Politica
Decreto giustizia: approvato senza ‘bavaglio’ ai magistrati e stretta sul cyber
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto giustizia, ma senza due delle norme più controverse:
- Il cosiddetto “bavaglio” ai magistrati, che prevedeva l’avvio di azioni disciplinari per i giudici che non si astengono da procedimenti in presenza di “gravi ragioni di convenienza”.
- La stretta sul cyber, che avrebbe affidato al Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo il coordinamento delle inchieste sui crimini informatici.
Misure approvate
Nonostante l’eliminazione di queste norme, il decreto include:
- Braccialetti elettronici: potenziamento per prevenire la violenza contro le donne.
- Edilizia carceraria: il commissario straordinario potrà approvare i progetti di nuovi istituti di pena anche senza il consenso dei presidenti delle regioni interessate.
Critiche e divisioni nella maggioranza
Le due norme escluse hanno generato tensioni all’interno della maggioranza:
- Bavaglio ai magistrati: Accantonato dopo le critiche, soprattutto da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm). Il segretario Salvatore Casciaro ha apprezzato la rimozione della norma, definendola “mal formulata” e potenzialmente dannosa per il ruolo tecnico dei magistrati.
- Coordinamento cyber: Fortemente osteggiato da Forza Italia, che non era favorevole al potenziamento del ruolo del Procuratore nazionale antimafia. Nonostante precedenti rassicurazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, la norma è stata esclusa dal decreto, segnalando che i dubbi tecnici e politici non sono stati risolti.
Implicazioni
L’assenza di queste norme dal decreto potrebbe essere il segnale di un compromesso politico volto a evitare ulteriori divisioni nella maggioranza. Tuttavia, resta il nodo della regolamentazione del crimine informatico, una questione che necessita di soluzioni efficaci ma condivise.
Il decreto, nella sua versione attuale, punta su misure immediate e concrete, come la lotta alla violenza di genere e il miglioramento delle infrastrutture carcerarie, lasciando però in sospeso riforme più ampie e discusse.
Politica
Tax Credit Cinema: Il Tar accoglie il ricorso, il decreto resta in vigore
Il Tar del Lazio ha accolto la domanda cautelare dei ricorrenti sul decreto Tax Credit Cinema, fissando l’udienza pubblica per il 4 marzo 2025 per la trattazione del merito del ricorso. La decisione cautelativa lascia inalterata l’efficacia del decreto fino alla sentenza finale. In altre parole, il provvedimento non viene sospeso e continuerà a essere operativo nel frattempo.
Il contesto del ricorso
Il ricorso riguarda il Tax Credit Cinema, una misura che ha suscitato polemiche nel settore audiovisivo italiano. Il provvedimento è stato criticato per gli effetti negativi che avrebbe sul settore, creando disuguaglianze tra le piccole produzioni e le grandi major. L’accoglimento della domanda cautelare significa che il Tribunale ha ritenuto necessario mantenere in vigore il decreto per evitare che la sua sospensione possa creare effetti distorsivi e dannosi per il settore cinematografico italiano.
Le reazioni politiche
- Irene Manzi (PD): La capogruppo democratica in Commissione Cultura della Camera ha commentato che il governo dovrebbe ritirare la riforma del Tax Credit per il cinema, definita un “pasticcio” che sta causando danni gravi all’industria audiovisiva italiana. Secondo Manzi, la riforma ha portato perdite per le produzioni e danneggiato l’occupazione.
- M5S (Gaetano Amato e Anna Laura Orrico): I deputati del Movimento 5 Stelle hanno accusato il governo di incompetenza, evidenziando come il Tax Credit Cinema rischi di danneggiare gravemente l’industria cinematografica italiana. Hanno chiesto che vengano ritirate le deleghe della Leghista Lucia Borgonzoni e criticato la riforma, ritenuta dannosa e dannosa per migliaia di lavoratori del settore.
Prospettive future
Con l’udienza fissata per il 4 marzo 2025, si prevede che la questione resti aperta per diversi mesi, lasciando il settore in attesa di una risoluzione definitiva sulla legittimità del decreto. Nel frattempo, la polemica politica continua, con le forze di opposizione che premono per un cambiamento del provvedimento, ritenuto dannoso per il settore.
Politica
Decima fumata nera per l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale
Il Parlamento in seduta comune ha registrato un nuovo fallimento nell’elezione di un giudice della Corte Costituzionale, con la decima fumata nera per il successore di Silvana Sciarra, il cui incarico è scaduto oltre un anno fa.
Risultati del voto
- 306 schede bianche e due voti dispersi.
- Il quorum richiesto per il primo giudice era dei tre quinti dei votanti, mentre per gli altri tre giudici, alla prima votazione, servivano i due terzi.
- La votazione è avvenuta con due schede distinte: una gialla per il primo giudice e una azzurra per gli altri tre.
Contesto
Oltre alla sostituzione della giudice Sciarra, il Parlamento deve eleggere tre nuovi membri per rimpiazzare Augusto Antonio Barbera (attuale presidente della Consulta), Franco Modugno e Giulio Prosperetti, i cui incarichi scadranno entro fine dicembre.
Mancanza di accordo politico
La difficoltà nel raggiungere un’intesa deriva dalla necessità di equilibrare le nomine tra:
- Centrodestra (due giudici).
- Opposizione (un giudice).
- Un tecnico, condiviso tra le parti.
Prossimi passi
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha annunciato che il Parlamento sarà convocato in seduta comune ogni settimana fino a quando non si sbloccherà la situazione.
Una possibile strategia prevede di attendere altre due votazioni per riallineare i quorum richiesti, così da poter votare tutti i giudici su un’unica scheda, semplificando il processo decisionale e favorendo un accordo.
Politica
Aumento del 2xMille e ritorno del voucher per le scuole paritarie
Il decreto fiscale, approvato al Senato con 100 voti favorevoli e ora atteso alla Camera, introduce importanti novità, tra cui l’aumento del tetto per il finanziamento dei partiti tramite il 2xMille, portando la cifra totale per quest’anno a quasi 30 milioni di euro. Questo aumento si è concretizzato con un ritocco in extremis in commissione Bilancio, dopo precedenti modifiche richieste dal Quirinale.
I contenuti principali del decreto
Il decreto comprende diverse misure, tra cui:
- Bonus Natale per alcune categorie di lavoratori.
- Rateizzazione per autonomi e partite IVA.
- Finanziamenti straordinari per le forze armate.
- Incentivi per la Transizione 4.0.
- Incremento del tetto del 2xMille per i partiti.
Voucher per le scuole paritarie
Ricompare nel dibattito parlamentare la proposta del voucher per le scuole paritarie, destinato a famiglie con un ISEE sotto i 40.000 euro. La misura, avanzata sia da Fratelli d’Italia che da Lorenzo Cesa, non figura tra gli emendamenti prioritari ma potrebbe essere oggetto di discussione durante l’esame della legge di bilancio.
Critiche e tensioni politiche
L’approvazione del decreto ha messo in luce le tensioni interne alla maggioranza, soprattutto dopo il voto sul canone Rai. Mentre il governo cerca di minimizzare, l’opposizione attacca:
- PD: denuncia una maggioranza basata sul “do ut des”.
- M5S: critica il decreto come privo di soluzioni concrete.
- IV: prevede instabilità politica per la coalizione di centrodestra.
La prossima settimana, la commissione Bilancio della Camera inizierà l’esame della legge di bilancio, che entrerà nel vivo a dicembre. Tra le priorità in discussione: l’aumento delle pensioni minime, la web tax, e la riforma IRPEF per i ceti medi, con tempi stretti per garantire l’approvazione entro il 31 dicembre.
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