ad aria/olio, che sviluppa una potenza di 109 CV a 7.000 giri/min e una coppia di 115 Nm a 6.500 giri/min. Questo motore consente alla moto di raggiungere una velocità massima di 215 km/h, con un peso in ordine di marcia di 220 kg e un serbatoio da 16 litri.
La nuova BMW R 12 S 2025 sarà disponibile a partire da un prezzo di 23.750 euro. Con questa moto, BMW Motorrad continua a mescolare tradizione e innovazione, offrendo un modello che non solo celebra il passato, ma guarda anche al futuro, mantenendo la sua identità sportiva e il suo impegno verso la qualità e le prestazioni.
In sintesi, la BMW R 12 S 2025 è una moto che non solo rende omaggio alla R 90 S, ma la ripropone in chiave moderna, con tecnologia avanzata, design raffinato e prestazioni da vera sportiva. Un must per gli appassionati di BMW e per chi cerca una moto che unisce storia, sportività e modernità.
Motori
Alfa Romeo in difficoltà: Le dimissioni di Carlos Tavares e il calo delle vendite in USA e Italia
Il 2024 si sta rivelando un anno particolarmente difficile per Stellantis, con un susseguirsi di problematiche che coinvolgono sia la leadership del gruppo che le performance di alcuni dei suoi marchi più noti, tra cui Alfa Romeo.
Carlos Tavares, il CEO che ha guidato Stellantis sin dalla sua creazione nel 2021, ha recentemente annunciato le sue dimissioni, scatenando preoccupazioni in tutto il settore. Ma la crisi interna non si limita alla leadership: Alfa Romeo, in particolare, sta affrontando gravi difficoltà sia negli Stati Uniti che in Italia.
Alfa Romeo sta lottando duramente negli Stati Uniti, con le concessionarie che hanno registrato un drammatico calo delle vendite. Nel terzo trimestre del 2024, le vendite sono scese del 29%, mentre nei primi nove mesi dell’anno il calo si attesta al 10%. Un dato preoccupante, soprattutto considerando che l’introduzione del crossover Tonale non è riuscita a risollevare l’interesse degli americani per il marchio, che ormai sembra essere sempre meno ricercato oltre l’Oceano.
Ad aggravare la situazione, Alfa Romeo ha annunciato che, con la fine del 2024, interromperà le vendite delle varianti Quadrifoglio di Giulia e Stelvio, notizie particolarmente dolorose per gli appassionati di alte prestazioni, da sempre una delle punte di diamante del marchio italiano.
Se negli Stati Uniti Alfa Romeo sta vivendo un vero e proprio momento di crisi, la situazione in Italia, purtroppo, non è molto migliore. I dati UNRAE relativi a novembre 2024 evidenziano una flessione delle vendite, con 2.479 unità vendute, un calo del 9,06% rispetto al 2023. Nel periodo gennaio-novembre, il marchio ha venduto 20.884 auto, con una diminuzione complessiva del 17,37%.
Sebbene i numeri in Italia non siano paragonabili alla debacle statunitense, il calo delle vendite è comunque un segnale preoccupante per un marchio che ha sempre avuto una forte identità e una solida base di clienti nel suo mercato di origine.
Il marchio Alfa Romeo si trova quindi a un bivio, con la necessità di una strategia che possa ridare slancio alle vendite e riconnettere il brand con i consumatori, soprattutto in un mercato italiano che sta mostrando segni di indebolimento. Nonostante l’introduzione di nuovi modelli, tra cui il Tonale e la riproposizione della storica Frontera, il marchio sembra non riuscire a trovare una formula vincente che faccia decollare le sue vendite.
La situazione di Stellantis, con le difficoltà interne e il cambiamento ai vertici, rende il futuro di Alfa Romeo ancora più incerto. Se il gruppo non riuscirà a risolvere i problemi legati alla leadership e a rilanciare marchi storici come Alfa Romeo, potrebbe trovarsi di fronte a un futuro più complicato di quanto immaginato.
Motori
Stellantis in crisi: Le dimissioni di Carlos Tavares e le difficoltà di Opel
Lo scorso 1 dicembre 2024, Carlos Tavares ha annunciato le sue dimissioni da CEO di Stellantis, scatenando preoccupazioni all’interno dell’azienda, che ora è alla ricerca urgente di un sostituto per il 2025. Chiunque prenderà le redini del gruppo dovrà affrontare una sfida significativa, considerando le difficoltà che i 14 marchi di Stellantis stanno affrontando. Alfa Romeo, ad esempio, sta vivendo una crisi sul mercato statunitense, mentre Opel sta faticando in Germania, con un calo delle vendite che sta influenzando anche la produzione.
Proprio a causa delle scarse vendite, lo stabilimento Opel di Rüsselsheim ha dovuto ridurre la produzione, passando a un solo turno di lavoro fino a fine gennaio 2025. Questo colpisce in particolare la produzione della Opel Astra e della DS 4, con un impatto diretto su circa 1.600 dipendenti, che ora temono per la loro sicurezza lavorativa. Le difficoltà arrivano proprio nell’anno del 125esimo anniversario di Opel, celebrato lo scorso giugno, aggiungendo una nota amara a una situazione già critica.
Nonostante ciò, Opel sta cercando di rimanere competitiva, come dimostra il recente rilancio della Opel Frontera, ispirata al modello degli anni Novanta. Anche se il settore automobilistico è destinato a riprendersi nel lungo periodo, resta l’incertezza su quando questa ripresa avverrà davvero, e quale sarà l’impatto a breve termine per le aziende come Opel.
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