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Lancia festeggia 118 anni di storia

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 Mercoledì 27 novembre il Brand Lancia celebra il suo 118° anniversario, un traguardo importante che racconta una lunga storia di passione, stile ed innovazione. Per l’occasione il brand ha realizzato un video celebrativo mettendo in risalto quel fil rouge che lega alcune icone del passato con la Nuova Ypsilon, oltre ad una serie di iniziative che coinvolgeranno i dipendenti Lancia nei siti produttivi in Italia, Francia e Spagna.
In particolare, le celebrazioni si terranno presso la sede di Lancia a Torino, precisamente in Via Plava, dove i dipendenti potranno sia festeggiare questa ricorrenza insieme al top management, sia conoscere da vicino la Nuova Ypsilon esposta all’ingresso dell’headquarter, interagendo direttamente con i colleghi che hanno lavorato al progetto. Lo stesso coinvolgimento della famiglia Lancia si vedrà presso gli stabilimenti di Lancia a Zaragoza (Spagna) e Poissy (Francia), in un simbolico abbraccio tra coloro che continuano ogni giorno, con impegno e orgoglio, a scrivere una nuova pagina della storia di Lancia. Senza dimenticare che nel Rinascimento di Lancia un ruolo chiave lo rivestono i nuovi ed esclusivi showroom Casa Lancia, che oggi in Italia sono 160 mentre, entro il 2025, raggiungeranno la quota totale di 70 distribuiti nelle principali città di Francia, Spagna, Belgio-Lussemburgo, Paesi Bassi e Germania.
Dichiara Luca Napolitano, CEO del marchio Lancia: «Sono orgoglioso di celebrare questo anniversario che segna un altro tassello della nostra storia leggendaria, fatta di eleganza senza tempo, innovazione tecnologica e primati sportivi. In questi 118 anni di storia, Lancia ha creato vetture belle, innovative e spiccatamente italiane che, nonostante il trascorrere del tempo, continuano a essere nel cuore della gente».
Recandosi presso una delle 160 Case Lancia presenti in Italia, oltre a vivere una customer experience premium, i visitatori potranno scoprire l’imperdibile offerta finanziaria che, fino al 30 novembre, consente di mettersi subito al volante della Nuova Ypsilon Ibrida con una rata mensile di 200 euro per 48 mesi. In alternativa, la Nuova Ypsilon Elettrica è disponibile a 200 euro per 36 mesi. In entrambi i casi, il primo pagamento avverrà dopo 90 giorni. Al termine del finanziamento, il cliente può scegliere se sostituire, tenere o restituire il veicolo.
Il marchio venne fondato a Torino il 27 novembre 1906 da Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin, entrambi dipendenti Fiat e appassionati di auto. Vincenzo era già noto nell’ambiente automobilistico, grazie a diverse vittorie sportive ottenute al volante di vetture Fiat. La prima vettura prodotta nel 1908 è la Lancia 12 HP, una vettura decisamente fuori dagli schemi per il tempo con chassis basso e leggero, munito di trasmissione a cardano, al posto delle catene, e che divenne un vero e proprio successo per l’epoca con più di 100 unità vendute. La fama di Lancia cresce e il marchio supera il primo conflitto mondiale, al termine del quale si succedono altri modelli di grande qualità, tra i quali la Lambda, l’Augusta e l’Aprilia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1950 Lancia presenta l’Aurelia, la prima vettura al mondo a montare un motore V6: un modello che trionfa in diverse competizioni e spinge Gianni Lancia, il figlio di Vincenzo, a fondare un reparto corse dedicato alle gare su strada che verrà chiamato Scuderia Lancia.
Nel 1956 il marchio si concentra sulle vetture alto di gamma: le vetture iconiche degli anni 60 sono la Flaminia e la Flavia, la prima vettura italiana con motore e trazione anteriore. All’inizio degli anni 70, riprende il reparto sportivo che, con la Stratos, la 037 e poi con la Delta, dominerà per più di 20 anni il mondo dei rally e consentirà a Lancia di entrare nell’Olimpo del Motorsport: 15 Campionati mondiali rally, tre Campionati del mondo endurance costruttori, una 1000 miglia, due Targa Florio e una Carrera Panamericana.
Fuori dall’ambito sportivo, al Salone di Ginevra del 1985 debutta la piccola Y10 che rivoluziona il concetto di automobile di classe da città. La Ypsilon diventa ben presto una vettura di grande successo, come dimostrano oltre 37 serie speciali, 4 generazioni e il titolo di leader in Italia nel suo segmento. E dallo scorso aprile il testimone è passato alla Nuova Ypsilon, la capostipite della nuova era di Lancia con le sinuose forme ispirate ai modelli che hanno scritto la storia del marchio, così come i fanali posteriori rotondi sono un chiaro rimando alla Lancia Stratos. Senza dimenticare che è la prima vettura di produzione Stellantis dotata del sistema S.A.L.A., l’interfaccia virtuale e intelligente che garantisce un’esperienza di guida confortevole e coerente con la tecnologia senza sforzi Lancia. Inoltre, la nuova creazione del marchio italiano è anche best-in-class nel segmento B hatchback premium, grazie all’allestimento più completo della categoria, ampio display da 10.25″, miglior sistema standard di ausilio al parcheggio, sistema di illuminazione esterna più ricco per tecnologia ed estensione, nonchè unico modello del segmento equipaggiato con Guida Autonoma di livello 2 in dotazione standard sulla versione Cassina.
Da sempre il design di Lancia non è estetica fine a sè stessa ma la massima espressione dello “stile italiano”, ovvero un connubio unico al mondo di eleganza classica, creatività e passione. Da questo approccio nascono automobili dal design ricercato, mai legato a un puro vezzo creativo, che punta sempre a rimuovere gli eccessi fino a trovare la bellezza nella purezza delle forme e dei contenuti. Non a caso alcune vetture Lancia sono entrate nell’immaginario collettivo: dall’Aurelia alla Flaminia, dalla Fulvia alla Beta HPE, dalla Gamma alla Delta, dalla Stratos alla 037. Modelli molto diversi tra loro, qualcuno figlio di un design aggraziato ed elegante, altri di un design brutale ed efficiente, ma tutti accomunati da uno stile capace di andare oltre lo spazio e il tempo, che li rende ancora oggi bellissimi, contemporanei ed espressione di un design tipicamente italiano. Inoltre, spesso lo stile Lancia ha “vestito” con raffinatezza l’innovazione, come dimostra l’apertura ad armadio delle portiere, senza il montante centrale, brevettata a partire dagli anni Trenta e precursore per i tempi di innovazioni successive. O anche all’Aprilia, che nasce dall’idea straordinaria di applicare l’aerodinamica su una vettura compatta di serie. Per Lancia si parla di artigianalità e cura dei dettagli, caratteristiche che hanno da sempre contraddistinto ogni modello, sia negli interni che negli esterni, come per l’iconica Aurelia B24 Spider, con le sue linee depurate da ogni elemento superfluo, senza le maniglie e con le portiere che si aprono dall’interno, per non “disturbare” la sua linea perfetta. Lancia è stata anche icona di stile italiano con la Thema 8.32 spinta da un motore Ferrari, pregiati interni in pelle e il cruscotto totalmente in radica. E oggi la Nuova Ypsilon porta al debutto un nuovo linguaggio di design, che unisce tradizione e innovazione, ispirandosi alla fluidità delle storiche Aurelia e Flaminia, con un tocco di sportività preso dalle leggendarie Stratos e Delta. Il Centro Stile Lancia ha inoltre giocato sui contrasti, combinando forme pure e sensuali con elementi più audaci. Tra i dettagli distintivi della Nuova Ypsilon spicca la moderna reinterpretazione della calandra a calice di Lancia e i fanali posteriori ispirati alla Stratos. Anche gli interni rispecchiano l’eleganza italiana, con scelte raffinate come il tavolino e materiali pregiati, tra cui pelle e velluti riciclati con texture a coste.
La storia di Lancia è profondamente intrecciata con l’evoluzione del suo logo e la denominazione dei suoi modelli, riflettendo l’identità e i valori del marchio. Il primo logo, introdotto nel 1907, presentava la scritta ‘Lancià in bianco su uno sfondo scuro, con una ‘L’ prominente e uno stile essenziale. Nel 1911, Vincenzo Lancia decise di affidare la creazione di un nuovo emblema al conte Carlo Biscaretti di Ruffia, che introdusse elementi come il volante a quattro razze, la bandiera rettangolare e l’asta a forma di lancia, rappresentando perfettamente la filosofia del marchio. Questo design venne adottato ufficialmente nel 1922. Nel 1929, il logo subì un’ulteriore trasformazione, aggiungendo uno scudo triangolare attorno al volante e stabilendo una combinazione cromatica di blu, bianco e oro, destinata a durare nel tempo. Nel 1957, con l’introduzione della Lancia Flaminia, il logo venne nuovamente ridisegnato, adottando un’estetica più moderna e stilizzata con forme geometriche semplici e una bicromia blu-argento. Successivamente, nel 1969, a seguito dell’acquisizione di Lancia da parte del Gruppo Fiat, il logo subì un altro profondo restyling che riportò la forma rettangolare, ma con un tocco di modernità al design originale del 1907. La Beta del 1972 fu la prima vettura a sfoggiare questo nuovo emblema. Nel 1981, il designer Massimo Vignelli reinterpretò il logo, stilizzando gli elementi tradizionali e riducendo la palette di colori all’alternanza di blu e bianco. Nel 2007, il logo venne ulteriormente evoluto per una maggiore essenzialità, mantenendo lo scudo e il colore blu, ma semplificando il design del volante e rimuovendo la lancia con la bandiera. Anche la denominazione dei modelli riflette la storia del marchio. Inizialmente, le vetture erano identificate dai cavalli fiscali, come 12 HP e 18/24 HP, ma nel 1919 Vincenzo Lancia, su suggerimento del fratello Giovanni, decise di utilizzare le lettere dell’alfabeto greco per conferire un’identità più forte alle sue auto, introducendo la Kappa e continuando con modelli come Lambda e Dilambda. Negli anni ’30, i nomi cambiarono, ispirandosi a località storiche dell’antica Roma, come Artena, Astura, Augusta, Aprilia e Ardea. Durante gli anni ’50 e ’60, sotto la guida di Gianni Lancia, i modelli presero il nome da vie consolari romane, come Aurelia, Appia, Flaminia, Flavia e Fulvia. Negli anni ’70 e ’80, dopo l’acquisizione da parte di Fiat, si tornò all’uso delle lettere greche con modelli come Beta, Gamma e Delta, continuando la tradizione classica. Nei primi anni 2000, questa tradizione si riflettè in modelli come Thesis, Phedra e la terza generazione della Delta nel 2008, fino ad arrivare alla Ypsilon del 2020 e all’attuale Nuova Ypsilon, che porta al debutto un nuovo logo che rilegge in chiave moderna tutti gli elementi distintivi del marchio storico – il volante, la bandiera, lo scudo, la lancia e la scritta – per proiettarli nel futuro. Questi elementi costitutivi del marchio sono i simboli della nobiltà e dell’heritage Lancia, semplificati in termini di linee e di forme e posizionati in un nuovo equilibrio, capace di esprimere innovazione, premiumness e italianità con un tocco di eclettismo, dato dalla lancia asimmetrica.
Celebrare il compleanno di Lancia significa inevitabilmente ricordare i suoi straordinari successi nel mondo dei Rally, che le hanno consentito di entrare nell’Olimpo del Motorsport con 15 Campionati mondiali rally, tre Campionati del mondo endurance costruttori, e vittorie in prestigiose competizioni come la 1000 Miglia, la Targa Florio e la Carrera Panamericana. Gli anni Settanta e Ottanta sono stati il periodo d’oro del marchio, con modelli leggendari come la Stratos, la 037 e la Delta, che hanno dominato i Rally per più di due decenni. Lancia, già dai primi anni, osservava con interesse queste competizioni, consapevole che erano perfette per mettere in luce le qualità di tenuta e prestazioni delle sue auto. Già il fondatore Vincenzo Lancia amava gareggiare, vincendo diverse competizioni tra il 1908 e il 1909, ma successivamente abbandonò le corse per concentrarsi sulla produzione di auto stradali. Tuttavia, nel 1951, Gianni Lancia decise di riportare il marchio nelle competizioni, fondando la Scuderia Lancia, con l’elefantino al galoppo come emblema. Tra il 1954 e il 1955, la monoposto Lancia D50 partecipò alla Formula 1, segnando l’ultimo capitolo di quella fase sportiva. Negli anni Sessanta, Lancia tornò ufficialmente ai Rally con la Squadra Corse Lancia e l’emblema dell’elefantino rosso accompagnato dalla sigla HF (High Fidelity). Il 1974 segnò il debutto della Lancia Stratos HF, la prima vettura progettata appositamente per i Rally, con l’obiettivo di essere imbattibile su qualunque terreno. Equipaggiata con il V6 da 2,4 litri della Dino Ferrari, la Stratos HF si dimostrò senza rivali, conquistando tre titoli mondiali consecutivi tra il 1974 e il 1976. Nel 1983, la Lancia Rally 037 vinse il Campionato Mondiale Rally, rimanendo l’ultima vettura a trazione posteriore a trionfare in un campionato mondiale, sfidando anche l’avanzata delle vetture a trazione integrale, come la temibile Audi Quattro. Dopo l’esperienza con le potenti vetture del Gruppo B, Lancia puntò sulla Delta HF 4WD a trazione integrale, che debuttò nel 1987 e per sei anni dominò la scena dei Rally. La Delta HF 4WD e le sue successive versioni, la Delta HF Integrale e la Integrale 16V, collezionarono dieci titoli mondiali, con sei nella classifica Costruttori e quattro in quella Piloti, oltre a 46 vittorie assolute su 66 partecipazioni a gare mondiali. La Lancia Delta rimane la vettura più vincente nella storia del Rally, lasciando un segno indelebile nel mondo del motorsport. E oggi la Nuova Ypsilon Rally4 HF è pronta a scendere in campo nel 2025, quando il marchio farà il suo ritorno nel motorsport, con l’obiettivo di riaffermare la sua presenza nelle competizioni automobilistiche contemporanee e, al tempo stesso, rendere omaggio alla gloriosa storia rallystica del brand.
Lancia è un simbolo della cultura italiana del ‘bello e ben fattò, amata da divi del cinema, modelle, scrittori e artisti. Le vetture Lancia sono state protagoniste di film leggendari e campagne di comunicazione eleganti e raffinate. Il rapporto tra Lancia e il cinema nasce agli inizi del secolo scorso, quando le sue vetture compaiono nel cinema muto torinese, in particolare nei film dei ‘telefoni bianchì, rappresentando un simbolo di modernità e sogni oltre le ‘mille lire al mesè. Negli anni Cinquanta, il legame tra Lancia e la ‘settima artè diventa indissolubile. E’ l’epoca della ‘Dolce Vità e Roma è il centro del cinema e del jet-set internazionale. Via Veneto è il cuore pulsante del glamour e molti divi del cinema scelgono Lancia per il loro stile inconfondibile. Claudia Cardinale, Anita Ekberg e Jean Paul Belmondo guidano modelli come Aurelia e Appia, mentre Marcello Mastroianni sceglie la sua Flaminia Coupè Super Sport Zagato. Brigitte Bardot guida Lancia tra Cortina e la Costa Azzurra, affascinata dall’Aurelia B24, dalla Flaminia e dalla Flavia Convertibile. Anche Ernest Hemingway, durante la sua cronaca sulle corride per la rivista Life, viaggia con una Lancia Aurelia B21, compagna di viaggio di ‘Un’estate pericolosà. Nel 1962, l’Aurelia B24 convertibile diventa protagonista del film ‘Il sorpassò di Dino Risi, diventando la vettura più famosa del cinema italiano. Anche negli anni successivi, le vetture Lancia continuano a brillare nel cinema. La Fulvia Coupè appare in ‘Profondo Rossò di Dario Argento, mentre la Lancia Delta viene guidata da Alain Delon in ‘Pour la peau d’un flic’. Recentemente, le auto Lancia sono state utilizzate in famosi film come ‘To Rome with Lovè di Woody Allen e ‘Angeli & Demonì di Ron Howard, dove la Delta recita un ruolo importante. Simbolo di creatività ed eleganza italiana, Lancia si distingue anche per il suo stile di comunicazione pubblicitaria, sempre sofisticato e rispettoso dell’anima del brand. Spot firmati da Gabriele Muccino e accompagnati dalle musiche di Ennio Morricone sono veri e propri cortometraggi che mantengono la loro attualità nel tempo. I testimonial scelti da Lancia hanno ulteriormente accresciuto l’amore per il marchio, tra cui Stefano Gabbana, Richard Gere e Carla Bruni. Queste celebrità, come ambasciatori dell’eleganza Lancia, hanno contribuito a rendere il marchio iconico in tutto il mondo, trasformandosi in ‘Very Ypsilon People”. E come dimenticare l’ultima apparizione di una Lancia sul grande schermo? Stiamo parlando ovviamente della pellicola “Race for Glory”, con Riccardo Scamarcio, che racconta la storia del Campionato del Mondo di Rally del 1983 che vide il Team Lancia guidato da Cesare Fiorio e la 037 confrontarsi con un temibile avversario in una vera e propria battaglia tra Davide e Golia, dando vita a una delle più grandi sfide della storia dello sport.

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Mazda, l’ingegneria del piacere di guida

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 Prima di essere commercializzato, ogni modello Mazda deve superare rigorosi test, condotti sulla pista di prova della sede centrale di Hiroshima, dove gli ingegneri Mazda perfezionano l’esperienza di guida indimenticabile della vettura.
In Mazda, una missione fondamentale ispira ogni collaboratore: regalare una sensazione di pura gioia e trasmettere energia a ogni conducente non appena si mette al volante. Percepita da conducenti e passeggeri di tutto il mondo, questa sensazione alimenta le innovazioni Mazda da quasi 100 anni ed è oggi una parte cruciale del processo di sviluppo dei nuovi modelli del Marchio. “uesta filosofia unica è incarnata perfettamente dai talentuosi ingegneri Mazda che, in ogni settore, lavorano instancabilmente per offrire a ogni conducente un’esperienza di guida entusiasmante. Uno di questi ingegneri è Masayoshi Kanei. Da 14 anni fa parte del team di sviluppo di Mazda, dove mette alla prova prototipi in fase di produzione e veicoli di sviluppo prossimi alla produzione, compresi gli ultimi modelli di punta del Marchio. Tuttavia, rifiuta l’etichetta di “pilota collaudatore”.
“In Mazda non ci consideriamo piloti collaudatori, poichè partecipiamo a tutte le fasi dello sviluppo, dalla pianificazione iniziale alla validazione di un modello di produzione pronto per il lancio”, spiega Kanei. “Certo, abbiamo l’opportunità di testare un gran numero di auto che passano attraverso il nostro dipartimento per confrontare i dati e valutarne la guida, la qualità e le performance su strada. Tuttavia, una misura essenziale è quella che in Mazda chiamiamo ‘sensazione delle prestazionì, che si concentra sulla percezione umana dell’accelerazione e del movimento dell’auto”. “Io sono responsabile della motorizzazione”, prosegue. “Collaboriamo con altri ingegneri per tarare dettagli come i parametri del motore, l’accelerazione e la potenza.” Anche quando l’auto esiste solo sulla carta, questi processi vengono seguiti per stabilire la fattibilità del progetto.
Una volta in pista, Kanei utilizza tutti i suoi sensi per valutare le prestazioni del veicolo. “In fase di accelerazione, ad esempio, è necessario misurare e valutare ogni minimo cambiamento di elementi come la forza di gravità e le vibrazioni percepite”, spiega. “Questi fattori hanno un impatto significativo sull’esperienza del conducente”. La vibrazione è un vettore di accelerazione che varia nel tempo, e Mazda la considera uno dei parametri chiave per perseguire le sue innovazioni incentrate sull’uomo. Kanei ammette però che i sensi umani, pur essendo fondamentali, non sono perfetti. “Inviamo le nostre valutazioni al progettista [del gruppo propulsore] e le integriamo con i dati digitali, per configurare un motore migliore in grado di funzionare esattamente come desiderato dal conducente”.
Questo processo ha avuto un ruolo particolarmente importante nel lavoro di Kanei sulla CX-60 e il suo powertrain e-Skyactiv PHEV. “Un PHEV combina i migliori elementi di un’auto a motore a combustione interna e di un veicolo elettrico”, spiega Kanei. Quando la batteria del veicolo elettrico è carica, questo si muove elettricamente, risparmiando carburante. Se si accelera su una strada libera, si attiva il motore a combustione interna per fornire la potenza necessaria. “Ma a volte si ha la sensazione che l’auto non acceleri velocemente come si vorrebbe. Oppure, al contrario, che passi troppo rapidamente al motore a combustione interna. Questo è un problema comune per i veicoli ibridi plug-in”, dice Kanei. Questo passaggio tra trazione elettrica e motore a combustione interna può essere complesso da regolare, ma rimane essenziale. Infine, chiede: “Non vi spaventereste se l’auto non rispondesse come desiderato?”. Il programma ha presentato nuove sfide, ma Kanei e il suo team le hanno affrontate con entusiasmo, lavorando sul powertrain PHEV. “Non è stato facile ottenere il tipo di guida che cercavamo per una Mazda, ma alla fine ci siamo riusciti”, dice Kanei con un sorriso. In breve, l’auto è stata progettata per essere guidata esattamente come si desidera.
Detto questo, è innegabile che i test su strada costituiscano una parte essenziale dello sviluppo, e Kanei riconosce di effettuarne molti, sia sulle piste di prova supersegrete di Mazda in Giappone sia sulle famose autostrade tedesche. “Poichè siamo coinvolti fin dall’inizio, definiamo i nostri parametri e obiettivi per il powertrain, in modo da garantire che ogni auto offra il piacere di guida”, spiega. Che si tratti di un PHEV o meno, questi parametri e obiettivi devono essere raggiunti senza carenze durante le prove su strada. Durante questi test il margine di errore nelle valutazioni è molto ristretto.
Kanei e i suoi colleghi ingegneri lavorano sotto pressione, ma sono più che preparati per affrontarla. Avendo in precedenza lavorato su modelli come la Mazda CX-30, Kanei spiega che Mazda dispone di un sistema che garantisce agli ingegneri la capacità di misurarsi con qualsiasi compito. Per raggiungere questo obiettivo, è stato istituito un sistema rigoroso per aiutare Kanei e i suoi colleghi a sviluppare le competenze necessarie per valutare in modo equilibrato, costante e, soprattutto, sicuro. I nuovi arrivati, ad esempio, si limitano a familiarizzare con la straordinaria sede di Mazda a Hiroshima, mentre gli ingegneri qualificati sono, come spiega Kanei, i conducenti accreditati per raggiungere “le velocità massime consentite durante i test”. Come da tradizione Mazda, che dà priorità al conducente, il fattore più importante è identificare ciò che soddisferà l’utente finale.

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Dacia entra nel mondo del Rally-Raid con la Sandrider: debutto vincente e ambizioni per la Dakar 2025

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Dacia, tradizionalmente associata a veicoli low-cost, continua a diversificare il proprio profilo. Nel 2024, oltre a rinnovare la gamma con la nuova generazione di Duster e il SUV Bigster, il marchio ha fatto il suo ingresso nel motorsport di alto livello con la Dacia Sandrider, un potente dune buggy di categoria T1+ progettato per competere nel W2RC (Campionato del Mondo Rally-Raid).

Il debutto della Sandrider è stato un successo straordinario: guidata dal campione Nasser Al-Attiyah, ha conquistato il Rallye du Maroc, dimostrando immediata competitività. Questo progetto ha coinvolto risorse chiave del Gruppo Renault, tra cui il centro stile Dacia e Alpine Motorsport, in collaborazione con Prodrive per lo sviluppo tecnico.

Tra i protagonisti del team c’è anche il nove volte campione del mondo Sébastien Loeb, che ha dichiarato: “Siamo pronti per la Dakar 2025. Il nostro obiettivo è vincere, ma siamo consapevoli delle sfide che ci aspettano. L’esperienza del team sarà un fattore decisivo”.

Con un mix di tecnologia avanzata, supporto strategico e piloti d’élite, Dacia punta a consolidare la propria posizione nel mondo del rally-raid e lasciare un segno nell’iconica Dakar.

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Ducati lancia la nuova Futa e aggiorna la gamma di E-Bikes con la MIG-S e la TK-01RR Limited Edition

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Ducati arricchisce la sua gamma di biciclette elettriche con l’introduzione della Futa, la prima bicicletta da corsa elettrica del brand, disponibile anche in una versione Limited Edition. La Futa segna un passo importante nella strategia di Ducati di espandere la propria offerta nel mondo delle due ruote elettriche, puntando su un modello adatto a chi cerca un mix di performance e sostenibilità.

In aggiunta alla Futa, Ducati presenta anche l’evoluzione della MIG-S, una mountain bike elettrica all-mountain pensata per affrontare qualsiasi terreno, e la nuova TK-01RR Limited Edition, una versione aggiornata e più performante di uno dei modelli più apprezzati della gamma. La MIG-S 2022 ha un design rivisitato in collaborazione con Aldo Drudi e il Centro Stile Ducati, con una livrea sportiva e accattivante. Dal punto di vista tecnico, la MIG-S è stata potenziata con l’introduzione del motore Shimano EP8, che offre prestazioni superiori rispetto ai modelli precedenti.

Il motore Shimano EP8 è il cuore della nuova MIG-S e di molte delle bici elettriche Ducati. Con un peso di soli 2,6 kg, il motore è in grado di erogare una coppia massima di 85 Nm, garantendo prestazioni fluide e naturali. Questo motore permette un supporto fino al 400% rispetto alla potenza del ciclista, rendendo l’esperienza di guida più dinamica e personalizzabile. Grazie all’app Shimano E-tube Project, i ciclisti possono regolare in modo semplice e wireless il carattere del motore, adattandolo alle proprie esigenze attraverso il proprio smartphone, aumentando la versatilità della bicicletta.

Con queste nuove proposte, Ducati conferma il suo impegno nell’innovazione nel settore delle e-bikes, offrendo soluzioni ad alte prestazioni per un pubblico sempre più attento alla mobilità sostenibile senza rinunciare al piacere della guida.

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