Cronaca
Padova | Rapina al Portello e tentato furto: arrestati quattro giovani
Nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2024, la Polizia di Stato di Padova ha arrestato quattro giovani di origine nordafricana, accusati di rapina aggravata in concorso e tentato furto aggravato. Gli arresti sono stati eseguiti nell’ambito di un’operazione di sicurezza e controllo del territorio, finalizzata alla prevenzione dei reati e alla tutela dei residenti.
L’episodio è iniziato intorno alle 23.50 di mercoledì 20 novembre, quando tre giovani, vittime di rapina, si sono avvicinati a una pattuglia della Polizia, riferendo di essere stati minacciati con un coltello da un gruppo di ragazzi stranieri al Portello, zona di Padova. I rapinatori avevano sottratto loro i telefoni cellulari, agendo con violenza.
Grazie alla descrizione dettagliata fornita dalle vittime, gli agenti sono riusciti a individuare due dei presunti autori della rapina, un 21enne e un 26enne di origine tunisina, che si trovavano in zona e cercavano di passare inosservati. Alla loro vista, i due giovani hanno cercato di disfarsi dei cellulari rubati, nascondendoli sotto una macchina parcheggiata. I poliziotti li hanno arrestati e, durante le indagini, hanno scoperto che entrambi avevano precedenti penali per furti e rapine.
Nel corso della notte, un’altra pattuglia è intervenuta su segnalazione di un furto in atto in un esercizio pubblico in via Valeri. Qui, gli agenti hanno bloccato due uomini all’interno del bar, dopo che avevano distrutto la porta d’ingresso per entrare nel locale. Durante l’identificazione, è emerso che anche questi due giovani erano coinvolti nella rapina al Portello, in quanto corrispondevano perfettamente alla descrizione fornita dalle vittime. Si trattava di un 18enne e un 21enne marocchini, senza fissa dimora.
Oltre all’accusa di rapina, i due sono stati arrestati anche per il tentato furto aggravato nel bar. Il 18enne aveva un permesso di soggiorno scaduto e precedenti per violenza sessuale di gruppo, mentre il 21enne risultava privo di precedenti penali, ma con una richiesta di permesso di soggiorno sospesa.
Tutti e quattro i giovani sono stati arrestati e portati in carcere. Successivamente, il Giudice per le Indagini Preliminari ha convalidato gli arresti, disponendo la custodia cautelare in carcere per tutti i coinvolti.
In risposta agli arresti, il Questore di Padova, Marco Odorisio, ha adottato misure di prevenzione per i quattro arrestati, inclusi il foglio di via obbligatorio e il Daspo Willy, che vieta loro l’accesso a esercizi pubblici in tutta la provincia per i prossimi 4 anni. Inoltre, è stato avviato il procedimento per la revoca del permesso di soggiorno per i due indagati regolari.
La comunità di via Belzoni e del rione Portello ha espresso il proprio apprezzamento per l’azione della Polizia, inviando una lettera di ringraziamento al Questore per l’efficace contrasto alla criminalità e la tutela della sicurezza nella zona.
Cronaca
Como | DASPO a un tifoso tedesco dopo l’incontro Como-Fiorentina
Durante l’incontro di Serie A tra Como 1907 e ACF Fiorentina, disputato domenica 24 novembre allo stadio “G. Sinigaglia” di Como, si è verificato un episodio che ha portato all’emissione di un DASPO nei confronti di un giovane tifoso.
Al termine della partita, un uomo ha scavalcato la recinzione che separa il settore distinti dal campo da gioco, invadendo il terreno dello stadio. Il gesto non è passato inosservato: il tifoso, un cittadino tedesco di 24 anni, è stato immediatamente fermato dal personale steward e dagli agenti della D.I.G.O.S., che hanno proceduto alla sua identificazione.
In seguito all’accaduto, il Questore di Como, Marco Calì, ha adottato con urgenza il provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive. La misura, disposta dalla Divisione Anticrimine, vieta al giovane di partecipare per diversi anni agli eventi calcistici non solo a Como, ma anche in altri stadi e luoghi collegati a eventi sportivi.
Nonostante questo episodio isolato, l’evento si è svolto senza particolari problemi sotto il profilo della sicurezza pubblica, con un deflusso ordinato dei tifosi al termine dell’incontro. Questo risultato è stato possibile grazie all’efficace coordinamento delle forze dell’ordine e al sistema di vigilanza predisposto per garantire l’ordine durante la manifestazione.
Cronaca
Omegna (VB) | Conflitto condominiale: ritirate le armi dopo minacce tra vicini
Un acceso diverbio tra due residenti di un condominio di Omegna ha richiesto l’intervento tempestivo della Polizia di Stato sabato mattina. La lite tra i condomini è degenerata rapidamente in minacce reciproche, spingendo i vicini a chiamare le forze dell’ordine per sedare la situazione.
Gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Omegna, giunti sul posto dopo la segnalazione, hanno identificato le persone coinvolte e ricostruito i fatti. Dalle indagini preliminari è emerso che la causa della discussione fosse legata a diverbi sull’uso delle aree comuni e altre problematiche condominiali preesistenti.
In particolare, uno degli abitanti del condominio, un uomo classe 1946, titolare di porto d’armi per uso caccia e possessore di cinque fucili da caccia, è stato accusato dai suoi vicini di aver rivolto insulti e minacce, alimentando il clima di tensione. A seguito della natura conflittuale della situazione e per motivi di sicurezza, gli agenti hanno deciso di procedere al ritiro cautelare delle armi e delle relative cartucce, come previsto dall’articolo 39 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, per prevenire qualsiasi possibile uso improprio.
L’intervento delle forze dell’ordine ha contribuito a riportare la calma tra i residenti, evitando che la situazione potesse evolvere ulteriormente. Le verifiche proseguiranno per chiarire i dettagli dell’incidente e per assicurarsi che non vi siano altre problematiche legate alla sicurezza nel condominio.
Cronaca
Macerata | Operazione contro il riciclaggio: smascherato sistema illecito in un “money transfer”
Prosegue l’impegno delle Fiamme Gialle di Macerata nella lotta contro il riciclaggio e il finanziamento al terrorismo. Nell’ambito di un dispositivo di controllo attivato su tutto il territorio provinciale, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito un’ispezione mirata su un’agenzia di “money transfer” locale, al fine di verificare la corretta applicazione della normativa antiriciclaggio e contrastare eventuali attività illegali.
Gli accertamenti, condotti grazie anche ai poteri di polizia valutaria e all’analisi di banche dati specifiche, hanno permesso di scoprire un sistema fraudolento utilizzato dall’agente dell’agenzia di trasferimenti di denaro, che ha trasferito somme sul proprio conto corrente personale eludendo i controlli obbligatori. In particolare, è stato rilevato che l’intermediario, pur essendo soggetto agli obblighi di identificazione della clientela, ha acquisito e conservato dati falsificati su 14 operazioni di trasferimento di denaro contante, per un importo totale di 12.284,10 euro.
Le indagini hanno rivelato che l’agente ha utilizzato, senza autorizzazione, i dati anagrafici e i documenti di ignari clienti per formalizzare operazioni a loro nome, violando così le normative in vigore. Solo in un caso, una persona aveva acconsentito all’operazione a suo nome, ma gli altri mittenti erano stati manipolati senza il loro consenso.
A seguito di queste scoperte, sono stati denunciati il gestore dell’agenzia di trasferimento denaro e una cliente per i reati di sostituzione di persona e falsificazione dei dati del cliente in concorso. Le indagini sono tuttora in corso per ricostruire i flussi di denaro coinvolti, al fine di esaminare eventuali implicazioni fiscali e ulteriori violazioni.
Il controllo del sistema di trasferimenti di denaro e dei circuiti alternativi alla banca, come la moneta elettronica e le criptovalute, rimane cruciale per prevenire il finanziamento del terrorismo, contrastare il riciclaggio e salvaguardare l’economia legale. I Reparti della Guardia di Finanza continuano a monitorare questi canali per garantire la legalità e la trasparenza finanziaria.
Infine, in base al principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza dei denunciati sarà definita solo in seguito a sentenza definitiva di condanna.
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