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Cronaca

Udine | Polizia espelle cittadino pakistano socialmente pericoloso

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Il caso di un trentenne straniero, proveniente dal Pakistan, ha attirato l’attenzione delle autorità italiane dopo una serie di vicende legate alla sua permanenza sul territorio nazionale. Arrivato in Italia nel 2016, l’uomo aveva inizialmente richiesto la protezione internazionale, ma le sue domande erano state respinte dalla Commissione competente. Nonostante i numerosi rigetti, lo straniero aveva continuato a rimanere in Italia, ottenendo diversi permessi di soggiorno temporanei per motivi di lavoro.

Nel corso degli anni, però, il suo comportamento ha sollevato preoccupazioni per la sua pericolosità sociale. I suoi precedenti penali, tra cui reati come spaccio di droga, rapina, resistenza a pubblico ufficiale e violenza, sono stati un fattore determinante nel procedimento che ha portato all’espulsione. Nonostante le richieste di collocamento in un Centro di Permanenza per i Rimpatri, l’indisponibilità dei posti ha ritardato l’attuazione dell’espulsione.

A seguito di un secondo decreto di espulsione emesso nel 2024, l’uomo è stato finalmente rintracciato nel centro di Udine e accompagnato dalle forze dell’ordine all’aeroporto. Dopo la convalida del provvedimento da parte del Giudice di Pace, l’uomo è stato imbarcato su un volo diretto in Pakistan, dove è arrivato la mattina successiva.

Questa vicenda sottolinea l’importanza delle procedure di controllo sull’immigrazione e della gestione dei casi legati alla sicurezza pubblica. In questo caso, l’espulsione si è conclusa positivamente dopo un lungo processo amministrativo e legale, ma evidenzia anche le difficoltà derivanti dalla carenza di strutture adeguate per la gestione dei rimpatri e il contrasto alla criminalità legata a reati di vario tipo.

Cronaca

Pavia | Traffico di droga tra la Lombardia e la Calabria

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Un’operazione su vasta scala condotta dalle forze dell’ordine italiane ha portato oggi all’arresto di 20 persone, accusate di far parte di una rete criminale dedita al traffico internazionale di droga. L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e con il supporto del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pavia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, ha visto l’esecuzione di misure cautelari in diverse province italiane, tra cui Milano, Pavia, Reggio Calabria, Lecco e Piacenza.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di un’organizzazione ben strutturata, composta da membri provenienti da diverse realtà criminali, tra cui i gruppi calabresi, albanesi e sudamericani. Questa rete aveva l’obiettivo di importare e distribuire ingenti quantità di stupefacenti, tra cui cocaina, hashish ed eroina, in particolare nelle piazze di Milano. Grazie a un rapporto privilegiato con le organizzazioni calabresi e a solide connessioni con i principali produttori magrebini, il gruppo riusciva a rifornire il mercato milanese e a gestire una fitta rete di distribuzione.

L’attività criminosa ha generato enormi profitti illeciti, stimati intorno agli 11 milioni di euro, che venivano sistematicamente riciclati attraverso circuiti bancari sommersi, gestiti principalmente da collettori cinesi. Il denaro veniva trasferito all’estero tramite il sistema del “fei eh ‘ien”, un metodo di trasferimento fondi che garantisce completa anonimato.

Nel corso dell’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato circa 250 chili di droga destinati all’organizzazione, nonché 800 mila euro in contante, rinvenuti durante il trasferimento dei soldi all’estero. Tra i sequestri figurano anche 1000 chili di cocaina, 1000 chili di hashish e 173 chili di eroina.

Le indagini sono ancora in fase preliminare e la responsabilità degli arrestati sarà accertata solo al termine del procedimento penale. Questo intervento segna un importante passo nella lotta contro il narcotraffico e le attività di riciclaggio legate alla criminalità organizzata, contribuendo a smantellare una rete che aveva messo radici profonde nel tessuto criminale nazionale e internazionale.

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Cronaca

Bolzano | Si aggira in un B&B per rubare, colpisce e ferisce al volto un poliziotto

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Un giovane di 18 anni, cittadino tunisino, è stato arrestato ieri a Bolzano dopo aver tentato di compiere un furto in una struttura ricettiva della città. L’incidente si è verificato in due fasi. La prima segnalazione è arrivata intorno alle 7 del mattino, quando un uomo, poi identificato come H. Y., aveva cercato di entrare nella struttura con l’intento di rubare, ma si era dato alla fuga prima dell’arrivo della polizia. Nonostante ciò, il giovane ha tentato nuovamente poche ore dopo, riuscendo a entrare nell’edificio, dove è stato prontamente arrestato dagli agenti della Squadra Volanti.

H. Y., che era già noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di reati, tra cui furti, lesioni, spaccio di droga e violenze contro i pubblici ufficiali, si trovava in Italia senza permesso di soggiorno. Nel momento dell’arresto, ha reagito violentemente, aggredendo uno degli agenti con un pugno in faccia, causando al poliziotto lesioni all’occhio, per le quali è stato giudicato guaribile in 7 giorni, salvo complicazioni. L’arresto è stato eseguito per violenza, resistenza, minaccia e lesioni a pubblico ufficiale, mentre il tentato furto è stato oggetto di denuncia.

In seguito alla convalida dell’arresto, il Questore di Bolzano, Paolo Sartori, ha emesso un Decreto di Espulsione nei confronti del giovane, ordinando il suo allontanamento immediato dal territorio nazionale. H. Y. è stato trasferito presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca d’Isonzo (Gorizia), da dove verrà successivamente rimpatriato in Tunisia.

Il Questore Sartori ha espresso disappunto per l’aggressione subita dai poliziotti, sottolineando che non è accettabile che chi svolge il proprio dovere di garantire la sicurezza e far rispettare la legge venga ripetutamente aggredito. L’incidente si inserisce in un contesto di crescente violenza contro le forze dell’ordine, un fenomeno che ha preoccupato le autorità locali e che ha portato a una maggiore attenzione nei confronti dei soggetti con numerosi precedenti penali.

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Cronaca

Siena | Abbandono illecito di rifiuti, 3 denunce

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Un’operazione della Guardia di Finanza di Siena ha portato al sequestro di un furgone e del suo carico, nonché alla denuncia di due cittadini cinesi e di un imprenditore del settore tessile, accusati di smaltimento illecito di rifiuti e impiego di manodopera clandestina.

L’episodio è emerso durante un controllo mirato per individuare irregolarità nell’impiego di lavoratori extracomunitari. Gli agenti hanno notato un furgone sospetto, che si è fermato nella località Acquacalda, nel comune di Siena, dove i due uomini scaricavano grandi sacchi nei cassonetti della raccolta differenziata. I primi accertamenti hanno rivelato che i sacchi contenevano scarti di lavorazioni tessili, un materiale non idoneo per il conferimento nei contenitori per rifiuti urbani. Inoltre, uno dei due soggetti è risultato essere clandestino sul territorio.

L’indagine ha portato al sequestro del furgone e del suo carico, che comprendeva 50 colli per un peso totale di circa 4.360 kg. I due trasportatori sono stati denunciati per abbandono non autorizzato di rifiuti, mentre l’imprenditore titolare dell’azienda di confezioni tessili è stato accusato di aver impiegato manodopera clandestina.

L’operazione ha anche beneficiato della collaborazione di SEI Toscana, il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani, che ha rilevato un aumento anomalo nell’abbandono di rifiuti nelle stesse aree. Attraverso il monitoraggio con videosorveglianza, è stato accertato che negli ultimi mesi i medesimi soggetti avevano abbandonato altri 12 carichi di rifiuti, per un totale stimato di oltre 52.000 kg. Questo comportamento illecito ha comportato costi aggiuntivi per lo smaltimento, che hanno inciso significativamente sulle spese sostenute dal gestore, per un ammontare di circa 15.000 euro.

L’intervento delle forze dell’ordine ha un valore deterrente importante, poiché l’abbandono indiscriminato dei rifiuti aumenta i costi di smaltimento, danneggia l’efficacia della raccolta differenziata e, in ultima analisi, grava sulle tariffe dei cittadini virtuosi.

Attualmente, il procedimento penale è nelle fasi preliminari, e la responsabilità delle persone coinvolte dovrà essere confermata o meno in base all’esito delle indagini e di un eventuale processo. Questo intervento conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare non solo i reati economici, ma anche quelli di natura ambientale, che hanno un impatto diretto sulla gestione dei servizi pubblici e sul benessere collettivo.

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